[AIB]AIB. Sezione Toscana. Bibelot, n. 2 (2000)

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Paradossi ipertestuali

di Elisabetta Di Benedetto

Nel 1990 il fisico inglese Tim Berners-Lee inventò l'HTML e con esso il WWW, quella rete ipertestuale che rappresenta ormai il mezzo di esplorazione e comunicazione per eccellenza su Internet. Il termine ipertesto, nato come calco dall'inglese hypertext sul finire degli anni '80, evoca nella mente dei più l'inesauribile cascata di videate, abbaglianti di frames, grafica ed effetti speciali, che rimbalza sullo schermo di chiunque navighi in rete. Ma se ipertesto è termine relativamente recente, l'ipertestualità è pratica antica e non solo nella sua forma puramente testuale, fatta di note, rinvii e glosse, ma anche nella sua versione "grafica", basti pensare all'universo simbolico che suggerisce un'iniziale miniata all'interno, ma anche oltre al testo (cfr. F. Carlini, Lo stile del web). Da un punto di vista "evoluzionistico" i passaggi sono due: dall'ipertesto a stampa a quello elettronico con più rinvii all'interno di uno stesso elaboratore, fino all'esplosione globalizzante di Internet, con cui l'universo ipertestuale che ogni testo racchiude in sé trova infinite occasioni per esplicitarsi, facendo del fruitore un coautore e protagonista. Eppure l'approdo non è di quelli sicuri, come ci invitano a riflettere alcuni paradossi ipertestuali. Effettuando una ricerca con il termine ipertestualità nel sito dell'Espresso si ottiene come risultato la visualizzazione della copertina dell'ultimo numero e l'indice relativo, ma, in barba a qualsiasi logica ipertestuale, non si capisce all'interno di quale testo il termine sia stato reperito. Un caso ancora più sconcertante è rappresentato dall'Unità, che decide di appiccicare l'etichetta di ipertesto a dei volumi con traduzione a fronte, che accompagnano una sua collana di videocassette tratte da opere di Shakespeare. Peccato che il criterio seguito sia decisamente "ipotestuale", dal momento che la traduzione consiste in una selezione inspiegabile, e di fatto non spiegata, di alcuni brani all'interno dell'opera. Da ultimo un fenomeno che potrebbe essere definito "ipertestualità di ritorno" è quello segnalato con un paper all'8th International WWW Conference di Toronto nel 1999, riguardante la resa ipertestuale a stampa di documenti ipermediali. Qui il cerchio si chiude e l'elettronica lascia quasi inaspettatamente il passo alla stampa, per una volta sua imbattuta antesignana.


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Copyright AIB 2000-09-24, ultimo aggiornamento 2000-09-24 a cura di Vanni Bertini
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