«Bibliotime», anno X, numero 3 (novembre 2007)

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Riccardo Ridi

Manifesto per la biblioteca ipertestuale. Versione 1.0 *



Premessa

Questo manifesto è un ponte fra due testi:

Lo scopo di questo manifesto è da una parte quello di commentare analiticamente e ordinare più razionalmente MAN e dall'altra quello di sintetizzare e proporre un indice alternativo di IPER. Per ciascuna delle prime 20 tesi si indicano le corrispondenti tesi di MAN e i capitoli di IPER in cui è stato trattato l'argomento, sperando che tali rinvii permettano al lettore di verificare alla fonte le rispettive argomentazioni, perdonando il tono apodittico assunto qui dalle tesi stesse. Per le ultime 5 tesi, non trattate da MAN, si indicano solo i relativi capitoli di IPER. Per un commento generale e una bibliografia relativa a MAN si veda il capitolo 3.7 di IPER; per un'introduzione al concetto di ipertesto si veda il capitolo 1.4 di IPER. In appendice si riportano "le cinque leggi della biblioteca ipertestuale", ispirate a Ranganathan e trascritte dal capitolo 1.9 di IPER.

Nel riordinamento di MAN è stata abbandonata la tripartizione in principi, modelli e funzioni. Le 30 tesi di MAN si sono ridotte a 20 perchè alcune di esse sono state unificate:

e alcune sono state scomposte:

Sono benvenuti, all'indirizzo <ridi@aib.it>, commenti e suggerimenti in vista di una successiva versione di questo manifesto.

Le 25 tesi

1. Le biblioteche sono ipertesti (MAN: 1, 20 - IPER: 1.8, 1.9, 3.7).

Libri, periodici, banche dati, cataloghi, bibliografie, blog e conversazioni sono tutti esempi di ipertesti dalla struttura in genere piuttosto semplice. Le biblioteche sono invece ipertesti particolarmente complessi, che assorbono al proprio interno vari tipi di ipertesti più semplici.

2. Le biblioteche gestiscono collezioni di documenti (MAN: 17, 22, 26 - IPER: 2.2, 2.14, 3.4).

Le biblioteche raccolgono, selezionano, organizzano, catalogano, conservano e rendono accessibili collezioni di documenti. Alcune di esse, in particolare, garantiscono il deposito legale delle pubblicazioni, sia analogiche che digitali, e la loro conservazione sul lungo periodo.

3. Le collezioni delle biblioteche sono selettive ma ospitali (MAN: 6 - IPER: 2.10).

L'inclusione nelle collezioni di una biblioteca avviene sempre tramite un criterio esplicito. Di tali collezioni possono far parte tutte le tipologie di documenti, incluse quelle più sperimentali e "di confine" (letteratura grigia, software, giochi, open archives, blog, siti web, ecc.).

4. Le biblioteche forniscono servizi documentari e informativi agli utenti (MAN: 2, 17 - IPER: 2.19, 2.20, 3.8).

Grazie al proprio personale e alle proprie infrastrutture (edifici, arredi, tecnologie anche informatiche) le biblioteche erogano servizi (lettura in sede, prestito, riproduzioni, reference, document delivery, ecc.) sempre centrati sul punto di vista documentario e informativo.

5. Le biblioteche esistono per permettere agli utenti di scoprire l'esistenza e di fruire i contenuti dei documenti per loro rilevanti (MAN:3, 30 - IPER:1.9, 3.8).

La funzione essenziale delle biblioteche è da una parte quella di consentire a tutti i cittadini di verificare l'eventuale esistenza di documenti con determinate caratteristiche a cui essi fossero per qualunque motivo interessati e dall'altra quella di aiutare gli utenti stessi ad accedere ai contenuti informativi di tali documenti, anche se non inclusi nelle proprie collezioni. Tale funzione non è svolta in esclusiva dalle biblioteche stesse, ma anche da altri soggetti (archivi, musei, editori, motori di ricerca, ecc.) con i quali le biblioteche possono utilmente collaborare per conseguire il fine comune.

6. Le biblioteche sono un mezzo e non un fine (MAN: 15 - IPER: 3.8).

Le biblioteche vengono create e mantenute dalla società in quanto contribuiscono a raggiungere l'obbiettivo dell'individuazione e accesso ai documenti. Se e quando tale scopo venisse (localmente o globalmente) abbandonato oppure perseguito con mezzi più efficaci, le biblioteche potrebbero tranquillamente essere smantellate. In tal caso le loro strutture e il loro personale andrebbero salvaguardati e utilizzati diversamente - per ovvi motivi di economia ed equità - ma senza fingere che esse continuino ad essere delle vere biblioteche.

7. Le biblioteche integralmente analogiche, quelle integralmente digitali e quelle ibride sono tutte biblioteche (MAN: 4 - IPER: 1.7).

Gli obbiettivi di fondo, le principali tecniche e i valori fondamentali delle biblioteche restano gli stessi indipendentemente dalla percentuale di documenti analogici e digitali trattati e dalle modalità di interazione con gli utenti (in presenza, telefonica, on-line, ecc.).

8. Le biblioteche favoriscono l'interoperabilità e gli standard (MAN: 5, 20, 21, 28 - IPER: 2.5, 2.15).

L'interoperabilità è la capacità di scambiare e riutilizzare proficuamente dati e informazioni sia fra sistemi e organizzazioni distinti sia internamente ad essi. Essa si articola in interoperabilità tecnica, semantica, interistituzionale, intersettoriale, legale e internazionale; si basa sulla condivisione di standard ed è uno strumento fondamentale per il perseguimento degli obbiettivi delle biblioteche. Fra le molteplici possibilità offerte dall'interoperabilità c'è anche l'interazione fra data provider e service provider prevista dal protocollo OAI-PMH; fra le molteplici iniziative possibili a favore dell'interoperabilità ci sono anche l'adozione e la promozione di software open source.

9. Le biblioteche cooperano (MAN: 9, 25, 29, 30 - IPER: 2.15, 3.2, 3.8).

Le finalità delle biblioteche non sono raggiungibili senza una forte cooperazione delle biblioteche stesse fra loro e con altre istituzioni, fra le quali scuole, università, enti di ricerca, archivi, motori di ricerca. ecc. Fra i possibili ambiti di cooperazione si possono ricordare il prestito interbibliotecario, la catalogazione partecipata, i consorzi per le acquisizioni digitali, il deposito legale, la creazione di repertori e standard condivisi, l'assegnazione di identificatori stabili alle risorse informative, l'e-learning, ecc.

10. Le biblioteche adottano la rete come modello sia organizzativo che tecnologico (MAN: 9, 10 - IPER: 1.8, 2.11, 2.12).

Le biblioteche utilizzano con profitto internet e il web come strumenti di accesso alle fonti informative, di sviluppo dei servizi e di dialogo con gli utenti e fra i bibliotecari. Il modello reticolare ipertestuale, comunque soggiacente alla struttura delle collezioni e dei servizi bibliotecari, può essere utilmente applicato anche all'organizzazione interna del lavoro e all'articolazione della cooperazione interbibliotecaria.

11. Le biblioteche rispettano i diritti sia dei produttori che dei fruitori dei documenti (MAN: 7 - IPER: 2.18).

Nella loro funzione di intermediazione fra produttori e fruitori di documenti le biblioteche mantengono una posizione "terza" che fornisca ad entrambi garanzie di equità e assenza di discriminazioni. Le biblioteche, pur rispettando le vigenti normative sul diritto d'autore, favoriscono tutte le iniziative (come l'open access) volte a rafforzare il diritto di accesso all'informazione da parte degli utenti. Le biblioteche rispettano la privacy dei propri utenti e non esercitano alcun tipo di censura nei loro confronti.

12. Le singole biblioteche hanno comunità di utenti di riferimento differenziate, per le quali e con le quali possono sviluppare autonomamente collezioni e servizi (MAN: 8, 22, 23 - IPER: 2.10, 2.23).

Pur favorendo interoperabilità, standardizzazione e cooperazione, le biblioteche restano molteplici, per venire meglio incontro alle esigenze delle diverse comunità (professionali, scientifiche, territoriali, istituzionali; e con differenti età, lingue, culture, interessi) di utenti. Ciascuna biblioteca o gruppo di biblioteche omogenee svilupperà per i propri utenti - dialogando con essi e possibilmente anche grazie alla loro fattiva collaborazione - collezioni e servizi specifici, che non devono costituire una riduzione, ma piuttosto un arricchimento, del servizio bibliotecario generico.

13. Le biblioteche personalizzano i propri servizi (MAN: 24 - IPER: 2.9, 3.2, 3.6).

Nei limiti delle risorse disponibili, dell'equità del trattamento degli utenti e del rispetto dell'ambito documentario dei servizi, questi ultimi tenderanno a essere configurati in modo da soddisfare i bisogni informativi dei singoli utenti o di loro gruppi omogenei nel modo più puntuale possibile, risparmiando il loro tempo e massimizzando la loro soddisfazione.

14. Le biblioteche sono accessibili (MAN: 11 - IPER: 2.11, 2.12, 2.13).

Il principio del diritto di accesso da parte di chiunque a qualsiasi genere di informazione o documento pubblico è centrale per ogni tipo di biblioteca. Ne consegue che le biblioteche dovranno attenervisi in ogni aspetto della loro attività, applicandone le varie sfaccettature (dalle norme del W3C sui siti web all'abolizione delle barriere architettoniche, passando per il multilinguismo) a tutti i propri servizi.

15. Le biblioteche si fanno conoscere (MAN: 12 - IPER: 2.19).

È inutile possedere ricche collezioni e fornire ottimi servizi se nessuno o quasi lo sa e li usa. Le biblioteche devono sforzarsi di far conoscere la propria esistenza, la propria funzione e i propri servizi a tutti i potenziali utenti, senza crogiolarsi nella soddisfazione di servirne già sufficientemente bene una esigua percentuale.

16. Le biblioteche misurano, valutano e migliorano le proprie collezioni e i propri servizi (MAN: 13 - IPER: 2.17, 2.21).

Nessun servizio è mai perfetto e tutti i servizi sono sempre perfezionabili. Misurare costantemente e coerentemente sia i parametri oggettivi delle collezioni e dei servizi che la percezione soggettiva ricevutane dagli utenti è l'indispensabile premessa per valutare periodicamente qualità e quantità delle raccolte e delle attività e per guidare, sulla base di tali indicazioni, la biblioteca verso prestazioni sempre migliori e al passo coi tempi.

17. Le biblioteche costano, ma hanno ricadute positive anche dal punto di vista economico (MAN: 14 - IPER: 2.2, 2.22).

Mantenere e sviluppare un efficace servizio documentario è assai impegnativo in termini economici, ma non rappresenta solo una beneficenza per i poveri e un lusso per i colti. Esso costituisce piuttosto un investimento estremamente conveniente se valutato con l'opportuna lungimiranza, calcolandone le ricadute a lungo termine sul piano educativo, sociale e professionale.

18. Le biblioteche seguono modelli flessibili (MAN: 16 - IPER: 1.8, 1.10).

I documenti aumentano a dismisura sia dal punto di vista quantitativo che delle tipologie, così come aumenta la loro granularità e labilità; gli utenti pongono richieste sempre più impegnative, diversificate e mutevoli; le tecnologie cambiano in continuazione; le risorse finanziarie si fanno sempre più scarse e sempre meno rinnovabili automaticamente. In questo scenario è impensabile pretendere di fornire servizi adeguati utilizzando modelli funzionali e organizzativi rigidi. Meglio utilizzare modelli - come quello ipertestuale - che prevedano sia la permanenza di valori, obiettivi e tecniche di base che la possibilità di passare con facilità da un assetto organizzativo ad un altro a seconda delle variabili in gioco.

19. Collezioni e servizi delle biblioteche possono essere eterogenei, ma essi vengono integrati e resi omogenei dalle biblioteche stesse (MAN: 18, 19 - IPER: 2.13, 3.2).

L'eterogeneità di collezioni e servizi, pur non costituendo una necessità logica, è tuttavia una realtà in espansione. Le singole biblioteche devono sforzarsi di migliorare l'esperienza documentaria dell'utente fornendogli modalità chiare ed omogenee di accesso a collezioni e servizi, che li integrino e ne facilitino la fruizione, ma senza sostituirsi all'utente stesso nella scelta di cosa e come interrogare e integrare. L'integrazione bibliografica perfetta non è mai nè carente nè eccessiva, ma modulare.

20. Ulteriori livelli di integrazione e omogeneizzazione possono essere sviluppati a livello territoriale, disciplinare o istituzionale (MAN: 2, 27 - IPER: 3.2, 3.4, 3.5).

Oltre alle integrazioni proposte dalle singole biblioteche è auspicabile che vengano create ulteriori forme di meta-aggregazione a livello territoriale, disciplinare o istituzionale, evitando le duplicazioni e puntando piuttosto sull'interoperabilità e la modularità. Fanno parte - in Italia - di tale prospettiva sia ogni passo in direzione di un sistema bibliotecario nazionale organico che non si limiti ad SBN che l'ampliamento e il potenziamento di MICHAEL Italia <http://michael-culture.it>, che potrebbe evolvere nel "portale nazionale delle biblioteche digitali" con funzioni di metainterrogazione ipotizzato da MAN: 27.

21. Le biblioteche hanno bisogno di bibliotecari (IPER: 2.23).

Bibliotecari e bibliotecarie professionalmente preparati sono indispensabili per progettare e gestire qualsiasi servizio bibliotecario, anche in ambito digitale. Essi devono usufruire di condizioni di lavoro dignitose, di retribuzioni adeguate, di aggiornamento costante e di opportunità di carriera eque.

22. Universo e docuverso coincidono, ma solo per una faccetta (IPER: 1.1).

I documenti non sono entità con particolari caratteristiche oggettive, ma oggetti qualsiasi, visti però come fonti informative. Tutto può essere considerato documento, sotto determinate condizioni e in determinati contesti. Ciò che identifica la natura delle biblioteche non sono gli oggetti trattati, ma il punto di vista documentario con cui esse trattano i propri oggetti e gestiscono i propri servizi.

23. Ogni testo è un ipertesto (IPER: 1.4).

Le caratteristiche dell'ipertestualità (granularità, multilinearità, multimedialità, integrabilità e interattività) sono presenti, in misura maggiore o minore, in ogni documento. I documenti scarsamente ipertestuali sono "ipotesti".

24. Le biblioteche digitali si porranno al centro di un triangolo documentario scientifico composto da open archives, e-journals e bibliografie digitali (IPER: 3.5).

È ipotizzabile che in futuro la letteratura scientifica si affidi sempre di più agli open archives per l'accesso, agli e-journals per la selezione e alle bibliografie per la repertoriazione. Le biblioteche digitali potrebbero porsi al centro di questo triangolo, focalizzandosi sulla conservazione a lungo termine e sui servizi rivolti a specifiche comunità di utenti.

25. Se le risorse fossero sufficienti le biblioteche potrebbero fornire servizi relativi non solo alla lettura ma anche alla scrittura (IPER: 3.8).

Poichè in ambiente ipertestuale è sempre più difficile separare lettura e scrittura, le biblioteche pienamente ipertestuali potrebbero fornire agli utenti servizi legati non solo alla ricerca, selezione e fruizione di documenti ma anche alla loro produzione e distribuzione. Si tratterebbe però di un cambiamento di paradigma assai impegnativo, con conseguenze nell'ambito non solo dei servizi forniti e delle conseguenti risorse necessarie, ma anche dei rapporti con le altre istituzioni, della gestione del personale, della formazione professionale e della difesa dei diritti degli utenti.

Appendice: le cinque leggi della biblioteca ipertestuale

1. I nodi sono fatti per essere letti, percorsi e scritti.

Ciascun documento che funge da nodo in un ipertesto, in quanto documento, nasce col fine di essere fruito da almeno una persona che ne decodifichi il contenuto informativo. Inoltre, in quanto nodo di un ipertesto, esso è anche il luogo in cui il lettore può scegliere come proseguire il suo percorso verso altri nodi. Nelle reti pienamente ipertestuali la libertà del fruitore non si limita alla scelta del percorso e alla possibilità di effettuare o meno la lettura, ma permette al lettore di farsi scrittore in senso completo, modificando non solo i percorsi ma anche i nodi.

2. Ad ogni utente il suo percorso.

Grazie alla libertà di scelta dei percorsi, alla piena accessibilità dei singoli nodi, alla pluralità dei link, all'appropriatezza ed efficienza dei sistemi di orientamento, navigazione e reperimento, all'accortezza dell'utente e agli eventuali servizi di reference offerti dalla biblioteca, ciascun utente potrà muoversi fra i nodi scegliendo il suo percorso individualizzato preferito.

3. Ad ogni percorso il suo utente.

Nella creazione dei link e nella gestione dei sistemi di orientamento, navigazione e reperimento, il bibliotecario (o comunque l'autore di reti ipertestuali) non dovrà attivare tutti i link e i percorsi logicamente possibili, ma solo quelli per i quali è ipotizzabile che esisterà almeno un utente che lo includerà sensatamente in un proprio percorso individuale.

4. Crea i link più diretti.

Nella creazione dei link e nella gestione dei sistemi di orientamento, navigazione e reperimento, il bibliotecario (o comunque l'autore di reti ipertestuali) farà le scelte più razionali, economiche ed utili per gli utenti, evitando circoli viziosi, percorsi inutilmente lunghi o complessi, vicoli ciechi e labirinti. L'obbiettivo dovrà sempre essere quello di massimizzare da un lato la libertà e minimizzare dall'altro il rischio di perdersi da parte dell'utente.

5. Una biblioteca è un ipertesto che cresce.

Ogni biblioteca offre ai propri utenti una rete ipertestuale di accesso e circolazione fra i documenti posseduti o comunque accessibili e di servizi connessi che non può che tendere ad espandersi indefinitamente, anche cooperando con altre biblioteche ed agenzie, perchè tale è l'intrinseca natura da una parte delle biblioteche e dall'altra degli ipertesti.

Riccardo Ridi, Università degli studi di Venezia, e-mail: ridi@aib.it


Note

* Dell'articolo è disponibile anche la versione inglese, pubblicata a <http://libr.unl.edu:2000/LPP/ridi.htm> (ora a: <http://unllib.unl.edu/LPP/ridi.htm>).




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