«Bibliotime», anno XVIII, numero 2 (luglio 2015)

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Antonella De Robbio e Manuela Fasan

L'uso del DoGI banca dati per la dottrina giuridica italiana nelle biblioteche accademiche di area giuridica *



Abstract

Within the legal area, both librarians and lawyers use legal databases as basic instruments for the complex network of regulatory, judicial or bibliographic citations. The network of cross-references interweaves complex threads of data and contents, and establishes the documentary infrastructure for the law. The need to integrate the three areas of legal information – i.e. legislation, case law and literature – has been for a long time a fundamental requirement to bridge the gap and remove barriers to achieve an integrated access to information. The approach of an academic law librarian to Law databases alternates librarianship reference models and, on the other hand, takes into account the complex context of law information. Law literature is composed of a heterogeneous combination of documents, and DoGi is one of the most precious resources for the Italian Law literature research. The open source access to Law documentation has been a subject discussed by those involved for many years; it’s been quite a long time since DoGi is opening towards a technical integration having as its object the interoperability, linked open data and open economic models. Since 18th March 2015, DoGi can be found in ITTIG website. This work focus on the evolution of DoGi services and gives food for thoughts for its future upgrades.

1. Introduzione

Grazie alla trasformazione dell'informazione di questi anni, dovuta alla smaterializzazione dei supporti, anche l'informazione giuridica da analogica ha assunto forme e modalità di trasmissione digitali. Parallelamente anche le biblioteche di questo settore si sono evolute, seppur in modo graduale, mutando forma al mutare dei contenuti che esse racchiudono nelle loro collezioni: da biblioteche esclusivamente cartacee si stanno trasformando in vere e proprie biblioteche digitali. In questa fase ancora intermedia del processo alcune possono ritrovarsi in una forma ibrida.

Nell'area giuridica, sia il bibliotecario sia il giurista - seppur con fini differenti - usano le banche dati di settore come strumenti di base entro la complessa rete di riferimenti citazionali, siano questi normativi, giurisprudenziali o puramente bibliografici. Tali strumenti che creano il network di riferimenti incrociati per annodare i complessi fili tra dati e contenuti costituiscono quella che viene definita l'infrastruttura documentaria per il diritto [1].

Chi si occupa oggi di informatica giuridica documentaria - scienza che studia la gestione delle conoscenze di ambito giuridico - per raggiungere le informazioni che gli servono per il proprio lavoro (come bibliotecario o come giurista) necessita non solo di abilità "informatiche", ma di tutta quella gamma di competenze che rientrano nella sfera dell'accesso alla conoscenza. Ciò per poter avere accesso all'informazione giuridica, che per sua natura presenta peculiari caratteristiche che ne determinano i differenti usi.

L'esigenza di integrazione delle tre differenti tipologie in cui è conformata l'informazione giuridica, legislazione, giurisprudenza e dottrina, in particolare nelle banche dati tradizionali (anche se dotate di accesso in rete) è da tempo un requisito fondamentale, al fine di sanare quelle fratture che creano barriere ad un accesso integrato a informazioni di contenuto.

Difatti un'integrazione tra banche dati che dovrebbero essere navigabili e interconnesse eviterebbe all'utente di moltiplicare le ricerche in fonti differenti - spesso eterogenee per funzionalità e scopi - e al contempo eviterebbe alle biblioteche di doversi abbonare a costose piattaforme commerciali, che solitamente presentano zone di sovrapposizione informativa non sempre necessarie. Gli aspetti correlati ai modelli economici nella produzione dei sistemi per l'informazione giuridica da parte dei fornitori di tipo commerciale, in relazione alle fasce di utenza che fruiscono di questi servizi informativi, dovrebbero essenzialmente rispondere a quattro requisiti: coerenza, trasparenza, familiarità ed efficienza.

Ai fini di un confronto tra banche dati di ambito giuridico, l'approccio del bibliotecario accademico di area giuridica, se da una parte usa modelli di riferimento squisitamente biblioteconomici che la professione impone, dall'altra tiene conto del contesto particolare che caratterizza l'informazione giuridica nella sua complessità.

Come dice Fernando Venturini, della Biblioteca della Camera dei Deputati, il diritto presenta delle contraddizioni profonde in quanto, soprattutto a seguito di Internet, impatta fortemente con la sfera sociale. Questo perché il diritto è utile non solo ai professionisti del settore (avvocati, magistrati, giudici…) o ai giuristi accademici, ma tocca anche il cittadino, sia nella sua vita professionale sia nella vita privata nel rapporto con le istituzioni. Ma il diritto "è qualcosa di molto complesso non solo perché utilizza un linguaggio ed un apparato concettuale specialistico, ma anche perché deriva da ordinamenti che si sovrappongono e da una produzione di fonti torrenziale […]; sembra chiedere nello stesso tempo il massimo della mediazione informativa e il massimo della disintermediazione". [2]

Illustrare l'uso coordinato di tutti gli strumenti al fine di condurre una ricerca il più possibile esaustiva del materiale bibliografico, giurisprudenziale e legislativo, è uno degli aspetti che caratterizzano l'attività di reference, cuore del lavoro del bibliotecario e supporto imprescindibile alla carriera professionale dei futuri giuristi.

2. La banca dati DoGI strumento principe per la dottrina giuridica italiana

La dottrina giuridica, dal punto di vista documentale, è costituita da insiemi eterogenei di tipologie documentarie tra le quali si ricomprendono le opere ad accesso discontinuo (come dizionari ed enciclopedie giuridiche, codici, codici commentati, repertori, commentari…), le opere ad accesso continuo (trattati, manualistica…) e tutta la letteratura periodica per una ricerca dottrinale "estesa" oltre ai testi monografici recuperabili grazie a ricerche bibliografiche nei cataloghi specialistici di area giuridica o nei siti editoriali.

La dottrina giuridica include svariate forme di letteratura scientifica giuridica, pubblicazioni prodotte da fonti diverse che per loro natura integrano le altre tipologie di informazioni come norme e sentenze. Agnoloni e colleghi sostengono che "la dottrina giuridica rappresenta la ricostruzione interpretativa ed il collegamento dei fatti alla fattispecie astratta" [3]. In altri termini la dottrina giuridica riveste un ruolo fondamentale quale "connettore" tra leggi e giurisprudenza, interpretando le norme, attraverso una elaborazione scientifica di concetti enucleati dai giuristi che aiutano a comprendere nuove e vecchie norme e a entrare nel dettaglio delle sentenze generando un dibattito giuridico utile alla comunità.

L'archivio DoGi è una delle fonti più preziose per la ricerca della dottrina giuridica italiana, contiene quasi 400.000 riferimenti ed è costantemente aggiornato, con un incremento annuo di circa 13.000 unità documentarie. Dal 18 marzo 2015 DoGi è consultabile liberamente dal sito dell'ITTIG [4] che lo cura dal suo sorgere nel 1970.

L'ITTIG - organo del Consiglio Nazionale delle Ricerche e membro della rete dei Legal Information Institutes (LIIs) - svolge attività di ricerca, alta formazione, consulenza e trasferimento tecnico-scientifico nel campo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione applicate al diritto e alla pubblica amministrazione, producendo e diffondendo banche dati di rilievo nazionale e internazionale e mettendo a disposizione software specialistico e strumenti per la ricerca dell'informazione giuridica in rete. Nell'ambito di queste attività l'ITTIG produce, gestisce e distribuisce l'archivio DOGI che contiene riferimenti bibliografici e abstract di articoli, note a sentenza, commenti a legislazione pubblicati in oltre 250 riviste giuridiche italiane [5] e, dal 2009 sono disponibili, in un database distinto, anche gli articoli presenti all'interno di opere collettanee (scritti in onore, scritti in memorie e atti di convegni).

L'accesso ai record è possibile attraverso una maschera di ricerca articolata, che permette una ricerca attraverso più filtri o più campi. Grazie alla copertura temporale molto ampia e all'indicizzazione cover to cover delle fonti, interrogando il DoGI si ha la sensazione di poter trovare quasi "tutto", e del resto è sicuramente l'archivio nazionale di dottrina giuridica più completo. Un uso abbastanza frequente della banca dati è quello per verificare la correttezza delle citazioni bibliografiche recuperate da altre fonti.

Se dal 1970 il DoGi era consultabile in modalità gratuita online attraverso il sito dell'ITTIG, dal 2004, a causa di difficoltà economiche [6], il modello economico richiese dei ripensamenti, che influirono pesantemente nell'accesso all'archivio DoGi, così configurato:

3. DoGI nel panorama delle banche dati di ambito giuridico

Il panorama italiano giuridico è occupato per lo più da banche dati/portali di editori commerciali. Il confronto tra l'archivio DoGi e altre banche dati di tipo commerciale ci permette di valutarne le peculiarità, i pregi, le funzionalità tecniche, e di conseguenza individuare i margini di miglioramento nell'ottica delle nuove esigenze del mondo bibliotecario, legate in particolare all'interoperabilità tra le risorse ai fini di una loro integrazione in termini di navigabilità tra metadati, dati e contenuti.

Le banche dati incardinate nelle piattaforme editoriali commerciali sono molto utilizzate in ambito accademico, per l'ampia offerta di documenti che si riferiscono alla normativa (in particolare legislazione italiana e comunitaria), alla giurisprudenza (sentenze) e alla dottrina (libri e articoli di riviste, ecc…). [8] Sono da considerarsi tutte piattaforme [9] di ampio respiro, con al loro interno archivi integrati tra loro ma con forti limitazioni e chiusure, scelte che rispondono a logiche commerciali:

Se da una parte queste banche dati perseverano nel fornire servizi costosi ma poco innovativi, dobbiamo evidenziare come il DoGi si sia sempre distinto nel panorama italiano, e in particolare in quello accademico, come una fonte preziosa e completa per la ricerca online della dottrina giuridica per una serie di ragioni:

Molte sono le note positive che hanno annoverato il DOGI tra le banche dati più consultate dai bibliotecari di ambito giuridico, e maggiormente utilizzate per la ricerca di dottrina dagli utenti istituzionali, in primis la possibilità di poter ricercare articoli di dottrina in un archivio molto vasto.

L'archivio DoGi è una banca dati bibliografica che comprende, oltre ai dati bibliografici, anche l'abstract - sebbene tratto dalla rivista - e/o il sommario dell'articolo; nota a sfavore è che non è disponibile il full text come per le banche dati commerciali citate precedentemente. Nei nostri laboratori all'utenza e sessioni di reference ricordiamo spesso agli utenti i vantaggi di avere il full text, ma anche i limiti di una ricerca focalizzata solo entro determinate piattaforme fornite da case editrici.

Un altro aspetto positivo di questa banca dati è che offre lo spoglio di oltre 250 riviste giuridiche italiane, comprendendo le descrizioni di quei contenuti prodotti dai case editrici minori [11], ma di qualità, che altrimenti rimarrebbero inesplorati. L'autorevolezza [12] delle riviste pubblicate dalle case editrici comprese in DoGi è confermata anche dalla classificazione predisposta dall'ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario della Ricerca) per le riviste giuridiche dell'area 12; molte di queste classificate in fascia A [13].

Un'altra particolarità del DoGi è la possibilità di navigare negli schemi di classificazione attraverso un meccanismo che prevede uno o più codici di classificazione alfa-numerici che identificano l'area giuridica corrispondente, come spiegato nel paragrafo successivo. Del resto, come in un bel gioco di citazioni, Nicola Palazzolo sottolinea che "il diritto è lingua e la lingua è diritto". [14]

4. Evoluzione del servizi di DoGi

Di grande utilità per tutta l'utenza istituzionale si sono rivelati i nuovi servizi integrati che hanno comportato il collegamento al catalogo ACNP (Archivio Collettivo Nazionale dei Periodici [15]) per l'individuazione della biblioteca che possiede la rivista in cui è pubblicato l'articolo cercato, e il collegamento al servizio Nilde [16] per la richiesta del Document Delivery [17]. L'accesso ai documenti della ricerca accademica è spesso ostacolato da clausole restrittive e dai costi sempre più inaccessibili dei prodotti editoriali (cartacei e online).

Nel tentativo di superare questi problemi, nasce il servizio Nilde come servizio basato sulla cooperazione tra biblioteche. Nel momento in cui il ricercatore non trova (perché non posseduto o non accessibile) copia di un articolo o parte di libro può fare la richiesta alla propria biblioteca di riferimento direttamente online, attraverso il sistema Nilde, che si occuperà di inoltrarla alle biblioteche cooperanti con Nilde. Il nuovo collegamento DoGi/Nilde risulta di grande utilità perché agevola lo scambio di documenti e informazioni, rendendolo veloce e semplice e soprattutto nel rispetto del diritto d'autore L. 633/1941. Dato che il trasferimento del dato bibliografico è automatico, il bibliotecario può operare su dati corretti.

Di grande interesse è la possibilità del recupero del testo integrale (full text) tramite URN di alcuni contenuti, da banche dati del settore pubblico:

Una linea di grande interesse lungo la quale il DoGi si sta muovendo è quella dei LOD (linked open data):

Seguendo i principi della tecnologia dei linked data adottati nel web da parte dei governi, del mondo professionale e accademico, l'intento è quello di modellare le risorse DoGi riutilizzando schemi descrittivi già esistenti come FOAF, DC-Tterms e SKOS eventualmente specializzati per adattarli alla organizzazione concettuale di DoGi" [21].

L'interoperabilità in modalità linked data con altri dataset e vocabolari controllati nazionali e internazionali prevede una serie di passaggi tra i quali:

  1. la creazione di un data model per la risorsa DoGi, per gettare le basi a nuove forme di integrazione tra dati bibliografici, normativi e giurisprudenziali disponibili sul web;
  2. la conversione dello schema di classificazione DoGi nei linguaggi Simple Knowledge Organisation System (SKOS) [22] e il suo allineamento con altri con altri thesauri, tra i quali il Nuovo Soggettario BNCF e in particolare EUROVOC. [23]

A tal fine, su questa linea si prevede:

a) l'arricchimento della collezione tramite l'uso di vocabolari controllati;

b) il recupero e la ricerca integrata di collezioni eterogenee tramite l'uso di vocabolari;

c) l'analisi di specifici argomenti mediante navigazione fra vocabolari controllati;

d) la ricerca multilingue [24];

e) il collegamento fra domini, discipline, comunità diverse.

5. Suggerimenti per il potenziamento futuro

Accanto a questi servizi integrati, una nostra ipotesi riguarda un potenziamento dei collegamenti con risorse esterne alla banca dati, funzionalità che porterebbero vantaggi all'utente e alla sua ricerca. Questo ovviamente richiede accordi e convenzioni con partner editoriali e conseguenti politiche condivise e licenze aperte tra fonti diverse, ma sul fronte tecnico prevederebbe l'uso di identificatori [25] quali "mattoni per i linked data giuridici" [26], diversificati per le tre tipologie in cui è tripartita l'informazione giuridica, come proposto da Marinai e Peruginelli al secondo convegno congiunto ACNP/NILDE ospitato il 22-23 maggio 2014 dall'Università di Trieste:

LEGISLAZIONE:

urn:lex; ELI (European Legislative Identifier)

urn:lex:it:stato:legge:2003-09-21;456

urn:lex:eu:council:directive:2010-03-09;2010-19-UE

GIURISPRUDENZA:

ECLI (European Case Law Identifier); CELEX

ECLI:NL:HR:2008:BC858

CELEX:32007R0967:EN

DOTTRINA:

SICI, BICI, ELDI (European Legal Doctrine Identifier)

L'acquisizione di sistemi tecnici di link resolver, strumenti che aiutano la biblioteca a rendere il proprio posseduto più visibile e ricercabile dall'utente, è un passo imprescindibile:

Il link resolver rappresenta un passo avanti rispetto al concetto di linking; non solo permette di recuperare un full text o un'informazione attraverso un semplice click, ma permette una ricerca integrata in tutte le risorse dell'istituzione, rendendola immediata e semplice per l'utente. Tecnicamente, il link resolver si basa sullo standard Open URL, che trasmette i metadati (per es. titolo del periodico, l'autore di un articolo, l'ISSN, il volume, il fascicolo, il numero di pagina) relativi a una risorsa a un server che ne verifica la disponibilità e se disponibile, ne fornisce l'accesso. Partendo da una citazione bibliografica, si attivano una serie di link che danno l'accesso ai servizi disponibili presso l'istituzione per il documento che stiamo cercando: il full text, l'attivazione di un servizio di document delivery (DD), la ricerca sul web [27].  

L'utente ha quindi la possibilità, a partire da una citazione bibliografica, di fare una ricerca integrata in tutte le risorse della propria Istituzione: verifica della disponibilità on line del full text all'interno delle risorse online delle biblioteche dell'Ateneo, accesso alla ricerca sul catalogo OPAC e verifica della collocazione se presente la versione cartacea, collegamenti ad altri cataloghi, accesso al servizio DD e Prestito InterBibliotecario (ILL).

Come citato nel paragrafo precedente, l'evoluzione del DoGI verso l'integrazione semantica [28] tra le voci del diritto prevede un enorme lavoro tra risorse semantiche giuridiche, che coinvolgeranno tesauri giuridici (EuroVoc, Jurivoc [29], TESEO [30]…) e ontologie di settore (LKIF [31], CLO Core Legal Ontology [32]).

Inoltre la conversione in RDF del record DoGi in altri formati dovrà guardare con attenzione sia alle specializzazioni di dominio sia alla disponibilità di vocabolari standard di ambito biblioteconomico, come Dublin Core, BIBO (Bibliographic Ontology) [33] o FOAF (Friend of a Friend) [34].

Con la nuova versione gratuita della banca dati, non vi è ancora la possibilità di esportare la citazione, ma ogni documento contiene l'indicazione di tre diversi stili citazionali (APA, MLA, formato DoGi) utili per la redazione di una bibliografia [35]. La seconda proposta di potenziamento va in questa direzione e dà la possibilità di avere dei collegamenti a strumenti e software per la gestione di bibliografie di tipo reference manager [36], al fine di poter estrarre record e bibliografie costruite in formati standard e secondo stili citazionali differenti.

Gli strumenti in rete per la gestione delle citazioni, delle bibliografie e dei documenti permettono di importare, organizzare e salvare riferimenti tratti da database bibliografici, articoli, libri, pagine web o altre fonti in modo automatico, permettono di prendere appunti e poi di integrare le bibliografie prodotte nei propri documenti [37]. Alcuni suggerimenti su questa linea:

Infine, ma non ultimo come suggerimento, l'integrazione con reti sociali per condividere news o riferimenti (Twitter, post di blog, Facebook, CiteUlike, Google+…) e compatibilità per le analisi di impatto in termini di nuove metriche alternative Altmetrics [42].

Uno degli aspetti apparentemente meno importanti, ma sicuramente di grande utilità per le biblioteche riguarda le statistiche. Per le biblioteche avere informazioni relative all'uso delle proprie risorse è fondamentale. Poter monitorare costantemente l'utilizzo di determinate risorse risulta molto utile, sia in termini economici, sia per capire come procedere nello sviluppo delle proprie collezioni (quali risorse risultano più utilizzate e quindi su quali porre maggiormente la propria attenzione, quale abbonamento cancellare o rinnovare …).

L'esigenza di misurare e valutare le collezioni digitali è sempre più sentita, ma i dati statistici prodotti - quando esistono - o forniti dai vari editori sono strutturati in vari formati, con dati che si riferiscono alle diverse risorse elettroniche difficilmente comparabili fra loro. Ciò pone il bibliotecario di fronte al problema della corretta interpretazione dei dati. E' fondamentale che DoGI si doti di strumenti adeguati per

6. L'accesso aperto nell'ambito giuridico

Il tema dell'accesso aperto nella documentazione giuridica è un dibattito presente da alcuni anni tra gli addetti ai lavori. Iniziative come WorldLII, nata dalla collaborazione tra numerose istituzioni di vari paesi, mettono a disposizione ad accesso aperto 891 banche dati di 123 paesi con informazione giuridica a testo pieno entro il movimento FAL Free Access Law Movement [46].

E' indubbio che il nucleo del problema risieda nell'individuazione di un modello economico che sia sostenibile, in quanto concentrare l'attenzione su un'apertura tecnica e organizzativa verso l'Open Access comporta costi non indifferenti per poter rispondere a requisiti di particolare valore:

Per raggiungere la compatibilità OA la strada da percorrere è in primis l'interoperabilità con i repository istituzionali, e poi una connessione con il mondo commerciale [47].Fra gli strumenti di ambito economico giuridico, un modello da seguire è sicuramente il portale - che funge anche da repository ma soprattutto da network di tipo sociale - Social Science Research Network (SSRN) [48].

SSRN è un insieme di archivi online multi-disciplinari di ambito accademico, che copre i campi delle scienze sociali e giuridiche. Mira alla diffusione della ricerca scientifica in campo sociale, giuridico e umanistico. E' sia un portale dedicato alla disseminazione della ricerca accademica nell'ambito delle scienze sociali, giuridiche e umanistiche, sia un social network sia un archivio aperto interdisciplinare.

Il sito è suddiviso in sottoreti, ciascuna specializzata in un determinato settore delle scienze sociali. L'E-Library è divisa in due parti: un database di working papers accademici e una "electronic paper collection" contenente papers a testo pieno in PDF scaricabili che costituiscono l'archivio aperto.

I contenuti depositati in open access sono disponibili in formato pdf e sono visualizzabili e scaricabili da repository, incrementando il contatore delle statistiche. In alcuni casi è visualizzabile solo l'abstract del contenuto (il documento completo può essere richiesto e scaricato a pagamento). Questo perché è lasciata facoltà ai detentori del copyright di aprire o chiudere i contenuti. La massa di contenuto presente in SSRN è costituita da accordi con editori, accademie, autori che depositano contenuti nel rispetto dei diritti d'autore ed editoriali.

Una possibilità sarebbe creare un SSRN per la dottrina giuridica italiana, colmando il vuoto che abbiamo in Italia nei confronti di questo ambito. O partecipare come DoGI, confluendo in toto entro SSRN dapprima con i soli "metadati", ma con l'obiettivo di inserire i contenuti a testo pieno. Aprire contenuti di settore entro un social network di dimensioni internazionali comporterebbe una serie di vantaggi in termini di impatto per la letteratura giuridica italiana consentendo:

7. Indicatori bibliometrici in campo giuridico

Il problema legato alla valutazione della ricerca ha avuto una brusca accelerazione con la nomina dell'Agenzia di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR) nel 2010 e con il primo esercizio ANVURdi Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR) 2004-2010.

Gli indicatori bibliometrici tradizionali (Impact Factor, H-Index ed altri) utilizzati in campo scientifico si sono rivelati di difficile applicazione per l'area giuridica, e sono molte le polemiche che si innescano quando si sfiora il discorso "bibliometrico" in questo settore [49]. Gli indicatori bibliometrici attuali sono considerati inadeguati, sia per l'ambito giuridico sia per tutte le discipline afferenti alle scienze umane e sociali (aree CUN 10-14) [50].

La particolarità e specificità dei prodotti della ricerca giuridica hanno fatto emergere il problema di individuare indicatori di qualità adatti all'area giuridica, tutti da costruire e che rispettino alcuni requisiti che la disciplina impone [51]:

Per questo motivo ci auguriamo un ulteriore sviluppo del DoGi come nuovo SSRN di ambito nazionale per il campo delle scienze giuridiche e sociali, considerato che attualmente la dottrina italiana non viene coperta dalle banche dati citazionali internazionali. E' evidente la totale assenza di titoli di monografie e riviste giuridiche italiane in Web of Science o in Scopus. L'assenza di peer review o di comitati scientifici nella redazione di riviste italiane di settore, oltre alla poca trasparenza nei dati di accettazione dei paper sottomessi alla rivista, la mancanza di indici e abstract in lingua inglese, oltre alla non aderenza ai codici etici come COPE comportano l'esclusione dai criteri stabiliti dalle banche dati citazionali internazionali [52].

L'ITTIG potrebbe inoltre costituire un gruppo per lo Studio di indicatori bibliometrici, adatti all'ambito giuridico, non solo di tipo citazionale in quanto generati dall'utente, ma:

Su questa linea l'ANVUR aveva proposto la creazione di database non bibliometrici delle riviste italiane di area umanistica e sociale, attraverso il deposito da parte degli editori italiani di metadati e contenuti degli articoli delle riviste classificate in fascia A. [53] L'ITTIG ha partecipato alla giornata di studi e consultazione dell'ANVUR "Nuovi percorsi per la valutazione nelle aree umanistiche e sociali", tenutosi a Roma il 20 gennaio 2014, [54] e in quella sede ha redatto un interessante documento [55] che ipotizza forme di collaborazione tra ANVUR e DOGI in merito alla possibilità di:

La collaborazione potrebbe portare alla creazione di una banca dati di letteratura (umanistica e sociale compresa l'area giuridica) delle pubblicazioni italiane, con DoGi che potrebbe essere un nucleo autonomo indipendente o assimilato e integrato nel database non bibliometrico. Tale ottica imporrebbe alcuni cambiamenti del DoGI, in particolare:

L'interoperabilità tecnica e organizzativa è oggi la chiave per la valorizzazione dei database presenti sul web: i dati, se isolati, hanno poco valore; al contrario, il loro valore aumenta in modo significativo quando diversi set di dati provenienti da fonti differenti e prodotti in modo indipendente da diversi fornitori, possono essere riutilizzati e liberamente assemblati da terzi.

Uno dei vantaggi del modello LOD (linked open data) è il riuso da parte di terzi dei dati grezzi messi a disposizione da organizzazioni, per scopi nuovi e "non previsti", benefici possibili se le relazioni tra le entità descritte nel set di dati sono esplicitamente rappresentate in formati web standard (XML, RDF, URI).

Rappresentare quindi la base di dati del DoGi in formato RDF lo rende strumento interoperabile, consentendo il linking dei dati dei DoGI con fonti diverse prodotte da differenti fornitori di servizi (biblioteche, editori, servizi di informazione di accesso alle informazioni di area giuridica nazionale ed europee), consentendo la creazione di nuovi servizi avanzati disponibili in rete. In particolare, l'interoperabilità semantica tra lo schema di classificazione DoGi con altri strumenti di indicizzazione semantica nel dominio giuridico doterà il nuovo DoGI di un valore aggiunto mantenendo la sua peculiarità specifica.

Antonella De Robbio, CAB, Centro di Ateneo per le Biblioteche. Polo Giuridico - Università degli Studi di Padova, e-mail: antonella.derobbio@unipd.it
Manuela Fasan, CAB, Centro di Ateneo per le Biblioteche. Polo Giuridico - Università degli Studi di Padova, e-mail: manuela.fasan@unipd.it


Bibliografia

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Venturini, F, Il diritto per pochi, il diritto per tutti: mito e realtà della biblioteca digitale giuridica tra professionisti e cittadini, Convegno "Digital Library/La biblioteca partecipata" Milano, Le Stelline, 12 e 23 marzo 2015, <http://www.convegnostelline.it/relatori1.php?IdUnivoco=12>.

Note

* Il presente elaborato riprende i contenuti della presentazione di Manuela Fasan al seminario "La banca dati DoGi-Dottrina Giuridica. Infrastruttura documentaria del CNR per il diritto", organizzato dall'Istituto di Teoria e Tecniche dell'Informazione Giuridica (ITTIG) lo scorso 21 maggio 2015 al Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma in occasione dell'apertura alla libera consultazione in rete della banca dati Dogi. Scopo del seminario era quello di discutere dell'attualità e delle prospettive di DoGi e più in generale delle banche dati bibliografiche come strumenti fondamentali per le attività del giurista.

[1] Elisabetta Marinai, DoGi-Dottrina Giuridica: Infrastruttura documentaria per il diritto. Resoconto del seminario del 21 maggio 2015, <http://www.ittig.cnr.it/dogi-resoconto-seminario-21-maggio-2015/> [Data di accesso: 12/07/2015].

[2] Fernando Venturini, Il diritto per pochi, il diritto per tutti: mito e realtà della biblioteca digitale giuridica tra professionisti e cittadini. Convegno "Digital Library/La biblioteca partecipata". Milano, Le Stelline, 12 e 23 marzo 2015, <http://www.convegnostelline.it/relatori1.php?IdUnivoco=12>.

[3] Tommaso Agnoloni - Marinai Elisabetta - Peruginelli Ginevra - Daniela TiscorniaMaria Teresa Sagri, Schema di annotazione per la dottrina giuridica: il caso di studio della banca dati DoGi Dottrina Giuridica, "JLIS. it, 4 (2013) 1, <http://leo.cineca.it/index.php/jlis/article/view/5480>.

[4] <http://www.ittig.cnr.it/dogi/>

[5] Peruginelli, G. - Ragona, M. - Istituto di teoria e tecniche dell'informazione giuridica, L'informatica giuridica in Italia, cap. II, Napoli-Roma, Edizioni scientifiche italiane, 2014, p. 180-192.

[6] Finanziatori pubblici. Biblioteca della Camera dei Deputati, Consiglio Nazionale dei Notai.

[7] <http://www.infoleges.it/>. La piattaforma online fornisce accesso a pagamento a banche dati giuridiche, in gran parte rivolte alle Università italiane e alle amministrazioni pubbliche, 6.862.446 collegamenti redazionali, 1.283.140 documenti, 86.632 utenti registrati.

[8] Cavirani, S., Accesso aperto e risorse giuridiche: problemi aperti e confronti, in <<Informatica e diritto>>, 35, 2, 2009, p. 154.

[9] Alcune di queste: Sistema Leggi d'Italia della Wolters Kluwer, Ius Explorer della Giuffrè, Foro italiano, Piattaforma il Sole24 ore.

[10] Peruginelli, G., Ragona, M., cit.

[11] Tra le quali ESI, Piccin, FrancoAngeli, Serra, Jovene, ecc…

[12] Marinai, E. - Peruginelli, G. 2015, La banca dati DoGi e la condivisione dei dati giuridici: nuovi orizzonti, in Ecosistemi per la ricerca. Atti Convegno ACNP/NILDE. Trieste, 22-23 maggio 2014, eds. O. Bonora, D. Coltellacci, L. Garbolino [et al], EUT - Edizioni Università di Trieste, Trieste, p. 57-74.

[13] Lo spoglio delle riviste a fini dell'indicizzazione in DoGI comprende oltre a tutte le riviste di fascia A, quasi tutte della B e altre della C.

[14] Ginevra Peruginelli, Prefazione di Nicola Palazzolo, Multilinguismo e sistemi di accesso all'informazione giuridica, Giuffrè, 2009.

[15] <http://www.biblioteche.unibo.it/acnp>.

[16] <https://nilde.bo.cnr.it/>.

[17] Marinai, E. - Peruginelli, G., La banca dati DoGi e la condivisione dei dati giuridici: nuovi orizzonti, cit., p. 66.

[18] <http://www.normattiva.it/>.

[19] <http://eur-lex.europa.eu/homepage.html?locale=it>.

[20] <http://www.cortecostituzionale.it/default.do>.

[21] T. Agnoloni [et al], Schema di annotazione per la dottrina giuridica, cit.

[22] "SKOS è l'acronimo di Simple Knowledge Organisation System ed è una famiglia di linguaggi formali creata per rappresentare glossari, classificazioni, tassonomie e qualsiasi tipo di vocabolario strutturato. SKOS si basa su RDF e RDFS e il suo obiettivo principale è di consentire una facile pubblicazione di vocabolari strutturati per il Semantic Web. SKOS è progettato come una famiglia di linguaggi modulari ed estensibili. Il suo uso e la sua implementazione dovrebbe essere il più semplice possibile", in Wikipedia, <https://it.wikipedia.org/wiki/SKOS>.

[23] "EuroVoc è un thesaurus multilingue e pluridisciplinare - curato dall'Ufficio delle pubblicazioni dell'Unione Europea - che comprende la terminologia dei settori d'attività dell'Unione europea, con un'attenzione particolare per l'attività parlamentare. EuroVoc è disponibile in 23 lingue ufficiali dell'Unione europea (bulgaro, ceco, croato, danese, estone, finlandese, francese, greco, inglese, italiano, lettone, lituano, maltese, neerlandese, polacco, portoghese, rumeno, slovacco, sloveno, spagnolo, svedese, tedesco e ungherese), nonché nella lingua di un paese extra UE (serbo). Il thesaurus, che si basa sull'ontologia e usa tecnologie del web semantico, è in linea con le raccomandazioni del W3C e con gli ultimi sviluppi negli standard di classificazione. Viene utilizzato dal Parlamento europeo, dall'Ufficio delle pubblicazioni, da parlamenti nazionali e regionali in Europa, come pure da amministrazioni nazionali e utenti privati di paesi europei e non" (<http://eurovoc.europa.eu/drupal/?q=it>).

[24] De Robbio, A., Recensione a Ginevra Peruginelli, Multilinguismo e sistemi di accesso all'informazione giuridica. Giuffrè, 2009, in "Biblioteche oggi, 27 (2009), 5, p. 72-75.

[25] "Gli identificatori (ID) sono token lessicali che denominano delle entità. Il concetto è analogo a quello di un 'nome'. Gli identificatori sono usati estensivamente in tutti i sistemi che manipolano l'informazione. Dare un nome alle entità rende possibile riferirsi ad esse, il che è essenziale per ogni tipo di processo", (in Wikipedia, <https://it.wikipedia.org/wiki/Identificatore>). Per approfondimenti su URI, URN, URL si veda Antonella De Robbio URI, URN, URL: una questione di definizioni, <http://www.bibliotecheoggi.it/2002/20020103001.pdf>.

[26] <http://acnpnilde.ictp.it/>.

[27] Da Cilea Digital Library <http://cdl.cilea.it/index.php?id=linkresolver>.

[28] Agnoloni, Tommaso, Presentazione al Convegno "Global Interoperability and linked data", 18-19 giugno 2012, Firenze, <http://www.linkedheritage.eu/linkeddataseminar/>

[29] JURIVOC è il thesaurus giuridico multilingue del Tribunale federale e dell'anziano Tribunale federale delle assicurazioni (attualmente: Corti di diritto sociale del Tribunale federale) destinato all'indicizzazione intellettuale delle leggi, della giurisprudenza e della dottrina giuridica ed elaborato in collaborazione con le biblioteche giuridiche svizzere.

[30] TESEO (TEsauro SEnato per l'Organizzazione dei documenti parlamentari) è un sistema di classificazione usato nelle più importanti banche dati del Senato, della Camera e di alcune Regioni. Consta di 3668 descrittori (anno 2001, edizione 3.1), organizzati in un sistema di relazioni gerarchiche, di affinità e di preferenza. I termini di classificazione sono, con gli ovvii aggiornamenti, quelli usati per gli atti parlamentari del Senato fin dal 1848. La struttura logica secondo cui i termini sono ordinati è quella della Classificazione Decimale Universale (CDU), <https://www.senato.it/3235?testo_generico=745>.

[31] <http://www.estrellaproject.org/lkif-core/>

[32] Per approfondimenti sugli strumenti per le ontologie giuridiche si rimanda a Aldo Gangemi - Alessandra Prisco - Maria Teresa Sagri - Geri Steve - Daniela Tiscorni, Some ontological tools to support legal regulatory compliance, with a case study, http://www.loa.istc.cnr.it/old/Papers/WORM-CORE.pdf

[33] <http://bibliontology.com/>

[34] <http://www.foaf-project.org/>; le specifiche di FOAF prevedono l'uso dei termini entro dati strutturati come RDFaJSON-LDLinked Data.

[35] Marinai, E. - Peruginelli, G., cit., p. 70

[36] Per una comparazione di software in questa categoria si rimanda alla tabella <https://en.wikipedia.org/wiki/Comparison_of_reference_management_software>.

[37] Per approfondimenti su questi strumenti si rimanda ai contributi storici di Francesco Dall'Orso su EndNote pubblicati su "Biblioteche oggi": EndNote X2 e EndNote Web 2.5, programmi per dati bibliografici, "Biblioteche oggi", 7 (2009), p .42-47; EndNote v. X3, "Biblioteche oggi", 5 (2010), p. 50-54. Si rinvia inoltre a Enrico Francese per i social reference manager: Mendeley, dal social bookmarking al reference management: uno strumento innovativo per la gestione delle citazioni bibliografiche, "Biblioteche oggi", 29 (2011), 2; e di Enrico Francese, <http://www.bibliotecheoggi.it/2011/201100204101.pdf>.

[38] <https://www.refworks.com/it/>.

[39] <http://endnote.com/> di Thompson Reuter.

[40] <https://www.mendeley.com/features/reference-manager/> di Elsevier.

[41] <https://www.zotero.org/>.

[42] <https://it.wikipedia.org/wiki/Altmetrics>.

[43] <http://www.niso.org/workrooms/sushi/>.

[44] <http://logec.repec.org/>.

[45] <http://hq.ssrn.com/rankings/Ranking_display.cfm?TRN_gID=10>.

[46] <https://en.wikipedia.org/wiki/Free_Access_to_Law_Movement>.

[47] Peruginelli, G. - Ragona, cit.

[48] Cavirani, S., cit.

[49] Conferenza delle Associazioni Scientifiche di Area Giuridica (CASAG), Parere sull'uso degli indicatori bibliometrici per la valutazione in ambito giuridico, <http://www.sidi-isil.org/wp-content/uploads/2013/05/Parere-CASAG-sulluso-degli-indicatori-bibliometrici-per-la-valutazione-in-ambito-giuridico.pdf>.

[50] Galimberti, P., Qualità e quantità: stato dell'arte della valutazione della ricerca nelle scienze umane in Italia, in "JLIS", 3, 2012, 1, p. 12/07/2015, <http://leo.cineca.it/index.php/jlis/article/view/5617/5771>.

[51] Carnevale, S., cit.

[52] Cavirani, S., cit.

[53] <http://www.anvur.org/index.php?option=com_content&view=article&id=570&Itemid=545&lang=it>, Specifiche preliminari per una base dati bibliometrica italiana nelle aree umanistiche e sociali e allegati. Allegato 1: Primi elementi per un'architettura della banca dati, <http://www.anvur.org/attachments/article/570/Allegato%201_Elementi%20architettura%20database.pdf>. Allegato 2: Esempi di indicatori base, <http://www.anvur.org/attachments/article/570/Allegato%202_Primi%20indicatori.pdf>.

[54] <http://www.anvur.org/attachments/article/584/Locandina_giornata%20riviste%20umanistiche_gennaio%202014_DEF.pdf>.

[55] Opinione dell'Istituto di teoria e tecniche dell'informazione giuridica del CNR sulla linea d'azione: creazione di un database di riviste italiane", <http://www.diritto-amministrativo.org/dwload.php?a=MTk1XnVwbF5JVFRJR19fSXN0X1RlY25pY2hlX0luZm9ybWF6aW9uZV9HaXVyaWRpY2EyMDE0MDMyNTE3NDMzNS5wZGY>.

[56] <http://ams.math.uni-bielefeld.de/mathscinet/citations.html>.




«Bibliotime», anno XVIII, numero 2 (luglio 2015)

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