«Bibliotime», anno XI, numero 1 (marzo 2008)

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Barbara B. Tillett

RDA (Resource Description and Access): lo sviluppo di un nuovo codice di catalogazione internazionale *



Oggi vorrei presentare una relazione aggiornata sulla situazione e l'evoluzione di un nuovo codice internazionale di catalogazione denominato RDA (Resource Description and Access). Questo codice vuole sostituire le AACR e seguire i principi di catalogazione IFLA, oltre ad allinearsi ai modelli concettuali di FRBR e FRAD. Svolgerò una veloce panoramica sulle basi di RDA, dicendo che cosa è RDA e perché sentiamo il bisogno di un nuovo standard; farò poi una rapida illustrazione sugli obiettivi, la struttura e i contenuti di RDA.

Le radici di RDA affondano nelle 91 regole che furono stampate nel catalogo del British Museum nel 1841 da Antonio Panizzi, poi "Keeper of the books". Queste regole codificano le pratiche del British Museum. Alcuni anni più tardi, dall'altra parte dell'oceano, Charles Ammi Cutter [1] completava il suo studio sulle pratiche catalografiche negli USA e faceva uscire le sue regole nel 1876, dando così agli obiettivi della catalogazione (reperimento e collocazione in primis) l'impronta tuttora esistente. Le regole di Cutter conobbero quattro edizioni fino al 1904, e gettarono le basi per l'impegno congiunto - inglese e americano - di creare un set di regole condivise.

Al volgere del secolo scorso, l'American Library Association (USA) e la Library Association del Regno Unito lavorarono insieme per ideare regole comuni, ma si accorsero di non poter concordare su tutti i punti, per cui conclusero emanando regole autonome nel 1902 e di nuovo nel 1908. All'epoca la Library of Congress era particolarmente in sintonia con l'ALA, ed anch'essa aveva proprie regole; in seguito adottò regole supplementari in aggiunta alle regole ALA. Le associazioni americana e inglese, con la Library of Congress, continuarono a lavorare insieme per sviluppare nuove regole, ma nel 1941 l'ALA decise di pubblicare un proprio codice aggiornato, così che continuarono ad esservi due codici distinti. Nel 1949 le regole dell'ALA per autori e titoli furono accompagnate dalle regole della Library of Congress per la catalogazione descrittiva. In seguito, negli anni Cinquanta, vi furono richiami per regole maggiormente fondate sui principi.

A Seymour Lubetzky fu dato l'incarico di studiare le (nuove) regole, ed egli sviluppò alcuni principi di base che furono poi portati all'IFLA per la famosa conferenza del 1961. I Principi di Parigi che ne risultarono - così come li conosciamo oggi - costituirono le fondamenta di quasi tutti i principali codici catalografici usati nel mondo. Fu un passo avanti incredibile verso un'armonizzazione globale delle pratiche di catalogazione, ancora oggi un risultato di grande portata.

In seguito all'adozione dei Principi di Parigi, furono fatti ulteriori tentativi di creare un codice di catalogazione unitario anglo-americano, ma di nuovo insorsero elementi di disaccordo, al punto che nel 1967 vennero pubblicati due "testi", uno rappresentato dal "testo britannico" e l'altro da quello "nordamericano". A determinare ciò fu in gran parte l'atteggiamento di grandi biblioteche statunitensi che non volevano modificare le proprie pratiche per seguire i principi -- in particolare sulla voce di ingresso di alcuni nomi di società sotto il luogo -- imponendo quella che fu chiamata "superimposizione" di vecchie pratiche sulle intestazioni, fatte sotto le nuove regole. Nell'edizione delle loro regole gli inglesi adottarono un approccio maggiormente fondato sui principi.

Alla fine degli anni '60 l'IFLA tenne un altro meeting di esperti per sviluppare l'ISBD, usato in tutto il mondo come insieme di elementi descrittivi di base, organizzati in un ordine predefinito con punteggiatura predefinita. Ora c'è un'edizione consolidata della ISBD, e i creatori di RDA stanno osservando il lavoro dell'IFLA, scambiandosi informazioni per armonizzare nuovamente le regole. Le regole di descrizione sono usate a livello planetario e sono basilari per i codici di catalogazione ovunque.

Nel 1978, a seguito di ulteriori accordi dopo il 1969 sull'ISBD, grazie anche al desiderio dei paesi anglofoni di condividere le regole, furono adottate le AACR2. Per le biblioteche che seguivano il vecchio testo nord americano fu un momento traumatico, di grandissimo cambiamento. Fu il cosiddetto movimento di "desuperimposizione", ossia quando le biblioteche si spostarono dalle vecchie regole che inserivano i nomi di società sotto i luoghi, all'inserimento direttamente sotto i loro propri nomi, quando questi erano distintivi. La "desuperimposizione" mutò finalmente le intestazioni verso un approccio più vicino all'accordo dei Principi di Parigi (una prospettiva molto costosa per le biblioteche negli USA, ma comunque la adottammo), chiudendo o dividendo i cataloghi a schede (cartacei) o abbandonando i cataloghi cartacei e partendo con i nuovi sistemi online. La seconda edizione di AACR -- AACR2, come è meglio nota -- rappresenta la prima volta in cui le due sponde dell'Atlantico, USA/Canada da un lato e Regno Unito dall'altra, condivisero le stesse regole, anche se rimasero alcune differenze su scelte riferite ad opzioni consentite nelle regole, come l'applicazione dei GMD (General Material Designators = Designatori generali del materiale).

AACR2 incorporava l'ISBD e si avvicinò ulteriormente ai Principi di Parigi, rendendoli ancora più affini agli altri codici di catalogazione usati nel mondo. Successivamente, vi furono revisioni di AACR2, nel 1988, ancora nel 1998, poi nel 2002 - tutte in ogni caso seguivano la stessa struttura di AACR2, con regole rivedute per poter riflettere i cambiamenti nel tempo, come la nuova prospettiva delle risorse elettroniche, i periodici e l'integrazione delle diverse risorse.

Nel 1990 l'IFLA portò avanti lo sviluppo di un modello concettuale, noto come FRBR (Functional Requirements for Bibliographic Records). Pubblicato nel 1998, FRBR rafforza gli obiettivi di base dei cataloghi e l'importanza delle relazioni per aiutare gli utenti ad assolvere compiti basilari rispetto ai cataloghi, vale a dire mettere le persone in condizione di trovare, identificare, selezionare e ottenere pienamente le informazioni che desiderano.

FRBR inoltre ci offre una struttura che va incontro a questi compiti basilari. Comprende un modello Entità-Relazioni, ossia un modello concettuale di come opera l'universo bibliografico identificando appunto le sue Entità e Relazioni. Offre le modalità per collocare i record al livello di Opere ed Espressioni, per mostrare i tipi di relazione. Comprende anche i requisiti funzionali, cioè il set di elementi o gli attributi che sono vincolanti per una registrazione bibliografica di livello nazionale. In quanto dati di base per la descrizione bibliografica e l'accesso, questi attributi di FRBR transitano direttamente in RDA. La combinazione di modelli concettuali con i principi ci dà i fondamenti intellettuali per costruire il giudizio del catalogatore e migliori sistemi per il futuro.

Applicazioni concrete di FRBR -- come il sistema Virtua di VTLS e World Cat di OCLC, o come altri sistemi meno noti, hanno dimostrato come gli utenti possano trarre beneficio da un sistema ben strutturato, disegnato attorno alle Entità di FRBR -- raggruppando le registrazioni bibliografiche per Manifestazioni sotto le Espressioni delle opere nominate.

Tornando ai principi, è giusto ricordare gli elementi tipici dei Principi di Parigi del 1961. L'attenzione era sui testi a stampa, così tutto fa riferimento agli autori, e il focus consisteva nel collocare una scheda di accesso principale in un catalogo di biblioteca. Vi invito a ricordare che questo avveniva nel 1961 -- all'epoca dei cataloghi a schede cartacee. I principi si soffermavano particolarmente su scelta e forma dell'intestazione da usare nei cataloghi a schede -- accesso principale, accessi secondari e rinvii.

Seymour Lubetzky ed Eva Verona discussero sul termine "unità letteraria" in contrapposizione a "unità bibliografica" e Lubetzky la ebbe vinta per i Principi di Parigi. Ma oggi, mentre cerchiamo di identificare gli elementi nelle nostre descrizioni bibliografiche, attraverso l'uso del modello concettuale FRBR, possiamo prevedere sia l'unità letteraria (per identificare l'Opera/Espressione) che l'unità bibliografica (che identifica la Manifestazione) contenute nell'esemplare (Item) che stiamo catalogando. Attualmente non siamo limitati ad una singola scheda lineare, come accadeva nel '61, così l'IFLA ha promosso una serie di incontri per revisionare di nuovo i principi che dovrebbero guidarci nell'attuale mondo digitale.

Nel 2001 Natalia Kasparova, della biblioteca nazionale russa di Mosca -- a quel tempo membro della Commissione Catalogazione dell'IFLA -- suggerì che l'IFLA avrebbe dovuto svolgere una conferenza internazionale per rivedere i Principi di Parigi alla luce della situazione odierna. La sua impostazione fece scaturire una serie di incontri regionali un po' in tutto il mondo, allo scopo di esaminare i Principi di Parigi per ampliarli ed espanderli. L'IFLA è partita nel dicembre 2003 e di nuovo ha operato delle revisioni a giugno 2007; ora sta lavorando su una bozza di definizioni di principi internazionali di catalogazione, in corso di esame da parte di esperti e catalogatori di tutto il pianeta. Questo nuovo codice aggiorna e riafferma molti dei Principi di Parigi, ma sta dentro i concetti portanti di FRBR, si concentra sull'ambiente dei cataloghi online e cerca di pianificare sistemi che in futuro possono trarre vantaggio dalle potenzialità dei sistemi stessi. I nuovi sistemi offrono agli utenti strumenti decisamente migliori per la scoperta delle risorse e per una più efficace navigazione nell'universo bibliografico.

Lo scopo di questa serie di incontri regionali IFLA è aumentare la capacità di condividere le informazioni catalografiche nel mondo, attraverso la promozione degli standard per i contenuti di record bibliografici e di autorità utilizzati nei cataloghi delle biblioteche. Ci si è posti l'obiettivo di sviluppare e in seguito rivedere e aggiornare la bozza 2003 della definizione dei Principi scaturita dall'incontro di Francoforte -- l'ultima bozza è del settembre 2005. Tra gli obiettivi c'è inoltre quello di verificare se sia possibile avviarsi a condividere le pratiche catalografiche e a formulare suggerimenti e indicazioni per un possibile codice catalografico internazionale. Si tratterebbe di un codice per creatori di codici, vale a dire l'identificazione di regole che concordemente dovremmo applicare a tutti i codici di catalogazione.

Il primo incontro IME ICC (IFLA Meeting of Experts on an International Cataloguing Code) si è tenuto in Germania. Il secondo incontro regionale si è tenuto a Buenos Aires ed il rapporto è stato pubblicato sia in inglese che in spagnolo [2]. Il quinto incontro IME ICC [3] si è tenuto lo scorso agosto per i paesi dell'area africana sub-sahariana, presso la biblioteca nazionale del Sud Africa, a Pretoria. Il sito web è disponibile in inglese, francese e portoghese e il rapporto sarà pubblicato in queste lingue.

I rappresentanti che hanno partecipato agli incontri hanno trovato questo processo estremamente interessante e coinvolgente, ed hanno ritenuto preziosa e utile l'esperienza condotta sulla comprensione dello stato della catalogazione nel mondo. Un ulteriore beneficio indiretto è stato quello di aver potuto conoscere esperti di catalogazione dalle diverse regioni e da diverse parti del mondo.

L'IFLA così ha fatto grandi progressi verso principi di catalogazione e regole di descrizione condivisi e verso i fondamentali modelli concettuali dell'universo bibliografico, ma ora occorre portare tutto questo a sintesi in un codice catalografico, per poi fare uso di queste informazioni nei moderni sistemi per la ricerca e il recupero delle informazioni stesse.

Quindi la domanda è: perché abbiamo bisogno di un nuovo codice di catalogazione? Quelli di noi che sono coinvolti nella creazione delle AACR diedero uno sguardo al lavoro di IFLA ed al futuro delle AACR come focus di una conferenza svoltasi a Toronto, Canada, nel 1997. Ci accorgemmo allora di avere un'opportunità per allineare il nostro codice catalografico con i modelli concettuali internazionali dell'IFLA di FRBR (Functional Requirements for Bibliographic Records) e FRAD (Functional Requirements for Authority Data), allo scopo di stabilire uno standard di contenuto che possa descrivere risorse per diversi schemi di metadati e incoraggiare il suo utilizzo nel mondo. Davvero vogliamo insistere sull'uso internazionale, dal momento che AACR2 è il codice più usato al mondo, attualmente.

Ci serve un nuovo codice che sia più coerente e in linea con le diverse tipologie di contenuti e di media e che dimostri i tratti comuni dei differenti tipi di risorse. Desideriamo indirizzare i problemi correnti riguardanti le regole verso AACR2, come quelli concernenti GMDs (General Material Designators) e la catalogazione di documenti digitali, e desideriamo modificare l'approccio alla catalogazione, tornare a regole maggiormente fondate sui principi che costruiscano il giudizio del catalogatore e siano semplici da usare. Il lavoro IFLA di revisione e aggiornamento dei Principi di Parigi dovrebbe essere completato nel 2008 con lo sviluppo della Definizione dei Principi di Catalogazione Internazionali derivanti dagli incontri IME ICC (IFLA Meetings of Experts on an International Cataloguing Code), così da sfruttare opportunamente il tempo per incorporare le risultanze in questo nuovo codice. Puntiamo anche ad avere un nuovo standard che incoraggi l'applicazione del modello FRBR, ed ora anche FRAD.

Vi sono peraltro alcuni problemi con AACR2, come ad esempio il fatto che è eccessivamente schiacciato sulla stampa, e che la struttura è fondata sulla classe dei documenti, che non funziona affatto per i documenti digitali, mentre perpetua una terminologia obsoleta dai tempi dei cataloghi a scheda (riferendosi ad accessi principali, accessi secondari, intestazioni, etc.).

Dobbiamo sempre avere in mente il fatto che ora siamo in un ambiente di catalogazione totalmente nuovo nel quale dobbiamo operare. Abbiamo necessità di catalogare una gamma molto più ampia di supporti informativi rispetto a quelli cui eravamo abituati, ed abbiamo anche bisogno di trattare con una maggiore profondità e complessità i contenuti presenti nelle risorse che cataloghiamo. Attualmente fasce sempre crescenti di operatori creano sistemi di metadati: non si tratta solo di catalogatori professionali qualificati, ma di staff di supporto, staff non bibliotecario ed anche editori, che possiedono una gamma più ampia e diversificata di livelli di abilità. Alcuni di noi stanno utilizzando strutture diverse dal formato MARC per le nostre registrazioni, come ad esempio Dublin Core per alcune risorse digitali.

Inoltre, oggi abbiamo accesso a dati descrittivi per risorse in formato digitale -- anche quando la risorsa è nel formato standard del libro, i dati descrittivi editoriali sono messi a disposizione da molti editori utilizzando ONIX -- che è un tipo di informazione che possiamo catturare per i nostri record bibliografici.

Il JSC (Joint Steering Committee) ha definito i nostri obiettivi per RDA come segue: - Immaginiamo RDA come un nuovo standard per la descrizione della risorsa e l'accesso, disegnata per l'ambiente digitale. Con ambiente digitale intendiamo tre cose. RDA sarà:

RDA sarà "uno standard di contenuto multinazionale per la fornitura di descrizione bibliografica e di accesso ad una varietà di media e di formati raccolti dalle biblioteche dei nostri giorni" (cito dal Piano Strategico).

Il JSC ha deciso di fare di RDA uno standard di contenuto -- per il contenuto di record bibliografici e di autorità -- piuttosto che uno standard di presentazione, come l'ISBD. Mentre RDA continua ad essere fondato su standard ISBD, questo slittamento verso gli elementi da includere nelle registrazioni bibliografiche e di autorità ci permetteva di essere indipendenti dal formato di presentazione (display), non richiedendo la punteggiatura ISBD. Così stiamo cercando di costruire la cosa in termini di compatibilità con ISBD, al contempo in modi flessibili che consentano l'uso con altri standard che adottano una forma di presentazione.

Sebbene le istruzioni di base non comprendano le convenzioni di punteggiatura ISBD, ci sarà un'appendice su presentazione in formato ISBD di record RDA, per indicare l'ordine degli elementi e la punteggiatura da usare.

RDA è anche fondato sui modelli concettuali di FRBR e FRAD. RDA supporterà le funzioni per utente di FRBR per ricerca, identificazione, selezione e raggiungimento del risultato. Vedremo come stiamo allineando la struttura di RDA con queste funzioni per gli utenti, mettendoli in condizione di trovare ed utilizzare le risorse appropriate per i propri bisogni informativi. Gli utenti sono la ragione per cui cataloghiamo! Così tutto questo è parte delle nostre finalità e dei nostri obiettivi per RDA.

Voglio ora rapidamente mostrarvi la proprietà e la gestione che sovrintende lo sviluppo delle AACR ed ora di RDA. Esiste una Commissione di Rappresentanti principali (che sono i direttori o i loro delegati) provenienti dall'ALA, dall'Associazione delle Biblioteche Canadesi, dal CILIP nel Regno Unito, così come dalla British Library, dalla Library of Congress, dalla Library and Archives Canada, e più recentemente, dalla National Library of Australia. La strategia di governo per il futuro sarà esplorata da questa Commissione.

Esiste anche il gruppo dei co-editori che gestisce il Fondo AACR (cioè il denaro prodotto grazie alle vendite delle AACR, che sostiene il mantenimento e lo sviluppo delle regole); gli editori sono presso ALA, Canadian Library Association e CILIP. Inoltre, abbiamo il Comitato Direttivo Congiunto per la revisione delle AACR Rules (ora chiamato JSC per lo sviluppo di RDA) che comprende rappresentanti dalle organizzazioni costituenti: The American Library Association's Association for Library Collections & Technical Services' Committee on Cataloging: Description and Access (CC:DA), the Australian Committee on Cataloguing (ACOC), the British Library, the Canadian Committee on Cataloguing, CILIP, and the Library of Congress.

Numerosi soggetti provenienti da diversi Paesi sono coinvolti nel processo di creazione di RDA, che quindi non è solo il lavoro di pochi membri del JSC. Il JSC riceve commenti e suggerimenti da tutto il mondo, poiché molte realtà fuori dall'ambiente AACR usano le AACR2. Abbiamo scoperto che molti altri Paesi che hanno proprie regole sono interessati allo sviluppo di RDA ed al possibile uso di RDA come standard nei loro stessi Paesi. Tra gli altri, giungono commenti da parte di editori e archivisti.

Successivamente, vorrei fornirvi una panoramica dello scenario RDA e di come sono organizzati i suoi contenuti. La struttura di RDA si differenzierà parecchio dalle AACR2. La prima diversità è data dal fatto di essere disegnata come strumento web -- nel quale si può saltare dai diversi punti, avere visioni personalizzate, e anche usare una maschera per costruire una registrazione bibliografica o di autorità che sia "linkata" alle regole.

Ogni capitolo consiste di un set di elementi importanti, da inserire nei record bibliografici o di autorità - mostrando le affinità tra tutti i tipi di documenti e tutti i formati. Ci sarà un set di base di elementi dati che sono ritenuti obbligatori per qualsiasi registrazione, bibliografica o di autorità ed essi saranno indicati nelle regole.

Questa sistemazione per elementi, significativi per un aspetto particolare della descrizione bibliografica, per l'accesso e per l'authority control, dovrebbe consentire future applicazioni web delle regole e applicazioni di web semantico che incorporano le strutture RDA, gli elementi dati e le relazioni. All'inizio di quest'anno il JSC, in un incontro tenuto a Londra, ha discusso con le comunità Dublin Core, IEEE/LOM e di web semantico, il tema dell'utilizzo di RDA per modelli di dati. Il risultato dell'incontro consiste in tre raccomandazioni per lavorare insieme, per creare i vocabolari RDA per i tipi di supporto, tipi di contenuto, ed altri elementi disponibili in schemi SKOS o RDF, così che le persone possano esplorare il loro utilizzo in nuove applicazioni per l'organizzazione e l'accesso all'informazione. Abbiamo anche istituito un Task Group per lavorare sullo sviluppo di profili di applicazione RDA per Dublin Core, fondato su RDA, come questo è fondato su FRBR e FRAD. Prospettiva molto eccitante per il futuro!

RDA è tuttora in evoluzione, dopo ogni periodo di elaborazione e commento, per ogni capitolo delle regole. In ottobre 2007, abbiamo concordato su una nuova struttura che l'editore ha proposto e che vuole seguire più da vicino le strutture FRBR, partendo con gli Attributi di ognuna delle Entità FRBR e successivamente sviluppando i tipi di Relazione. Ci sarà un'introduzione generale che fornirà il retroterra necessario per informare sulle regole (o, come ora preferiamo definirle, le "istruzioni") e per costruire il giudizio del catalogatore. Le regole si fondano su un set di principi IME-ICC e sul modello concettuale di FRBR. Utilizziamo anche interamente il vocabolario di FRBR per le Entità e le funzioni utente.

Le due componenti principali di RDA saranno gli Attributi e le Relazioni per le entità che cataloghiamo. Gli Attributi sono gli elementi con cui siamo soliti identificare le Entità; a esempio per un libro che stiamo catalogando (una manifestazione), alcuni attributi possono essere il titolo, il livello di responsabilità, il luogo di pubblicazione, il nome dell'editore, la data di pubblicazione, etc. Le Relazioni riguardano invece le connessioni tra due o più elementi, per esempio tra l'opera e il suo creatore. Altre relazioni possono esistere, ad esempio, tra le diverse modalità con cui viene nominato un autore nel corso del tempo, il suo nome proprio, gli pseudonimi usati per differenti identità bibliografie o i nomi ufficiali. Ancora un altro esempio sono le relazioni che legano i successivi cambiamenti a cui un seriale può essere soggetto, ad esempio la continuità della pubblicazione anche quando il titolo cambia.

Stiamo inoltre discutendo su come trovare il modo di includere elementi che siano dati su dati, ossia non elementi che realmente descrivano o forniscano accesso a una risorsa, ma che diano alcune informazioni su un elemento in sé. Attraverso RDA, stiamo facendo un tentativo di aggiornare la terminologia basata sul catalogo cartaceo, che ancora si trova nelle AACR2. Il termine di AACR "intestazione" deriva dal testo che era stampato in testa o dal termine "testa" della scheda catalografica. Noi sostituiremo questa parola con "punto d'accesso". Così le intestazioni di "accesso principale" e di "accesso secondario" diventeranno "punti di accesso" e il termine "authority control" diventerà "controllo del punto di accesso".

Il termine "titolo uniforme" è problematico, in quanto realmente ha tre diverse definizioni in AACR2 (un modo standard di chiamare l'opera, come "Amleto", un termine collettivo, come "Selezioni", oppure un titolo unitario per distinguere tra opere con lo stesso nome, come per i seriali); così, invece di usare il termine "titolo uniforme", stiamo proponendo di utilizzare la parola "titolo preferito", che può valere sia per un'opera che per un'espressione o una manifestazione, quando vogliamo citare la manifestazione che contiene l'opera e l'espressione.

Vi sono poi dei nuovi elementi che entreranno in RDA: alcuni mirano a risolvere dei problemi presenti nelle AACR2, ed altri invece ad aggiungere elementi non presenti in esse. Verranno utilizzati elementi per tipo di Media, tipo di Supporto, e tipo di Contenuto al posto di GMD (General Material Designators), ora usati nelle AACR2. Una delle critiche mosse ai GMD in AACR2 è che non sono coerenti -- essendo un mix di tipi di contenuto e di supporto, e che gli elenchi sono incompleti. Ci siamo consultati con la comunità degli editori e con il gruppo che ha il compito di gestire il formato ONYX, utilizzato dagli editori per i loro standard "machine-readable". Abbiamo convenuto su un set di termini o di un vocabolario da usare per questi tipi di supporto e di contenuto. Ciò è decisivo per la futura interoperabilità delle descrizioni bibliografiche che creiamo nelle nostre rispettive comunità professionali. Altri elementi sono del tutto assenti nelle AACR2: caratteristiche del file, formati video, informazioni sulla custodia, caratteristiche Braille, e RDA le comprenderà.

Al di là della revisione del vocabolario, RDA offre anche una possibilità di rivalutare l'importanza di trascrivere i dati da una risorsa. Questo è sempre stato un aspetto importante della nostra tradizione catalografica, ma ora stiamo scoprendo che con la descrizione dei documenti digitali, la trascrizione è spesso molto meno importante che non con le altre risorse. Per esempio, la trascrizione è estremamente importante per i catalogatori di opere antiche, ma decisamente meno rilevante per le biblioteche digitali, dove i dati del web sono in costante cambiamento. Uno dei nostri scopi è rendere RDA sempre più utilizzabile per la cattura di dati in automatico e la scoperta di dati duplicati.

Stiamo indirizzandoci verso questo obiettivo semplificando il processo di trascrizione, allo scopo di "prendere ciò che si vede" sulla risorsa, e questo elimina molte delle regole che inducono i catalogatori ad alterare i dati che stanno trascrivendo. Ad esempio, in RDA la maggior parte degli elementi -- maiuscole, abbreviazioni, parole introduttive e inesattezze -- saranno registrate così come si trovano nell'esemplare, e i dati corretti saranno forniti a parte, se necessario. Questa ed altre semplificazioni nelle regole di trascrizione sono state inserite per facilitare la cattura di dati automatici e per riutilizzare i metadati da altre fonti -- come ad esempio dagli editori -- che alcuni di noi catturano dai dati ONYX. Ad esempio, con RDA, il catalogatore godrà di maggiore flessibilità nel prendere le maiuscole e le abbreviazioni quando esse compaiono nelle risorse.

RDA inoltre avrà delle Appendici per l'uso delle maiuscole, delle abbreviazioni, e articoli iniziali e delle appendici sulla presentazione di dati bibliografici e di autorità. Ci si attende che le informazioni in queste appendici si espandano fino a mostrare mappature di diversi schemi o applicazioni di specifici metadati. Abbiamo già la presentazione ISBD che mappa gli elementi RDA verso gli elementi ISBD e mostra dove aggiungere la punteggiatura ISBD per applicazioni che desiderino continuare a seguire questi modelli. Speriamo di riuscire anche a includere mappature verso formati MARC 21 per record bibliografici e di autorità.

Ci saranno poi appendici per i diversi vocabolari controllati nelle regole stesse, come la lista dei termini da usare quando si descrivono i tipi di supporto o i tipi di contenuto o i termini che RDA autorizzerà ad usare per disegnare i ruoli per i tipi di creatori o persone che hanno dato un contributo, o le indicazioni da utilizzare per i tipi di relazione.Sarà presente anche un Glossario ed un Indice per RDA, sia come strumento web che come prodotto a stampa.

Una cosa importante che ognuno dovrà avere ben presente circa RDA è che vi sono opzioni ed alternative ad alcune delle istruzioni. La vostra istituzione o il sistema di cooperazione o il consorzio regionale a cui appartenete può voler definire i propri punti di vista su alcune opzioni preferite, oppure lasciare ogni decisione al giudizio del catalogatore. Soltanto pochi elementi saranno realmente obbligatori, cosicché la vostra istituzione può voler scegliere di richiederne altri, di vincolanti.

Vi saranno alternative su come registrare le relazioni, e la vostra istituzione può desiderare di dichiarare il metodo da voi indicato per determinati tipi di relazione. Le biblioteche nazionali degli USA, del Canada, del Regno Unito e dell'Australia stanno già parlando di come e quando adottare queste decisioni di implementazione. Ci aspettiamo che altre agenzie deputate, come OCLC e PCC (Program for Cooperative Cataloging), avvertano l'esigenza di prendere decisioni su quello che desiderano rendere obbligatorio ai vari livelli di registrazione, e su come i dati dovrebbero essere codificati. Infine, anche singole biblioteche possono avere necessità di adottare specifiche decisioni al proposito.

Quando leggerete la bozza di RDA, vedrete che vi appare una gran quantità di informazioni spesso ripetute, ma ciò è necessario per la versione web, dove un utente potrà saltare tra le istruzioni, non leggerle in modo lineare come accade in un prodotto a stampa. Ciò che non riuscirete a vedere in RDA -- in versione web o in versione a stampa delle bozze - è la codifica delle istruzioni nel file retrostante. Le istruzioni sono in via di codifica da parte del curatore JSC in modo che potrete creare un tipo di visualizzazione personalizzata, se lo desiderate. Ad esempio, se siete dei catalogatori di carte geografiche, potete segnalare che desiderate vedere soltanto le istruzioni generali e quelle specificamente riferite alle risorse cartografiche.

 

Se non avete ancora avuto occasione di guardare le FAQ -- con le risposte -- sul sito web di JSC, vi consiglio di farlo. Oggi affronto alcune questioni nella panoramica che vi sto fornendo, ma molte altre informazioni le troverete là [4].

Quelli di voi che usano MARC 21 continueranno a farlo -- noi speriamo che la maggior parte degli elementi RDA possano essere incorporati nella struttura esistente MARC 21 che utilizza le attuali linee guida MARC 21 per codificare e ordinare gli elementi. Comunque, ci sono alcune modifiche che dobbiamo conoscere, come i nuovi elementi destinati a sostituire la GMD. Vi possono poi essere altri cambiamenti che non abbiamo ancora pienamente definito.

Se nella vostra istituzione state usando Dublin Core o altri schemi di metadati, potrete apprezzare i vantaggi che vi saranno nel fatto di usare RDA per i contenuti dei record di metadati, che potrebbero incrementare la compatibilità di record DC e MARC.

Come vi ho detto in precedenza, abbiamo scoperto in aprile 2007 che anche la comunità Dublin Core ha adottato FRBR come modello di sottofondo, e stiamo lavorando per una più stretta collaborazione che consenta a RDA di essere più efficace per la comunità digitale, specialmente per le informazioni nel web e per il futuro ambiente del web semantico.

Se si prova a ricordare il periodo di transizione tra AACR e AACR2 con la sua "desuperimposizione" e i suoi

processi di divisione dei dati e di chiusura dei cataloghi a schede, ci si può interrogare sul fatto che le biblioteche debbano affrontare ancora grandi cambiamenti come quello a suo tempo vissuto, rispetto alle nostre attuali registrazioni.

A questo punto, mentre RDA è ancora in fase di evoluzione, non possiamo garantire che non ci sarà necessità di alcun cambiamento sui record esistenti. E per quanto siamo consapevoli del fatto che oggi è senz'altro più semplice cambiare la forma dei nomi usati come punti di accesso di quanto non fosse nel 1970 (ossia quando uscì AACR), stiamo facendo ogni sforzo possibile per evitare modifiche significative. Un altro nostro obiettivo è avere i record RDA compatibili con le registrazioni di AACR2.

Vi mostro di seguito il percorso temporale da ora all'uscita della prima versione di RDA. Nel nostro incontro di ottobre 2007 al JSC, abbiamo rivisto le bozze e i commenti per aggiornare i documenti per la Parte A, capitoli 0-7, abbiamo fatto una breve revisione della Parte B, capitoli 9.19 e dato un'occhiata alle Appendici. Questi capitoli saranno nuovamente oggetto di lavoro per la nuova struttura, ma sostanzialmente conterranno le medesime istruzioni. A dicembre 2007 Tom Delsey, l'editore, manderà la bozza aggiornata di ciò che è diventata la Parte B sull'authority control -- focalizzando l'attenzione sulle relazioni di opere ed espressioni. Poi, ci attendiamo una bozza completa per il 2008 con la prima versione della versione web nel 2009.

Alcuni ci chiedono: come mai così tanto tempo? In verità, se si considera l'esigenza di consultarci con gruppi costituenti in quattro paesi, oltre che con enti deputati alla creazione di regole in tutto il mondo e con altre comunità non bibliotecarie, si tratta di un obiettivo davvero molto ambizioso. Nel percorso che stiamo compiendo di sviluppo di RDA, invito tutti a partecipare attivamente alla revisione delle attuali bozze RDA. Le bozze saranno pubblicate a questa URL:

<http://www.collectionscanada.ca/jsc/rda.html>.

Abbiamo anche pubblicato la maggior parte dei documenti di JSC nel sito proprio di JSC, così potrete leggerli liberamente. Se si vuole semplicemente partecipare alla discussione informale su RDA, si può valutare se iscriversi alla nostra lista di discussione, RDA–L. C'è un link per le modalità di partecipare al sito di JSC -- lo stesso indirizzo Web mostrato sopra. Devo puntualizzare che non tutti i commenti e le osservazioni inviate a RDA-L saranno automaticamente valutati da JSC per l'inserimento in RDA, sebbene stiamo attualmente monitorando la lista e siamo certamente aperti a futuri aggiornamenti delle regole.

Affinché le proposte siano formalmente considerate per l'inserimento in RDA, si dovrà contattare la Presidente JSC, Deirdre Kiorgaard all'indirizzo <dkiorgaa@nla.gov.au>. C'è ancora molto lavoro da fare ed il vostro aiuto è benvenuto.

Poche parole sulla formazione per RDA: stiamo iniziando a parlare con vari gruppi che offrono corsi di catalogazione (come per esempio ALA ALCTS o la Library of Congress) circa la necessità di fornire formazione su questo. Ma stiamo anche valutando delle possibilità che vadano incontro alle persone che non possono frequentare seminari o laboratori, cercando di definire percorsi di formazione per i formatori. Il Committee of Principals mette l'accento sul fatto che confidiamo che i corsi siano soprattutto di orientamento alle nuove istruzioni e che possano essere semplici da comprendere, così da non rendere necessaria una formazione estesa e ampia.

E' forse ancora presto per sviluppare un piano di orientamento specifico, poiché non è ancora del tutto fissato il contenuto di RDA. Ma certamente sentirete delle novità su questo nel 2008. Vi anticipiamo comunque che la natura stessa del prodotto RDA aiuterà i catalogatori ad usare RDA, poiché vi condurrà lungo il processo di catalogazione e permetterà ai catalogatori di personalizzare il prodotto relativamente al tipo di risorse che stanno catalogando.

I co-editori ci hanno detto che vi saranno prezzi diversi a seconda dei tipi di utente. La Library of Congress sta dialogando con i co-editori di RDA per la possibilità di incorporare RDA nella Cataloger's Desktop. Ora Cataloger's Desktop ha un'interfaccia in francese e in spagnolo e molti strumenti che possono essere tradotti in francese e in spagnolo, o sono originariamente in francese. I co-editori di RDA sanno anche che alcuni enti vorranno una versione a stampa e forse altri prodotti ancora. Vi saranno molte opportunità per potenziali utenti di RDA di dare agli editori informazioni su quello che desiderano:

  1. attraverso una risposta online a domande specifiche che gli editori annunceranno;
  2. oppure potete scrivere a Deirdre Kiogaard, la presidente JSC.

Il vostro punto di vista è importante e noi vogliamo conoscerlo.

RDA è non solo uno sforzo di collaborazione del curatore e del Comitato JSC, ma anche un lavoro di coinvolgimento con chi produce le regole nel mondo e con le comunità interessate, come ad esempio i gruppi Dublin Core, IEEE/LOM e del web semantico. Stiamo anche discutendo con gli archivisti e i rappresentanti della comunità degli editori che hanno sviluppato ONYX.

Noi confidiamo che questo standard internazionale potenzierà l'obiettivo di IME ICC di incrementare la capacità di condividere i dati catalografici nel mondo, riducendo globalmente i costi di catalogazione, mentre il miglioramento delle possibilità per l'utente nel 2009 non è poi un traguardo tanto lontano! C'è ancora tanto da fare ed il vostro aiuto nell'arricchire le bozze e il prototipo è sempre benvenuto.

Barbara B. Tillett, Library of Congress - Washington, e-mail: btil@loc.gov


Note

Traduzione di Patrizia Lucchini.

* Questo articolo riprende il testo della relazione tenuta in occasione del Seminario " Il catalogo oggi: le norme catalografiche fra consolidamento e fluidità", Modena, 13 dicembre 2007.

[1] Cutter: 1876 (I ed.), 1889 (II ed.), 1891, (III ed.), 1904 (IV ed. Rules for e Dictionary Catalog).

[2] IME ICC Regional Meetings: IME ICC1, <http://www.d-nb.de/standardisierung/afs/imeicc_index.htm>, IME ICC2, <http://www.loc.gov/imeicc2>, IME ICC3, <http://www.loc.gov/loc/ifla/imeicc/>, IME ICC4, <http://www.nl.go.kr/icc/icc/main.php>.

[3] IME ICC5, <http://www.imeicc5.com>.

[4] <http://www.collectionscanada.ca/jsc/rda.html>.




«Bibliotime», anno XI, numero 1 (marzo 2008)

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