«Bibliotime», anno XII, numero 3 (novembre 2009)

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Patrizia Lùperi

In biblioteca si scrive



Premessa

Ho recentemente partecipato al 4. Convegno internazionale "La biblioteca apprende 2009", che si è svolto a Coira, in Svizzera, dal 6 al 9 settembre con il titolo: "Arraffasapienza", incapacità o cambiamento di modelli? L'attuale sfida per le biblioteche e i loro partner sta nel processo dell'elaborazione/scrittura dei testi a livello scientifico.

Il Congresso, organizzato grazie alla collaborazione tra la HTW di Coira (una università di tipo tecnico-scientifico) e sette associazioni provenienti da quattro paesi (Germania, Austria, Italia e Svizzera), ha visto la partecipazione di numerosi relatori, esperti sia nell'ambito delle scienze bibliotecarie che nel campo giuridico e informatico, i quali hanno tenuto interventi in lingua tedesca ed italiana, con traduzione simultanea.

La sottoscritta è stata inserita tra i relatori del giorno 8 settembre ed ha presentato un paper dal titolo: Scrivere la tesi in biblioteca: percorsi di scrittura in presenza e a distanza [1], nel quale ha proposto la biblioteca come punto di mediazione e di tutela delle informazioni di qualità e come centro dell'apprendimento informale, che deve necessariamente uscire dal ristretto ambito biblioteconomico, per sviluppare quei percorsi formativi legati al rinforzo di alcune abilità indispensabili nel contesto di cittadinanza attiva di ciascun individuo.

Infatti le biblioteche giocano un ruolo di primaria rilevanza nell'educazione alla competenza informativa, in particolare le biblioteche scolastiche e le universitarie, cioè quelle istituzioni legate all'istruzione curricolare tradizionale e formale, dove oggi vengono richiesti in misura sempre maggiore servizi innovativi, legati anche alla pratica scrittoria: lo studente chiede di scrivere in biblioteca una relazione o l'elaborato triennale, la tesi specialistica o il proprio curriculum.

Riporto quindi di seguito il mio contributo presentato in sede di congresso, rielaborato ed ampliato, in considerazione del ruolo di primaria rilevanza che le biblioteche universitarie sono chiamate attualmente ad assumere anche sul versante delle diverse strategie di scrittura di quei testi che si incontrano a livello accademico, insegnando ai propri studenti le minime nozioni di editing per la predisposizione di un articolo scientifico oppure preparando il laureato a compilare un corretto curriculum vitae, utilizzando lo standard europeo.

1. Introduzione

Nell'ultimo decennio del secolo scorso, le biblioteche universitarie hanno radicalmente modificato le loro consolidate funzioni: in particolare, si sono completamente svincolate dalle restrizioni imposte dalla politica accademica, che per decenni aveva salvaguardato il disegno programmatico degli studi universitari e dei vari progetti di ricerca del corpo docente. Questo processo di trasformazione è stato provocato soprattutto dall'utilizzo e dalla diffusione delle tecnologie digitali nella raccolta, distribuzione e accesso ai fondi e ai database documentali; tale ingente incremento della quantità di informazioni disponibili in rete (fenomeno dell'overload 2.0) rende le biblioteche non solo istituti destinati a catalogare e conservare le proprie collezioni, ma in grado di promuovere parallelamente una politica di organizzazione di servizi innovativi, orientati alla ricerca di forme e strumenti di socializzazione delle informazioni.

In questo complessa cornice, se volessimo tentare un'analisi di alcuni fattori che hanno accelerato la trasformazione della biblioteca universitaria in centro di apprendimento informale, potremmo concentraci su tre elementi fondamentali: [2]

  1. Variazioni del modello educativo derivate dallo spazio europeo dell'educazione superiore e universitaria, che stabilisce orizzonti innovativi per la formazione (attività didattiche formali, opzionali, a piccoli gruppi in presenza e a distanza, integrated model), al fine di attuare un sistema efficace di trasversalità e condivisione dell'universo conoscitivo. [3] La preparazione universitaria non si baserà più solo su criteri quali "Conoscenza e capacità di comprensione", ma comprenderà parimenti "Capacità di applicare conoscenza e comprensione", "Autonomia di giudizio", "Abilità comunicative" e "Capacità di apprendere", secondo quanto prescritto dai "Descrittori di Dublino" [4], che sostengono e perseguono lo sviluppo di abilità legate all'apprendimento auto-diretto e autonomo.
  2. Avvento e diffusione delle ICT (Information and Communication Technology) nella direzione di una lifelog learning university. Le biblioteche accademiche per decenni si sono limitate ad offrire un luogo per lo studio e rendere disponibili le loro collezioni, mentre oggi, grazie alla rivoluzione legata alle tecniche del web 2.0 e alle ICT, le università dovranno integrare le dotazioni documentarie tradizionali con le collezioni elettroniche, e i servizi tradizionali verranno profondamente modificati in funzione di segmenti di utenza sempre più information literate. La biblioteca è destinata a divenire un centro dell'apprendimento collaborativo e interattivo, nel quale docenti, ricercatori, studenti e personale condivideranno i futuri scenari del sapere, attraverso l'uso di strumenti web based training.
  3. Pianificazione di progetti, pienamente integrati nel curriculum di studi, legati alla diffusione dell'information literacy, secondo le prescrizioni dell'ACRL's Institute for Information Literacy [5], che sostengono l'azione educativa erogata dalle biblioteche universitarie e dal loro staff. Queste innovative figure professionali (tutor o formatori?) [6] guideranno i frequentatori della biblioteca, presenti o virtuali, allo sviluppo di un pensiero critico che permetta loro di acquisire competenze legate alla valutazione dei contenuti digitali e all'usabilità delle risorse elettroniche, in vista della realizzazione di quella lifelog learning che risulta ormai indispensabile nello sviluppo personale e sociale di ogni cittadino attivo. Il concetto di alfabetizzazione informativa però è molto articolato, e include sia competenze che devono essere acquisite a livello disciplinare, sia il perfezionamento di abilità universali come quelle di lettura e scrittura. Nella dimensione globale della Knowledge Society [7], imparare ad apprendere diventerà una risorsa strategica della vita, e non solo di quella universitaria, ed il ruolo svolto in questo processo dal personale delle biblioteche e delle associazioni professionali è decisivo.

  

ECTS: European Credit Transfer and Accumulation System - Schema tratto da M. Area Moreira - B. Gros Salvat - M. A. Marzal García, Alfabetizaciones y tecnologías de la información y la comunicación, Madrid, Síntesis, 2008, rielaborato da Valentina Gullà.

2. In biblioteca si scrive

Fino ad un passato recente, gli studenti universitari si confrontavano raramente con la parola scritta e, superato l'esame di maturità, [8] si ritrovavano di fronte al problema della compilazione della tesi di laurea dopo un periodo di distacco netto dalla pratica della scrittura. Con il nuovo ordinamento didattico [9] è stato introdotto un notevole cambiamento nell'architettura degli studi, che viene suddivisa in un percorso triennale di base, al termine del quale è prevista la preparazione dell'elaborato di primo livello riguardante una tematica inserita tra le discipline curricolari, ed un biennio specialistico con la dissertazione vera e propria.

La redazione dell'elaborato, che consiste in un testo breve (circa 40-50 pagine), non richiede però quelle competenze linguistiche tipiche per la compilazione della tradizionale tesi, [10] e la lingua utilizzata riflette e sintetizza i mutamenti avvenuti grazie alla diffusione del web di seconda generazione che, sconvolgendo i tradizionali confini esistenti tra autore e lettore, ha creato forme e logiche diverse nella produzione di testi cartacei e on line [11], aprendo alla linguistica spazi inediti ma mettendo in crisi alcuni capisaldi, come la tradizionale distinzione fra scritto e parlato, o la definizione del dialogo, fondata sulla compresenza fisica degli interlocutori.

La diffusione capillare dei computer, praticamente presenti in casa di ogni italiano, ha inoltre moltiplicato le occasioni di videoscrittura, tanto che le giovani generazioni scrivono direttamente al pc ogni tipo di testo, saltando molto spesso le fasi di ideazione, progettazione e la redazione della scaletta, per arrivare immediatamente alla composizione di un testo in formato Word.

Conseguentemente molti laureandi dichiarano di sentirsi smarriti all'inizio dei loro lavori di ricerca, in vista della compilazione dell'elaborato di fine triennio, che prevede una introduzione, una bibliografia o un abstract, e si rifugiano in biblioteca, dove sovente la navigazione in rete alla ricerca di informazioni da utilizzare per la tesina avviene in maniera molto tempestosa, provocando evidenti sentimenti di sgomento e di ansia. Diventa allora indispensabile lavorare in maniera collettiva, organizzandosi in gruppi ristretti, in cui i partecipanti [12] possono scambiarsi i materiali, aiutandosi reciprocamente in attività di apprendimento guidato, con i bibliotecari che rivestono funzioni di organizzatori o facilitatori, in grado di rendere l'utente consapevole della necessità di acquisire quelle conoscenze tese non solo a soddisfare i bisogni formativi, ma a sviluppare capacità e competenze utili nella vita sociale e occupazionale. [13]

Per promuovere praticamente i progetti di information literacy, numerose università italiane stanno organizzando programmi di istruzione alla ricerca bibliografica, sovente suddivisi per ambiti disciplinari, che si svolgono solitamente all'interno di corsi e seminari valevoli per l'acquisizione di crediti formativi universitari (CFU) all'interno delle biblioteche accademiche. [14]

Nell'Università di Pisa, [15] ad esempio, questi seminari sono denominati "Corsi sull'informazione bibliografica" e prevedono vari moduli, a seconda di quanti crediti sono presenti nei rispettivi regolamenti. [16] Di solito le esercitazioni scrittorie avvengono nella parte finale del corso e comprendono parallelamente le indicazioni per muoversi nel complicato mondo del copyright e delle norme nazionali per il diritto d'autore, [17] per scrivere un'interessante relazione di fine tirocinio [18] o una pubblicazione scientifica, evitando di copiare idee e contenuti altrui.

Nelle biblioteche umanistiche spesso i frequentatori non si limitano i richiedere i tradizionali "consigli" per compilare la bibliografia o per scrivere in maniera corretta le citazioni bibliografiche, ma si rivolgono al personale anche per avere informazioni dettagliate sulla quantità dei dati che girano nella rete, sulla loro qualità e attendibilità e sulla conseguente riusabilità. Si creano allora diversi "spazi" nella biblioteca vista come istituto di apprendimento, dove convergono numerosi attori: studenti, tirocinanti, ricercatori, dottorandi, stagisti, e la vita sociale e collaborativa che vi si sviluppa in modo del tutto naturale è molto importante, perché accompagna i processi di apprendimento non formale che completano e rafforzano il curriculum accademico. [19]

Nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Pisa, il Corso per acquisire crediti in biblioteca viene organizzato semestralmente, seguendo percorsi flessibili e individualizzati, tesi a illustrare le diverse strategie della ricerca bibliografica, a orientare le esercitazioni pratiche verso il soddisfacimento dei bisogni informativi, a valutare le diverse fonti, a redigere relazioni chiare e dettagliate, a selezionare link specialistici o a scrivere in un ambiente wiki, con l'intento di favorire i flussi comunicativi e cooperativi nell'intera comunità dei partecipanti.

Di solito la fase finale è dedicato alle tecniche della scrittura scientifica e inizia con un incontro del tipo braistorming, alla presenza di un neo-laureato che illustra ai neofiti tutte le difficoltà da lui incontrate e le risorse che si sono rivelate più utili. [20] Successivamente la classe, coordinata da un tutor, è suddivisa in sottogruppi, in un contesto di apprendimento in cui ciascuno studente è considerato un costruttore attivo piuttosto che recipiente passivo di esperienze, ricerche e opere altrui. Quindi, dopo aver formulato correttamente il tipo di indagine, si passa all'identificazione degli obiettivi e delle risorse da utilizzare, alle strategie da applicare, alla opportuna rielaborazione e valutazione del materiale disponibile, oltre che ad affrontare le tematiche legate alla crisi del concetto di paternità intellettuale di un'opera (cartacea o elettronica) [21], sull'onda delle innovazioni tecnologiche e digitali degli ultimi decenni.

Per la correzione della parte scrittoria ci si avvale metodologicamente di numerose schede ed esercizi, [22] fornendo agli studenti testi semplici con cui confrontarsi ma, al tempo stesso esemplificativi di un uso competente e consapevole della nostra lingua, evitando ogni sorta di appropriazione e di plagio, e ciò significa prima di tutto la capacità di redigere testi autentici e originali, efficaci dal punto di vista informativo e adatti al tipo di destinatario. Queste esperienze didattiche si rivelano particolarmente preziose e gli studenti sono in aumento progressivo, in quanto si rendono conto che l'indipendenza nell'utilizzo delle fonti informative e la padronanza nei vari usi della lingua scritta, si traducono spesso in una maggiore sicurezza personale che investe tutta una serie di conoscenze effettivamente utili in un contesto di educazione permanente.

Corso sull'informazione bibliografica in presenza: scheda di presentazione

  • Programmazione semestrale
  • Percorsi flessibili e personalizzati
  • Illustrazione delle diverse strategie di navigazione in Internet
  • Esercitazioni pratiche di valutazione delle varie fonti
  • Manipolazione critica dei dati ed elaborazione di testi scritti originale ed autentici per relazioni, elaborati di primo livello, tesi specialistiche, articoli scientifici

 

3. Corsi di scrittura anche per il personale

La biblioteca è il luogo della conoscenza e dell'apprendimento, che deve dare a studenti e studiosi che la frequentano conoscenze strutturate secondo modelli rigorosi ma al tempo stesso flessibili; anche la comunicazione interna deve avere le stesse caratteristiche: correttezza, chiarezza, densità informativa unita alla comunicatività. Scrivere in biblioteca è attualmente una necessità, quindi anche il personale deve saper comunicare all'esterno, curare i rapporti con le altre biblioteche, le altre realtà culturali e didattiche del territorio e soprattutto deve acquisire una maggiore padronanza nel linguaggio comunicativo "veloce" (avvisi e volantini), nelle pratiche amministrative e burocratiche ma soprattutto nella scrittura per Internet (pagine web, mail e blog), finora territorio esclusivo dei giovani. [23]

Per venire incontro a queste esigenze, nello scorso mese ho pensato di organizzare un corso di scrittura espressamente dedicato agli operatori delle biblioteche universitarie e pubbliche, che devono porsi come obiettivo quello di scrivere in un italiano chiaro e aderente ad ogni situazione comunicativa. Il modulo "Come scrivere in biblioteca" si articola in una parte teorica, indispensabile per introdurre agli assiomi e ai teoremi della linguistica testuale, e in una parte pratica di esercizi, che sarà sempre accompagnata da una spiegazione sulle loro finalità didattiche e seguita da una correzione e immediata riscrittura del testo.

Attraverso il suo lessico e i suoi messaggi scritti, lo staff della biblioteca non solo dà un'immagine di sé e della sua attività, ma orienta l'utente ai suoi servizi, evitando inutili ritardi e promuovendo parallelamente un profilo di qualità, nell'ottica di un rinnovato rapporto tra utente e istituzione e di un miglioramento della comunicazione organizzativa tra strutture. Anche sul versante della comunicazione on line, focalizzata sulle molteplici richieste dei navigatori della rete, sulla lettura veloce e sulla scrittura modulare visualizzata progressivamente sullo schermo di ogni singolo computer, il personale deve ripensare la propria linea comunicativa, soprattutto per catturare e stimolare l'attenzione degli studenti universitari ben oltre i loro bisogni immediati.

Linee guida del corso di scrittura per il personale delle biblioteche

    1. Conosciamo il nostro pubblico, reale e remoto
    2. Ideiamo e organizziamo un testo
    3. Sintetizziamo le informazioni da comunicare, scrivendo frasi brevi e chiare
    4. Scriviamo in positivo, usando parole comuni
    5. Curiamo la forma grafica anche dei cartelli e degli avvisi
    6. Usiamo termini tecnici consapevolmente, spiegandoli se necessario
    7. Comunichiamo con il corpo: la prossemica
    8. Dalla lettera tradizionale alla posta elettronica e vari modelli di e-mail (formale, informale…)
    9. Parliamo come loro: analisi del linguaggio giovanile
    10. Luoghi e spazi del web 2.0: quali forme di scrittura?

  

4. Presentazione dei moduli 3 e 4 del corso in e-learning "Le strade della ricerca bibliografica"

Nell'era delle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione, la didattica a distanza rivaluta il peso dell'educazione non formale e attua la cosiddetta "svolta dell'e-learning", che prevede un apprendimento learner-centered, un insegnamento inteso come processo di facilitazione

dell'apprendimento e delle interazioni tra gli allievi, e induce lo studente a guidare il proprio percorso educativo utilizzando tutte le molteplici potenzialità che le tecnologie mettono a disposizione.

In considerazione di quanto descritto sopra, in quale direzione possono muoversi i servizi bibliotecari per ampliare la loro offerta didattica se non attuando esperienze di e-learning che, attraverso il supporto di tecniche educative all'avanguardia, rendano disponibile una variegata offerta di contenuti e di percorsi differenziati?

Per approfondire le mie competenze legate alla formazione di un numero sempre più esteso di studenti che frequentano le biblioteche universitarie, nel corso dell'anno accademico 2007-2008 ho frequentato il "Master in e-learning in gestione delle informazioni e delle conoscenze" dell'Università della Tuscia, [24] scegliendo di seguire proprio il terzo percorso di specializzazione, dedicato all'approfondimento di quelle competenze necessarie all'uso di strumenti informatici in situazioni educative non formali e informali, nell'erogazione di servizi agli utenti in situazioni di mediazione informativa, nonché nel campo della formazione permanente e della formazione continua.

Come tesi finale di master ho progettato il corso [25] in modalità e-learning "Le strade della ricerca bibliografica", indirizzato appositamente verso quegli studenti che, per motivi economici, sociali o geografici non frequentano scuole o università, ma che desiderano ugualmente acquisire un titolo di studio (con relativi crediti) o una qualifica professionale fuori dalle tradizionali aule scolastiche, sotto la supervisione di docenti esperti e attraverso incontri periodici con il tutor personale, per risolvere incertezze ed approfondire il livello raggiunto.

La piattaforma web open source utilizzata è Moodle, [26] un software per la gestione di corsi on line che, dal punto di vista del fruitore, si presenta come un sito web con una serie di opzioni, ognuna delle quali contiene collegamenti a varie risorse. Il percorso è stato progettato sin nei minimi dettagli, avvalendosi dei contributi derivati da una ricca discussione sviluppatasi nel forum del Master, che ha prodotto un documento di sintesi e progettazione del project work molto articolato e complesso, comprendente l'analisi dei seguenti settori:

Le strade dell'informazione bibliografica – Gruppo TAOS

Documento di sintesi e presentazione del Project work

Elementi generali

Analisi

Progettazione didattica

Progettazione tecnologica

Realizzazione

Erogazione

Il progetto è articolato in 4 moduli volutamente "leggeri", diretti a dare autonomia all'allievo, in grado di seguirli anche singolarmente, dopo aver superato il relativo test d'ingresso che certifica il grado di expertise personale; [27] i materiali di supporto al corso sono: tutorial, documenti in pdf, verifiche, studio di casi, power point, risorse elettroniche, learning object. Tutte le attività previste richiedono una partecipazione attiva da parte dello studente, che può condividere il percorso con altri compagni, nell'ottica del modello dell'apprendimento costruttivista, secondo cui la formazione deve avvenire in maniera contestualizzata e condivisa [28] attraverso l'uso di sistemi user friendly (web, chatt, forum, wiki), che favoriscono il raggiungimento di una comprensione personale ed autentica, contrastando di fatto ogni forma di plagio e di appropriazione di ricerche altrui.

I primi due moduli sono dedicati alla ricerca bibliografica, mentre nei blocchi successivi si affrontano tematiche legate all'information literacy, con l'intento di rinforzare alcune nozioni di particolare utilità nella vita sociale o professionale, come ad esempio la ricerca del lavoro attraverso i siti Internet, o la costruzione di un curriculum conforme allo standard europeo.

Le sequenze successive sono espressamente dedicate a: "Dalle informazioni bibliografiche alla stesura della tesi di laurea" e "Oltre l'informazione bibliografica". Esse contengono numerose risorse che sono state predisposte utilizzando standard aperti e adattabili non più ad un sapere unico e universale ma ad una pluralità di conoscenze, validate dalle diverse comunità di riferimento. Ne è un esempio il terzo modulo, dedicato alla stesura della tesi, in cui le informazioni sugli archivi di tesi digitali [29] vengono tratte dal blog della Biblioteca del Corso di laurea in Beni culturali di Catania, mentre le delucidazioni sulle norme citazionali sono visualizzate collegandosi ad una mia breve pubblicazione in pdf ed il servizio Chiedi @alla tua biblioteca, chiedi @l tuo bibliotecario è costituito da una selezione di importanti repertori, curata dall'Associazione Italiana Biblioteche.

A conclusione dell'intero corso, all'insegna della condivisione estrema, è stato registrato anche uno spazio sul social network Flickr.com [30], dove poter raccogliere fotografie, immagini e documenti video, per una informazione che trascende la linearità, la chiusura e la fissità proprie del testo scritto. Attualmente e inaspettatamente questo spazio condiviso viene utilizzato anche per scambiarsi informazioni e messaggi, una sorta di posta elettronica visiva.

5. Alla ricerca di nuove strade: prospettive per estendere il corso

Attualmente il corso "Le strade dell'informazione bibliografica" viene utilizzato in modalità blended, comprendendo, oltre che momenti di incontro e di confronto di idee in aula, lezioni e link di approfondimento a distanza, propedeutici ad una futura organizzazione di vere e proprie classi interamente virtuali, all'interno delle quali, visto l'alto numero dei partecipanti, sarà necessario prevedere occasioni di studio e valutazione individuali, alla presenza di una tutorship qualificata sia sul piano delle interazioni che su quello dell'erogazione di contenuti a distanza.

Per accertare se gli apprendimenti in e-learning siano operativi, utilizziamo workshop in presenza, durante i quali si possono verificare nozioni già acquisite, applicandole ad esempi concreti, come nel caso degli esercizi di scrittura, che finora sono stati svolti incontrandoci di persona. Per il prossimo anno abbiamo intenzione di sperimentare un ambiente wiki dedicato alla tecnica della scrittura scientifica e scrittura collaborativa [31], anzi pensiamo di testarlo quanto prima con esercizi condivisi tra studenti, dottorandi e ricercatori, che permettano di consolidare una rete di relazioni che può proseguire oltre l'attività formativa.

In conclusione, riflettendo sulla possibilità di generalizzare i risultati ottenuti dalle esperienze concrete per altre materie e università, affermerei che il corso in e-learning "Le strade per la ricerca bibliografica", può certamente allargare il proprio orizzonte e conseguente numero di moduli, interessandosi ad esempio ad approfondire alcune tematiche come quella del diritto d'autore e del movimento open access, o spingendosi in territori professionalmente più specialistici (come ad esempio la digitalizzazione), dal momento che Moodle non è un contenitore chiuso ma è piuttosto un ambiente aperto e flessibile, che facilita e favorisce il completamento di tre processi cognitivi fondamentali: selezione, organizzazione e integrazione dei dati, in un contesto di collaborazione orientata alla condivisione delle idee e allo scambio di informazioni.

Infine il progetto, nato sotto la responsabilità dello staff delle biblioteche accademiche, può essere proposto ad altre realtà pubbliche e private, modificandone i criteri orientativi e rafforzando in tal modo il compito educativo svolto dalle biblioteche universitarie soprattutto nel circuito dell'apprendimento non strutturato, all'interno del quale sono destinate a svolgere con sempre maggiore frequenza compiti di responsabilità, di tutela etica e giuridica e di certificazione di qualità delle molteplici informazioni, disseminate dinamicamente nelle autostrade del web e in quelle della cultura globale. [32]

Patrizia Lùperi, Sistema Bibliotecario dell'Università di Pisa, e-mail: luperi@rom.unipi.it


Note

[1] Pubblicato negli Atti del convegno Die Lernende Bibliothek 2009, nel volume 33 della collana "Churer Scfriften zur Informationswissenschaft", Chur, 2009.

[2] Per approfondimenti si veda M. Area Moreira - B. Gros Salvat - M. A. Marzal García, Alfabetizaciones y tecnologías de la información y la comunicación, Madrid, Síntesis, 2008.

[3] Commissione Europea, Focus sulle strutture dell'istruzione superiore 2006-2007, <http://eacea.ec.europa.eu/ressources/eurydice/pdf/0_integral/086IT.pdf>.

[4] Osservatorio di Ateneo sulla didattica, Università di Siena, 21 novembre 2006, Il sistema dei descrittori europei per le lauree e le lauree magistrali, <http://www.fscpo.unict.it/europa/riforma%20ordinamenti%20settembre%202008/descrittorididubli.no.pdf>.

[5] Association College Research libraries, Guidelines for Instruction Programs in Academic Libraries, 2003, <http://www.ala.org/ala/mgrps/divs/acrl/guidelinesinstruction.cfm>.

[6] Patrizia Lùperi, L'e-learning come "spazio sociale" per le biblioteche, " Il Giornale dell'E-Learning", 3 (2008), <http://www.wbt.it/index.php?pagina=226>.

[7] Per una riflessione più ampia: Giovanni Mari, La filosofia e la società della conoscenza, Pisa, ETS, 2005.

[8] Luca Serianni - Giuseppe Benedetti, Scritti sui banchi. L'italiano a scuola tra alunni e insegnanti, Roma, Carocci, 2009.

[9] Decreto Ministeriale n. 509 del 1999, fattivamente orientato verso una formazione accademica che privilegia la qualità dello sviluppo e dell'occupazione.

[10] Carmen Dell'Aversano - Alessandro Grilli, La scrittura argomentativa: dal saggio breve alla tesi di dottorato, Firenze, Le Monnier, 2005.

[11] Luisa Carrada, Il mestiere di scrivere, Milano, Lupetti, 2000, <http://www.usabile.it/lib07.htm>.

[12] Antonio Calvani, Elementi di didattica. Problemi e strategie, Milano, Carocci, 2005.

[13] Laura Ballestra, E-learning e information literacy: un connubio vincente, "Biblioteche oggi", 10, 2003, p. 11-23, <http://www.bibliotecheoggi.it/2003/20031001101.pdf>.

[14] Università di Firenze, Pisa, Bologna.

[15] Per visionare il programma di questi corsi, vedi: Patrizia Lùperi, Crediti liberi e tirocini nelle biblioteche dell'Università di Pisa, Seminario Associazione Italiana Biblioteche, 2006, <http://www.biblm1.unipi.it/doc/Apprendere.swf>.

[16] Ricordiamo che 1 CFU corrisponde a 25 ore di conoscenze teorico-pratiche (DM 509/99).

[17] Molto utile a riguardo Settimio Paolo Cavalli, Alberto Pojaghi, Dizionario del diritto d'autore, Milano, Editrice Bibliografica, 2003.

[18] Sempre più spesso la relazione di fine tirocinio rappresenta "l'idea di base" sulla quale lavorare per preparare la tesi di primo livello.

[19] Patrizia Lùperi, Biblioteche post-moderne nella società dell'apprendimento, "Bibliotime", 11, 2 (2008), 2, <http://www2.spbo.unibo.it/bibliotime/num-xi-2/luperi.htm>.

[20] Di solito ogni neo-laureato ha a disposizione un repertorio vastissimo di fonti che rischiano di rimanere inutilizzate se la tesi non viene depositata in un repository d'ateneo.

[21] Maria Chiara Pievatolo, Le cose degli amici sono comuni: conoscenza, politica e proprietà intellettuale, "ISDR", 2005, <http://bfp.sp.unipi.it/~pievatolo/lm/amici.html>.

[22] Per le esercitazioni di riscrittura sono state predisposte numerosi esercizi, tratti da: Paolo Italia,, Scrivere all'università: manuale pratico con esercizi e antologia di testi, Firenze, Le Monnier, 2006.

[23] Pistolesi E. (2004), Il parlar spedito, Padova, Esedra.

[24] Per visualizzare il Corso: <http://lnx.blocconotes.it/moodle2/login/index.php>.

[25] La tesi è frutto del lavoro del Gruppo "TAOS" composto oltre che dalla sottoscritta anche da Simona Inserra e Ida Taci. Ringrazio in particolare Ida per il continuo confronto dialettico e la fattiva collaborazione.

[26] Acronimo di Modular Object-Oriented Dynamic Learning Environment.

[27] Ogni modulo permette l'acquisizione di 1 CFU.

[28] Calvani A. (2005), Rete, comunità e conoscenza, Trento, Erickson.

[29] Il Blog segnala il sistema ETD (Electronic Theses and Dissertations), archivio tesi elettroniche dell'Università di Pisa, progettato da Z. Pistelli che ha curato anche la relazione " Dalla A alla P: il modello gestionale delle tesi elettroniche presso l'Università di Pisa" in CNBA (2008), "Cristalli di esperienze: nuove prospettive per le tesi di dottorato", <http://digital.casalini.it/editori/default.asp?codice_opera=19144&numero=8&articolo=5&tipologia=R>.

[30] Flickr "Biblioteche, studenti e tirocini" <http://www.flickr.com/groups/747305@N23>.

[31] Curo personalmente la rubrica on line "La terza stanza" che ospita attualmente i nostri scritti collaborativi e creativi <http://terpress.blogspot.com/search/label/LA%20TERZA%20STANZA>.

[32] Per approfondire vedi il ppt di : Benvenuti N., Informazioni, conoscenza, processi sociali e biblioteche: oltre library 2.0, lezione tenuta a Pisa, Facoltà di Lettere e Filosofia, 8 luglio 2009

Ultima consultazione siti web giovedì 29 settembre 2009.




«Bibliotime», anno XII, numero 3 (novembre 2009)

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