«Bibliotime», anno XIV, numero 3 (novembre 2011)

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Graziella Tonfoni

Per una ridefinizione del concetto di 'volume raro' nell'epoca delle molteplici riproducibilità e moltiplicabilità delle pagine



Abstract

The information affluent society, we live in today, calls for new forms of classification, consistently applied by the librarians' communities. Synergies and collaboration are requested when it comes to be able to establish specific criteria, as to separate solid vs unstable scientific literature. Rare volumes today may be the result of accurate verification, of each single statement made, displayed, previously distributed online. Paragraphs may in fact be the result of diverse kinds diacronically evolving analysis stages, coming out of a whole variety of interdisciplinary search engines. The widest ever availability of information sources, most of which poorly verified, may only be coped with throughout a whole set of new selection criteria, reflecting upon new systems, for context consistent tagging. This paper is meant to underline relevance of accurate editing and reformatting initiatives, by well know experts in bibliographical studies, who are today in charge of making all sorts of decisions, when it comes to cataloguing bibliographical items.  Human initiative is considered to be the most important aspect, so as librarians high level profiles, experts in many fields, will be more and more in demand.

1. Introduzione

Comprendere i fenomeni epocali, che stanno influenzando potentemente le modalità ed abilità cognitive dei lettori nella società contemporanea e sincronica, e che quindi stanno anche interessando gli studiosi dell'oggi, occuperà sicuramente intere generazioni di storici dei prossimi decenni e naturalmente si estenderà ben oltre.

Come si è espansa la considerazione minuziosa delle modifiche causate al sistema percettivo dei lettori con l'avvento della stampa. E' esistita ed esiste quindi una valutazione degli effetti collaterali del post Gutenberg, che si riferisce specificamente ai cambiamenti a breve ed a lungo termine dei livelli di acuità percettiva: tale analisi si interessa di e si rivolge ai fenomeni usuali ed alle varianti, ai tempi di ritenzione delle liste mnemoniche, prima e dopo la massiccia introduzione dei caratteri a stampa. Su tali linee, quindi procede a descrivere scientificamente ogni fase di mutamento, nelle stesse capacità di memorizzazione degli individui in quei precisi periodi storici.

Per queste analisi precise esiste una bibliografia tanto ampia da non permettere di citare nessun contributo in particolare, proprio per evitare di essere considerati omissivi nei confronti di tanti altri pregevoli lavori, che procedono diacronicamente ad una analisi circostanziata in merito. Oggi non altrettanto forti, e neppure altrettanto evidenti, sono gli avamposti teorici messi a punto per procedere ad una indagine precisa delle conseguenze della quasi illimitata accessibilità degli strumenti comunicativi. Si tratta di studi che consentono a chi compone di compartecipare il risultato delle proprie scelte espressive, materializzantisi mediante testi estesi, paragrafi precisi, chiose illustrative, parole chiave, e soprattutto molti riferimenti e collegamenti fra sapere diffuso e messo in rete fra conoscenza stabile e fasi di solidificazione progressiva, in tempi brevissimi.

Il mondo odierno della pubblicabilità illimitata, sia essa concreta cartacea manifestazione, sia essa virtuale resa disponibile online di tessiture testuali ben precise, oppure semplicemente messa in onda di tracce schizzate a bozza temporanea, ed in via di evoluzione per successiva elaborazione, è soggetto a spinte centrifughe e a movimenti di attenzione e di interpretazione, che spesso prescindono dalla intenzionalità dei singoli produttori di testo, curatori e perfino possono sfuggire agli editori se non opportunamente riviste e rilette sono le progressive versioni.

L'alta intertestualità, che meccanicamente associa fra loro parole stabilendo nessi, sia intesi che non previsti, che si attivano, dati ormai vocabolari in continuo aggiornamento, e si movimentano nell'immaginario collettivo attraverso enciclopedie in dinamica espansione e piena disponibilità (cfr. Wikipedia), porta quindi a mescolanze ed a fusioni inedite, a risonanze bibliografiche estranee, che possono andare ben oltre il prevedibile, echeggiando il prelogico, ed a volte perfino rilanciando assonanze, alogiche, che non erano state programmate e neppure incluse da chi subito aveva comunque compiuto un atto di esternazione testuale precisa, anche solo mettendo on line una propria bozza in attesa di sistemazione e per una preliminare considerazione.

Questo scenario contemporaneo, che di fatto rappresenta l'oggi estremamente attuale, ovvero l'era dell'appena iniziato secondo decennio del secolo XXI, nella contemporaneità assoluta, caratterizzata ed accompagnata dalla simultaneità che si materializza nel collassamento dei tempi considerati naturali di emissione rispetto a quelli di accettabile ricezione, determina quindi da solo, ovvero in modo spesso automatico, traiettorie interpretative prefissate, da chi sia esterno alla interazione saggistica. Si creano binari di scorrimento di testo del tutto univoci, che procedono omologando spesso significati e significanti nella continuativa ricerca di un minimo di comunicazione plausibile. Osservatori esterni possono infatti notare discrasie evidenti proprio nel momento della finale redazione.

Il paradosso odierno infatti prevede una collegabilità pressoché illimitata, una collegialità di giudizio, che si rallentano a vicenda, e che si scontrano con spinte altrettanto omogeneizzanti per riuscire ad assicurare quella piattaforma minimamente condivisibile, che è proprio il principio della massima accessibilità a mettere a rischio, in modi del tutto invisibili che sfuggono all'analisi non scientifica dei testi, degli avantesti e degli apparati critici.

La monotonalità, come minimo comune denominatore per accertare che un testo venga notato, letto e compreso semplicemente ed accuratamente, quindi poi eventualmente annotato, di fatto estirpa pian piano quelle radici retorico-stilistiche che hanno fatto della cultura letteraria e scientifica italiana un unicum ammirato sul piano mondiale.

Ma queste considerazioni non devono, perché non vogliono, apparire apocalittiche né tanto meno rassegnate; semplicemente possano servire per comprendere i fenomeni di continuo frastornamento dei contesti, le interferenze fra tratti soprasegmentali, e, quindi, le derive dei significati che la nostra attualità inequivocabilmente presenta, nelle dinamiche del quotidiano comunicativo, proprio per effetto di un eccesso di accesso collettivo in tempo reale.

La rarità oggi può essere sinonimo di ben accertato accordo interattivo, su carta, fra una personalità di autore sensibile e una comunità di lettori correttamente informati, e quindi attenti e capaci di cogliere le effettive sfumature. Il secondo decennio del secolo XXI viene, in questa precisa semantica, ridefinito in questo capitolo come "l'era della necessaria autoreferenzialità intertestuale", funzione precisa del linguaggio naturale che serve a fare fronte alla perdita di contesto condiviso che le stesse tecnologie causano come effetto collaterale dell'eccesso di interattività dialogica dispersiva.

2. Le leggibilità cognitivamente sostenibili

Nella società complessa, che viviamo e nella quale operiamo il concetto stesso di lettura cognitiva e di gestione di massicci flussi di testi, stabili oppure in evoluzione, secondo criteri di sostenibilità possibile deve essere specificato e la complessità dei modi possibili di affrontare il numero esponenzialmente cresciuto delle pagine deve essere considerabile nella effettiva poliedricità di aspetti che comporta.

Tradizionali metodologie di lettura, già dal tempo dell'inserimento calibrato delle tecnologie in ambito umanistico, negli anni novanta, avevano dovuto lasciare spazio a metodiche per la efficientizzazione del percorso di lettura, secondo le diverse abilità cognitive volta per volta richieste, come dall'autrice stessa sintetizzato per promuovere un percorso di didattica cognitivamente sostenibile, ritenuto indispensabile già nell'epoca pre-web comprensiva degli anni ottanta. [1]

Nell'era post-web, ovvero nel periodo attuale, percorsi di rilettura che siano attenti alla naturalità dei processi cognitivi, e che intendano quindi rispettare le specificità interdisciplinari, sono stati già di fatto superati dalla necessità intrinseca di riportare a livelli di condivisione minima garantita alcuni schemi di preparazione all'evento stesso della lettura in una realtà di fatto eccessivamente stimolativa che, in molti casi, non ha tenuto conto delle norme di sostenibilità, delle tollerabilità dei singoli profili cognitivi degli utenti e lettori, proprio per eccesso di frettolosità.

Se nel periodo della preparazione ad un uso rispettoso e progressivo ovvero armonico delle tecnologie per la didattica, in particolare in relazione al tempo di assorbimento necessario durante il processo della lettura, poteva avere senso formare i lettori ad un riconoscimento delle proprie tendenze comportamentali, attraverso una disautomatizzazione temporanea per autoosservazione del proprio ed unico rapportarsi alle forme diversificate delle testualità, sia cartacea che online, [2] alla luce dei cambiamenti accelerati e continuativi di oggi, le problematiche emerse sono di fatto profondamente differenti per complessità ed affluenza di strati e correnti informative multiple, che hanno lambito le pagine di ogni testo scientifico degli ultimi trenta anni in numerose aree disciplinari, modificandone quindi il quadro di riferimento.

Sono quelle stesse pratiche di attenzione ai minimi dettagli da considerarsi non più efficaci ed esaustive se non adirittura in alcuni casi del tutto superate ed obsolete. Oggi più che mai esiste quindi la necessità di progettare testi personalizzati, che tengano in considerazione le difficoltà attuali dei lettori, cui di fatto sono richiesti sforzi di contestualizzazione di attenzionamento, di selezione e di pertinentizzazione, superiori a quelli previsti in un equilibrato ecosistema cognitivo. Senza precedenti nella storia del pensiero scientifico, è questo afflusso di pagine spesso incontrollabili soprattutto se portatrici di errori gravi online.

Le componenti di base ovvero quella motivazionale ed affettiva, aspetti fondamentali a garantire dei risultati effettivi, ovvero strutture interpretative tese a favorire la efficacia di assorbimento e la efficienza di sintesi, sono state di fatto ridotte e quasi azzerate dalla eccessiva preponderanza dell'aspetto affluente, ovvero dalla quantità illimitata delle disponibilità documentali, dei siti richiamabili con motori di ricerca spesso approssimativi, siano essi volumi cartacei che trasmettono imprecisioni che siti online progettati secondo i criteri della esposizione della massima quantità, non necessariamente soggetta a filtro qualitativo.

Nessuna delle teorie cognitive messe a punto nel settore della scienza della formazione può oggi considerarsi risolutiva, dato che le linee informative delineatesi nell'ambito delle ideologie dell'apprendimento, anche le più rispettose dei successivi gradi di acquisizione, sono state di fatto oltrepassate e rese obsolete da una accelerazione automatica dei saperi ubiquiti disponibili, che ha proceduto senza quelle soste di riflessione necessarie a riorganizzare i saperi, evitando di evidenziare le ridondanze spesso tanto eccessive da risultare paralizzanti.

Segmenti di formazione e persino esercizi, che potevano avere un senso al fine di rendere possibile una sintesi corretta, un riassunto pertinente, una composizione coerente, una analisi coesiva, una scelta intertestuale accettabile, e una interpretabilità rispettosa delle intenzioni comunicative, sono oggi divenuti del tutto obsoleti in una tracimazione di prove di abilità di cui la struttura connettiva è andata persa.

Le teorie serie, che minuziosamente e precisamente stabilivano gradi e fasi di avvicinamento progressivo alle pagine, onde assicurare la corretta interpretazione del testo, onde motivare alla fruizione di concetti nella loro più esatta definizione proprio perché spesso disattese, [3] sono oggi piuttosto da considerarsi come patrimonio di studio per storici, e non più piattaforma operativa per chi si occupi di didattica della lettura, alla luce delle piattaforme educative proposte nel secondo decennio del XXI secolo.

La risolvibilità del coacervo di complessità cognitive, e la relativa caduta di desiderio di apprendimento, che l'eccesso di disponibilità di accesso, e la compulsione a destrutturare ogni forma di sapere dalla sua aurea immaginifica, ha causato, è piuttosto oggi da ricondurre ad un minimo comune denominatore, ovvero è il risultato della frammentazione infinita.

Configurare minuziosamente e caso per caso, distinguendo rispettosamente fra loro i più diversi profili cognitivi di lettori potenziali, significa ammettere che i lettori, oggi devono essere invogliati a scegliere di avvicinarsi ad un testo, ad impegnarsi nei confronti di una compagine di concetti, in presenza di una offerta massima, che supera di gran lunga la capacità di sorprendersi e incuriosirsi di ogni individuo, cui sia rimasta una seppur minima traccia, di appetito a degustare nuovi concetti con la dovuta attenzione.

L'unica didattica per una fruizione di testi sostenibile, ovvero cognitivamente rispettosa, sta nella formazione ad una lettura 'ad personam' ovvero la riproposta di testi classici con il valore aggiunto di un percorso che l'individuo attuale rivendica giustamente potere essere giudicato unico per stile, contenuti, strutture e forme. Nella congestione informativa, quindi risulta essenziale distinguere fra bibliografie originarie e derivativi didattici, valutare l'impatto di permeabilità concettuale corretta, di concetti innovativi nella realtà quotidiana dei lettori contemporanei, e quindi in un territorio definibile come a rischio 'di alta dispersione e dissipazione'.

Si rende indispensabile avviare studi sulle relazioni fra modalità di composizione di una bibliografia anzi di varie versioni bibliografiche, dato che le citazioni appaiono spesso fra loro difformi, ma non contraddittorie, e parallelamente accessibili. Essenziale valutare la diffusione e il relativo assorbimento di concetti dai testi elencati, secondo le logiche diverse e distinte dei vari compendi spesso fra loro asimmetrici. In prima e seconda lettura o rilettura per potervi incorporare una eventuale mediazione intertestuale.


La didattica contemporanea, vista come assorbimento dei concetti rimasti stabili, può essere guidata, libera, corretta, errata, arbitraria, può presentare riflessi dell'assorbimento equo, o richiedere riproduzioni parziali di quegli articoli di cui parti siano superate, per rielaborazioni diversificate in settori differenti, finalizzate ai differenti utilizzi, che si devono oggi più che mai volere monitorare.

Si possono quindi notare livelli, forme e strutturazioni di diversi gradi di assorbimento, in aree distinte, in modi variegati, alcuni dei quali totalmente difformi rispetto alla formulazione concettuale originaria. La diffusione delle pratiche di consolidamento della conoscenza attuale spesso non prevedono la citazione letterale di paragrafi, conducendo a riletture di cui alcune del tutto lontane ed aliene rispetto alla struttura concettuale autoriale.


Un esempio particolarmente significativo di lettura rispettosa di testi ad alta innovazione, di attenta disamina e di corretta illustrazione dei concetti, la cui autrice ha dimostrato una capacità squisita di adattamento ad un settore diverso, nella piena coerenza di interpretazione dimostra la possibilità quindi di una interdisciplinarietà precisa. [4] Grazie ad Andreina Albanese la rilettura di alcuni fra i più innovativi testi di Graziella Tonfoni è stata trasmessa nella cultura cinese con piena correttezza di collegamenti e di implicazioni. In altri casi invece allargamento ed espansione, digressioni e commenti esterni, non sono affatto sempre indici di positiva ricezione, anzi una dissipazione territoriale di compendi può avere provocato e provocare ricezioni del tutto estranee rispetto alle teorizzazioni e alla metodiche come presentate da una autrice originaria unica.

Una modellistica precisa e altamente complessa della pagina, non compresa a fondo, può avere di fatto reso possibile testi reattivi e del tutto distanti dalle teorie autoriali, in quanto derivativi oppositivi, versioni non consone che manifestano la volontà di redattori che intendono appositamente discostarsi dagli originali, o che citano una fonte autoriale con cui nulla hanno a che fare poi le assserzioni e condensazioni dei rispettivi loro derivati.

In sintesi, un controllo dell'impatto concettuale, delle opere classiche in particolare, ovvero di quei testi, che prevedono sempre stabili paragrafi è di grande ausilio nell'era delle contaminazioni e dei mescolamenti ammessi e considerati come creative riappropriazioni di senso antico. Alcune riletture affrettate, quando si tratti di volumi pubblicati, ma non necessariamente trasferiti in modo stabile nell'inconscio collettivo dei lettori, possono infatti subire deviazioni di significato quando assorbiti da altri, su piano areale ovvero nazionale e disciplinare. La interdisciplinarietà precisa oggi appare quasi irrealizzabile, data la mole dei transiti terminologici sia in mutuazioni corrette nei settori più vari, sia in modifiche arbitrarie, di cui alcune, di fatto possono scatenare perfino esiti di evidente caricaturizzazione.

Impiegare quindi storici della cultura a verificare i livelli e la ampiezza di tale assorbimento significherebbe aprire un settore di ricerca ecdotica che dovrebbe per anni restare attivo, cercando di ricondurre quindi anche settori distanti, ma di fatto impattati dalle letture o riletture di pagine allontanantisi dal senso inteso, diffuse in giro, o riconoscere in certe modificazioni a catena in i vari movimenti di allontanamento dagli originali, che lettori e lettrici venuti a contatto con una vastissima produzione 'in toto' o in parte hanno inteso operare come segnale della loro totale autonomia ed indipendenza.

Meglio quindi la distinzione netta fra fonti originarie, e rielaborazioni corrette, e derivazioni del tutto estranee e quindi catalogabili al di fuori, separatamente e del tutto distintamente, dalle originali produzioni, come recentemente illustrato dalla autrice stessa. [5] Nel corso del seminario, fu l'autrice stessa, come invitata docente, a delineare un quadro sistematico, basato su alcune esperienze di gestione didattica di conoscenza altamente innovativa, dalla fine degli anni ottanta ad oggi, soffermandosi in particolare, su quelle di cui era stata lei stessa parte attiva.

Evidenziò le modalità, successivamente diverse, date le caratteristiche di uno scenario cangiante, le continue modifiche dei quadri di riferimento operativo. Presentò, come 'testimonial di un come eravamo' storico, le prime basi di gestione della conoscenza avanzata, ribadendo la necessità anzi urgenza, oggi, di passare da piattaforme didattiche a distanza, troppo spesso incontrollate, a sistemi per il monitoraggio costante, dei flussi di conoscenza specializzante, indispensabili in quei settori del sapere contemporaneo, che di fatto richiedono la verifica continuativa della attendibilità delle fonti informative, e delle interpretazioni che ne vengano derivate. Necessari sono, infatti, filtri interpretativi corretti, che rendano possibile in piena trasparenza, la distinzione netta fra affermazioni arbitrarie, e asserzioni scientifiche fondate, fra ipotesi momentanee, e teorie consolidate.

Da anni lei stessa autrice, e traduttrice ovvero mediatrice di conoscenza avanzata, in più aree geografiche, e docente di contenuti innovativi a verificata stabilità, progettista di manuali, e designer di contenitori di conoscenza ad alta forza di accelerazione, nelle fasi delicate dell'apprendimento, ha in tale suo intervento formativo, ripercorso, interpretandole a posteriori, le fasi salienti delle operazioni didattiche più significative, presso Alma Mater, o da Alma Mater dirette ad altri Atenei Nazionali, delineandone i contesti precisi di trasmissione, e quindi descrivendone, le fasi centrifughe di propulsione, e le fasi centripete di ripensamento meditativo. Ha infatti dimostrato come la didattica stabile implichi la gestione accurata e selettiva di tratte significative, per una responsabile diffusione del sapere verificato, tuttora operativamente valido. Sempre però dichiarando il rischio di possibili aree instabili, soggette a movimenti e disturbi, ed anche mosse da onde di dissipazione, indicando i tempi di plausibile risacca concettuale, a seguito di mancato controllo.

Essenziale, quindi, che vengano approntati parallelamente modelli di costante monitoraggio, nella costellazione di micro piattaforme informative, in una realtà interpretativa spesso frastornata, e che deve prevedere la piena riconoscibilità di contesti diversi, distinguendo fra dati sedimentatisi, che producono aggregazioni confuse, se non quotidianamente gestite, nell'ambito di una interdisciplinarietà scientifica precisa, da asserzioni stabili e durature.

Tutto ciò implica quindi un percorso di formazione alla multimedialità responsabile. Tale evento formativo ha di fatto sancito l'essenziale riconfigurazione pragmatica di terminologie, che sono da rivedere date le spinte semantiche accelerative, dell'ecosistema comunicativo congestionato che tutti noi oggi viviamo. Aggettivi e termini di vocabolari precisi, quindi sono da rivisitarsi alla luce della riaffermazione di accezioni tuttora valide e della riconfigurazione di nuovi nessi che si sono materializzati successivamente e persistono costanti nell'immaginario collettivo dei lettori contemporanei.

3. Le fondamenta di una disciplina basata su fonti di natura rara: la letteratura computazionale italiana

Quando nuovi settori disciplinari, ormai consolidati, vengono ad essere incapsulati da terminologie precise, esiste una altrettanto evidente necessità di delimitarne lo spazio e quindi anche di definirne i tempi, per evitare che proprio quelle aree limitrofe del sapere, i cui esponenti non abbiano saputo comprendere in anticipo, per poi armoniosamente integrare nelle proprie compagini quelle intuizioni o metodiche che poi rafforzatesi nel tempo si siano costituite comunque come baluardi tematici in ambiti autonomi, se ne sentano concettualmente minacciati.

Si tratta di una delicata operazione di progressiva definizione di aree distinte che possono restare in eventuale sinergia con i domini più tradizionali dai quali sono migrati, e sono quindi ammissibili intersezioni di conoscenze, in potenziale sovrapposizione per alcune tratte. Ma il concetto stesso di interdisciplinarietà deve essere specificato, ovvero a tale termine deve essere assegnata una valutazione positiva e rassicurante per ogni settore del sapere coinvolto in più aree di competenza allo stesso tempo.

E' questo il caso della letteratura computazionale italiana, settore innovativo, nato come migrazione di testi avanzati e non integrati nelle aree tradizionali, ai tempi della originaria immissione e conclusosi paradossalmente proprio quando sancito in quanto tale, ovvero come area in sé completa e quindi con una classicizzazione dei contributi più rilevanti. Trattasi quindi di termine coniato 'ad hoc', di natura difensiva della interpretazione corretta, conservativa del contesto adeguato, vero e proprio strumento enciclopedico messo a punto dalla autrice di un vastissimo corpus di pubblicazioni varie, per la manutenzione e mantenimento di una letteratura intesa come serie articolata di pagine a rischio di dispersione e dissipazione.

La originale definizione del termine in lingua inglese in modalità sintetica e quindi adattata dalla stessa autrice alla compagine culturale italiana è la seguente:

Computational Literature (CompLit) as a comprehensive discipline was founded officially in Italy in 2006, with the purpose of preserving accurately the original and originating theories and methodologies, conceived tested and taught by a scientist and literary author Graziella Tonfoni. The new field, meant to allow and encourage respectful restoration of a disperse amount of her books and articles, inclusive of her continuing lecturing efforts in highly dissipative territories, has also ended up empowering many former students and readers of the very author.

Preservation of different scientific eras, she had witnessed and participated actively into; among which text linguistics, artificial intelligence, information design, and knowledge management has been the positive collateral effect of reprinting selected articles and chapters.
CompLit is therefore to be seen as the result of a constantly documented effort by one single scientific and literary author Graziella Tonfoni (1979-2009), a well recognized specialist in textual analysis, conceiving and constantly practicing the art and science of precise text carving, in order to prove consistency of each component and segment of her own made theories, as emerging out of each of her many asymmetrical as truly consistent textual masterpieces, the English ones and the Italian ones, paralleling, never identical, all along these years.

A bilingual textual corpus of momentum, diversely tagged, as to maintain accurate classification criteria in place, based upon each originating context, in which any of her pages, was conceived, manufactured, and prototyped by the author, witnessing theories and methodologies in the making. Her high density prose, daily flowing is the result of continuing commitment to daily applications, throughout her uniquely designed metaphorical and analogical techniques. Some of which materializing into effectively encoded and encrypted epistolaries. Holographic prose conceived by her, has been consistently applied and addressed to multiple readers, for their own accurate and ubiquitous reading capacities, in each of their social contexts, a parallel evolving and making sense operation, according to a whole set of analogical reasoning waves, never interfering lines of context bound literary interdependence.

The term, CompLit, is also meant to indicate the author's committed life to single authorship, while also being assigned and therefore committed to enduring activities of supervision as for ongoing translations, in the form of her direct action for prefacing or adaptation, meant to ensure accurate transport of theories by American colleagues, former mentors and pioneers in the field of artificial intelligence and computer science, to be made understandable and acceptable for an Italian scholarly readership and then to multiple other languages and cultures as a consequence.

Her continuing teaching activities in the field of permanent innovation, have resulted into a whole constellation of derivative products, she has either designed or supervised and evaluated and approved, or just allowed to happen, in a variety of different languages, with local experts in charge of evaluating each of those derivative manuals, for their own users; a percentage of which turning into solutions she was not informed of, and therefore never approved. Graziella Tonfoni has acted very separately and only referring to her own kernel scientific literature, at no misunderstandings left behind.

In order to comprehensively display her scientifically stable and literarily solid platform, she founded a new historic preservation high context sensitivity area, Computational Literature, meant to indicate that each scientific discovery and textual manufact, needs to have a single author in charge, also feeling responsible for each statement. As joint ventures in science may easily result into collective enterprises at none's direct responsibility.

In thirdy years (1979-2009), of her constantly complex art work in textuality, she has conceived and  evolved a whole variety of diverse writing styles, some of which she taught extensively (see Marvin Minsky's foreword to her' Writing as a visual art' teaching approach as coherently packaged as a training tool with James Richardson). Many of those tools evolved throughout her widest flows of epistolaries, all of them documenting entire stretches of historical momentum at no further dissipation of her quite unique findings, and interdisciplinary innovations.

By constantly caring about her own scientific literature, she actually has been preserving very accurately also the very best of what she had learnt, and acquired during the golden ages in the field European Humanities and American Computer Science. Many outstanding personalities almost vanishing out of current bibliographies are infact being reconsidered properly via poetic and narrative prose of and by Graziella Tonfoni.

Esistono varie versioni di questa definizione originaria in lingua inglese, decisamente molto precisa e densa, tutte fra loro omogenee. Le sintesi effettivamente comparse a stampa in sedi editoriali italiane fra le più diverse, propongono asserzioni meno forti, concettualmente meno fitte: si tratta quindi di affermazioni diradate, ovvero di paragrafi diluiti rispetto al contenuto compatto di questa originaria postilla e bozza di riferimento, che è assai coerente sia per significati che per approfondimenti.

Si è quindi proceduto in lingua italiana alla operazione di progressiva 'rarefazione' seguendo la connotazione e denotazione di questo termine come usato nella Fisica, come i lettori quindi possono ritrovare da consultazione del Dizionario Enciclopedico Universale Sansoni Firenze 1966 parafrasandolo ed adattandolo al contesto linguistico.

Si tratta infatti di ' atto ed effetto del rarefare, espansione delle molecole di un gas (in questo caso: delle frasi di un paragrafo) che occupa uno spazio (in questo caso: pagina) senza crescere di massa (in questo caso: densità del contenuto), con perdita di intensità (in questo caso: semplificazione comunque corretta). Si arriva quindi a notare una logica diradazione della pregnanza del senso di questa voce enciclopedica che non ne pregiudica affatto però il significato nelle rispettive versioni apparse in lingua italiana. [6]

Appare evidente che è la stessa autrice a proporre un depotenziamento e deenfatizzazione procedendo ad una vera e propria autoriduzione della pregnanza del suo messaggio scientifico per adattarlo nel passaggio da una lingua e contesto culturale ad un altro e lasciare spazio di giusta visibilità a nuovi curatori e curatrici. Si tratta di una manifestazione di una propria sensibilità alle emotività scientifiche diffuse, che porterebbero i lettori esperti a pensare di dovere promuovere criteri di eventuale emulazione e di imitazione nei confronti di interdiscipline ad altissima complessità.

E' proprio questo inutile subbuglio accademico che la autrice decide di volere evitare. Apprezza quindi particolarmente coloro che per anni lavorando in modi autonomi, e leggendo rispettosamente le sue prose hanno incorporato in loro volumi le essenze di alcuni concetti come da loro stessi intesi e verificati sulla base di approfondite riletture. [7] Ecco quindi che per una autrice diffusiva e complessa il concetto di rarità diventa di fatto comprensivo di quella nota espressione 'caso più unico che raro' ove di fatto prevale appunto la caratterizzazione di unicità a garantire della chiusura ed irripetibilità del caso di letteratura computazionale italiana.

La rarità del 'volume' intesa nella accezione fisica ovvero ' estensione di un corpus testuale e documentale nelle tre dimensioni di altezza (aspetto qualitativo), larghezza (aspetto quantitativo) , profondità (aspetto interdisciplinare) è del tutto compatibile con la accezione biblioteconomica di

' libro come insieme coerente di pagine e pubblicazione periodica ovvero opera in più parti ovvero comprensiva di volumi e tomi con numeri ed annate'. Esiste quindi una precisione geometrica che collega armoniosamente le varie accezioni del termine 'volume' alle altrettanto sfaccettate connotazioni e denotazioni dell'aggettivo 'raro'.

La rarità non può comunque prescindere da quella importante caratteristica di pregiatezza che mai nessuna epoca ha messo in discussione anzi, in alcuni casi, la rarità intesa come irripetibilità del fenomeno, è quanto assicura il pregio dell' esemplare unico, nell'epoca di una diffusività frettolosa che porta la copia ed il derivato ad essere irrimediabilmente inferiori rispetto al modello classico originario.

La rarità di tale fenomeno stabilisce quindi la condizione di raro come singolarità virtuosa accompagnata ad una singolare scarsezza virtuale, si evita quindi una proliferazione del facsimile proprio per sancire l'esemplarità di una opera rara e perciò pregevole perché non passibile di degrado stilistico successivo di tentativi esterni di progressiva approssimazione.

La fissità del modello raro ne costituisce l'unica parola chiave di accesso interpretativo corretto. Si tratta ovviamente di un fenomeno di recupero e restauro elitario, sicuramente estraneo alla logica di facilitazione di una fruizione del prodotto, riproducibile per le masse di consumatori di significati, che se non compresi sono già di fatto implosi e deframmentati. Il termine 'opera rara' quindi implica che l'evento non comune sia il tratto indiscutibile, infrequente nello stile irripetibile, singolare pregevole.

Se in un originale raro sia rimasto però un refuso o comparsa una nota che fu senz'altro opportuna nell'originario contesto di edizione ma diventa superflua o addirittura controproducente in una successiva versione antologica che propone ristampe, allora la caratterizzazione del raro si può applicare, anche ad un post testo, che diventa territorio di paratesti con mappe orografiche trasversali per letture differenziate e accurate. Ogni territorio ha i suoi netti confini e le sue leggibilità in una cartografia multistratica, di precisa catalogazione di dati e date, a strati e livelli multipli e che garantisce stabilità concettuale storica di conoscenza solida e corretta.

Il concetto di volume raro applicabile nel caso della Letteratura Computazionale Italiana ad un intero territorio di paragrafi complessi, è l'opposto del concetto di conglomerato (cfr. Dizionario Enciclopedico Universale Sansoni, 1996, ovvero ' di materiale formato da detriti grossolani sciolti e incoerenti, oppure cementati… (in questo caso: corpus incoerente di testi non catalogati); … il cemento può essere della stessa natura dei frammenti oppure diverso (in questo caso: il derivato testuale può essere costituito da parti dei testi originari della autrice o da rimescolamenti spurii). I frammenti possono essere angolosi, a spigoli vivi, come il detrito di falda, oppure rotondeggianti, come le ghiaie… (in questo caso: le frasi possono essere subordinate interrotte o coordinate ridondanti)… si chiamano conglomerati anche gli impasti cementizi artificiali ( in questo caso: si chiamerebbero derivativi spurii anche interi articoli e manuali derivati da sintesi artificialmente assemblate anche sulla base di riassunti automatici).

Nella netta distinzione fra forme derivative di didattica dalle opere originarie, e riletture accurate delle pagine più significative come dall' autrice stessa selezionate, e ad altri affidate per curatela, sta la più forte e smaliziata presa di coscienza che l'intellettuale di oggi deve riconoscere. Si sancisce la irrimediabile distanza fra opera complessa ed avanzata e quindi bisognosa di una attenzione particolare, ed il contesto attuale rumoroso e frastornato dei riceventi lettori, in un contemporaneo eccessivamente affluente che ostacola quindi lo studio serio e documentato, rendendo la prassi storica e la pratica critica del tutto puntuali e circostanziate varianti di una altrettanto ' preziosa rarità di prassi'.

4. Le fragilità di un corpus intertestuale prescrittivo, raro, in un contesto di ricezione descrittivo critico

Il contesto di ricezione naturale, per pagine particolarmente innovative, realizzate per, tradotte in, o retroverse in lingua italiana, si caratterizza per quella componente critica ecdotica, che sempre ha connotato la tradizione filologica nobile, pregiata, per sottigliezze e di complessità evidente, che crea la unicità del sistema umanistico ed accademico nazionale. La comprensione armonica di ogni testo, a contenuto e forma originariamente innovativa, se filosoficamente importante, non è mai punto di partenza, ma piuttosto meta di un arrivo. Infatti l'accettabilità, da parte di una collettività di studiosi dei settori interessati, si conforma come risultato di accurata disamina, e si consolida, mediamente, nell'arco di vari decenni, di costante prassi di valutazione rigorosa.

Sono le fasi delle silenziosità operose individuali, dei singoli lettori specialisti in vari settori, a garantirne l'effettiva tenuta in tempi prolungati, mediati da numerose interazioni e consultazioni fra esperti, obiezioni, domande e superamenti di fasi di attesa, per il raggiungimento di un eventuale seppur parziale consenso, da parte di alcune scuole di pensiero, già in dinamica dialettica fra di loro, per altre vie e da sempre quindi distinte, che integreranno tale innovazione per le parti considerate consone, e comprensibilmente incaricheranno, commissionandoli, studi critici attendibili, per non assecondarne la espansione eccessiva che possa compromettere altre linee di ricerca in corso d'opera.

I risultati di tali tempi estesi, sono comunque stabili: una volta consolidata una interpretazione consensuale che involucrando in tutto o in parte, armoniosamente ogni asserzione innovante di una singola voce autoriale ed autorevole, di fatto ne garantisca il trasporto stabile attraverso recensioni e note critiche, per le future generazioni di studiosi, e quindi ne permetta la corretta catalogazione bibliografica, si può affermare che esiste una sicurezza di effettiva integrazione del concetto riletto, della pagina ripensata, nel tessuto disciplinare identificato, come idoneo alla accoglienza del paragrafo originario. Pur con le dovute riserve filologiche, che mai mancano di affiancarsi ai saggi filosofici, perfino a quelli più graditi in quanto ritenuti vicini a tradizioni locali già ampiamente consolidatesi.

I tempi attuali, che hanno richiesto, nel caso di alcuni volumi ormai rari, particolarmente importanti perché prescrittivi, nei rispettivi settori di afferenza concettuale, uno spazio di accettazione ridotto e compresso, di fatto hanno implicitamente messo sotto sforzo un sistema di lettori critici non abituato culturalmente alla approvazione della prescrittività, ma pronto, piuttosto, alla mediazione di indicazioni di massima, cui aderire in tutto o in parte, e quindi su cui produrre per apporre, riflessioni di contorno.

Sancire norme, basandole sul mettere in discussione paradigmi teorici vigenti da decenni, seppur riconosciuti rivelare una evidente carenza, per alcune aree specifiche, risulta fatto culturalmente arduo da rendere accettabile, nella compagine culturale italiana. Una linguistica descrittiva che accompagna in modo non pregnante, ma come elemento ispirativo, una didattica del testo, risulta comunque preferibile, nelle sue anse di carenza ed ovvi anfratti, proprio per la sua proclamata assenza di strumenti operativi. Sono appunto questi vuoti metodologici e queste intercapedini provvisorie, a permettere ai singoli docenti, e studiosi di aree affini di operare quelle scelte quotidiane, sulle quali basano loro stessi il proprio senso di identità di selettori ed operatori autorevoli, in mancanza di un paradigma coerente e coeso.

In questa logica di rispetto di microspazi, un approccio didattico del tutto efficace, soprattutto se multi comprensivo, basato sulla connessione coerente e coesa, di concetti finemente disambiguati, che di fatto permetterebbe la efficacia cognitiva, nella didattica in era multimediale, caso per caso, e faciliterebbe una misurabilità altrettanto accurata dei risultati, finisce per apparire fatto teoricamente devastante, per gli stessi fruitori e lettori, cui pare non venga più lasciato quello spazio professionale, che si fondava, per loro scelta, nelle carenze strutturali di un sistema concettuale incompleto, oppure obsoleto. Proprio queste irrimediabili lacune permettevano a ciascuno di loro di contribuire continuamente ad una applicabilità nel vissuto quotidiano, da ciascuno di loro era considerato come eroico agire professionale, proprio per questa irrimediabile mancanza di coesiva testualità efficace.

Stava proprio infatti in una inconcludenza metodologica esistenziale, come quella stabilita da paradigmi vaghi ed imprecisi, che si estendono proprio come segnale evidente di lavorazione metodologica ubiquita ed infinita, la rassicurazione per tanti studiosi, interpreti in attesa di fasi di continua revisione di teorie precedenti mai completamente verificabili. La incompiutezza di fatto era la certezza di una lavorabilità del microtesto praticamente illimitata, nell'attesa di più sistematica macrorevisione della prassi intertestuale vigente.

Nella evidente congruità e coerenza, dello strumento metodologico omnicomprensivo, divenuto raro, sebbene ad alta efficacia esplicativa - messo a punto in un lavoro di proporzione e profondità del tutto straordinario, da una autrice unica, che è la tempo stesso docente e che mutua comunque modelli solidi, ovvero applica adattandoli al contesto attuale quelli e solo quelli che siano cognitivamente fondati, o ne costruisce e ne istituisce di suoi continuamente, testandoli ovvero progettandoli sulla base di una verifica altrettanto precisa e minuziosa, ove l'indice ed indicatore di accuratezza sono di massima precisione- sta proprio e paradossalmente il grande limite intrinseco di questa operazione virtuosa, che non è vista come risultato di una epoca collaborativa, perché non ha avuto produttiva collaborazione, ma piuttosto ha scatenato opposizione o parziali tentativi di emulazione, e critiche perduranti e continuative.

La operatività intrinseca e la qualità evidente, di tale sistema di gestione di testi a paragrafi chiari e semplici, appare piuttosto una operazione epica, di singolare ambizione: come tale la accettazione della medesima struttura appare impossibile, perché viene a confliggere con i microinteressi critici ed ecdotici di una intera generazione di operatori filologici e didattici, che contano sulle profonde ambiguità perenni a sostegno delle rispettive, loro piattaforme operative, in perenne ciclicità.

Se quindi non fosse stata la stessa autrice a consolidare un nuovo pernio concettuale ridotto e veloce, minimo comune denominatore identificante, delle proprie opere successive ( 2006- 2008), condensando in una ulteriore sua fase didattica, in forma letteraria ormai completata, il senso della sua autoriduzione e permettendo quindi a critici ed imitatori di defluire in una opposizione di fatto perenne e ad oltranza, al suo modo di procedere unico, seppur per ere differenziate e proprio affrettando lei stessa questa volta i tempi di consegna di testi chiusi, come già completo era stato dalla medesima dichiarato il suo possente sforzo illustrativo in un corpus intertestuale datato (1980-2005), si sarebbe verificata la deframmentazione illogica, di ognuno dei suoi paragrafi anche letterari, e non solo di quelli di natura scientifica e didascalica.

I critici, quindi, mossi da linee di tendenza inerziali, e quindi proprio per questo destinate al grande impatto, avrebbero finito loro per dovere disintegrare quella paragrafazione intensa delle originarie prose autoriali, onde diluire le prescrittività evidenti, trasformandole una per una in critica descrizione perenne, al fine di mantenere il sistema bibliografico, dei settori coinvolti, in fase di continuativa carenza ed instabilità. Questo per potere manutenere un incompletabile calcolato in quanto tale, e necessitante di continue chiose, a permetterne sempre e soltanto parziali stati di riequilibrio, con riserve critiche da monitorare, in simultanea, nelle rispettive evoluzioni ecdotiche.

La critica più consueta alla autrice unica, è proprio in una omnicomprensività di fatto del suo comporre interdisciplinare, che permetterebbe – da parte di chi osteggia palesemente la ricerca di soluzioni ottimali seppur mai perfette comunque di alta qualità- di definirla come una docente culturalmente arrogante e didatticamente immodesta, ove il termine contrario di modestia, incorporerebbe piuttosto l'elogio del senso e del significato del limite, come valore aggiunto. In modo congruo, rispetto alle esigenze del contesto, ogni errore e refuso, che viene ritenuto risorsa fondamentale al mantenimento e manutenzione delle discipline didattiche stesse, viene difeso, e se tolto, reintrodotto, a fare fede di una forte opposizione a quanto sia completo in modo pressochè indiscutibile nella sua efficienza.

In tale oscillazione continua, non si può intravvedere effettivamente alcuna fase definitiva stabile, se non prassi parziali, di singoli storici e curatori e studiosi apprezzati per la loro chiarezza e coerenza. Alcuni infatti non faticano ad ammettere la esigenza accademica di un adeguamento da parte di una autrice rara ad una logica della ricerca di continui disequilibri, e riconoscono il valore delle stabili inadeguatezze di fondo, che non danneggiano mai i lettori; aprono quindi loro la porta agli scettici esclusi perché auspicano la accettazione delle motivazioni i coloro che legittimano la inserzione di errori proprio nelle tratte autoriali a più brillante concettualità.

E' proprio in tale modalità sorprendentemente critica, che starebbe la protezione della unicità culturale di una accademia localmente variegata, di comunità, che garantiscono la loro propria sopravvivenza metodologica in un mettere in continua discussione ogni tassello interdisciplinare, innovativo, che sembri pregiudicare il dubbio maieutico. Uno scetticismo esistenziale sembra quindi la unica pista per assicurare che il raro continui ad essere sinonimo di pregiato, e che la affluenza eccessiva a saperi omologati si confronti di fatto con i detentori di un accesso interpretativo, che proprio la massima ambiguità rende sicuro in quanto per decenni inconcluso, e quindi soggetto alle molteplici interpretabilità.

La epoca attuale della affluenza a più risorse contigue richiede che siano avviati studi precisi sulle macro e micro economie semantiche e pragmatiche, dei testi interdisciplinari, che costituiscono quindi percorsi di stabilizzazione di interi patrimoni culturali attuali garantendone la corretta accessibilità. Esempio di tale conservazione rispettosa sono le pagine web (preservate accuratamente da Bononia University Press come area di ricerca bibliografica denominata Archivio Fondo Letterario Graziella Tonfoni): importanti tuttora come testimonianza di una didattica affluente. Rappresentano una interpretazione seppur del tutto incompleta e parziale di una parte significativa delle opere di ricerca originarie ed originalissime per contenuti e forma dalla autrice destinate ad essere strumenti di didattica ispirativa di una intera generazione, in passato.

Un catalogo non completo resta tale perché storicamente fu così concepito, ovvero per contenere solo i riferimenti ad alcune delle opere storiche, indicando comunque agli studiosi la necessità di considerarle come un vero e proprio patrimonio, ampiamente consultabile. Come tali, sono i titoli e le categorie disciplinari di riferimento, indicazioni di massima, per la manutenzione di pagine integre ed intatte. Sono piattaforme, che dimostrano il valore di una testimonianza autoriale scientifica e didattica, unica nel suo genere, perché si preservino le date degli originali, e allo stesso tempo se ne possano documentare le fasi di fruizione delle pagine, le riedizioni, le copie anastatiche e ripubblicazioni sintetizzate, in modo rispettoso delle nuove e diversissime condizioni sociali attuali, ovvero del periodo post web, che le rende oggi condensabili e compendiabili.

Ma il valore intrinseco di storicità, che di fatto dipende dalla continua movimentazione dei titoli, dai primissimi anni ottanta, e di cui è la sola autrice e testimonial a doversi occupare, così come di distanziarsi e distinguersi dai derivativi, che molti lettori ne hanno nel tempo ricavato, contribuisce a produrre una sinopsi del pensiero linguistico computazionale contemporaneo italiano, parte integrante di una didattica della comunicazione multimediale di valore nazionale.

La validità della forma di presentazione mai obsoleta, è quotidianamente assicurata dalle operazioni letterarie e scientifiche, distinte e del tutto diverse che l'autrice stessa compie in altri settori didattici, scientifici, storici e letterari su piano nazionale ed internazionale attuale. E' quindi l' autrice stessa a doverne assicurare la stabilità concettuale, che una didattica diffusiva nel passato aveva irrimediabilmente compromesso.


I percorsi di ricerca post Letteratura Computazionale Italiana, quelli direttamente gestiti ed unicamente predisposti dalla autrice, sono finalizzati a mantenere le quote di assorbimento dei valori concettuali delle sue opere prime intatti, valori che diversamente crollerebbero per mancanza di prassi di manutenzione. Nella contemporaneità profondamente mutata non avrebbe più senso neppure richiedere ad eventuali critici che si proponessero per questa operazione di recupero e restauro coloro che si sono distaccati dal percorso formativo per seguire linee non solo autonome ma del tutto contrastanti.

La piattaforma scientifica e letteraria che Graziella Tonfoni, con la Letteratura Computazionale Italiana, si conforma come accademicamente solida quindi soltanto dal 2006 ed il sito di Bononia University Press che la ospita tuttora, assume e stabilizza la sua caratteristica di intertestualità 'open source' per intere comunità accademiche nazionali data la natura evidente di sito storico archeologico.

Continua quindi da sola la autrice stessa ad assicurare quotidianamente il valore delle quote interpretative necessarie, nelle più varie progettualità attuali che continuamente da sola attiva e pratica. Con lei resta viva la testimonianza dell'era rara e pregiata della storia delle scoperte cognitive pre web e dei rispettivi rappresentanti di settori, oggi tanto cambiati da essere perfino ridenominati con nuovi termini. Titoli stabili nel tempo per questo meno importanti per le ricadute interpretativa di riletture nel loro effettivo contesto di realizzazione e programmazione.

5. Le catalogazioni instabili nell'era delle riproducibilità nelle molteplici forme e formati

Assegnare immediatamente a categorie stabili e a settori disciplinari, già ampiamente accettati nelle loro definizioni e sottocategorizzazioni interne, testi complessi, che di fatto non abbiano conseguito ancora la legittimazione piena da parte delle rispettive comunità scientifiche di riferimento, in un certo territorio e cultura, può risolversi in operazione condivisibile solo ed unicamente se l'autorevolezza della personalità proponente non viene di fatto costantemente messa in discussione da spinte centrifughe, a valenza dissipativa che indeboliscano quindi l'intero percorso.

La perdurante riduzione della attendibilità di una fonte autorevole ed autoriale, pur evidentemente rara e pregiata per le concettualizzazioni che contiene, pone le premesse oggettive per cui le pagine stesse che contengono i principi fondanti, di una intera architettura interdisciplinare, risultino di fatto dei veri e propri micromodelli progettuali, aperti e soggetti quindi a destrutturazioni e riconfigurazioni che possono semplicemente confluire in sintesi altrui, all'interno di compendi e di repertori che perdono la originaria struttura della fonte.

Irrealizzabili sono risultate le numerose proposte di coinvolgimento immediato di settori affini per predisporre quell' accordo nel sistema di classificazione, di un corpus intertestuale originario coesivo in quanto di unica mano, che consolida direttamente la unica autrice. Sta proprio nella proposta di semplice rilettura di originali ormai divenuti rari a trovarsi, almeno per alcune centinaia di pagine, concettualmente diradate e ricomposte poi in varie forme riproducibili in lingua italiana, la forze di questa operazione. Evidente la effettiva rilevanza storica rispetto al contesto sociale di arrivo, la rivisitazione filologica corretta di tomi, che possono essere resi volumi virtuali, in una altrettanto potenziale collana di ingegneria della informazione.

Si tratterebbe di un compendio immaginabile, che presenterebbe caratteristiche di tipologia umanistica, che può essere prefigurabile nei suoi dettagli. Evidente può risultare la fittezza sul territorio, di innumerevoli altri contributi, ove la influenza concettuale e gli influssi stilistici, che si sono propagati e sono derivati dalla lettura sistematica di un raro corpus intertestuale. Si riflettono negli indici di assorbimento e si rilevano nei livelli di contrapposizione. L'assorbimento tematico può derivare dalla ampia circolazione e diffusione dei micro modelli autoriali progettuali aperti, ed è evidente che una operazione di ripescaggio di linee concettuali originanti, e di diramazioni successive, del tutto estranee risulta possibile, ma forse oggi può apparire anacronistica, non necessaria.

Come nel design che prevede la fase di accurata progettazione, e la differenzia dalla costruzione effettiva, proprio sulla base della precedente produzione di prototipi, che poi possono essere implementati e costruiti, oppure restare comunque nucleo fondante ed esemplare modellistica, resta un vasto e variegato epistolario dell' autrice, a dimostrare le tappe evolutive in una progettazione accurata delle singole prove di accettabilità, il suo costante impegno della personalizzazione delle varie proposte previste per numerosi comitati editoriali, locali e nazionali.

Si tratta di un vero e proprio patrimonio di modellini testuali, lessicalmente specifici, la maggior parte dei quali ha carattere formativo, e quindi è di rilevanza culturale anche per il settore composito di una editoria scientifica variegata, che intenda formare alla prassi coerente di una ingegneria dell' informazione, responsabile, nelle sue varie articolazioni, in un ambito di studi in continua evoluzione.

Dai carteggi collaterali dell'autrice emergono sempre sia rispetto che apprezzamento per le attività scientifiche, ed umanistiche già esistenti sul territorio. Si sottolinea però chiaramente la esigenza di una cultura non esclusivamente tecnica, dato l'impatto, che i nuovi sistemi di comunicazione hanno sugli utenti e sulla compagine sociale, e quindi ovviamente si sancisce l'esigenza di un ripensamento delle modalità informative stesse.

Questi veri e propri modellini editoriali predisposti, che caratterizzano il periodo dal 2006 al 2009 , disegnati appositamente dall'autrice, personalizzati secondo i vari referenti di area tecnico- scientifica, ed umanistico-letteraria, sono proposti sulla base di competenze complesse, interdisciplinari, maturate continuativamente negli anni, che documentano un quotidiano servizio nella scienza della informazione. Queste linee prescrittive emergono nella consegna delle pagine progressivamente selezionate.

Si tratta quindi di paragrafi, che possono di fatto costituire per studiosi di settori tecnici un importante patrimonio di conoscenze, affiancati, da liste di consigli operativi troppo spesso disattesi da leggere e consultare comunque per l'impatto, che se effettivamente seguite tali indicazioni, avrebbero potuto avere sul quotidiano contemporaneo.

La proposta virtuale di ricatalogazione, attraverso particolarissime schede di autodefinizione della autrice stessa, da lei denominate 'autorecensioni', al fine di evidenziare la alta interdisciplinarietà ed intertestualità delle sue realizzazioni ( 2006-2009), prende forma di vera e propria metasintesi concettuale, smaterializzata, quindi da ogni connotazione di impatto attuale di precedenti volumi, in una cultura che all'inizio del secondo decennio del secolo XXI deve affrontare problemi già del tutto diversi da quelli del primo decennio del terzo millennio.

Nondimeno, tale autochiosatura intende documentare fedelmente quel percorso di informazione, che l' autrice aveva inteso avviare nei confronti di colleghi di area tecnica, al fine di rendere disponibili, in sedi frequentate dagli specialisti dei vari settori della progettazione di sistemi, pagine, che possono avere per loro un diretto interesse formativo, quando si apprestino appunto, gli esperti dei vari settori applicativi, a progettare interi sistemi di gestione dati accertati, derivando le metodiche da solide letture e riletture.

Se ne indica qui, per esemplificarne la forma stilistica particolare, per struttura contenuto e forma una serie di esemplari.

Primo esemplare autoreferenziale

Graziella Tonfoni, I Saggi della Perpendicolarità Linguistica, in Collna "Serie Studi dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici", 33, Napoli, Bibliopolis, 2007, p. 179-210, ISBN 7088-88-527-9.

G. Tonfoni, 2007, capitolo X, Breve storia della Letteratura Computazionale. Si tratta di un saggio fondante in quanto l'autrice, testimonial di una epoca di ricerca fra le più complesse, rapide, movimentate e tumultuose, vi illustra e giustifica la delineazione e definizione di un nuovo termine e nuova voce enciclopedica, la letteratura computazionale, a compendiarne il senso storico e la portata semantica e pragmatica.

Tale ridefinizione precisa, in un settore ad alta interdisciplinarietà, caratterizza complessivamente, e comprende specificamente, testi di varie tipologie, di valore scientifico verificato e confermato, portatori di innovazione nel settore delle metodologie computazionali e delle scienze cognitive. Questo articolo, si distingue chiaramente non solo per i contenuti storici di una testimonianza di ricerca unica nel suo genere, ma anche per le particolarità stilistiche, e le relative perpendicolarità contenutistiche.

La stilizzazione delle teorie fondanti, in settori che rapidamente evolvono, non lasciando agli studiosi il tempo per riletture meditate, rende possibile una attenta analisi contrastiva, partendo dai testi scientifici originali, originari, portatori di complesse innovazioni, ma anche conduttori di numerose indicazioni pratiche, e di suggerimenti operativi che, se disattesi, irrimediabilmente rivelano che la progettazione dei sistemi testuali complessi, che li abbia ignorati di fatto ha incorporato errori di programmazione logica di crescente proporzione. Ecco quindi non solo la validità intrinseca, ma la urgenza di riproporre paragrafi di attualità scientifica evidente, concepiti e composti dall'autrice, ma spesso trascurati e non attentamente compulsati, in anni precedenti, dalle varie e diversificate comunità computationalmente impegnate, cui l'autrice ha con accurata descrizione di fatto indirizzato tali paragrafi, anche ricorrendo a calchi terminologici ed a neoconiazioni. Proprio per facilitare soprattutto chi per la prima volta legge, e con competenze linguistiche specifiche, si documenta progressivamente.

Parole chiave: letteratura computazionale, perpendicolarità linguistica, frattalità frastica

Secondo esemplare autoreferenziale

Graziella Tonfoni, Marvin Lee Minsky, in "Enciclopedia Filosofica", volume ottavo, Fondazione Centro Studi Filosofici di Gallarate, Milano, Bompiani, 2006, p. 7460, ISBN 88-452-5773-8.

Una voce enciclopedica, che documenta nelle sue fasi principali, il percorso di ricerca in fieri di uno fra i più noti protagonisti della scienza contemporanea, anche fra i più importanti, per la assoluta diversità, ovvero Marvin Minsky, vivente, attivo, storicamente annoverato fra i Padri Fondatori dell'Intelligenza Artificiale. I limiti di spazio di ogni voce enciclopedica, pongono chi si debba occupare di produrre una consistente sintesi, di fronte a drastiche scelte, ecco quindi che data la estrema dovizia di già esistenti voci, che definiscono e raccontano una fra le più complesse personalità, in varie lingue, qui si procede ad una scelta di essenzialità.

Vi si sottolinea la importanza di non omettere il forte collegamento fra il percorso di adattamento di una logica effettivamente estranea alla nostra cultura, quale quella di uno scienziato rigoroso ma anche fantasioso ed eclettico, che spesso può apparire irriverente per la paradossalità come scelta espressiva, ovvero Marvin Minsky. E' questo il compito specifico dalla affidataria della voce stessa. Tale mediazione culturale, è quanto ha reso possibile una accettabilità di massima di tanto composito personaggio, in più settori fra loro troppo spesso non comunicanti ed è stata più volte riconosciuta dal suo stesso Mentor of honour che già aveva comunque definito Graziella Tonfoni come la linguista contemporanea che maggiormente ha rispettato lo spirito scientifico della teorizzazione infinita nelle sue applicabilità della Society of Mind.

Questa voce attesta quindi la necessità non solo di comprendere gli aspetti scientifici sostanziali di una figura tanto autorevole come quella di Marvin Minsky, ma anche l'importanza di trasferirne mediando le discrepanze, interculturali, la essenza più autentica e meno sensazionalista, nell'ambito di una tradizione filosofica stabile e approfondita, come è quella italiana. Tradizione antica, che intende meditare sulle innovazioni prima di accettarne le aree di maggiore salienza, nel rispetto delle localizzazioni e secondo le linee di pensiero già esistenti sul territorio culturale antico, moderno e contemporaneo. Si tratta quindi di una sintesi che evita di creare intercapedini di fraintendimento,lasciando a chi consulta, decidere se e come approfondire lo studio di tanta effettiva mobilità concettuale.

Parole chiave: intelligenza artificiale, società della mente, percezione

Terzo esemplare autoreferenziale

Graziella Tonfoni, La nuova voce di 'Letteratura Computazionale' nell'Enciclopedia Filosofica Bompiani, "RILA, Rivista Italiana di Linguistica Applicata", XL, gennaio-agosto 2008, vol.1/2, p. 366-367, ISSN 0033-9725.

Muoversi secondo modalità scientifiche, comunque sempre innovative, richiede e comporta, da parte di chi intenda introdurle, sempre e comunque in modo responsabile ovvero concependo e verificando e poi divulgando, un lavoro estremamente intenso di ecdotica. Si concretizza l'onere di collocare ogni neoconiazione, facendola apprezzare come tale, anche quando si tratti di un unicum, ovvero non di un percorso euristico da imitare, né da emulare, ma semplicemente da conoscere e ben comprendere.

Un'autrice bilingue, atipica e singolare vive quindi solo attraverso le 'comprensibilità indirette', sintonie che si manifestino da parte di colleghi e redazioni; estremamente importanti per lei sono coloro che sappiano senza volerla travisare o modificare in modo aberrante, per neutralizzarne il complesso spessore. Tale è il caso di questa 'autorecensione', doverosa precisazione dell' autrice nei confronti di livelli di complessità evidenti nelle sue opere, che richiederebbero un tale sforzo ecdotico a posteriori da parte di gruppi di ricerca filologica impegnati per anni, da rendere invece preferibile assicurare all'autrice stessa, periodicamente, alcune spazi di auto pronunciamento al fine di evitare equivoci o di cedere ad ipercorrettismi.

Prima fra tutte le riviste italiane a dimostrare di sapere coglierne l'importanza, e quindi disponibile a pubblicare anche le assai atipiche autorecensioni della autrice in Italia è stata RILA, Rivista Italiana di Linguistica Applicata. Evidenti sono quindi le premesse di questa nuova tipologia, riconducibile per certi aspetti lessicali al settore scientifico e letterario di un raffinato Women's Studies in Translation Theories and Methodologies.

Parole chiave: letteratura computazionale, retorica computazionale, linguistica computazionale

Quarto esemplare autoreferenziale

Graziella Tonfoni, Recensioni autoreferenziali di Graziella Tonfoni,
1-10, "Italianistica Online", 22 Marzo 2008, a cura di L. M. Reale,
http://www.italianisticaonline.it/2008/tonfoni/

Per comprendere il senso, il contesto, ed il significato autentici, di una operazione letteraria complessa, come quella di una letterata, che ha come fine quello di promuovere ragionamenti corretti e di rafforzare pensiero critico positivo, in una società multimediale frastornata, troppo spesso colpita gravemente dall'accanimento ad emulare, facilitata dalla falsificabilità illimitata, consentita dal virtuale, riportiamo le stesse frasi dell' autrice, che si pronuncia a favore della letteratura didascalica, e da linguista, procede con una serie di affabulazioni metaforiche, trattasi di vere e proprie applicazioni didattiche, attraverso analogie ed astrazioni, che hanno lo scopo di indicare le problematicità attuali per risolverle in una maieutica che valorizzi la dimensione del dialogo costruttivo.

La autrice manutiene quindi quotidianamente i suoi testi, corredandoli del loro effettivo contesto interpretativo, mantiene personalmente ognuna delle sue pagine, libera da concrezioni devianti di nessi semantici, che non esistono, se non nell'immaginario di lettori, che intendono manipolarne il senso autentico, a loro piacimento, rende ognuna delle sue frasi scevra da interpretazioni fuorvianti, quelle che inquinano le menti dei lettori, operando sia nel settore della linguistica nucleare, ovvero con premesse e glosse guidate, e procedendo nel settore della alta densità dei contenuti poetici didascalici, sempre però vincolandoli ad interpretazioni precise, a contesti concreti realistici, mai con miscelamenti o ibridazioni spurie. Opera parallelamente per lo sviluppo collettivo sano della lettura guidata e commentata, per la protezione delle fonti testuali rinnovabili, ad energia interpretativa corretta, equa e sostenibile. Per rispettare l'ambiente affollato, da tante proposte editoriali in cui i lettori ed editori oggi vivono in una gara di visibilità. Questi brevi componimenti esprimono di fatto la quintessenza della meta auto referenzialità sostenibile.

Parole chiave: letteratura ecologica, iperbolicità stilistiche, comprensibilità solidale.

Si conclude affermando che la lettura di queste schede chiarisce la importanza di un involucramento semantico pragmatico corretto, preliminare introduzione e premessa di leggibilità sostenibile, per ognuno dei testi rari cui si applica, che potrebbe essere soggetto ad infiltrazioni di fuorviante interpretazione, se non coerentemente coibentato dalla struttura interpretativa corretta, basata sulla simmetria di tratti sovrasegmentali. Per il rispetto delle intenzionalità previste effettivamente dalla autrice e non ad essa impropriamente attribuite, né confusamente attribuibili, a posteriori.

6. Conclusioni

La riconsiderazione attenta dei tratti di rarità testuale, di concettualità che risulti stabile, e quindi non foriera di pregiatezza occasionale e momentanea, per volumi in corso di realizzazione oggi, o in via di elegante riedizione, diventa processo delicato ed altamente complesso. Accreditare oggi il pregio di una serie di volumi, sui lunghi tempi, è percorso estremamente accidentato, proprio perché risultato di processi di selezione, fra opzioni praticamente illimitate di proponenti, per quantità di offerte di leggibilità potenziale.

Nel mondo editoriale attuale, chi si prepara a lasciare quindi selezioni quantitativamente e qualitativamente coerenti, di opere pregiate, estraendole con senso di consapevolezza da propri affluenti cataloghi, deve operare soprattutto per garantire che tali scelte rendano possibile un futuro di recupero di contesto storico di ogni tomo, e quindi deve stabilizzarne il significato esatto nel momento storico di originaria produzione. Assume un ruolo essenziale la figura dell'esperto in selezione per il trasporto nei secoli.

Se gli storici in passato, ovvero fino all'avvento pervasivo del web, potevano ricorrere ad un repertorio di documenti sufficientemente esteso ed attendibile, al tempo stesso quantitativamente gestibile, nei loro percorsi di ricerca qualitativa, per valutare ogni volume, nel suo paratesto ed apparato critico, gli storici del contemporaneo post tecnologico, devono potere essere dotati di quei filtri autoriali indispensabili che soli possono offrire garanzie. Per scegliere accuratamente gli elementi da trattenere poi in apparati critici, che costituiranno la griglia e la base per sinopsi, che siano minimamente adeguate, a captare il nucleo effettivamente significativo di quanto oggi quotidianamente viene pubblicato in modalità dissipative e centrifughe ad altissima accelerazione, può essere davvero necessario l'intervento diretto della autrice.

Nasce quindi l'esigenza di predisporre criteri diversificati, proprio sulla base di ridefinizioni di termini, come quelle che è sono state suggerite, oppure solo minimalmente delineate, nelle varie aree di questo capitolo, che non ha alcuna pretesa di sistematicità, ma che intende fornire spunti di riflessione e di dibattito, al fine di potere garantire la gestibilità di una ricerca storica corretta, in una realtà, come quella attuale, editorialmente turbolenta e criticamente altrettanto disturbata da spinte e risacche e controtendenze, e momentanee o perduranti soste.

In mancanza di indicazioni precise, sugli effettivi livelli di leggibilità, sui tempi e sui modi, che ogni volume, ritenuto rilevante ed attinente, implica e richiede, non può oggi restare alcuno spazio gestibile ai ricercatori impegnati nella corretta identificazione dei dati verificati e delle pagine rilevanti se non coadiuvati da chi sia l'oggetto del loro studio.

In questa dimensione culturale di fatto capovolta, il concetto stesso di volume raro e pregiato, può essere meglio tradotto nei termini di 'tomo effettivamente verificato per la correttezza di informazioni che veicola o su cui basa i propri capitoli, in simmetria consistente rispetto alla tipologia testuale di riferimento ed al genere di lettori previsti, nel contesto di originaria produzione, e sulla base delle proiezioni di leggibilità a venire nei secoli successivi'.

La pregiatezza, quindi, diventa fattore relativizzabile, ad una serie multiparametrica, che include la congruità della progettazione del contenitore, ovvero della forma e struttura fisica del manufatto testuale cartaceo rispetto alle finalità di lungo termine. Un indicatore di coesione, vero e proprio ponte di collegamento fra forme di pubblicabilità, può essere stabilito da una parallela 'summa textualis', ovvero compendio autorevole che compaia online, come evidente risultato di un percorso di attento ed accurato riposizionamento delle fasi progressive, di correzione di inesattezze che si sono proliferate, di rettifica per una lettura ecdotica ed approfondita quindi, di pagine che sono destinate a cambiare percettivamente nel tempo, se non accompagnate dalle dovute annotazioni, che garantiscano un non deragliamento dell'originario significato nella sfilacciatura che il transito temporale irrimediabilmente produce.

Nella contemporaneità dislocata, i nessi causa effetto, come intesi nello stato di originante progettazione dell'opera rara, sono assai difficilmente rilevabili, se non preventivamente indicati: ecco che la autoreferenzialità diventa un parametro forte, una caratteristica importante, per non compromettere quindi l'interpretazione effettivamente congrua negli anni e nei secoli futuri.

La demoltiplicazione delle piste interpretative, la riduzione delle supposizioni ridondanti, e mai destinate comunque a raggiungere alcun tipo di verificabilità sufficiente, a fare prevalere una tesi piuttosto che una altra, a partire da un unico volume di pregio, seppur moltiplicato in copie diffuse, costituiranno un corpus ipotetico, a sé, e come tale da rendere disponibile solo agli specialisti, che vorranno in futuro cimentarsi a studiare le estreme e spesso inutili complicazioni che una pratica delle tecnologie ed una prassi delle editorialità possibili decentrate, del tutto incontrollate, come verificatasi nel primo decennio del terzo millennio, ha causato. Troppo davvero si è diffuso e messo in onda rendendo oscillatorio ogni giudizio, precario ogni tentativo di pur provvisoria sistematizzazione.

Come eccessivo sarà quindi considerato questo inizio secolo, deregolato e frastornato, e proprio per questo reso estremamente instabile, altrettanto risolutoria ed auspicabile quindi arriverà ogni opera rara che si basi sulla riconduzione almeno di un senso ad una attuale costellazione di frastagliati ed equipollenti significati di cui alcuni corretti ed altri del tutto spurii.

Graziella Tonfoni, Università di Bologna, e-mail: graziella.tonfoni@unibo.it


Note

[1] Cfr. Graziella Tonfoni, Didattica del Testo. Curricolo di Formazione Linguistica per gli Insegnanti, Teramo, Giunti Lisciani Editori, 1991; riedizione autorizzata di: Id., L'Ipotesi Didattica Testuale, "Coordinamento Biblioteche del Comune di Modena" e "Gruppo Provinciale LEND", Modena, G. 1982; e di Id., La competenza testuale, "Mondo Ladino", Quaderni, 5 (1984), 8, p. 69-120). Ristampa anastatica: Milano, Clup, giugno 2001.

[2] Cfr. Graziella Tonfoni, Tipologie di lettura e processi cognitivi, "Studi Italiani di Linguistica Teorica ed Applicata', 2-3 (1987), 16, p. 359-379.

[3] Cfr. Graziella Tonfoni, Laboratorio di Multimedialità attiva e tecniche di visualizzazione dei percorsi di scrittura e lettura dei testi, in "Gli ipertesti e la didattica", Atti del Convegno Inforscuola '91. I Mostra - Convegno Nazionale di Informatica, Telecomunicazioni, Telematica ed Editoria per la scuola, Milano, C. T. I., 1991, p. 1-8.

[4] Cfr. Andreina Albanese, Qualche considerazione sull'interpretazione di fonti cinesi scritte in lingua non contemporanea, in "Studi Linguistici e Orientali, 3 (1986), p. 219-229.

[5] Cfr. la lezione presso l'Università di Roma La Sapienza, per il Dottorato diretto dal Prof. Sergio Barile , 28 aprile 2010, dal titolo Sistemi di gestione della innovazione: da una didattica centrifuga ad una stabilizzazione centripeta, per il monitoraggio responsabile e la verifica continuativa della conoscenza diffusa.

[6] Cfr. Graziella Tonfoni, I Saggi della Perpendicolarità Linguistica, in "Serie Studi dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici", 33, Napoli, Bibliopolis, 2007, in particolare capitolo X.
Id., Marvin L. Minsky, 1985-86; The Society of Mind e Ben Shneiderman, Leonardo's Laptop, "Intersezioni", 27 (2007), 1 p. 147-150; Id., La nuova voce di 'Letteratura Computazionale' nell'Enciclopedia Filosofica Bompiani, in "RILA, Rivista Italiana di Linguistica Applicata", XL, gennaio-agosto 2008, vol.1/2, p. 366-367; Id., recensione a Enciclopedia Filosofica, edizione interamente riveduta ed ampliata in 12 volumi, a cura del Centro Studi Filosofici di Gallarate, Milano, Bompiani, in "Media 2000, Mensile di Cultura Digitale", 261 (2008) 26, p. 47-49;
Id., recensione a Letteratura Computazionale, nuova voce nell' Enciclopedia Filosofica Bompiani, Fondazione Centro Studi Filosofici di Gallarate, 2006, in "Mondo Ladino", 32 (2008), p. 218-219;
Id., Un caso unico di autoreferenzialità scientifica e letteraria (2005-2007): per un catalogo degli Epistolari Frattali attraverso I Saggi della Perpendicolarità Linguistica di Graziella Tonfoni, "Bibliotime" 12 (2009), 2, <http://spbo.unibo.it/bibliotime/num-xii-2/tonfoni.htm>; Id.,
Una disciplina multimediale: la letteratura computazionale italiana, "Media Duemila. Rivista di Cultura Digitale" Roma, versione online, 19 aprile 2010, <
http://www.mediaduemila.it/?tag=letteratura-computazionale-italiana>; Id., Bibliografia selezionata delle opere classiche (1979-2009), A10, 642, Roma Aracne, 2010.

[7] Cfr. R Faraldo – A. Saggion, Spazio, Tempo e Spazio-Tempo in un Ambiente di Apprendimento, Padova, Libreria Internazionale Cortina, 2010.




«Bibliotime», anno XIV, numero 3 (novembre 2011)

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