[AIB] AIB. Sezione Toscana. Bibelot, n. 1 (2000)

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Il programma 1999-2000 varato dal Ministero P.I.

COME CAMBIA LA BIBLIOTECA SCOLASTICA

di Silvia Domestici

La circolare ministeriale 228 e il Programma per la promozione e lo sviluppo delle biblioteche scolastiche 1999-2000 rappresentano un caso isolato - e felicemente innovativo - nel quadro normativo riguardante le biblioteche scolastiche, desolatamente frammentario e insufficiente. Per la pima volta vi si delinea un modello di biblioteca scolastica di respiro europeo, si auspica un adeguamento alle norme internazionali IFLA, si sottolinea la centralità e la trasversalità della funzione della biblioteca scolastica nella scuola dell'autonomia in quanto luogo privilegiato per l'educazione alla lettura e l'accesso all'informazione.

Il ruolo di assoluto rilievo che la biblioteca scolastica può giocare nella scuola è legato dunque all'assunzione di nuovi compiti e di una diversa caratterizzazione: centro multimediale di risorse per l'apprendimento, parte integrante dell'offerta della scuola: in altre parole un laboratorio culturale a servizio della scuola e aperto alle istanze del territorio. (Programma per la promozione e lo sviluppo delle biblioteche scolastiche 1999-2000)

Anche l'attenzione posta alle nuove tecnologie della comunicazione e dell'informazione e l'indicazione precisa affinché alle tradizionali fonti cartacee si affianchino sempre più fonti su supporto informatico sembra prospettare un'idea realmente innovativa delle strutture, dei materiali e delle funzioni della biblioteca scolastica, e il progetto di creare, su scala nazionale, una rete di centri di risorse multimediali a sostegno della didattica pare preludere a un'utilizzazione efficace dei patrimoni esistenti e a una programmazione di sviluppo razionale, integrata con i bisogni e le offerte del territorio.

Lavoro ormai da diversi anni nelle biblioteche scolastiche di istituti superiori ed avendo da sempre promosso -nonostante le resistenze frequenti, per quanto incomprensibili, da parte di alcuni presidi e insegnanti- un modello del tutto simile a quello delineato nei documenti sopra citati, non ho potuto fare a meno di accogliere favorevolmente questa presa di posizione che attesta la correttezza d'impostazione del lavoro da me svolto e lo rivaluta a dispetto delle critiche di chi ancora si attarda in una concezione di biblioteca scolastica del tutto superata e inadeguata alle esigenze della scuola d'oggi. Questi nostalgici delle polverose bibliotechine d'istituto in cui si ammucchiavano volumi consunti, non catalogati e acquisiti sporadicamente, in assenza di un progetto complessivo, pare non si siano resi conto dell'esistenza sul territorio di un servizio bibliotecario pubblico efficace e competente, che può contare su risorse e professionalità specifiche più ampie e diversificate rispetto al modello scolastico. Essi continuano a pensare che la biblioteca scolastica debba surrogare in tono minore la biblioteca pubblica, col risultato di sprecare le già esigue potenzialità di acquisto delle scuole, creando doppioni assurdi, invece di canalizzare le risorse nella costituzione di fondi specializzati, legati all'indirizzo di studio, che in futuro potranno forse rappresentare una risorsa settoriale aperta anche a un'utenza esterna ed integrare così l'offerta del servizio pubblico. Ma quel che è peggio, non capiscono quanto sia importante, soprattutto in vista di un progetto di educazione permanente, insegnare agli studenti a frequentare quelle biblioteche presenti sul territorio che potranno continuare a utilizzare anche dopo la conclusione degli studi per l'aggiornamento professionale o per il piacere di leggere. Diversa è invece la sfera d'azione della biblioteca scolastica che si configura come luogo dove si impara a diventare utenti esperti del servizio pubblico, e in tal senso bisogna sempre più promuovere fra questi due poli forme di integrazione e non di duplicazione di ruoli.

Fortunatamente, nonostante i dissensi a cui accennavo, dovuti più che altro a disinformazione e pigrizia mentale nei confronti di qualunque tipo di innovazione, esistono altre realtà nelle scuole che fanno ben sperare per lo sviluppo delle biblioteche scolastiche e la loro trasformazione in centri di risorse multimediali. Uno di questi fenomeni positivi è il corso di formazione BI.S.FO. (biblioteche scolastiche e formazione), un'esperienza iniziata a Firenze lo scorso anno che ha raccolto la partecipazione di undici scuole di diverso ordine e grado, a una serie di incontri, articolati in lezioni frontali, laboratori e gruppi di lavoro, nel corso dei quali docenti e docenti bibliotecari si sono incontrati con esperti e confrontati fra loro su alcune questioni di fondo relative alla funzione didattica della biblioteca scolastica e al suo potenziale educativo nell'ambito della scuola dell'autonomia e della società contemporanea, sempre più caratterizzata dalla diffusione massiccia delle nuove tecnologie nell'ambito dell'informazione. In linea con l'aspirazione a voler costruire una scuola nuova che favorisca la pluralità degli apprendimenti cognitivi si è voluto tener conto, nell'impostazione di questo progetto, della necessità di valorizzare la biblioteca scolastica intesa come parte integrante del sistema formativo ed informativo, strumento per "imparare ad imparare", spazio fra i più adatti all'acquisizione di linguaggi diversi. (Progetto BI.S.FO., Premessa).

Le finalità del gruppo BI.S.FO. individuano tre specifici campi d'azione: il miglioramento dell'offerta formativa per il personale docente che lavora in biblioteca o che la utilizza come supporto alla didattica; la razionalizzazione delle risorse attraverso la formazione di una rete di scuole che collaborano alla risoluzione di problematiche comuni e la costituzione di un laboratorio permanente, spazio di discussione e confronto, teso a superare le situazioni di isolamento e a favorire la diffusione di un modello standard di biblioteca scolastica multimediale. Gli obiettivi del progetto BI.S.FO. riguardano sia l'aggiornamento del personale impiegato in biblioteca e dei docenti che intendono utilizzare la biblioteca come risorsa attiva della didattica, sia il potenziamento dei processi di apprendimento e dell'offerta formativa delle scuole in relazione soprattutto all'acquisizione di abilità trasversali legate alle strategie di ricerca e di orientamento nel campo dell'informazione e alla promozione della lettura intesa come percorso conoscitivo e autoconoscitivo. Altri obiettivi sono la creazione di un collegamento fra i vari livelli di scolarità attorno alla biblioteca, vista come centro di organizzazione culturale, la guida a un uso finalizzato e consapevole delle nuove tecnologie, l'attivazione di un processo di circolazione dell'informazione fra circuito formativo e istituzioni, istituti di ricerca, associazioni professionali ecc.

L'esperienza del BI.S.FO. ha riscosso un discreto successo, tanto che, all'inizio dell'anno scolastico in corso, altri due istituti superiori si sono aggiunti al nucleo iniziale di scuole promotrici e molte richieste di partecipazione al corso sono giunte agli organizzatori anche da altre regioni. Segno evidente del diffuso bisogno di informazione e formazione sentito da coloro che operano direttamente o iniziano a confrontarsi col problema della gestione della biblioteca scolastica, un bisogno accentuato dalla frammentarietà delle situazioni esistenti, dalla disparità delle risorse e dei patrimoni reperibili nelle diverse realtà e dal conseguente isolamento di chi si occupa, con percorsi formativi spesso aspecifici, basati più che altro sull'impegno individuale, di biblioteche scolastiche in Italia.

Un'altra esperienza interessante che riguarda le biblioteche scolastiche fiorentine è il progetto "Biblioteche in rete" che ha reso possibile la consultazione dei cataloghi automatizzati di biblioteche o mediateche scolastiche sul sito del Comune di Firenze. Nato circa tre anni fa su proposta del Liceo Scientifico Leonardo da Vinci, il progetto è diventato operativo grazie all'intervento dell'Assessorato all'Istruzione del Comune di Firenze, del Provveditorato agli Studi e della Biblioteca di Documentazione Pedagogica e si prefigge lo scopo di incoraggiare il processo di automazione delle biblioteche scolastiche, di favorire il trattamento omogeneo e normalizzato dei patrimoni, rendendoli accessibili a un pubblico più vasto, di promuovere la collaborazione fra bibliotecari e centri scolastici di documentazione del Comune e di costituire un punto di aggregazione per iniziative riguardanti le biblioteche scolastiche.

Dunque esistono alcune novità interessanti sul versante, a lungo trascurato, della funzione della biblioteca nel sistema scolastico italiano e iniziative, nate spontaneamente dalle scuole e dagli operatori, cominciano ad essere accolte e sostenute a livello istituzionale, segno di una sensibilità e di un interesse maggiori verso questo campo. Un nodo però rimane tuttora irrisolto ed è quello del personale addetto alle biblioteche scolastiche, problema che appare oggi, alla luce di queste aperture innovative, ancora più grave, perché la gestione di una biblioteca scolastica multimediale adeguata al modello delineato dalla circolare ministeriale richiede una formazione specifica e una continuità d'intervento, che mal si conciliano con i canali di reclutamenti tradizionali del personale che si occupa della biblioteca. Attualmente nelle biblioteche scolastiche lavorano insegnanti a cui vengono attribuiti compiti relativi al funzionamento di alcune attività a completamento dell'orario cattedra, a titolo volontario o dietro compensi, per lo più simbolici, provenienti dal Fondo d'Istituto. Ovviamente non è possibile, con simili gestioni, garantire un servizio che vada incontro alle esigenze didattiche sopra delineate nel campo della lettura e dell'informazione. In altri casi alle biblioteche vengono assegnati docenti che, per motivi di salute, sono esonerati dalla lezione in classe e adibiti ad altro ruolo nell'amministrazione scolastica; sebbene questo personale possa garantire una maggiore continuità nel servizio (36 ore settimanali) è da notare che non tutte le patologie sono compatibili con l'attività di biblioteca e che, anche in questo caso, manca un progetto di formazione, la quale è demandata all'iniziativa soggettiva di coloro che intendono riconvertire la propria professionalità in relazione alla diversa utilizzazione. Il nuovo contratto del personale della scuola esclude definitivamente la figura del coordinatore dei servizi di biblioteca con distacco dall'insegnamento, ruolo che del resto è stato assegnato in rarissimi casi anche in passato, mentre attribuisce a una delle figure obiettivo, e a qualche unità del personale amministrativo, incarichi relativi alla gestione delle attività di biblioteca, senza però prevedere, anche in questi casi, nessun tipo di esonero dalle attività didattiche o di segreteria, né tantomeno corsi di formazione. I bibliotecari professionali assegnati alle scuole dalle Amministrazioni Provinciali non sono più utilizzabili a causa del passaggio allo Stato di tutto il personale della scuola a partire dal gennaio 2000 e comunque, anche per queste figure, nonostante le indiscutibili competenze e la garanzia di un impegno a tempo pieno, sarebbe stato auspicabile prevedere una formazione specifica per gli aspetti didattici che in una biblioteca scolastica, come prima si sottolineava, sono altrettanto fondamentali di quelli biblioteconomici e gestionali.

Non si può dunque fare a meno di rilevare che, nonostante le novità positive di cui si è parlato, le quali testimoniano sicuramente un interesse nuovo verso la biblioteca scolastica, molti sono ancora i problemi da affrontare e i vuoti normativi che ostacolano un reale sviluppo di questo settore. Soprattutto è necessario approntare un piano organico per il reclutamento del personale addetto, valorizzando le esperienze già presenti e formulando, a livello .legislativo, regole e percorsi formativi che garantiscano professionalità e continuità da parte degli operatori addetti alla biblioteca. In assenza di questo l'impegno del Ministero per riqualificare le biblioteche scolastiche sarebbe del tutto vanificato, e del tutto inutile appare lo sforzo economico per incrementare i patrimoni o per informatizzare le biblioteche se poi non verranno create delle figure pro-fessionali realmente capaci di gestire un Centro di risorse bibliografiche e multimediali adeguato alle indicazioni delle Linee Guida IFLA e del Manifesto Unesco per le Biblioteche scolastiche.


Copyright AIB 2000-05-28, ultimo aggiornamento 2000-06-02 a cura di Vanni Bertini
URL: https://www.aib.it/aib/sezioni/toscana/bibelot/b0001b.htm


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