«Bibliotime», anno XIX, numero 1 (marzo 2016)

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Maria Rosaria Califano

Un'esperienza di apprendimento organizzativo attraverso l'uso di Wikipedia



Abstract

Through the GLAM/AIB Campania adherence, we have tried to change the learning concept and make it accessible to everyone even through multimedia channels. It is not only the library in itself anymore but its services are reachable by everyone online thanks to technologies like Wikipedia and its synergy. Wikipedia becomes part of the library, hence the librarians become part of a very big program making online information much more detailed and precise. This way knowledge becomes much more accessible for everybody and widespread, also through the idea of putting more detail into each entry, correlating them with more bibliography & accessing services that have not been used before in Italy. Through group work we have tried to create different perspectives and content sharing, and after these 2 steps the experiment becomes an innovative way of learning. The work is still in progress but becomes more and more interesting.

Tra le tante collaborazioni che si auspicano per i bibliotecari, una delle più interessanti è senza dubbio quella con Wikipedia, l'enciclopedia aperta, collaborativa e gestita completamente dagli utenti. Il motivo per cui i bibliotecari sono chiamati a collaborare sono molteplici, uno fra tutti che oserei definire filosofico, è che "la conoscenza è un bene che usato non si consuma, se condivisa non si divide, si moltiplica".

Il valore fondante dell'enciclopedia è la convinzione che una comunità sia più democratica e consapevole quando ha libero accesso alla conoscenza. Un valore che raffigura perfettamente l'immagine che da sempre, e oggi in modo particolare, si deve avere della nostra professione. In fondo da sempre l'accesso all'informazione è uno dei capisaldi della professione bibliotecaria, noi cataloghiamo il mondo documentale per renderlo accessibile, lo indicizziamo per farlo ritrovare, tentiamo di consegnare quel messaggio di cui i libri sono portatori a chi rielaborandolo lo trasforma in conoscenza.

La figura del bibliotecario veicolatore di conoscenza non è affatto nuova e attraverso progetti come Wikipedia si ha la possibilità non solo di veicolarla, di diffonderla, ma anche di crearla. Creare conoscenza attraverso attività tipiche della professione, aggiungendo ad esempio i riferimenti bibliografici e anche riscoprendo quella vocazione di autore e promotore culturale che aveva un tempo, realizzando voci relative ai beni culturali del proprio territorio e della propria biblioteca: il progetto GLAM (Galleries, Libraries, Archives, Museums) nasce per coinvolgere i professionisti del settore culturale alla diffusione di contenuti ad accesso aperto.

Uno dei motivi per cui l'AIB Campania ha sponsorizzato questo connubio tra bibliotecari e Wikipedia è stato la valorizzazione del patrimonio culturale e non solo delle biblioteche. Portare alla luce quei tesori nascosti che sono i fondi delle biblioteche campane, fondi che le biblioteche possiedono e che per custodire finiscono per nascondere un po' come i gioielli di famiglia: più preziosi sono più tentiamo di proteggerli, ma custodendoli in questo modo finiamo di privarcene, li eliminiamo dal nostro uso quotidiano e li priviamo di senso.

Che senso ha, infatti possedere delle collezioni bellissime, rare, antiche, se queste non vengono restituite al mondo e se non servono a creare conoscenze e cultura, motivo per cui gli stessi libri sono stati creati. La creazione del circuito tra bibliotecari e wikipediani va nella direzione di valorizzazione e promozione del territorio, della cultura ma anche di promozione e valorizzazione della professione, dei bibliotecari stessi e, attraverso di loro, delle biblioteche in generale.

In Wikipedia i bibliotecari incrementano i riferimenti bibliografici con cui permettono l'attivazione di quel meccanismo virtuoso di comunicazione tra OPAC e Web, in modo da favorire una prosecuzione della ricerca dal Web al patrimonio della biblioteca; un percorso che noi sappiamo dover essere bidirezionale, dal Web all'OPAC e quindi alla biblioteca e da questa al Web (qui rientra tutto il discorso dei linked data e di prodotti come DBpedia [1], l'estrazione di dati per essere riutilizzati). Sono chiamati altresì a scrivere voci, creare voci relative ai propri fondi, voci relative alle figure che sono dietro quei fondi, ma anche a scrivere voci più ampie, non solo di biblioteconomia o scienze affine che nella versione italiana sono poche e generalmente di bassa qualità. Sono chiamati a promuovere la partecipazione che va nella direzione di rendere pubblico e accessibile il sapere, non dimentichiamoci che siamo i primi e i migliori sostenitori del movimento dell'Open Access, di contribuire cioè all'accesso libero dei prodotti della scienza.

I bibliotecari sono chiamati, in ambiente scolastico e universitario, a sperimentare percorsi di Information Literacy attraverso l'uso dell'enciclopedia per raggiungere obiettivi concreti di valutazione delle fonti, uso responsabile di contenuti web, tecnica della ricerca bibliografica, capacità citazionali. Insomma i bibliotecari sono chiamati a mettere al servizio di una comunità più ampia la propria professionalità, e se è vero che la nostra mission consiste nel migliorare la società facilitando la creazione di conoscenza [2] stiamo nel posto giusto al momento giusto.

Da quando ho cominciato a interessarmi alla "qualità" per calarla nella mia organizzazione, l'aspetto che più mi ha affascinato è stato senz'altro il management delle risorse umane, inteso come "coinvolgimento" [3], che passa per lo sviluppo, la formazione e la valorizzazione. I vantaggi dell'applicazione di questo principio sono stati subito chiari:

Lo strumento naturale per realizzare questo principio è il "lavoro di gruppo", un luogo cioè dove le persone, condividendo un obiettivo, integrano abilità e modi di fare, utilizzando al meglio le risorse disponibili. La valorizzazione del capitale umano equivale alla crescita personale e quindi, attraverso il miglioramento delle competenze richieste alle persone, di crescita aziendale: "coinvolgimento vuol dire creare un ambiente orientato all'apprendimento organizzativo, […] dentro il quale si sviluppano innovazione, e cambiamento" [4].

La possibilità data all'individuo di accumulare e sviluppare conoscenza, abilità e atteggiamenti contribuisce, attraverso l'interazione, a migliorare la propria attività lavorativa e quindi il proprio contesto organizzativo. Un'azienda, ma anche un settore della PA, che vuole essere presente in modo efficace ed efficiente, deve diventare una Learning Organization [5], ovvero un'impresa che apprende e che coinvolge nel processo formativo l'insieme delle figure professionali interessate al processo produttivo. Le opportunità di apprendimento oggi sono senza limiti e proprio per questo devono essere in qualche modo monitorate e gestite; la responsabilità della leadership diviene perciò quella di creare e gestire nuovi contesti di apprendimento, formale, informale e non formale [6], dove i discenti sono chiamati ad apprendere mediante risorse educative aperte e o a distanza.

Attraverso nuove forme di apprendimento digitale si sprigionano una serie di potenzialità e opportunità finora sconosciute. Il ruolo del management diviene quello di animatore [7] delle strutture formative, il cui fine è permettere alle persone di "imparare ad imparare". L'autoapprendimento in un contesto aziendale fa leva su motivazioni di tipo emozionali e relazionali, ma anche e soprattutto di responsabilizzazione, sulla possibilità di sviluppare nuovi stili e modi di lavorare divenendone protagonisti. La possibilità di diventare protagonisti passa dall'operatività, dallo svolgimento di progetti applicativi. Con questi obiettivi ho tentato - attraverso l'adesione al progetto GLAM/AIB Campania [8]- di trasformare una rigida struttura come un "ufficio" [9] in un ambiente di apprendimento e di crescita.

Quello che riporto come mero racconto nella pagine seguenti è l'esperienza ancora in fieri realizzata nella Biblioteca dell'Università di Salerno. Partendo dall'interesse personale mostrato da alcuni collaboratori iscrivendosi al corso di formazione [10], abbiamo creato un gruppo di lavoro, con un vero "ordine di servizio", a cui sono stati affidati compiti precisi per la partecipazione come Ente all'enciclopedia:

L'ordine di servizio come atto formale è fondamentale in quanto permette ad un gruppo di persone di diventare un gruppo di lavoro, perché oltre a stabilire un obiettivo gli viene dato un riconoscimento dall'esterno. L'idea è stata quella di tentare, attraverso un nuovo strumento, la tecnologia Wiki, di creare un ambiente di apprendimento. Un ambiente dove ciascuno possa contribuire a creare un circuito virtuoso di conoscenza, "una spirale della conoscenza" [11] che, partendo dalla possibilità di risolvere un problema pratico (problem solving), arrivi alla concettualizzazione di un modello nuovo sotto il profilo gestionale e tecnico, per poi concludersi con la messa in circuito delle nuove conoscenze e quindi diventare sapere non individuale ma dell'intera struttura. Successivamente ai primi approcci individuali alla scrittura delle singole voci abbiamo tentato di trovarne una a cui collaborare in gruppo. Dopo un'attenta analisi delle voci presenti in Wikipedia ne abbiamo scelto una che ci potesse permettere di realizzare un progetto più ambizioso, cioè passare dalla teoria alla pratica.

Abbiamo immaginato un progetto ampio riassumibile in tre obiettivi:

  1. attraverso Wikipedia fare formazione organizzativa tramite la formazione individuale;
  2. per Wikipedia lavorare in gruppo e quindi consolidare un metodo di lavoro chiaramente improntato allo sviluppo di conoscenza;
  3. grazie a Wikipedia migliorare il lavoro ed i servizi della biblioteca: quello che ho definito strategia operativa.

Wikipedia, il centro del nostro progetto, è diventato insieme strumento, mezzo e obiettivo i cui destinatari sono:

  1. la comunità, anzi l'universo, perché la creazione di una voce arricchisce l'enciclopedia e quindi il sapere;
  2. le risorse umane, perché fa formazione e viene stimolato anche sul piano individuale;
  3. la struttura, perché dall'attuazione del progetto ha dei miglioramenti;
  4. i nostri utenti, perché traggono vantaggi dai miglioramenti realizzati.

Per raggiungere gli obiettivi prefissati abbiamo lavorato con metodi diversi, applicando diverse tecniche. Lo schema seguente rende immediatamente visibile l'intreccio delle metodologie usate.

Figura 1 – Intreccio metodologie

Nella pratica la cosa è molto semplice, attraverso la realizzazione di un Wiki, che è per sua natura strumento didattico, abbiamo fatto formazione per poi far discendere da questa formazione un progetto applicativo di miglioramento. Siamo partiti dalla consapevolezza che la partecipazione ad AIB /GLAM Campania, se bene utilizzata e sfruttata, ci potesse servire anche nella pratica quotidiana del nostro lavoro di bibliotecari. L'utilizzo infatti di un ambiente aperto e collaborativo come il Wiki conduce ad un mutamento dell'ambiente lavorativo perché nella creatività del lavoro personalizzato ma controllabile richiede un assunzione di nuove responsabilità relative alla decisione di che cosa, come, dove e quando creare conoscenza per sé e per gli altri. L'utilizzo di piattaforme come Wikipedia da un lato offrono la possibilità di contribuire ad un progetto filosofico aperto - anzi open source - dall'altro restituiscono quell'elemento di piacevolezza, nell'uso di certi strumenti, che sono la spinta emotiva per continuare ad impegnarsi.

Andando per ordine: attraverso la conoscenza acquisita - in forma consapevole e strutturata ma soprattutto non superficiale - per realizzare una voce enciclopedica, siamo in grado di percepire gli elementi necessari sia per elaborare la scrittura della voce sia per elaborare una strategia operativa e applicarla. Abbiamo scelto come voce Revisione delle raccolte, che è assente nell'enciclopedia italiana mentre è presente nelle altre versioni [12]; un primo passo è stato proprio quello di leggere e capire che cosa avevano fatto gli altri, capire la terminologia, il livello del dibattito professionale in Italia e all'estero.

Un primo e appassionante lavoro è stato, attraverso Zotero Reference Manager [13], creare una bibliografia, in modo da realizzare uno screening completo della letteratura sull'argomento. Dalla bibliografia al recupero del materiale. Con il materiale bibliografico recuperato abbiamo sperimentato quello che in gergo tecnico si chiama apprendimento cooperativo [14] cioè l'apprendere insieme, l'uno con l'altro, l'uno dall'altro e l'uno per l'altro: cioè, ancora una volta abbiamo puntato sul gruppo, che già di per sé implica un fattore di apprendimento. Nel gruppo la complementarietà delle persone, portatrici di competenze differenziate, permette di raggiungere un sufficiente grado di integrazione, caratteristica essenziale per sviluppare la membership.

Volendo conservare una certa autonomia e interdipendenza in modo tale che ciascuno potesse riconoscere la necessità reciproca e quindi lo scambio, abbiamo diviso la voce da realizzare in segmenti che ciascuno si è preoccupato di studiare in modo approfondito. L'argomento infatti, molto vasto è stato diviso in paragrafi, anche pensando che successivamente in Wikipedia ciascuno poteva inserire il proprio lavoro, in un secondo tempo in gruppo abbiamo condiviso lo studio individuale [15] ricostruendo la conoscenza che ognuno a quel punto possedeva e arrivando a capire i punti da approfondire o tralasciare.

I vantaggi che sono emersi da questo lavoro di gruppo essenzialmente sono stati:

La fase di formazione non è terminata con il "condividere", anzi si è evoluta - o per meglio dire si sta evolvendo - verso la pratica, con l'attuazione di ciò che abbiamo imparato, come un vero e proprio apprendimento esperienziale. Un apprendimento basato sulla sperimentazione di situazioni, di compiti reali in cui il partecipante si trova a mettere in campo le proprie risorse e competenze per l'elaborazione e/o riorganizzazione di teorie e concetti volti al raggiungimento di un obiettivo. L'apprendimento teorico e quello pratico si intrecciano e si alimentano a vicenda; attraverso questo processo di apprendimento di gruppo ed esperienziale siamo arrivati a definire il nostro problema, cioè identificare la nostra esigenza operativa, e siamo arrivati a sviluppare quelle abilità tipiche del problem solving [16].

L'esperienza diventa apprendimento quando si è capaci di trasformare le conoscenze acquisite, talvolta implicite, in risposta a compiti reali e concreti. In questa prospettiva il principale problema diventa il metodo, poiché "trovare il metodo di lavoro significa produrre pensiero di gruppo", cioè significa definire in modo più oggettivo possibile, separando ad esempio i dati e le informazioni dalle opinioni, i passaggi obbligatori di un processo. Noi abbiamo usato la tecnica del FARE, cioè Focalizzare, Analizzare, Risolvere ed Eseguire:

FASI

OPERAZIONI MENTALI

RISULTATI

Focalizzare

Selezionare il problema

Verificare e definire il problema

Carenza di spazio: crescita fisiologica del patrimonio (oltre alle donazioni private e accorpamento delle biblioteche dei dipartimenti)

Duplicazioni tra copie cartacee e e-book

Usura dei testi – legatoria Obsolescenza dei testi

Fruibilità del patrimonio a catalogo e a scaffale

E-book

Analizzare

Decidere cosa è necessario sapere

Raccogliere i dati di riferimento

Determinare i fattori rilevanti

Calcolo degli spazi reali e potenziali

Riferimenti normativi

Tasso d'uso

Piattaforme e-book

Dati del Document Delivery

Colmare le lacune

Risolvere

Generare soluzioni alternative

Selezionare una soluzione

Sviluppare un piano di attuazione

Acquisto on line

Riorganizzazione spazi

Creazione Carta Collezione

Creare un magazzino di stoccaggio

Lavorare in rete

Eseguire

Impegnarsi al risultato aspettato

Eseguire un piano

Monitorare l'impatto durante l'implementazione

Scelta di un metodo

Figura 2 – Tabella del FARE

Contestualmente a questo approccio operativo ci siamo impegnati ad elaborare il processo di scrittura in Wikipedia, che è ancora in sandbox e che bisogna terminare. La possibilità legata alla struttura del Wiki di continuare a lavorare nel tempo, aggiungendo materiali proveniente da fonti diverse e da diverse persone, ci permette di progettare un percorso a lungo termine. Un percorso non solo operativo che dà la possibilità di sperimentare un nuovo modo di fare formazione, un modo di interpretare la professione, un nuovo modo di fare qualità, un nuovo modo di coinvolgere. L'esperienza sta portando benefici non solo pratici ma soprattutto sul piano emotivo e psicologico, perché tirare fuori dalle persone la loro più grande ricettività vuol dire lavorare bene sulla motivazione, sul senso di appartenenza, sulla capacità e volontà di aumentare le proprie potenzialità. Sul piano della qualità di cui parlavo all'inizio, avere persone responsabili del proprio sviluppo significa avere persone che sono per definizione empowered, più capaci di miglioramenti nelle prestazioni [18] e quindi obiettivo raggiunto!

Maria Rosaria Califano, Sistema Bibliotecario di Ateneo - Università degli studi di Salerno, e-mail: mrcalifano@unisa.it


Bibliografia

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Note

Ultima consultazione siti web : 2 marzo 2016.

[1] http://it.dbpedia.org/.

[2] R. David Lankes, L'atlante della biblioteconomia moderna, edizione italiana a cura di Anna Maria Tammaro e Elena Corradini, Milano, Bibliografica, 2014.

[3] Il "coinvolgimento del personale" è uno degli otto principi di gestione del Sistema Qualità previsti dalla norma UNI ISO 9001:2008 Sistemi di gestione per la qualità – Requisiti: "Le persone, a tutti i livelli, costituiscono l'essenza dell'organizzazione ed il loro pieno coinvolgimento permette di mettere le loro abilità al servizio dell'organizzazione"; nell'edizione 2015 si parla di "partecipazione attiva delle persone" e al punto 7.1.6 si parla di conoscenza organizzativa.

[4] Giovanni Di Domenico, Pensare, lavorare per progetti, in , p. 168.

[5] La gestione delle risorse umane nell'era digitale, a cura di Barbara Sena, Milano, Franco Angeli, p. 105.

[6] Raccomandazione del consiglio europeo 20/12/2012.

[7] Creazione di contesti di apprendimento, "De Qualitate", febbraio 1998, p. 99.

[8] Il progetto di collaborazione delle Biblioteche campane (sezione Campana dell'AIB) con Wikipedia Italia per incrementare i contenuti relativi ai beni librari campani nell'enciclopedia mondiale è visibile all'indirizzo https://it.wikipedia.org/wiki/Progetto:GLAM/AIB_Campania.

[9] Sistema Bibliotecario di Ateneo dell'Università degli Studi di Salerno, http://www.biblioteche.unisa.it/.

[10] Corso tenuto da Susanna Giaccai a Salerno il 26 e 27 febbraio 2015, organizzato dall'AIB sezione Campania.

[11] Nonaka, Ikujiro [et al.], The Knowledge-Creating Company, Milano, Guerini e Associati, 1997.

[12] Versione francese: https://fr.wikipedia.org/wiki/D%C3%A9sherbage_%28biblioth%C3%A8que%29; Versione inglese: https://en.wikipedia.org/wiki/Weeding_%28library%29.

[13] Zotero Referecence Manager è un software open source per la gestione dei dati bibliografici e materiali di ricerca correlati.

[14] L'apprendimento cooperativo (Cooperative Learning) è un metodo che coinvolge gli studenti nel lavoro di gruppo per raggiungere un fine comune. Gli elementi fondamentali del Cooperative Learning sono: positiva interdipendenza, responsabilità individuale, interazione faccia a faccia, uso appropriato delle abilità nella collaborazione, valutazione del lavoro.

[15] Nell'inserto scientifico "Corriere salute" del "Corriere della sera", 24 maggio 1999, si illustra come il 95 % di ciò che si impara è frutto di ciò che si può spiegare agli altri.

[16] Il problem solving è un processo cognitivo messo in atto per l'analisi di una situazione problematica.

[17] Gian Piero Quaglino - Sandra Casagrande - Anna Maria Castellano, Gruppo di lavoro di gruppo: un modello di lettura della dinamica di gruppo, una proposta di intervento nelle organizzazioni, Milano, R. Cortina, 1992, p. 97.

[18] Ivi, p. 99.




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