[AIB]


Circolazione e fornitura dei documenti nella prospettiva dei servizi bibliotecari nazionali / Maurizio Messina [*]

(Prestito interbibliotecario e document delivery : tavola rotonda : Salone dei beni culturali, Torino, 1999-11-19 / AIB Piemonte).

Questo intervento si riferisce prevalentemente ai temi della circolazione e fornitura dei documenti in un contesto di biblioteche di carattere generale e di documenti di tipo tradizionale, e assume come prospettiva quella della costruzione di sistemi di supporto alle attività dei bibliotecari per lo svolgimento di tali servizi. Tratterò quindi solo marginalmente del document delivery elettronico, specie se riferito ad un contesto di biblioteche specialistiche.

Se da un lato fa parte della nostra cultura professionale di base considerare la circolazione e fornitura dei documenti come attività pertinenti ai servizi bibliotecari nazionali, in quanto contribuiscono a realizzare le finalità del programma IFLA relativo alla Disponibilità universale dei documenti, poco agevole risulta, dall'altro lato, inquadrarli complessivamente all'interno dell'organizzazione bibliotecaria italiana: quando, alcuni anni fa, lavoravo al progetto europeo AIDA, il gruppo di progetto aveva rilevato, sulla base dei pochi dati disponibili, l'esiguità del numero di transazioni di fornitura interbibliotecaria di documenti nel nostro paese rispetto ai partner europei, ed aveva conseguentemente individuato nella ristrettezza del mercato uno dei motivi della nostra arretratezza in questo settore. Anche se la situazione sta oggi cambiando, sulla spinta della diffusione dei servizi commerciali in rete, dei periodici elettronici etc., continuo ad avere la sensazione che, a scala nazionale, si tratti tuttora di servizi svolti in molti casi episodicamente da un certo numero di biblioteche in assenza di una normativa generale, sulla base di procedure amministrative e contabili spesso discordanti, e di prassi differenti anche se più o meno consolidate. Il ben noto art.15 del D.P.R. n. 805, che istituiva nel 1975 il Ministero per i Beni culturali e ambientali, demandava ad un successivo Decreto ministeriale, mai emanato come tutti sappiamo, la disciplina dei rapporti fra la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma e l'ICCU, "allo scopo di definire un coerente e coordinato sistema bibliografico". Nel comune sentire ciò ha spesso significato una possibile individuazione, per la BNCR, del ruolo di biblioteca generale di prestito. Nel recente D.L. 368 del 1998, che ha istituito il nuovo Ministero per i Beni e le Attività culturali, è caduto ogni riferimento al "sistema bibliografico", e sono state attribuite al Ministero le funzioni amministrative statali in tema di "sviluppo dei servizi bibliografici e bibliotecari nazionali", senza peraltro darne definizione alcuna. Tutto lascia prevedere che anche i regolamenti di attuazione avranno un carattere prevalente di semplice riorganizzazione di uffici. Seppure in questo nuovo contesto si torna ogni tanto a parlare di quel ruolo per la BNCR, non credo, in definitiva, che il nostro paese avrà mai una vera collezione nazionale di prestito, e per molte e buone ragioni. E' un'altra prova, se mai ce ne fosse bisogno, che da noi i servizi nazionali non possono che essere considerati, e gestiti, sulla base della cooperazione e dell'integrazione funzionale fra livelli diversi dell'amministrazione.

La circolazione e la fornitura dei documenti, specie al di fuori di un ambito locale, sono dunque funzione tipica di un sistema articolato dei servizi nazionali, e l'onere ricade su tutte le biblioteche che siano in grado di strutturare efficacemente il servizio. Anche limitandoci alla sua componente più tradizionale, l'ILL in settori disciplinari non troppo specialistici, è facile constatare che, specie in conseguenza della diffusione dei cataloghi in linea, poche (relativamente) grandi biblioteche che per la consistenza e natura dei fondi si caratterizzano come tipici fornitori di documenti, e poche (relativamente) biblioteche medio piccole molto efficaci, sono chiamate a soddisfare un numero percentualmente alto di richieste, non senza conseguenze sui processi di riorganizzazione interna. Di qui una prima banalissima considerazione: occorre creare le condizioni che permettano di aumentare il numero delle biblioteche effettivamente attrezzate per la circolazione dei documenti. Anche se in prima battuta ritengo che ogni biblioteca debba fare riferimento al proprio naturale bacino di utenza, territoriale o tipologico, specie laddove il vincolo del finanziamento da parte di una specifica comunità è più stringente, i vantaggi della reciprocità nella circolazione dei documenti sono palesi, credo, anche dal punto di vista dell'economia complessiva di gestione.

Provo quindi a soffermarmi su alcune condizioni necessarie a gettare le fondamenta di un'offerta organizzata a livello nazionale, e che possa fungere da interfaccia con i sistemi degli altri paesi, relativamente ai servizi di circolazione e fornitura dei documenti: è naturale partire dai cataloghi in linea. Non credo che oggi il problema sia tanto quello della carenza di OPAC, il loro numero, già consistente come si evince dalle eccellenti liste disponibili in AIB-WEB, è in aumento, e segue il trend di crescita dei siti WEB. Cominciano inoltre ad essere disponibili modalità di consultazione integrata. Si tratta piuttosto di capire "cosa c'è dentro", soprattutto dal momento che non sempre viene dichiarato l'anno di inizio della catalogazione informatizzata, o il tasso di copertura dell'OPAC rispetto ai cataloghi tradizionali. Il problema, specie nel contesto delle grandi biblioteche generali, è quello della carenza di grandi progetti di retroconversione dei cataloghi, che credo si possano contare sulle dita di una mano. E qui non intendo il recupero puntuale di notizie bibliografiche in SBN, sia pure a livello basso, da scheda o con i sistemi di catalogazione derivata che dovrebbero essere resi disponibili con i nuovi applicativi SBN, ma piuttosto progetti complessivi che consentano, ad esempio, di mettere in linea svariate centinaia di migliaia di record in formato standard e in tempi certi. Progetti cioè orientati ai servizi, e che potranno costituire successivamente la base di altre attività di natura catalografica o gestionale. Una politica coordinata di promozione e sostegno delle attività di retroconversione è dunque necessaria, tanto più quando si assiste ad un orientarsi dei flussi finanziari verso progetti, anche consistenti, di digitalizzazione, che costituiscono a loro volta la base materiale dei servizi di fornitura elettronica dei documenti, e nei confronti dei quali continuo a considerare la retroconversione dei cataloghi come propedeutica. E' poi necessario che gli OPAC prevedano effettivi agganci funzionali con i sistemi di circolazione dei documenti, consentano cioè di avviare richieste di fornitura di servizi a fronte del reperimento del record bibliografico di interesse. In quest'ambito va segnalata la sperimentazione, appena avviata, dei nuovi servizi in rete dell'OPAC Indice SBN. [1]

Una seconda condizione attiene al contesto tecnologico: questo deve essere aperto, cioè non vincolare la biblioteca che intenda servirsi di un sistema strutturato di supporto ai servizi di circolazione dei documenti a far parte di una specifica rete di cooperazione o ad adottare uno specifico software, e deve basarsi sugli standard, quelli di fatto, propri del mondo internet, e quelli ISO ILL, 10160, che definisce le modalità di trattamento di una transazione ILL, e 10161, che formalizza i messaggi che vengono scambiati permettendo l'interoperabilità con i sistemi internazionali di circolazione basati sui medesimi standard. La proposta che oggi viene fatta per SBN tiene conto dello standard ISO 10160 e del prototipo messo a punto nell'ambito del progetto AIDA, di cui segue in parte il modello organizzativo, basato su di un sistema centrale di supporto; prefigura inoltre un sistema aperto. Come già rilevato da Valdo Pasqui nella sua relazione [2] al convegno organizzato nello scorso marzo a Firenze dalla Commissione Servizi bibliotecari nazionali e tutela dell'AIB, è prevedibile, direi auspicabile, un'evoluzione verso un sistema ibrido, composto, cito, da un "misto di sistemi locali e sistemi centrali tra loro interconnessi e interoperanti tramite lo standard ISO ILL". Le soluzioni tecnologiche, dunque, non mancano. L'esperienza di questi anni, d'altra parte, ha dimostrato come la tecnologia non sia di per sé sufficiente a favorire il decollo dei servizi di circolazione dei documenti nel nostro paese.

La terza condizione è quella indubbiamente più importante, in quanto consente l'effettiva operatività del sistema: vi è la necessità di definire un contesto giuridico, amministrativo e contabile favorevole. Qui sorgono problemi molteplici, che vanno dal regime patrimoniale e demaniale cui sono assoggettati i libri nelle pubbliche amministrazioni, con conseguenze pesanti, a quanto sembra, soprattutto per le università, ai vincoli posti dall'evoluzione della normativa sul diritto d'autore, sempre più stringenti soprattutto in relazione alla fornitura elettronica dei documenti. Si è discusso recentemente e a lungo in AIB-CUR di politica tariffaria: mi pare inevitabile che i servizi di cui stiamo discutendo vengano fatti pagare, specie dal momento in cui alcune amministrazioni, vedi ad es. il MBAC con la circolare n.99 del 26 maggio 1998, hanno definito un tariffario, recentemente integrato con la parte relativa all'ILL internazionale, rendendo impraticabili le prassi di gratuità reciproca che erano molto diffuse. D'altra parte si tratta di servizi che comportano per le biblioteche costi di varia natura (un'indagine dettagliata in proposito è stata condotta dall'Università di Torino relativamente alla fornitura di documenti via fax), la scelta di coprire parzialmente o totalmente tali costi è una scelta politica da demandare alle singole amministrazioni.

Ma la vera difficoltà, più volte rilevata nel dibattito in AIB-CUR, e conseguente come al solito alla frammentazione istituzionale delle biblioteche italiane e alla mancanza di volontà politica di pensarle in termini di sistema, sta nel come effettuare le transazioni economiche. Il principio dovrebbe essere quello di ridurre al minimo la dipendenza delle procedure amministrative e contabili connesse con i servizi di circolazione dalle eterogenee norme e regolamenti delle varie tipologie istituzionali di biblioteca. Resto allora convinto che le biblioteche dovrebbero poter appoggiarsi ad un organismo esterno (o Centro servizi) con funzioni di camera di compensazione fra linee di debito e di credito per operazioni richieste o svolte di fornitura di documenti; meglio ancora se le transazioni economiche avvenissero direttamente fra utenti e Centro servizi, tramite terminali tipo POS. Questo solleverebbe le biblioteche da una serie di adempimenti di ordine amministrativo, che è bene non sottovalutare.

Questi aspetti hanno costituito anche per il progetto AIDA, il cui prototipo, pur funzionante, non ha potuto implementare alcun modulo per la sperimentazione delle transazioni economiche, uno scoglio non indifferente. Nelle specifiche funzionali per il nuovo prestito SBN [3] vedo che la questione verrebbe risolta in termini di integrazione funzionale del sistema ILL con il sistema delle banche, attraverso normali ordinativi di accreditamento o bonifico da gestirsi anche off-line. Ma questo costituisce solo l'aspetto procedurale e tecnico del problema, un aspetto che non sarà possibile peraltro affrontare nella prima fase della sperimentazione delle nuove procedure di prestito SBN, durante la quale si prevede che gli oneri di spedizione dei documenti ricadano sull'ICCU, anche perché il SW che dovrebbe gestirlo non è ancora stato realizzato. Credo che, per un sistema che si vuole nazionale, siano necessari ulteriori approfondimenti. Le biblioteche pubbliche statali, per fare un esempio, sono in grado di aprire un proprio conto corrente bancario, sul quale far affluire i pagamenti che andranno poi utilizzati nei modi previsti dal regolamento applicativo [4] della Legge 4/1993 (Legge Ronchey), ma probabilmente non saprebbero come comportarsi di fronte ad una richiesta di fatturazione da parte di un utente. E biblioteche di diversa tipologia potrebbero avere problemi di altro genere. In definitiva, credo che sarebbe comunque opportuno affidare queste attività, tramite normali procedure di gara se necessario, ad un organismo esterno. Anche alla luce di quanto previsto dal Documento sulla riorganizzazione delle attività SBN a seguito degli spunti forniti dallo studio di fattibilità [5], questi non paiono infatti compiti propri dell'ICCU, ma piuttosto di quella nuova struttura gestionale SBN a partecipazione pubblica ma di regime privatistico all'interno della quale ritengo che possa incardinarsi un Centro servizi. A quest'ultimo, quindi, dovrebbero spettare sia le funzioni amministrative che quelle commerciali e di marketing legate allo sviluppo del servizio nell'interesse delle biblioteche, come gli accordi con i fornitori esteri dei medesimi servizi, gli accordi con i fornitori commerciali, l'iniziativa per la costituzione di consorzi per la contrattazione delle licenze per l'utilizzo dei prodotti dell'editoria elettronica, e quant'altro. La partecipazione ad un sistema di questo genere sarebbe naturale per le biblioteche SBN, ma la sua efficacia si misurerebbe sulla capacità di attrarre anche quelle biblioteche che, appartenendo magari ad altre reti, sceglieranno di mantenere con SBN un rapporto di sola associazione o semplice utilizzazione dei servizi.

In tutto ciò, tengo particolarmente a sottolineare l'esigenza che le vere protagoniste siano le biblioteche, che devono comportarsi da interlocutori forti anche nei confronti dei propri enti istituzionali di riferimento. E' per questo che vedo con molto favore iniziative come quella proposta dalla Commissione Nazionale Università e Ricerca dell'AIB, mi riferisco al contributo di Gabriele Mazzitelli al recente convegno di Viareggio [6], organizzato dalla Commissione Nazionale Biblioteche pubbliche, che ha proposto di lavorare, come biblioteche, ad una Carta dei servizi di prestito interbibliotecario, delineandone gli assi portanti. Per quanto riguarda la Commissione di cui ho la responsabilità, abbiamo inviato negli scorsi giorni al CEN AIB un documento, redatto dal Gruppo di lavoro sul SBN costituito al nostro interno, che sottolinea fortemente il ruolo delle biblioteche nel processo di riorganizzazione degli organi gestionali e di governo del SBN, pena il perpetuarsi di una cooperazione a prevalente carattere istituzionale e burocratico. Abbiamo proposto che l'assemblea degli utenti SBN, che non è stata finora mai riunita, divenga l'Assemblea delle biblioteche, e che elegga una giunta esecutiva con funzioni consultive ma tenuta ad esprimere parere obbligatorio sulle linee strategiche, sulla programmazione annuale e sugli indirizzi degli organi di gestione SBN, valutandone periodicamente attività e risultati e costituendo una sorta di Comitato di garanzia delle biblioteche medesime.

Vorrei fare un'ultima considerazione su un tema di grande attualità, quello della riforma della normativa sul diritto d'autore, che rischia di penalizzare fortemente le attività connesse con la circolazione e fornitura dei documenti, di quelli elettronici in particolare. Come risulta evidente dagli orientamenti della normativa europea, cui le legislazioni nazionali sono poi chiamate ad adeguarsi, e dal dibattito internazionale, le nuove norme sono espressione delle aspettative e delle esigenze del mercato, sono quindi pesantemente condizionate dal mercato. Un mercato, quello dei servizi per l'informazione e la conoscenza, che rappresenta, è diventato un luogo comune ripeterlo, il vero business dell'immediato futuro. Le biblioteche lavoreranno sempre di più in regime di concorrenza sui servizi tariffati. L'ampliamento del mercato che è loro proprio, e qui rientrano certamente i servizi di circolazione e fornitura dei documenti, la valutazione corretta del valore di tali servizi ed il rafforzamento della loro posizione in questo mercato sono condizioni imprenscindibili perché aumenti la loro forza contrattuale anche in altri contesti. Sono funzionali a questi fini le attività di lobby, come quelle che sta conducendo l'AIB in relazione al Disegno di legge 4953 bis, ma anche quelle iniziative tese a trovare terreni comuni con altri attori del mercato, in un quadro di reciproche garanzie, attraverso il metodo della concertazione.



[*] Biblioteca nazionale Marciana, Venezia; Coordinatore Commissione nazionale AIB Servizi Bibliotecari Nazionali e Tutela, <CNSBT@aib.it>

[1] Vedi: Claudia Parmeggiani. Il nuovo servizio di prestito interbibliotecario per SBN. - «SBN notizie», 1999, n.&mbsp;1, p. 15-17.

[2] Vedi: <https://www.aib.it/aib/commiss/cnsbnt/pasqui.htm>.

[3] Akros Informatica SRL. Prestito ILL per SBN : specifiche funzionali per la realizzazione di un sistema di prestito interbibliotecario per il Servizio bibliotecario nazionale. - Ravenna : Akros Informatica, 1999, p. 46.

[4] Art. 11 del D.M. 24 marzo 1997, n. 139 (Gazzetta Ufficiale n. 122, 28.5.1997)

[5] Vedi: <http://www.librari.beniculturali.it/struttura/Riorg_sbn.doc>

[6] Vedi: <https://www.aib.it/aib/sezioni/toscana/conf/via99/mazzitelli.html>

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