Improvvisamente in febbraio, è morto Gianni Isola, docente di storia contemporanea all'Università di Padova e tra i maggiori studiosi di comunicazione radio-fonica. Con lo pseudonimo Orson Welles firmava questa rubrica. È quindi con grande dolore che annuncio la cessazione di "A tutto volume"; un dolore anche personale per l'amicizia che ci legava.

Due anni fa gli avevo chiesto di commentare su questo giornale, con un appuntamento fisso, in che modo la produzione editoriale viene trasmessa dai mezzi di comunicazione di massa. Lui, disponibile come sempre, aveva accettato la proposta nonostante i molti impegni professionali assunti. Da quel momento, con puntualità, mi aveva fatto arrivare alle cadenze convenute quei suoi "pezzi" che sembravano riflessioni un po' eccentriche e che erano in realtà sottili provocazioni. Più volte mi aveva chiesto un feedback su quegli scritti: voleva sapere cosa ne pensavano gli operatori di biblioteca ai quali si rivolgeva. Era il suo modo di mettere grande impegno anche nelle piccole cose: da vero pedagogo credeva di dover utilizzare ogni occasione per trasmettere cultura.

Assiduo frequentatore di biblioteche e di archivi, era stato fra i fondatori della "Associazione lettori della Biblioteca nazionale centrale di Firenze", di cui fu il primo coordinatore.

Avevamo cercato, ambedue convinti dell'importanza della documentazione come fonte di memoria e di conoscenza - quando fondammo il "Centro studi per la storia del teatro in età contemporanea" di cui fu il direttore - di realizzare una biblioteca-archivio per la storia del teatro. Anche in quell'occasione, fu strenuo e appassionato sostenitore dell'importanza dell'istituzione bibliotecaria, ai fini di organizzare la documentazione per la ricerca. Poco importa se quella fu una battaglia ahimè persa. Resta in me il ricordo di un amico leale e generoso al quale dire: grazie e ciao.