«Bibliotime», anno XVII, numero 1 (marzo 2014)

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Silvia Seracini

Biblioteche marchigiane tutte da raccontare in un concorso promosso dall'Associazione Italiana Biblioteche *



Abstract

As librarians, we know the value of our services but we also see the role of libraries at times undervalued. Maybe we need new ways to communicate our cultural identity, especially in a context such as the present one. The Marche region section of AIB (Associazione Italiana Biblioteche), in collaboration with 'RaccontidiCittà' and Simplicissimus Book Farm, organizes 'Storie da biblioteca', a short-story and photo contest to tell the libraries in a different way, by listening to patrons.

1. Il contesto di riferimento

Le biblioteche raccolgono, organizzano e rendono disponibili i prodotti della creatività e dell'ingegno, forniscono accesso ad una pluralità di saperi e di informazioni, agevolano l'attività dei ricercatori e degli studiosi, tutelano la memoria culturale della nazione, offrono a tutti i cittadini occasioni di crescita personale e culturale, costituiscono un presidio di democrazia fondato sulla libertà di espressione e sul confronto delle idee, favoriscono l'acquisizione di competenze che possono essere spese nella vita sociale e lavorativa e la diffusione dell'information literacy, strumento indispensabile per esercitare i propri diritti di cittadinanza in una società che voglia essere realmente inclusiva.

Nonostante le biblioteche rappresentino un servizio essenziale per la vita culturale, sociale e civile di un paese, attualmente in Italia non sembrano godere di grande considerazione. Secondo Stefano Parise, presidente dell'Associazione Italiana Biblioteche, la credibilità delle biblioteche passa attraverso un'indagine sui modi di espressione della propria identità culturale e l'individuazione dei temi più importanti per il loro futuro, fra cui spicca senza dubbio quello di trovare i modi di "uscire da sé" ed iniziare a modificare stereotipi che stanno diventando sempre più stretti, soprattutto in un contesto come quello attuale, che vede l'affermarsi di nuove forme di comunicazione ed il configurarsi di una società multietnica. In questo contesto, le biblioteche dovrebbero procedere –insieme a tutti gli altri soggetti che hanno a cuore i temi dell'accesso all'informazione – alla conoscenza e alla cultura, ispirandosi ai vari modelli e dispositivi adottati da altre nazioni.

E allora, forti della consapevolezza che tre innegabili risorse delle biblioteche sono rappresentate dalle persone che le vivono, dalle collezioni e dagli spazi, perché non metterci in gioco, imparando a conoscerci a partire da ciò che emerge dai ritratti di biblioteca (e di bibliotecari) elaborati nell'ambito di una serie di eventi-concorso?

2. Gli organizzatori e i partner

http://www.raccontidicitta.it/RaccontidiCittà nasce nel 2006 come associazione culturale che si propone di promuovere le città e i luoghi attraverso l'organizzazione di eventi letterari e laboratori di scrittura, focalizzati sul genere del racconto breve per esprimere uno slancio di progettualità politica e sociale. La scrittura è infatti finalizzata a un progetto in comune fra tutti i partecipanti: de-scrivere la propria città, fornirne un ritratto vivo e attuale da molteplici punti di vista.

La proposta di un concorso che riproponesse tali finalità declinandole nelle biblioteche regionali ha subito incontrato il favore e il sostegno della Sezione Marche dell'AIB. Partner dell'iniziativa sono stati nella prima edizione l'Associazione Golden Book Hotels, la quale riunisce un selezionato gruppo di aziende turistiche che hanno scelto di legare la loro immagine al gesto elegante del dono di un libro o un eBook ai propri ospiti, e nella seconda Narcissus.me di Simplicissimus Book Farm, società la cui mission consiste nel facilitare, con i suoi servizi di produzione distribuzione e vendita, la transizione al digitale di tutti i soggetti protagonisti dell'editoria: dagli autori agli agenti, dagli editori ai distributori e ai retailer, fino agli stessi lettori.

Per quanto concerne altri sostenitori, significativo l'appoggio del portale sviluppato e gestito dall'Associazione culturale no-profit Biblioteche Aperte, che riunisce bibliotecari e utenti interessati alla vita delle biblioteche, e della Regione Marche, che nel 2013 ha presentato Storie da biblioteca presso il suo stand nell'ambito del XXVI Salone Internazionale del Libro di Torino e che quest'anno, anche grazie alla collaborazione del servizio Politiche Sociali, ospiterà la cerimonia di premiazione della seconda edizione del concorso. Importante inoltre l'apporto dell'associazionismo culturale locale (in particolare dell'Associazione LeggIo) e degli arteterapeuti ed educatori esperti delle realtà bibliotecarie carcerarie della Regione Marche.

3. L'idea: Storie da biblioteca

Si tratta di un concorso itinerante a partecipazione gratuita per racconti brevi e fotografie che tocca alcune biblioteche delle Marche e che, nella seconda edizione di quest'anno, ha premiato i migliori elaborati con eReader offerti dall'AIB Marche, servizi di self-publishing Narcissus.me, buoni acquisto da spendere su UltimaBooks.it e la pubblicazione in due antologie (una per i racconti e una per le fotografie), disponibili per essere scaricate gratuitamente dagli scaffali di UltimaBooks.it.

I racconti e le foto vengono elaborati estemporaneamente in quattro ore presso le sedi delle biblioteche nell'ambito di giornate che possono prevedere anche presentazioni di libri o altri eventi di socializzazione culturale (aperitivi letterari, letture teatrali, cacce al tesoro, etc.). Questi racconti, oltre che ispirarsi al tema prescelto per l'edizione in corso, si propongono di comunicare le peculiarità della struttura ospitante e l'importanza che essa riveste per la comunità di riferimento: la biblioteca come luogo d'incontro fra persone, dove avvengono storie, dove si conserva il passato e si costruisce il futuro.

Le storie delle biblioteche e di chi le frequenta diventano dunque i libri di una biblioteca più ampia, e andranno ad affiancarsi una accanto all'altra, come su di un virtuoso scaffale, a sottolineare la valenza del servizio offerto da questi luoghi di condivisione del sapere. Gli eventi in questione costituiscono inoltre l'occasione per presentare i tesori (magari nascosti) delle strutture partecipanti, le quali si occupano anche di elaborare le tracce [1] per il concorso (personaggi celebri che le hanno frequentate, documenti di maggior interesse, aneddoti, etc.) e di indicare gli eventuali testimonial (artisti, esperti, etc.) dell'iniziativa.

Tutto questo allo scopo di dar voce alle biblioteche, sollecitando la creatività di chi gravita nel loro mondo (in primis i lettori, ma anche i bibliotecari stessi, gli scrittori, gli editori, etc.), per costruirne un'immagine viva e partecipata che superi gli stereotipi e le metta al servizio di una ri-alfabetizzazione della società, quanto mai necessaria nei momenti di crisi economica e sociale, e quindi in grado di condurci verso il futuro nell'ottica, se possibile, di una convergenza con musei e archivi e di rafforzate alleanze con le amministrazioni di qualsiasi livello territoriale.

4. I destinatari dell'iniziativa

Gli eventi, ad ingresso gratuito, sono rivolti a bibliotecari, insegnanti, intellettuali, librai, scrittori, editori e, più in generale, ai soggetti interessati alla cultura ed alla sua promozione. Da una parte l'iniziativa è orientata verso un target interni (ad esempio i bibliotecari) delle biblioteche marchigiane che aderiscono al progetto, allo scopo di informare, motivare, orientare e promuovere. Poi ci sono i target esterni (come gli amministratori locali, ma anche gli utenti potenziali o di passaggio delle biblioteche) da coinvolgere nell'esperienza e convincere, enfatizzando le componenti emozionali dei servizi.

A parte il pubblico speciale rappresentato dai detenuti delle strutture carcerarie marchigiane, che già dalla prima edizione hanno aderito al concorso, i partecipanti sono stati i più vari: dai frequentatori più assidui e appassionati a quelli obbligati a stazionare sulle sudate carte per via di un esame; da coloro che addirittura ambirebbero a trovarsi dall'altro lato del bancone dei prestiti per svolgere la professione più bella del mondo, ai visitatori occasionali, che magari hanno varcato per la prima volta la soglia della biblioteca proprio in occasione della partecipazione al concorso.


5. Le due edizioni del concorso

La prima edizione del concorso si è svolta nella seconda metà del mese di ottobre 2012, coinvolgendo novantacinque partecipanti in tredici biblioteche marchigiane, per la gran parte comunali anche se hanno aderito al progetto tre biblioteche carcerarie e una biblioteca scolastica. I due vincitori finali, premiati con eReader offerti dall'AIB Marche e weekend da trascorrere in uno degli Alberghi del Libro d'Oro, sono stati votati da una giuria nazionale, [2] fra una prima selezione dei ben duecentotrenta elaborati (settantatre racconti e centocinquantasette foto) complessivi, i migliori dei quali risultano pubblicati in undici ebook a cura dell'Associazione Golden Book Hotels.

Da queste narrazioni a più voci emergono istantanee di un mondo che sa come resistere all'attacco della polvere: la biblioteca come terapia contro il dolore, come gabbia e, al tempo stesso, via di evasione; ma anche luogo verso cui viaggiare alla ricerca delle proprie origini o scenario ispiratore di sogni e sentimenti che si snodano fra le righe.

La seconda edizione di Storie da biblioteca, organizzata dall'Associazione Italiana Biblioteche Sezione Marche, in collaborazione con RaccontidiCittà e con Narcissus.me di Simplicissimus Book Farm, si è svolta nella seconda metà del mese di ottobre 2013 es ha coinvolto in tutto centoventiquattro partecipanti in quindici biblioteche marchigiane, fra cui la biblioteca di Studi storici del Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Macerata e le biblioteche di quattro istituti penitenziari marchigiani – la Casa Circondariale di Pesaro, la Casa di Reclusione di Fossombrone (PU), la Casa Circondariale di Montacuto (AN) e la Casa di Reclusione di Barcaglione (AN).

Trecentoquattordici elaborati (settantanove racconti e duecentotrentacinque foto) sono stati il bottino di questo appassionante tour. Il tema scelto per l'edizione di quest'anno è il lavoro: non solo quello del bibliotecario ma anche quello degli utenti, degli studiosi e degli scrittori che si documentano, delle imprese che organizzano traslochi o disinfestazioni di fondi librari… perfino il "lavoro" dei ladri di libri antichi o dei pirati di eBook! Gli elaborati raccontano di visioni architettoniche delle biblioteche del futuro, sogni di aspiranti bibliotecari, proposte di nuove competenze e stravaganti lavori da svolgere fra gli scaffali.

6. Prospettive future: storytelling da biblioteca

Le biblioteche dunque hanno l'esigenza di trovare nuove forme di espressione della propria identità culturale, che portino a promuovere in modo meno autoreferenziale la loro immagine di luoghi dove le persone si incontrano, leggono (ma anche scrivono) libri (o eBook). La proposta, di conseguenza, è quella di attingere alle tecniche dello storytelling [3] per analizzare in modo creativo i bisogni, i desideri e le abitudini dell'utenza, associando tale pratica all'utilizzo delle altre metriche e alle tradizionali indagini sulla customer satisfaction.

Il concorso, insomma, permette ai partecipanti di esprimere il proprio punto di vista al di là di test che producono fredde relazioni su calcoli statistici; una volta prestata attenzione alle narrazioni degli utenti e individuati quali bisogni [4] possono essere soddisfatti dai propri servizi, sarà poi indispensabile per le biblioteche interrogarsi sul modo migliore per creare un racconto in cui i protagonisti (gli utenti) passino da uno stato di insoddisfazione ad uno di esaurimento dei propri desideri, perché è proprio il piano delle attese emozionali connesse alla fruizione dei servizi bibliotecari quello che conta, e (soprattutto) quando ciò che si intende comunicare riguarda aspetti decisamente materiali, le storie di maggiore successo sono quelle di natura immaginativa, che destano sorpresa, divertimento, meraviglia. Capaci di uscire dall'ordinario e di appassionare. Tanto più che i contenuti espressi sotto forma di storie hanno più probabilità di diventare "virali", perché entrando in un contesto narrativo si suscitano emozioni fondamentali e si sviluppa un senso di unità.

Il paradigma narrativo, dunque, come nuova - ma anche antica [5] - frontiera dei modelli comunicativi. Però trovare una buona storia non è facile, perché un racconto non è solo di se stessi ma anche dei pubblici a cui si rivolge. Il primo passo per le biblioteche consiste quindi in un esercizio di auto-ascolto, per capire se il racconto che possiedono è interessante o no: questo denota capacità di mettersi in discussione, istaurando una conversazione sincera con gli utenti e coinvolgendoli nella costruzione della propria storia. Del resto lo user-generated content non è cosa nuova: da sempre lettori, pensatori, scrittori, inventori e sognatori si documentano nelle biblioteche per scrivere testi, che siano una tesi di laurea o l'elaborazione di una nuova teoria.

Quando ci ostiniamo a raccontare (e a raccontarci) una storia vecchia, legata a una visione limitata di noi stessi, limitiamo le nostre possibilità di evolverci come professionisti. Armati di penna e macchina fotografica, avventuriamoci dunque come novelli eroi fra gli scaffali di questo appassionante tour di alcune biblioteche marchigiane per ricostruirne un'immagine che vada al di là di ogni stereotipo, con l'auspicio che tale esperienza possa crescere e interessare altre regioni.

Infatti, se pure un po' di polvere è apparsa fra le righe di queste Storie da biblioteca, è comunque vero che da molti degli elaborati traspare l'intuizione della biblioteca come luogo di incontri e di ispirazione, con tutta una vita che brulica dietro un sipario, quello sì, magari un po' vetusto. Perché alla fin fine nelle biblioteche rivivono tutti i personaggi delle storie che ci accompagnano, e il silenzio serve solo all'ascolto delle loro voci, per ritrovare la nostra.

7. La morale della storia

Cosa possono imparare i bibliotecari da questa storia? Forse che il mestiere di bibliotecario non è morto, e se anche fosse in crisi, tutti gli studiosi di scienze della narrazione sanno bene che i racconti migliori sono generati proprio dai difetti [6]. No, il bibliotecario non è morto, forse è solo un po' lento a gestire il suo arco di trasformazione (Marks, 2007) ovvero quella linea profonda di una struttura narrativa che si trova dentro una storia. Comprendere come funziona questo meccanismo ci permetterà di continuare a narrare racconti avvincenti, però prima mettiamoci comodi (ma non troppo!) e cominciamo ad ascoltare quello che hanno da raccontarci i nostri utenti.

Silvia Seracini, Ancona, e-mail: silviaseracini@yahoo.it


Bibliografia

Andrea Fontana - Joseph Sassoon - Ramon Soranzo, Marketing narrativo: usare lo storytelling nel marketing contemporaneo, Milano, Angeli, 2011.

Dara Marks, L' arco di trasformazione del personaggio, Roma, Audino, 2007.

Materiale prodotto da Associazione Pratika©, <http://www.pratika.net> <http://www.pratika.net/portal/orientamento/94-teorie-lorientamento-narrativo.html> (consultato il 06/04/2014).

Joseph Sassoon, Storie virali: come creare racconti di marca capaci di diffondersi in modo esplosivo nel web, Milano, Lupetti, 2012.

Joseph Sassoon, Web storytelling: costruire storie di marca nei social media. Milano, Angeli, 2012.

Chris Vogler, Il viaggio dell'eroe: la struttura del mito ad uso di scrittori di narrativa e di cinema, Roma, Audino, 2010.

Wayne A. Wiegand, Cosa manca nella didattica e nella ricerca in library and information studies, 1° Seminario nazionale di biblioteconomia, Roma, 30-31 maggio 2013.

Note

* Le foto inserite sono quelle risultate finaliste nel corso dell'ultima edizione del concorso Storie da biblioteca. Gli autori sono, in ordine di apparizione, Beatrice André [biblioteca La Fornace di Moie di Maiolati Spuntini (AN)], Noemi Capriotti [biblioteca di Studi storici del Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Macerata (fondo librario "Mario Sbriccoli"] e Aniello G. [biblioteca Casa Circondariale di Pesaro].
Silvia Seracini č bibliotecaria della sezione AIB Marche e presidente dell'Associazione culturale RaccontidiCittà

[1] Esempi di tracce a cui i partecipanti si potrebbero ispirare sono il rinvenimento di un prezioso manoscritto; una storia d'amore che si snoda fra gli scaffali; la profonda comprensione di un fatto della propria vita che scaturisce dalla lettura di un libro rivelatore; un bimbo che impara a leggere in biblioteca con il nonno e lo stesso nipote che gli insegna a navigare sul web. E poi un difficile esame universitario superato grazie all'aiuto di un brillante bibliotecario: già, perché anche la figura del bibliotecario può rivelarsi un'inesauribile fonte di ispirazione!

[2] La giuria delle due edizioni di Storie da biblioteca è composta da membri dell'AIB e dell'Associazione culturale RaccontidiCittà, rappresentanti delle strutture che hanno ospitato l'evento e delle istituzioni politiche locali, esponenti del mondo dell'arte e della cultura, fotografi, giornalisti, docenti universitari, esperti di storytelling, educatori ed operatori carcerari.

[3] "Lo storytelling è la disciplina che studia come è fatto e si è costruito il racconto di un individuo o di una organizzazione ai fini di orientarlo in modo più efficace rispetto ai bisogni di sviluppo personale / organizzativo di crescita / coinvolgimento sociale. Fare storytelling significa capire il racconto personale o organizzativo di partenza, quindi ridefinirlo in base ai nuovi obiettivi (individuali o istituzionali) costruendo i mezzi e i canali con cui diffonderlo verso gli altri, per coinvolgerli e appassionarli" (tratto da: <http://www.pratika.net/portal/orientamento/94-teorie-lorientamento-narrativo.html>, consultato il 06/04/2014).

[4] Il concetto di bisogno insoddisfatto è infatti cruciale sia nel marketing che nello storytelling se David McKenna sottolinea che "una storia non inizia fino a che qualcuno non vuole qualcosa e si muove in una certa direzione per ottenerla".

[5] "Il racconto è presente in tutti i tempi, in tutti i luoghi, in tutte le società; il racconto comincia con la storia stessa dell'umanità; non esiste, non è mai esistito in alcun luogo un popolo senza racconti [...], il racconto è come la vita" (Roland Barthes).

[6] Il concetto di fatal flaw introdotto da Marks (2009) riguarda il difetto che segna ogni personaggio cinematografico all'inizio dell'avventura, la carenza fatale che dovrà essere colmata nel corso della storia attraverso il superamento di molte prove.




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