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Prima audizione presso la Regione Puglia

Note preliminari in vista della nuova legge regionale sulle politiche bibliotecarie

Bari, 26 ottobre 2005

In materia di biblioteche diverse regioni sono arrivate già a provvedimenti legislativi di terza generazione.
La Puglia è rimasta attardata ad una unica legge, ormai superata dalla riforma della legge comunale e provinciale, dalle innovazioni della Bassanini e, soprattutto, dalla rivoluzione telematica di questo ultimo decennio.
Lo spirito che muoveva la legge regionale affonda le sue radici nel vecchio DPR 616/77 che trasferiva e delegava le funzioni amministrative alla regione e nella stagione della partecipazione popolare.

In qualche modo quella legge è riuscita a produrre, sebbene in modo limitato, una discreto movimento in termini di innovazioni per buona parte degli anni Ottanta. A partire dalla metà degli anni Novanta la legge ha perduto tutte le sue potenzialità trasformandosi, quando ha funzionato, in un mero strumento di distribuzione a pioggia di pochissime risorse finanziarie, fino all'esaurimento di questi ultimi anni.

Ma la crisi della legge regionale in questione si collega direttamente ad una progressiva perdita di progettualità regionale e di politiche attive in materia di biblioteche al punto che le ultime iniziative significative provengono da input nazionali (il progetto Mediateca del 1999, il potenziamento dei poli SBN con i proventi UMTS del 2000-2005).
Solo sul finire del 2003 è intervenuta l'intesa istituzionale di programma Stato-Regione Puglia che ha sortito l'accordo di programma quadro sui beni culturali ed il conseguente bando di finanziamento del 2005, che però prescinde totalmente dalla ormai obsoleta legge regionale.

In questo quadro di riferimento la formulazione di un nuovo articolato di legge si pone come base essenziale per il rilancio delle politiche bibliotecarie in Puglia.

Queste brevi note vogliono essere una prima riflessione che l'Associazione Italiana Biblioteche sottopone all'attenzione degli organismi regionali preposti.

In primo luogo le biblioteche.
Intanto un elemento di definizione della mission delle biblioteche.
Ogni biblioteca per cominciare ad essere considerata tale deve assicurare la combinazione di tre fattori fondamentali: bibliotecario, libro, lettore. L'assenza di uno di questi tre elementi non consente la possibilità di definire una raccolta libraria come biblioteca.
Ogni biblioteca, a seconda della sua natura ha una propria mission, ma tutte le biblioteche devono essere caratterizzate dai seguenti punti dirimenti:

La vecchia legge regionale distingueva le biblioteche in base alla natura giuridica dell'ente proprietario. Il principio di fondo di riconoscere tout-court un carattere pubblico alle biblioteche di ente locale ha finito nel corso del tempo per deresponsabilizzare i decisori locali ed i bibliotecari, che si sentivano garantiti dal riconoscimento legale, senza offrire garanzie di funzionalità.
Diventa ora necessario rovesciare il modello, definendo la natura intrinseca della biblioteca di pubblica lettura partendo dal possesso di alcuni requisiti di base, che definiamo standard minimi regionali, per poter essere annoverati nel gruppo delle biblioteche di pubblica lettura, e quindi interessate dagli obblighi e dai benefici della nuova legge regionale.

In tal modo si prescinde dalla natura dell'ente proprietario per soffermarsi direttamente sul grado di produzione di servizi bibliotecari per l'utenza.
Gli standard minimi posso essere mutuati dagli standard internazionali dall'IFLA (International Feredation of Librarian Associations) e del Manifesto Unesco sulle biblioteche e nazionali dell'AIB, adattandoli al caso pugliese.

Gli standard riguardano i seguenti aspetti salienti:

In tale modo il carattere di servizio pubblico è definito sulla base effettiva dei servizi erogati e della loro qualità e non già dall'ente proprietario.
Si tratta di requisiti che non possono essere dati per acquisiti permanentemente, ma devono essere sottoposti a verifiche periodiche. Questi standard minimi devono essere assicurati sia dalla biblioteche generaliste di pubblica lettura che dalle biblioteche storiche, di conservazione, specializzate, religiose, scolastiche sia pubbliche che private.
Di fondamentale importanza è il fattore umano.

La legge deve poter definire alcuni aspetti essenziali della professione di bibliotecario.
Intanto occorre definire anche in questo caso degli standard minimi da valere come guida per le biblioteche che accedono ai benefici di legge. Vanno indicati almeno tre livelli di professionalità, individuando possibilmente i requisiti culturali ed i percorsi professionalizzanti (aiuto bibliotecario, bibliotecario, dirigente bibliotecario) e prevedendo percorsi formativi e di aggiornamento (long life learning).

Poiché il tumultuoso incalzare delle informazioni e la moltiplicazione dei supporti informativi non consente a nessuna biblioteca al mondo di poter essere costantemente e puntualmente aggiornata su tutto lo scibile umano è di fondamentale importanza sviluppare sistemi a rete.
In questo senso occorrerà affidare alle biblioteche provinciali, laddove esistono, lo specifico compito di organizzare, curare e gestire i sistemi bibliotecari provinciali in grado di attivare le migliori sinergie. In particolare per le biblioteche cosiddette monoposto (dove vi è sostanzialmente un solo bibliotecario) che solitamente coincidono con le biblioteche civiche delle comunità più deboli demograficamente e territorialmente è il caso di prevedere una forma di gestione unica, presso il sistema bibliotecario provinciale, delle principali funzioni (politica delle collezioni, catalogazione, statistiche, promozione) in un sistema a rete informatizzato e stabile in modo da sottrarre quelle strutture dalla solitudine comunicativa e dall'isolamento.

Si ritiene, tuttavia, che un sistema così disegnato di biblioteche in rete finisca per appiattire verso il basso gli standard regionali e la qualità del servizio. Ne consegue la necessità che la legge individui e preveda espressamente alcuni centri di eccellenza regionale che siano in grado di dialogare con il sistema nazionale ed internazione delle biblioteche, che sia in grado di sperimentare nuove e buone prassi da estendere successivamente all'intero sistema regionale.
In tal modo si riconduce ad unità regionale, nel rispetto delle storie e delle diversità subregionali, un sistema a rete di biblioteche di pubblica lettura. Fondamentale è un riferimento ai tre poli regionali SBN (Servizio Bibliotecario Nazionale) attualmente esistenti presso la Nazionale e la Provinciale di Bari per la Terra di Bari, presso la Provinciale di Brindisi per le tre province salentine e presso la Provinciale di Foggia per la Capitanata.

Il sistema, come viene qui prefigurato (centri di eccellenza regionale che includono i tre poli SBN, sistemi bibliotecari provinciali, biblioteche pubbliche di qualsiasi natura giuridica e caratteristica del patrimonio posseduto) può funzionare solo se sono previste le seguenti scelte strategiche:

  1. Reistituzione della soprintendenza regionale ai beni librari
  2. Programmazione per obiettivi: sperimentali e/o di valenza nazionale e internazionale presso i centri di eccellenza; di sviluppo strategico presso i sistemi a rete; di miglioramento presso le singole biblioteche. In sostanza ogni tre anni la regione definisce le misure strategiche del triennio ed ogni anno del triennio definisce le singole azioni. E solo quelle azioni sono finanziabili. In tal modo la regione è in grado di porsi come reale guida dei processi di sviluppo del sistema regionale.
  3. Ma questo richiede certezza, continuità e rilevanza delle risorse ordinarie di bilancio annuale
  4. Per attuare gli obiettivi è necessario mantenere a livello regionale della gestione delle attività sperimentali e di valenza nazionale e dei sistemi a rete; delega alla provincia della gestione delle risorse da erogare alle singole biblioteche
  5. Ovviamente occorre un puntuale controllo e valutazione dell'impatto dei provvedimenti di gestione al fine di verificare il livello di conseguimento degli obiettivi.

Un sistema del genere funziona ovviamente con una struttura regionale in grado di reggere la complessità del sistema, attraverso una struttura che raccoglie i dati statistici, studia le ipotesi di obiettivi, predispone il piano triennale ed eroga le risorse, valuta i risultati (e non solo procede al mero controllo formale della correttezza degli atti e delle procedure poste in essere).

In qualche modo immaginiamo una legge che funzioni in modo abbastanza simile ai programmi comunitari nell'impianto burocratico, che riserva una quota di finanziamento da non sottoporre a bandi e selezioni per gli interventi sperimentali, di valenza nazionale e di conseguimenti di obiettivi strategici dei sistemi a rete, fissati preliminarmente nel piano triennale. E riserva una quota di finanziamento da sottoporre a bandi e selezione per gli interventi sulle singole biblioteche per il conseguimento degli obiettivi riferiti alle misure annuali.

Franco Mercurio
PRESIDENTE AIB PUGLIA


Copyright AIB 2006-03-20, ultimo aggiornamento 2006-03-21 a cura di Elena Infantini, Mauro di Vieste
URL: https://www.aib.it/aib/sezioni/pug/a051026.htm


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