«Bibliotime», anno XIV, numero 2 (luglio 2011)

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Claudia Mosciatti

Un viaggio dell'AIB presso gli Idea Store di Londra (29-30 novembre 2010)



Abstract

The Idea Store are not only public libraries but also much more. They were founded in 2002 in Tower Hamlets, one of the 32 municipalities of London, which has a population of 235,000 inhabitants, including many people from Bangladesh, China, Vietnam, and many other countries. They offer library services, training courses and an help desk for the search of jobs, and many other activities.

Il primo giorno della nostra visita presso gli Idea Store di Londra è iniziato con il piacevole incontro con Sergio Dogliani, cioè il principale Idea Store Manager, nonché l'ideatore della nuova concezione di fare cultura a Londra dagli anni 2000 ad oggi.

La prima cosa che ci ha riferito incontrandoci è che gli Idea Store sono sì delle biblioteche pubbliche ma anche molto altro, pur volendosi porre come un modello di biblioteca per il 21° secolo. Questa dichiarazione trova riscontro nel contesto in cui sorgono gli Idea Store: siamo a Tower Hamlets, uno dei 32 comuni di Londra, che conta una popolazione di 235.000 abitanti, di cui 51% bianchi, 32% originari del Bangladesh, il resto somali, cinesi, vietnamiti, africani: di costoro il 40% non ha una licenza media né possiede alcuna qualifica professionale.

Dogliani ci spiega poi che nello stesso comune è stata creata una zona dove ogni giorno lavorano 100.000 persone, che sono in gran parte pendolari che gravitano nella zona di Canary Whorf, dove sorgono le multinazionali del settore finanziario e commerciale, con stipendi di molto superiori alla media nazionale.

Emerge dunque all'interno dello stesso territorio la convivenza di un tessuto sociale ed economico complesso e eterogeneo, ed è all'interno di esso che gli Idea Store sono riusciti a radicarsi e a diventare un punto di riferimento per migliaia di persone.

In effetti a Tower Hamlets esistevano già 18 biblioteche comunali, che inglobavano un livello di presenze pari al 18% degli utenti, "cifra bassissima nel contesto britannico" [1]. Così per la prima volta è stato fatto un sondaggio tra gli utenti reali e gli utenti potenziali attraverso una ricerca di mercato che ha coinvolto un campione di 600 persone, a cui è stata posta una serie di domande per la durata di un'ora, comodamente a casa propria.

I risultati di questa indagine qualitativa e quantitativa sono stati presentati nel 1999 e da essi è emerso che i cittadini di Tower Hamlets ritenevano che le biblioteche erano importanti (98%), desideravano più libri e più computer in biblioteca, chiedevano orari di apertura più lunghi, volevano la biblioteca vicina ad altri servizi, aspiravano ad una formazione continua. Si è quindi pensato che gli Idea Store potessero esaudire queste richieste degli utenti attraverso un lavoro di squadra, proponendo "un'alternativa a quelle biblioteche di stampo tradizionale che non si sono adeguate al cambiare dei tempi" [2].

Il passo successivo è stato quello di creare un Idea Magazine di promozione del nascente servizio: ne sono state distribuite con due anni di anticipo 20.000 copie l'anno nei luoghi strategici della città. Così nel 2002 è sorto il primo Idea Store, cui ne sono seguiti altri quattro nel giro di un anno di distanza l'uno dall'altro, mentre ora sta per aprire il quinto.

Questi dati meramente numerici indicano il grande successo degli Idea Store, che sono luoghi in cui si offrono in contemporanea servizi di biblioteca, corsi di formazione per il tempo libero, coffee break, servizi per la ricerca attiva di un impiego o corsi per affrontare un colloquio di lavoro.

Durante la visita presso questi centri culturali ci si rende conto che il servizio principale è rappresentato dalle attività di front office: il reference infatti è l'elemento di punta del servizio, e per poterlo offrire in maniera ottimale si investe sulla selezione e sulla formazione di un personale dotato di capacità di iniziativa, di un forte grado di comunicazione, di una capacità reale di leggere le istruzioni affidategli.

Difatti la predisposizione verso il servizio all'utente viene valutata subito in fase di colloquio, che è volto a testare le reali attitudini del potenziale bibliotecario, facendo alternare il candidato per cinquanta minuti in ogni sezione della biblioteca, da quella dei ragazzi a quella multimediale. Infatti nell'Idea Store c'è bisogno di personale che si occupi di tutti i settori, in un contesto di completa interazione di sinergie, e il metodo migliore per realizzare questo obiettivo è quello di puntare sulla comunicazione.

A questo proposito Dogliani ci mostra come ogni dipendente si turni su livelli diversi, e la pianificazione viene fatta ogni sera con tutto il personale, in modo che si tenga conto delle esigenze di ciascuno.

All'interno degli Idea Store si vuole "incorporare biblioteca ed educazione permanente" [3], e per questo la gamma di attività proposte è amplissima: l'aromaterapia, le lingue straniere, la contabilità, lo yoga, la storia dell'arte, la dietetica, i corsi di gospel, il cucito. Non va dimenticato che i corsi sono finanziati dal governo centrale, che da sempre offre una politica a sostegno delle famiglie, e diventa naturale che ci sia un interesse politico a soddisfare i cittadini nell'erogazione dei servizi; di conseguenza si sottopongono gli utenti a sondaggi periodici per scegliere i corsi che li interessano di più, vengono monitorate le attività proposte, si distribuiscono questionari da parte del Comune ogni anno e a livello nazionale ogni tre anni.

I risultati ottenuti mostrano un alto livello di gradimento, che ha raggiunto la percentuale del 90% per l'Idea Store di Witchepeal, che con i suoi 3500 metri quadrati è il centro culturale più grande di Londra, presso cui si è trasferita l'antica omonima biblioteca. Chi ha avuto la fortuna di visitarlo può comprendere le ragioni del suo successo: l'apertura di 71 ore la settimana, la vicinanza con la zona del mercato, la pulizia continua dei locali, la mancanza di divieti espliciti sul bere o sull'uso del cellulare, la grande efficienza e disponibilità del personale, l'apertura a chiunque voglia fare proprie la cultura e la conoscenza attraverso la condivisione degli spazi e delle attività.

Le collezioni presenti all'interno degli Idea Store vogliono garantire un sostrato di cultura generale di base, continuando a riservare alle biblioteche di conservazione il ruolo di preservatrici della memoria storica della collettività; un metodo per garantire il loro continuo aggiornamento consiste nel revisionare ogni mese il materiale da parte del "manager delle collezioni", colui che cerca di promuovere le raccolte e di incrementare un patrimonio che rifletta l'etnia di appartenenza della popolazione del quartiere in cui l'Idea Store è collocato.

Difatti, sostiene ancora Dogliani, "le migliori biblioteche sono quelle che riescono a mettere a disposizione del pubblico sia una collezione ragionata e durevole a lunga scadenza, sia altri titoli più legati al momento" [4]: "il catalogo di Tower Hamlets conta circa 350.000 documenti, quello del consorzio di cui facciamo parte ne conta più di tre milioni, che possono essere prenotati e trasferiti da una parte all'altra di Londra in pochissimo tempo" [5].

Inoltre la gestione consapevole del materiale posseduto ha consentito un notevole taglio dei costi delle acquisizioni, ha ridimensionato il peso della catalogazione e ha consentito di accrescere gli altri servizi connessi al reference.

Un'ultima nota positiva ha concluso la brillante visita presso il "fantastico mondo" degli Idea Store: la giovane età del personale è il simbolo della concretizzazione del concetto che investire nel settore della cultura è un valore aggiunto anche in tempi di tagli alle risorse e che puntare sui giovani diventa una necessità per il futuro di tutta la società.

Claudia Mosciatti, Biblioteca del Dipartimento di Matematica - Università di Bologna, e-mail: mosciatti@dm.unibo.it


Bibliografia

1) Anna Galluzzi, Gli Idea Stores di Londra. Biblioteche nel 'mercato' urbano e sociale,
"Bibliotime", 11 (luglio 2008), 2, <http://spbo.unibo.it/bibliotime/num-xi-2/galluzzi.htm>http://spbo.unibo.it/bibliotime/num-xi-2/galluzzi.htm>;

2) Id., Gli Idea Store dieci anni dopo. Un'analisi delle nuove linee strategiche e una riflessione
sul percorso fatto
, "Biblioteche oggi", 29 (2011), 1, p. 7-17, <http://www.bibliotecheoggi.it/content/n20110100701.pdf>http://www.bibliotecheoggi.it/content/n20110100701.pdf>;

3) Sergio Dogliani, Non solo biblioteca: nei sobborghi londinesi prende forma un laboratorio
creativo che sa interagire con i cittadini
, in I nuovi confini della biblioteca. Verso un servizio
culturale integrato che si apre al territorio
, a cura di Massimo Belotti, Milano, Editrice Bibliografica, 2011, p. 45-50.

4) Antonella Agnoli, Nuovi progetti per nuovi spazi nel laboratorio creativo di Londra, "Biblioteche oggi", 26 (2008), n. 10, p. 5-11.

Note

[1] Sergio Dogliani, La (mia) verità su Idea Store, <<Bollettino AIB>>, 2009, n. 2, p. 1.

[2] Sergio Dogliani, La (mia) verità su Idea Store, <<Bollettino AIB>>, 2009, n. 2, p. 1.

[3] Sergio Dogliani, La (mia) verità su Idea Store, "Bollettino AIB", 2009, 2, p. 2.

[4] Ibid., p. 4.

[5] Ibid., p. 5.




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