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Documento in linea dal 08.01.01, agg. il 08.01.01; URL: <http://www.spbo.unibo.it/aiber/documenti/schede.htm>


Marcello Tosi

Schede di lettura



La Malatestiana. Un percorso davvero speciale. Album di figurine. Idea e realizzazione di Loretta Righetti. Fotografie di Ivano Giovannini. Cesena, Istituzione Biblioteca Malatestiana, 2000.

Figurine che passione. Ritornando come una volta, all'uso di colla e forbici e lasciando per un attimo da parte i Pockemon e simili, questo album appena uscito permette di fare, divertendosi, un magnifica visita all'interno della antica Biblioteca Malatestiana di Cesena, la più antica biblioteca conventuale d'Europa e principale attrattiva turistico-culturale della città. Una pubblicazione, realizzata con il contributo della Banca di Cesena e di Wafra Servizi litografici e distribuita gratuitamente a tutti coloro che ne facciano richiesta e alle scuole, che fa parte della serie dei materiali 'accattivanti' creati per invogliare alle visite, soprattutto i giovanissimi. Da conservare come ricordo o come strumento per le ricerche. Un'occasione di divertimento e istruzione che contiene anche un gioco nel gioco, infatti le 16 magnifiche figurine in grande formato contenute nella doppia pagina centrale dell'album non sono numerate, ma da collocare nel posto giusto seguendo le didascalie (con eventuale soluzione a cui fare ricorso nell'ultima di copertina). Piccoli e grandi tesori da collezionare: la porta lignea, l'elefante indiano con il motto simbolo malatestiano, l'interno dell'Aula del Nuti, lo stemma malatestiano dalle bande a scacchi, i plutei con i preziosi codici legati alle catenelle e l'iniziale miniata di un codice del XV secolo...
Il tutto è accompagnata da una breve sintesi della storia della Malatestiana con alcune curiosità: chi erano gli antichi studenti che consultavano questi preziosi codici? E i copisti?
E qual è il ruolo preciso che gioca al suo interno il colore? Il bianco, il rosso e il verde sono infatti i tre colori della stemma, per questo la gamma cromatica della biblioteca comprende il bianco delle colonne, il rosso della pavimentazione in cotto, il verde dell'intonaco sulle pareti e sulla volte.



L'anima, i capelli e... io. Da un'idea di Silvio Bonatti. Ravenna, Stamp. Ravegnana, 1999, 105 p.

Un'iniziativa ideata a Ravenna da un gruppo di operatori bibliotecari ha costituito l'invito ad esprimere con fantasia la più bella immagine che si ha di sé stessi. La sfida è partita nella giornata mondiale del libro dell'UNESCO: creare un modo diverso e forse un po' insolito per stimolare le persone a parlare di sé, dei propri desideri, sentimenti, pensieri, delle esperienze ed emozioni, definendo il ruolo che ciascuno di noi ha con i propri capelli, dall'immagine esteriore a quella interiore. Quali significati, attitudini, caratteri si celano dietro una semplice richiesta di taglio o di colore?
Un salone di parrucchiere si è trasformato in un laboratorio multi-creativo, con il coinvolgimento attivo delle/dei clienti del salone con opere sotto forma di disegni, favole, foto, fumetti, haiku, poesie, racconti brevi poi messi a disposizione di biblioteche e sale cittadine.
Storie, versi, pensieri che raccontano di capelli più o meno lunghi, immaginosi oppure bizzarri, ordinari, mossi dal vento, creativi ("Oggi ho nei capelli / un bosco antico").
Sono onde di colore, energia, immagini riflesse: "morbide sensazioni / forti colorazioni / liscio bello vedere / riccio egregio gioiello!", "I capelli blu dell'appeso nei tarocchi ricevono le forze dell'universo e della terra insieme").
Anche le strane capigliature della famiglia Simpson, ha scritto una delle autrici, ripetono a cadenza lenta e inesorabile lo sfogo esteriore e simbolico della nostra anima.
Attraverso la luminosa energia dei capelli, il loro linguaggio silenzioso, l'individuo può ricreare l'immagine unendo l'estetica con l'anima: metti la testa dentro un libro... e la ritroverai più in ordine di prima...



'Alla ricerca di...'. Progetto di lettura di M. Angela Barlotti e Gianni Renna. Ravenna, Provincia di Ravenna, 1999, 71 p.

A partire dal Manifesto Unesco sulle Biblioteche pubbliche del 1995, proseguendo le esperienze di laboratorio di lettura a favore delle cosiddette utenze disagiate, il racconto dell'esperienza maturata a contatto con un gruppo di lettura, nel Centro Osservazione e Diagnosi di Ravenna, sfogliando pagine come se fossero strade da percorrere, per vivere, per far facilmente ritrovare il piacere della lettura.
Operatori, bibliotecari, scrittori, insieme agli ospiti del COD, italiani e stranieri, comunicano all'esterno il dialogo che si è sviluppato attraverso la lettura di un testo, il libro, come strumento attuale, decisivo per il raggiungimento di nuove conquiste di crescita culturale e umana.
La molla per il suo primo libro, ha raccontato in uno di questi incontri la scrittrice ravennate Mirella Santamato colpita dalla poliomelite all'età di due anni, fu scrivere per raccontare, in modo rovesciato rispetto alla lettura comune della malattia, che la vera trasgressione è essere felici: "Ho potuto vedere che potevo raccontare ad altri ciò che avevo vissuto, perché quando un libro, umano, perché non ha né la pelle nera né bianca, è fatto di persone, diviene proprietà di chi lo legge e lo fa' suo interpretandolo alla sua maniera".
Completa il volume una bibliografia completa di quanto è possibile trovare sugli argomenti libro e lettura nelle Biblioteche romagnole e tramite servizio SBN On-line.



L' albero del mondo. Laboratorio di lettura multietnico e multiculturale presso la Casa circondariale di Rimini. Redazione testo M. Angela Barlotti; laboratorio condotto da Rossana Barbaccia ... [et al.]. Ravenna, Provincia di Ravenna, 1999, 128 p.

Due esperienze realizzate all'interno della Casa Circondariale di Rimini: il libro L'albero del mondo. Laboratorio di lettura multietnico e multiculturale e il CD Voce prigioniera: progetto Piede libero, portano all'esterno voci e suoni da "oltre le sbarre, per far conoscere le esperienze positive che il carcere è in grado di creare, anche attraverso il libro e le biblioteche.
Nel primo, l'esperienza che viene documentata costituisce, scrive nelle premesse introduttive Maria Luisa Stringa Presidente del Centro UNESCO di Firenze "un cammino ricco di sorprese e di tesori ancora da scoprire". E' un valido esempio di come grazie al comune impegno umano e culturale di lettori e operatori, la biblioteca del carcere possa essere una realtà stimolante.
Il laboratorio di lettura sul tema del razzismo svolto nella Casa Circondariale di Rimini a partire dall'aprile '99, vede la partecipazione di un gruppo di detenuti di varie nazionalità e costituisce un esempio giudicato tra i più validi e interessanti di come promuovere nel contesto carcerario l'interesse per la lettura, lo scambio di opinioni, le occasioni di crescita culturale.
Dal progetto "Piede libero" avviato all'interno della Casa riminese dal febbraio '99 è nato un programma che spazia dall'animazione musicale ad una attività di tipo artigianale quale la ceramica, specie con il coinvolgimento di detenuti stranieri che oggi rappresentano il 55% della popolazione carceraria. I musicisti scelti per guidare il laboratorio musicale Andrea Felli e Gianni Perinelli vantano molteplici ed importanti esperienze, dal jazz a laboratori di teatro-danza e teatro ragazzi, dallo studio delle tecniche d'improvvisazione e musica etnica a installazioni elettroacustiche in festival e rassegne. Sono riusciti a trasmettere ai partecipanti una forte passione per il suono e il desiderio di confrontarsi, creando un connubio di musiche e sonorità che uniscono il Rai del Maghreb alla canzone napoletana, la poesia al suono dei Balcani, la grande tradizione d'autore francese (Vian, Brassens) con la canzone italiana.
"Credo che la cosa migliore - scrive nelle note al CD Sabrina Zanetti coordinatrice del progetto - sia lasciarsi trasportare dalle note e dalle parole che esplodono in tutta la loro carica emotiva in quest'opera. In essa vi è tutto un mondo fatto di culture diverse, di sogni e di speranze, espresse attraverso un linguaggio che supera barriere culturali e vissuti personali: la musica".
In queste registrazioni live dal carcere, voci magrebine, albanesi, italiane, intercalate a rumori d'ambiente, accompagnate da strumenti tipici della propria tradizione, come da semplici scatole di cartone e dal battito delle mani, cantano l'amore, la nostalgia, un dolore profondo che vuole venire in luce, per ridare valore a parole di speranza con titoli significativi anche nella traduzione: "Lascia che la mia ferita venga alla luce", "Amore non posso odiarti", "Non riesco a dormire", fino a "Les portes du penitencier" di Johnny Halliday che precede l'ultima registrazione ambientale, l'uscita dal carcere.
"Voci mute, sperdute da rimpianti di verità" dice la poesia di un detenuto, che vogliono rompere "questo rumoroso silenzio che ti rode, vociare di pensieri rassegnati da una dolorosa realtà.... Intorno a me sempre gli stessi muri, lo stesso panorama scrutando il cielo cercando di farsi notare da Dio, silenzio pensando ancora a domani uguale, silenzio che dice tutto, che chiede tutto, pietà grazia perdono...".


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