«Bibliotime», anno XI, numero 2 (luglio 2008)

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Anna Galluzzi

Gli Idea Stores di Londra. Biblioteche nel 'mercato' urbano e sociale



1. Un esperimento urbano e sociale

Un'interessante esperienza di costruzione di nuove biblioteche integrate nel contesto urbano è rappresentata dagli Idea Stores [1] realizzati nell'East End londinese. [2] Gli Idea Stores infatti sono dei servizi pubblici innovativi, che si propongono da un lato di colmare la distanza esistente tra i servizi bibliotecari e l'istruzione degli adulti, dall'altro di sostituire l'immagine tradizionale - e ormai in declino - della biblioteca con servizi più moderni ed attraenti, utilizzando a questo scopo il linguaggio architettonico delle strutture commerciali. [3]

Gli Idea Stores sono un'iniziativa del Tower Hamlets Borough di Londra, [4] seguita al declino delle biblioteche di quartiere, e nate sulla base di una indagine di mercato svolta tra gli utenti potenziali dei servizi bibliotecari e formativi dell'area di riferimento. Il dato più significativo emerso da questa indagine [5] riguarda la localizzazione delle biblioteche e dei learning centres. Gli utenti potenziali sottolineano infatti che queste strutture si trovano di solito nei posti sbagliati: vecchie scuole, aree residenziali al di fuori dei percorsi commerciali, zone prive di parcheggi e di attrattive. Il 61% degli intervistati afferma che utilizzerebbe maggiormente i servizi delle biblioteche, se queste fossero collocate in aree che frequenta per altri motivi, in particolare commerciali. [6]

Uno degli strumenti metodologici utilizzati per approfondire la questione è stato il Geographic Information System (GIS), [7] una tecnologia adottata in molte ambiti disciplinari per visualizzare, su un territorio, un'area individuata in base all'incrocio di numerose variabili. In questo caso, l'analisi è stata condotta a partire dagli indirizzi di tutti gli utenti registrati presso le relative biblioteche, analisi che ha dimostrato che praticamente tutti i residenti del Tower Hamlets Borough vivevano all'interno dell'area di attrazione di almeno due biblioteche, in alcuni casi addirittura di quattro.

Ciò ha fatto pensare che l'accessibilità di questi servizi non fosse tanto legata alla distanza tra la biblioteca e la porta della propria casa, ma alla competizione perdente con altre attività della vita degli individui. È dunque necessario che i servizi bibliotecari e formativi non siano isolati in luoghi ed edifici dove ci si debba recare appositamente, ma si collochino in contesti con un'offerta più ampia, per esempio siano vicini alle maggiori stazioni dei mezzi pubblici, agli esercizi e ai centri commerciali, ovvero ai luoghi di ristorazione. [8] Si può insomma anche ridurre il numero dei punti di servizio, purché le strutture create siano collocate nei posti giusti e offrano un ventaglio più ampio di possibilità.

Del resto, si deve ricordare che sia le indagini sociologiche sia quelle urbanistiche sottolineano che ormai le aree commerciali sono quelle in cui la gente passa preferibilmente il proprio tempo libero, (utilizzandole quindi non solo per le loro funzioni specifiche), e che corrispondono spesso alle zone della città meglio servite dai mezzi pubblici.

La conclusione dell'indagine di mercato rimarca dunque il fatto che nella città contemporanea il tempo è un bene sempre più prezioso, e che la gente spesso non può o non vuole recarsi appositamente in biblioteca - anche se questa è abbastanza a portata di mano - a meno che non abbia delle specifiche motivazioni per farlo. Se si vuole dunque che le biblioteche e la formazione continua facciano parte della vita quotidiana delle persone, è sempre più necessario entrare nella competizione per la conquista del loro tempo e della loro attenzione.

I cittadini metropolitani hanno oggi l'imbarazzo della scelta in quanto a seducenti attrazioni e distrazioni, e non a caso l'uso dei servizi bibliotecari è in declino anche in una realtà come quella inglese, in cui la biblioteca pubblica è storicamente radicata nelle diverse comunità. È dunque necessario cambiare rotta, non facendo affidamento solo sulle tradizioni organizzative e di servizio tipiche del passato e che riflettono bisogni in parte superati, ma progettando un tipo di servizio che risponda meglio al modo in cui la gente vive oggi la sua vita quotidiana.

Questo però non vuol dire andare nella direzione di uno snaturamento delle biblioteche, tanto più che numerose indagini condotte sull'utenza reale e potenziale mettono in evidenza che le persone continuano a considerare assolutamente centrale e primaria per le biblioteche la raccolta, principalmente quella libraria. [9] L'iniziativa di realizzare gli Idea Stores nasce inoltre dal riconoscimento delle possibili sinergie tra funzioni bibliotecarie e lifelong learning, che hanno potenzialmente pubblici simili e possono avvantaggiarsi reciprocamente dell'integrazione dei relativi servizi:

People wanted [...] to be able to have education support in the library as well as information. In Autumn 1998 the Council agreed to develop a strategy to house libraries and adult education together. Since then the partnership has expanded, joined by Tower Hamlets College, the borough's main further education provider. That partnership has produced the concept of the Idea Store and a set of ambitious plans to match our shared ambitions for the people who live and work in Tower Hamlets. [10]

Sul piano dell'offerta formativa, gli Idea Stores hanno puntato su attività brevi e differenziate, presumendo di dover conquistare un pubblico che ha perso l'abitudine a imparare e a seguire attività formative. In molti casi si cerca di combinare attività formative per i più piccoli con iniziative e proposte rivolte agli adulti. [11] Infine, gli Idea Stores intendono proporsi come luoghi dove le persone possano incontrarsi e godere della compagnia reciproca, giocando un ruolo sociale significativo e contribuendo ad accrescere la qualità della vita delle persone all'interno del quartiere. [12]

2. Strategie generali di sviluppo e il caso del Whitechapel Idea Store

Le strategie che il Tower Hamlets Borough ha posto a fondamento della realizzazione degli Idea Stores sono incentrate su:

Queste strategie sono state adeguatamente supportate da un attento lavoro di branding, ossia dalla progettazione di un'immagine nuova del servizio offerto, gestita secondo le più recenti teorie del marketing, [14] in netta contrapposizione con l'immagine tradizionale delle biblioteche inglesi di età vittoriana che, con il loro carattere austero, scoraggiano la frequentazione e la partecipazione. [15]

 

Foto 1 - Idea Stores: Il logo

Foto 1 - Idea Stores: Il logo

Gli Idea Stores hanno inoltre introdotto una nuova maniera di interpretare il servizio di assistenza e di informazione bibliografica al pubblico, affiancando alle più tradizionali postazioni di assistenza la presenza dello staff cosiddetto floorwalking, ossia circolante sui piani e facilmente identificabile dall'abbigliamento e dal cartellino. Tale scelta si propone un duplice obiettivo, da un lato quello di mettere gli utenti maggiormente a loro agio nel relazionarsi direttamente con il personale piuttosto che doversi accostare ad un bancone, dall'altro quello di consentire al personale di intrattenere conversazioni più informali con gli utenti, comprendendo di più e meglio ciò che essi desiderano. [16]

Dei sette Idea Stores progettati dal Tower Hamlets Borough (dei quali quattro sono già stati realizzati: Bow, Canary Wharf, Chrisp Street e Whitechapel), in sostituzione delle quindici strutture bibliotecarie di quartiere preesistenti, merita particolare attenzione quello realizzato a Whitechapel, sia per la rappresentatività del suo architetto, David Adjaye (1966- ), [17] considerato una vera e propria star in Inghilterra, sia per l'importanza del quartiere di riferimento e per il particolare successo che l'edificio e i servizi in esso erogati hanno avuto, merito questo dell'architetto che ha saputo realizzare un'architettura pubblica che si integra perfettamente con l'ambiente circostante dell'East End londinese, e che si caratterizza per il valore simbolico, sociale, inclusivo e popolare agli occhi degli utenti. [18]

Il Whitechapel Idea Store si colloca lungo il lato nord di Whitechapel Road, [19] nel punto in cui l'ampio marciapiedi ospita un grande e affollato mercato di strada. Oltre ai numerosi negozi accanto e di fronte all'Idea Store, ci sono altri edifici significativi nelle vicinanze: Albion Yard, che faceva parte di una vecchia fabbrica di birra, l'ufficio centrale della posta, un complesso ospedaliero, il Royal London Hospital, sull'altro lato della strada. Sul lato est dell'Idea Store un passaggio pedonale conduce al vicino supermercato attraverso un grande parcheggio. Si potrebbe affermare che l'Idea Store da un lato si ispira agli altri grandi edifici che lo circondano, dall'altro cerca di creare una continuità ideale con il mercato di strada che si svolge davanti alle sue porte tutti i giorni, e che la facciata tenta di riprodurre con gli inserti di vetro verde e blu che richiamano i parasole delle bancarelle.

L'edificio si trova molto vicino alla fermata della metropolitana (Whitechapel Station) e a numerose fermate di autobus, che esistevano già prima della nascita della biblioteca. La scelta della localizzazione è stata però attentamente studiata, sfruttando uno spazio precedentemente non utilizzato. L'area nella quale si trova l'Idea Store è parzialmente pedonale, ma d'altra parte va detto che la disponibilità di parcheggio è limitata, fatti salvi i posti macchina previsti dal vicino supermercato.

 

Foto 2 - Whitechapel Idea store: la collocazione urbanistica

Foto 2 - Whitechapel Idea store: la collocazione urbanistica

Il Whitechapel Idea Store incarna perfettamente la strategia di servizio che sta a fondamento di tutti gli Idea Stores, ossia si configura come una biblioteca territoriale, un centro di formazione, ricerca e scambio sociale e culturale, uno spazio aperto per le idee, una zona di contatto tra saperi. Esso inoltre riempie di significato il termine "store", che da un lato evoca il negozio dell'angolo, una struttura finalizzata a un'offerta commerciale, dall'altro appare come un luogo di deposito, di conservazione e preservazione, racchiudendo dunque in un'unica struttura concezioni diverse della biblioteca. Il Whitechapel Idea Store è anche uno spazio sociale e di incontro, in cui è rappresentata la molteplicità delle identità urbane, con i suoi caratteri multietnici e multiculturali. [20]

3. Le scelte biblioteconomiche

Le considerazioni che stanno a fondamento della nascita degli Idea Stores, e che ne hanno determinato le scelte di localizzazione, hanno anche introdotto una vera e propria rivoluzione nell'organizzazione interna di queste biblioteche, che infatti mettono a disposizione un ampio range di opportunità ricreative e formative, nonché attrezzature di vario genere che non sono disponibili in altre strutture della stessa area. [21]

Sul piano più strettamente biblioteconomico gli Idea Stores, proponendo servizi bibliotecari e formazione continua in maniera integrata e attraente, sono pensati come luoghi nei quali i cittadini possono cercare informazioni su qualunque aspetto della loro vita e possono acquisire nuove abilità e competenze. Gli Idea Stores si ispirano dunque al meglio del mondo del commercio e dell'industria del divertimento, mantenendo però intatte le migliori tradizioni del mondo bibliotecario e formativo.

Nel caso del Whitechapel Idea Store, si osserva che all'interno l'edificio è semplice ma non austero, funzionale ma non noioso, grazie alle finiture di legno, al pavimento rosso in PVC, al sistema di illuminazione; sono inoltre numerosi i punti di affaccio, in particolare all'ultimo piano, dalle cui vetrate si aprono belle vedute su Whitechapel Road e sullo skyline della City di Londra. [22]

 

Foto 3 - Whitechapel Idea Store: Veduta sulla City di Londra

Foto 3 - Whitechapel Idea Store: Veduta sulla City di Londra

All'ultimo piano è presente un bar, il cui bancone è del tutto integrato con le scaffalature della biblioteca (al punto che su alcuni ripiani, anziché bottiglie e bicchieri, ci sono appunto dei libri). Davanti al bar si sviluppa inoltre la sezione "emeroteca", arredata con comode poltrone e numerose altre sedute informali.

 

Foto 4 - Whitechapel Idea Store: Area giornali e riviste

Foto 4 - Whitechapel Idea Store: Area giornali e riviste

Accanto agli spazi di lettura si sviluppano anche aule e altri spazi utilizzati per i corsi che, di giorno e di sera, si svolgono all'interno dell'Idea Store e che sono organizzati dal Tower Hamlets College e dalla London Metropolitan University. Quando non si tengono corsi chiunque può utilizzare queste aule come spazi di studio e di lettura.

A partire dall'esempio del Whitechapel Idea Store, e tenendo conto dell'unitarietà di fondo delle soluzioni organizzative applicate alle singole strutture, se ne può concludere che tutte queste biblioteche si configurano come lending libraries, ossia biblioteche destinate a favorire la circolazione del materiale bibliografico, pur presentando anche una significativa sezione di reference e un'ampia collezione di CD e DVD. Esse adottano la Classificazione Decimale Dewey, secondo la tradizione bibliotecaria inglese, ma utilizzano scaffali ricurvi e arredi espositivi non tradizionali; inoltre parte delle raccolte, ad esempio il materiale multimediale, è collocato secondo l'ormai consolidata tradizione delle grandi librerie multimediali, ossia su apposite rastrelliere che rendono più semplice il browsing e la scelta. Si utilizzano le vetrine sulla strada per esporre materiale bibliografico attraente e di attualità e si moltiplicano i punti di quick choice all'interno della biblioteca; si mettono i carrelli dei volumi appena restituiti a disposizione degli utenti come forma di selezione e di invito a visionare libri già consultati da qualcun altro; la sezione dei quotidiani e una piccola sezione di libri sono integrati con gli spazi destinati alla ristorazione, che sono strutturati senza soluzione di continuità con la biblioteca.

 

Foto 5 - Whitechapel Idea Store: Punto di quick choice

Foto 5 - Whitechapel Idea Store: Punto di quick choice

4. Un nuovo modello di biblioteche-librerie?

Per tradurre sul piano teorico alcune delle suggestioni che emergono dall'esperimento rappresentato dagli Idea Stores si potrebbe far riferimento ad un emergente modello di "biblioteca-libreria". Quest'ultima si potrebbe definire come una biblioteca progettata a partire dagli stessi criteri adoperati di solito nella realizzazione di una libreria - o comunque di un'attività commerciale - e dunque organizzata in modo da essere immediatamente comprensibile da parte dell'utente, per valorizzare al massimo grado i principi dell'accessibilità e della facilità d'uso.

Il modello della biblioteca-libreria trova la sua motivazione in molti e importanti bisogni espressi dalla società contemporanea, in particolare in quelli legati a una maggiore autonomia e facilità di fruizione dei servizi, nonché nelle caratteristiche di una economia e di una vita sempre più "mcdonaldizzate" [23], e di uno stile di vita condizionato da un lato dalla scarsità del tempo a disposizione, dall'altro dalla tendenza a una mobilità sempre più frenetica ed estesa.

Già da diversi anni, soprattutto nella biblioteconomia americana, sono presenti ipotesi di biblioteche organizzate come grandi librerie, tipo Fnac o Feltrinelli, che affianchino all'offerta documentaria opzioni più ampie, dalla caffetteria agli spazi per la conversazione alle sale per conferenze e attività varie, aperte con un orario più lungo e soprattutto maggiormente distribuito nell'arco della giornata e della settimana. [24]

Ma la realizzazione di un modello veramente originale di biblioteca ispirato alla libreria va ben al di là della presenza di spazi di ristorazione e di intrattenimento, o dell'ampliamento degli orari di apertura: esso infatti si basa su un'approfondita analisi e condivisione delle scelte e delle caratteristiche organizzative, che invece hanno fin qui costituito i fattori di differenziazione di queste due strutture, pure così simili da tanti punti di vista, nel rispetto delle rispettive autonome finalità e nella consapevolezza dell'impossibilità di un'assimilazione.

Avendo chiaro questo quadro di riferimento, e mantenendo comunque ferma la distinzione delle finalità, si ritiene che il modello della biblioteca-libreria possa contribuire a conferire dinamismo al futuro delle biblioteche. In questo senso, è certamente utile analizzare i tratti più caratteristici delle librerie per individuarne gli aspetti di maggiore interesse nell'ottica dell'elaborazione del modello della biblioteca-libreria, e riconoscerne alcune applicazioni negli Idea Stores londinesi.

La componente centrale di una libreria, quella ritenuta diffusamente più determinante per il suo successo, è l'assortimento, ossia ciò che la libreria offre ai clienti, la quantità e la varietà dei materiali che essa mette a disposizione. È infatti attraverso l'assortimento che viene realizzata un'offerta in grado non solo di dare al lettore il libro che cerca, ma anche di suggerirgli altri percorsi e fargli trovare ciò che non cerca. [25]

L'assortimento di una libreria corrisponde quindi essenzialmente alla raccolta bibliografica di una biblioteca, forse più propriamente a quella parte della raccolta messa direttamente a disposizione dell'utente a scaffale aperto, rispetto alla quale libreria e biblioteca condividono lo sforzo creativo per rendere possibile incontri inediti tra libri e lettori.

La piena valorizzazione dell'assortimento di una libreria è infatti il risultato di una attenta scelta delle modalità di organizzazione e messa a disposizione del materiale bibliografico, a partire dalle vetrine per arrivare ai libri impilati e alla sistemazione degli scaffali; non basta dunque disporre di un assortimento valido, bensì è necessario che tale ricchezza bibliografica sia proposta ai fruitori nella sua articolazione e completezza, cosa su cui gli Idea Stores hanno riflettuto in maniera particolare in fase progettuale e poi realizzativa.

Per quanto riguarda le vetrine, le librerie - soprattutto quelle di grandi dimensioni - hanno posto negli ultimi anni un'attenzione crescente alla cura del loro allestimento, facendone una specifica specializzazione della professione del librario, e mettendole sempre più strettamente in relazione non solo con le nuove proposte editoriali, ma anche con gli eventi locali e nazionali. Tale attenzione deriva probabilmente dalla consapevolezza dell'impatto che esse hanno sui possibili acquirenti; [26] molti studi infatti dimostrano che le vetrine dei negozi sono uno dei mezzi principali attraverso i quali si diffondono le nuove mode e gli interessi delle persone, e dunque è presumibile che avvenga altrettanto per il mercato editoriale proprio grazie alle vetrine delle librerie. [27]

Non esiste invece praticamente alcuna tradizione da questo punto di vista nelle biblioteche, innanzitutto perché tradizionalmente gli edifici bibliotecari sono piuttosto introversi e non prevedono l'esistenza di vetrine esterne, in secondo luogo perché le biblioteche devono fare i conti con l'unicità delle copie dei documenti e le necessità legate alla circolazione. In realtà, si tratta in qualche misura di un circolo vizioso, ossia le biblioteche non hanno sviluppato la capacità di gestire uno spazio di vetrina perché non l'hanno mai avuto e, contemporaneamente, le vetrine non fanno parte dell'immaginario bibliotecario dei progettisti chiamati a realizzare nuove biblioteche. Nel caso degli Idea Stores questo trend è stato almeno parzialmente invertito; infatti, le pareti del piano terra sono quasi sempre trasparenti e affacciate sulla strada, quindi vengono spesso utilizzate come vetrine per mostrare sia parti della raccolta sia l'attività interna della biblioteca.

 

Foto 6 - Whitechapel Idea Store: La vetrina esterna

Foto 6 - Whitechapel Idea Store: La vetrina esterna

Tornando all'organizzazione delle librerie, un altro tratto caratteristico è l'attenzione dedicata all'impatto visivo sul cliente al momento del superamento della soglia di ingresso, oltre che la cura posta nella scelta dei libri qui esposti, aspetti considerati entrambi determinanti nella costruzione dell'immagine della libreria. L'idea che si va facendo strada è che non sia più sufficiente esporre le novità librarie, ma che sia invece indispensabile proporre dei percorsi e delle selezioni di documenti, indipendentemente dalla loro data di pubblicazione, in quanto l'immagine della libreria deve caratterizzarsi per qualità e identità. [28]

Nelle librerie, di solito, i libri importanti e/o più venduti vengono tenuti in pila o a piramide, mettendone a disposizione decine e decine di copie, in quanto tale modalità espositiva è considerata particolarmente gradita ai clienti. [29] Ma l'impilamento dei volumi non è l'unico strumento adoperato dai librai per la diversificazione dei metodi di collocazione dei volumi. Molto importante sul piano della promozione è infatti anche la collocazione dei volumi di piatto, in posizione avanzata rispetto al settore di appartenenza, o sui banchi centrali della libreria piuttosto che sugli scaffali a parete.

Spesso è sufficiente cambiare la collocazione di un volume e dargli una maggiore evidenza all'interno della libreria, per determinarne la rigenerazione, anche lì dove non si tratti di una novità libraria. [30] È importante che le scelte di esposizione dei libri stimolino il cliente a prendere in mano i libri e a sfogliarli; per questo le sistemazioni troppo perfette possono essere controproducenti in quanto possono inibire la volontà dell'utente di fare da sé nella scelta dei libri. [31]

Nel linguaggio dei librai angloamericani si chiamano power spots quelle posizioni all'interno di una libreria dove il 100% degli utenti si fermeranno a dare un'occhiata al materiale disponibile. In queste collocazioni, alcune ricerche hanno dimostrato che si realizza una vendita del 540% maggiore rispetto a quella realizzata nella tradizionale collocazione sugli scaffali. La regola d'oro dei librai nell'esposizione del materiale bibliografico è riassunta nell'acronimo KISS (Keep It Simple Sells), il che vuol dire che scegliere un criterio semplice di esposizione, dando risalto a un unico messaggio (un autore o un tema), è quasi sempre una strategia vincente nei confronti del cliente. La semplicità nasce evidentemente anche da una segnaletica chiara ed autoesplicativa, disegnata per colpire l'attenzione di un utente sempre più distratto perché bombardato di immagini, e dunque capace di orientarlo correttamente tra i diversi settori della libreria. [32]

Molti sforzi sono stati fatti dagli Idea Stores sia dal punto di vista dell'organizzazione dei libri sugli scaffali (con l'esposizione di un numero molto elevato di volumi di piatto) e della creazione di punti alternativi di accesso alla collezione (come ad esempio nel caso dei carrelli con i libri appena restituiti) (Foto 7), sia dal punto di vista della segnaletica generale, semplice e accattivante allo stesso tempo (Foto 8).

 

Foto 7 - Whitechapel Idea Store: Carrello Just returned

Foto 7 - Whitechapel Idea Store: Carrello Just returned

 

Foto 8 - Whitechapel Idea Store: Segnaletica

Foto 8 - Whitechapel Idea Store: Segnaletica

Infine, le librerie non sono solo attente a rendere accessibili i loro prodotti, ma anche a mettere a disposizione la necessaria assistenza umana. Infatti, l'aiuto deve essere sempre a portata di mano e i punti di informazione e assistenza da parte del personale devono essere chiaramente visibili fin dall'ingresso. Dunque non è tanto importante che i punti di assistenza siano numerosi, ma che siano visibili e riconoscibili; accade così che, sempre più spesso, le librerie rinuncino ad avere dei punti informativi in ogni settore per la difficoltà di gestire un decentramento così forte dell'assistenza, optando per pochi ma riconoscibili banchi di informazione e aiuto. [33] Da questo punto di vista l'istituzione dello staff floorwalking da parte degli Idea Store, finalizzata a rendere disponibile l'assistenza lì dove richiesta dall'utente, è certamente un segnale importante nella direzione di una attenzione particolare alla componente umana del servizio.

In generale, si può affermare che la facilità di accesso è la parola d'ordine delle moderne librerie, dove l'accessibilità è la somma risultante da una serie di accorgimenti in fase di progettazione. Oltre alla comodità e all'ampiezza degli orari di apertura, sono ritenuti sempre più indispensabili per il successo di una libreria un'adeguata localizzazione urbana e la messa a disposizione di ampi parcheggi, nonché la confortevolezza degli interni e l'insieme dei servizi accessori offerti. In merito agli orari di apertura e alla localizzazione, sono ormai numerose le indagini che hanno permesso di conoscere meglio le abitudini dei cittadini nei loro usi della città, nella gestione del tempo di lavoro e di quello libero e nelle modalità dello shopping, e hanno guidato progettisti e dirigenti di grandi catene librarie nelle scelte da compiere. [34]

Non sempre la stessa attenzione è stato posta nella costruzione delle nuove biblioteche pubbliche; anche da questo punto di vista gli Idea Stores rappresentano una positiva eccezione, vista l'attenta valutazione che in questo caso è stata fatta in merito alla localizzazione, agli orari di apertura e al rapporto con il contesto, a partire dall'analisi delle abitudini dei cittadini e dei modi di uso della città.

Nelle librerie grande attenzione è posta, inoltre, su comfort e piacevolezza dell'ambiente, per radicare nei clienti l'idea che la libreria è anche un luogo dove trascorrere il tempo, sfogliando le novità editoriali, ascoltando qualche brano dei CD appena usciti, bevendo un caffè o mangiando un dolce presso la caffetteria interna, o dandosi appuntamento con gli amici. La libreria dunque è concepita sempre di più come un centro di relazioni, di socializzazione e di un insieme di servizi per i lettori, o comunque per tutti coloro che possono essere interessati ai suoi contenuti. [35] Non v'è dubbio che per le librerie questa si stia rivelando una strategia vincente e che, soprattutto le grandi catene librarie stiano attraversando una fase di notevole successo, forse senza precedenti. Si tratta poi quasi sempre di quelle stesse catene che hanno sviluppato anche dei servizi via Internet, dando la possibilità agli utenti della rete di acquistare ampie parti del loro assortimento a prezzi scontati e di ricevere i materiali di proprio interesse direttamente a casa. [36]

Da questo punto di vista anche le biblioteche hanno fatto notevoli passi in avanti, e gli Idea Stores ne sono una chiara dimostrazione. Si potrebbe addirittura dire che molte delle innovazioni introdotte dalle librerie sono un calco di possibilità e servizi originariamente offerti dalle biblioteche. Eppure non è così lontano il rischio che le librerie battano le biblioteche sul loro stesso terreno, sopravanzandole sul piano dell'attrattività dell'atmosfera che in esse si respira. Indubbiamente le biblioteche di ultima generazione si stanno notevolmente attrezzando su questo fronte, tanto che sono tratti comuni ai nuovi edifici bibliotecari la piacevolezza degli interni, la flessibilità e la diversificazione degli spazi fruibili, la varietà delle attività possibili, l'apertura alle funzioni sociali legate allo scambio e all'incontro tra gli utenti.

In conclusione, si può affermare che la descrizione delle caratteristiche della libreria e delle dinamiche della sua evoluzione in relazione alla realtà della società contemporanea contenga numerose suggestioni utili al ripensamento della biblioteca pubblica. La sensazione è che le librerie abbiano vissuto molte delle criticità e abbiano attraversato molti degli interrogativi che caratterizzano oggi il dibattito sulla biblioteca pubblica contemporanea. Parecchie delle risposte e delle strade che esse hanno intrapreso, molti dei dubbi che ne accompagnano l'attuale sviluppo sono del tutto simili a quelli che si riconoscono nella letteratura biblioteconomica: dalla valorizzazione dello spazio fisico come spazio di relazione e di socializzazione alla riflessione sulle modalità espositive, al ripensamento dell'offerta dei servizi, ai rapporti tra strutture di dimensioni diverse, fino alla ricerca di un apprezzabile compromesso tra standardizzazione e personalizzazione del servizio.

Arricchire il panorama biblioteconomico delle caratteristiche del modello della biblioteca-libreria si ritiene possa dunque fornire utili contributi al dibattito e facilitare il superamento di quell'autoreferenzialità e di quella resistenza al cambiamento che caratterizzano molta parte del dibattito e del mondo delle biblioteche pubbliche.

Anna Galluzzi, Biblioteca del Senato "Giovanni Spadolini", e-mail: anna.galluzzi@gmail.com


Note

[1] Per maggiori informazioni si veda il sito degli Idea Stores: <http://www.ideastore.co.uk/>. Inoltre, se si desidera farsi un'idea dell'ambiente di queste biblioteche, si suggerisce di guardare alcuni video inseriti da utenti e visitatori su Youtube, effettuando una ricerca con l'espressione "Ideastore". In particolare, il seguente video aiuta a farsi un'idea della struttura: Ideatore Whitechapel London, <http://www.youtube.com/watch?v=49LxnP6_wjw>. Si veda anche questo video girato in occasione di una festicciola per anziani tenuta presso l'Idea Store di Bow e che consente di dare un'occhiata anche agli interni: Coffee Morning Disco, <http://www.youtube.com/watch?v=vD7xRHLIEZE>.

[2] Per informazioni generali e dati quantitativi sulla città di Londra si veda la relativa voce in Wikipedia English: <http://en.wikipedia.org/wiki/London>.

[3] Claus Bjarrum - Andrew Cranfield, The future is now. Library re-engineering in the 21st century, in Libraries as places: buildings for the 21st century. Proceedings of the thirteenth seminar of IFLA's Library buildings and equipment section together with IFLA's Public libraries section, Paris, France, 28 July - 1 August 2003, edited by Marie-François Bisbrouck [et al.]. München, Saur, 2004, p. 55.

[4] Si veda la localizzazione del quartiere su Google Maps: <http://maps.google.it/maps?f=q&hl=it&geocode=&time=&date=&ttype=&q=tower+hamlets+london&sll=51.501203,-0.093384&sspn=0.009871,0.020084&ie=UTF8&ll=51.501263,-0.076046&spn=0.078969,0.160675&z=13&om=1>. Per maggiori informazioni sul Borough si veda la voce relativa in Wikipedia: <http://en.wikipedia.org/wiki/Tower_hamlets>.

[5] A library and lifelong learning development strategy for Tower Hamlets. A joint accomodation strategy developed by the Customer Services and Education Directorates for the Arts, Leisure, Sports and Youth and Community Services Committees. April 1999, information updated as at January 2002, consultabile su: <http://www.ideastore.co.uk/downloads/strategy.pdf>.

[6] Cfr. anche Marco Muscogiuri, Investire in biblioteche pubbliche: servizi, architettura, comunicazione, "Biblioteche oggi", 25 (2007), 7, p. 7-16.

[7] Per maggiori informazioni sull'uso del GIS in biblioteca cfr. Fabio Venuda, Il GIS (Geographic Information System) in biblioteca - Prima parte, "Bollettino AIB", 45 (2005), 3, p. 327-346 e Id., Il GIS (Geographic Information System) in biblioteca - Seconda parte, "Bollettino AIB", 45 (2005), 4, p. 477-488.

[8] A library and lifelong learning development strategy for Tower Hamlets, cit.

[9] Ibidem.

[10] Ibidem.

[11] Heather Will, An innovative approach to reaching the non-learning public: the new Idea Stores in London, in Libraries as places, cit., p. 111-113.

[12] A library and lifelong learning development strategy for Tower Hamlets, cit.

[13] Ibidem.

[14] Heather Will, An innovative approach to reaching the non-learning public, cit., p. 105; 107.

[15] A library and lifelong learning development strategy for Tower Hamlets, cit.

[16] Heather Will, An innovative approach to reaching the non-learning public cit., p. 111-113.

[17] Per una prima informazione sulla biografia e sulle opere dell'architetto si veda la voce "David Adjaye" in Wikipedia English: <http://en.wikipedia.org/wiki/David_Adjaye>. Si consiglia inoltre la consultazione della brochure informativa presente sul sito dell'architetto: <http://www.adjaye.com/Brochure_Download_1.pdf> e le pagine a lui dedicate:

<http://www.adjaye.com/docs/david.html>. Si ricordi che David Adjaye è autore anche dell'Idea Store di Chrisp Street, oltre a quello di Whitechapel.

[18] Peter Aspden, Architecture prize shortlist mixes familiar and the new building excellence, "Financial Times", London edition, 25 August 2006, p. 3.

[19] Si veda la localizzazione del Whitechapel Idea Store su Google Maps <http://maps.google.it/maps?f=q&hl=it&geocode=&time=&date=&ttype=&q=321+Whitechapel+Road,+London+&sll=49.280012,-123.114143&sspn=0.010345,0.020084&ie=UTF8&z=16&om=1>, visualizzabile anche tramite satellite.

[20] David Adjaye. Making public buildings. Specifity customization imbrication, edited by Peter Allison, New York, Thames & Hudson, 2006, p. 9-12.

[21] A library and lifelong learning development strategy for Tower Hamlets, cit.

[22] David Adjaye, Making public buildings, cit., p. 182-191.

[23] Cfr. George Ritzer, Il mondo alla McDonald's, Bologna, Il Mulino, 1997.

[24] Carlo Revelli, Le biblioteche pubbliche in fase di rinnovamento. Attualità e discontinuità di un "istituto della democrazia", "Biblioteche oggi", 19 (2001), 1, p. 37.

[25] Romano Montroni, Vendere l'anima. Il mestiere del libraio, prefazione di Umberto Eco, Roma-Bari, Laterza, 2006, p. 17-19.

[26] Gerard B. McCabe - James R. Kennedy, Planning the modern public library building, Westport (Connecticut); London, Libraries Unlimited, 2003, p. 79-81.

[27] Romano Montroni, Vendere l'anima, cit., p. 7.

[28] Ibidem, p. 4.

[29] Gerald B. McCabe - James R. Kennedy, Planning the modern public library building, cit., p. 79-81.

[30] Romano Montroni, Vendere l'anima, cit., p. 155.

[31] Gerald B. McCabe - James R. Kennedy, Planning the modern public library building cit., p. 79-81.

[32] Ibidem.

[33] Jeannette Woodward, Creating the customer-driven library. Building on the bookstore model, Chicago, American Library Association, 2005, p. 2-8.

[34] Ibidem.

[35] Romano Montroni, Vendere l'anima, cit., p. 79.

[36] Peter Brophy, The library in the twenty-first century. New services for the information age, London, Facet publishing, 2001, p. 6.




«Bibliotime», anno XI, numero 2 (luglio 2008)

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