[AIB]AIB. Sezione Toscana. Bibelot, n. 1 (2001)

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Dal nostro inviato alla Terza Conferenza nazionale delle biblioteche

NASCERÀ LA BIBLIOTECA DIGITALE ITALIANA?

di Susanna Peruginelli

La IIIa Conferenza nazionale delle biblioteche, dedicata quest'anno al tema La Biblioteca Digitale: produzione, gestione e conservazione della memoria nell'era digitale, si è svolta a Padova dal 14 al 16 febbraio scorso in un'atmosfera di armonia e convergenza. L'armonia ambientale è stata offerta dalla meravigliosa Abbazia di S. Giustina, sede della Conferenza, e la convergenza ha rappresentato il motivo dominante delle riflessioni e raccomandazioni per la realizzazione della biblioteca digitale.
L'intervento del Prof. Francesco Sicilia, Direttore generale dell'Ufficio centrale per i beni librari, le istituzioni culturali e l'editoria, è stato una promessa di supporto e impegno operativo per lo sviluppo della Biblioteca Digitale Italiana (BDI), intesa come la serie di iniziative e progetti da avviare in modo coordinato, sulla base di una "Carta costituzionale del digitale" da mettere a punto da un costituendo gruppo di esperti appartenenti a istituzioni diverse.
Il programma che il Ministero per i Beni e le Attività Culturali intende avviare, in stretta collaborazione con istituzioni diverse come archivi e musei ed anche con le amministrazioni regionali e periferiche, ha il suo fondamento nelle analisi e raccomandazioni contenute nel voluminoso, quanto puntuale e accurato Studio di fattibilità per la realizzazione della Biblioteca Digitale, assegnato dal Ministero BB.AA.CC. (a seguito di gara internazionale indetta nel gennaio 2000) alle società Intersistemi e Unisys, che si sono avvalse della collaborazione di esperti del mondo delle biblioteche, delle tecnologie e del diritto (lo studio è stato consegnato nel dicembre 2000).
Le riflessioni, le articolate proposte e le raccomandazioni contenute nello studio, fatte proprie nelle linee programmatiche formulate dai rappresentanti istituzionali, sono state condivise e riprese più volte dai relatori italiani e sono risultate del tutto convergenti con le raccomandazioni degli esperti internazionali, presenti in gran numero alla Conferenza. Anche il numeroso pubblico ha potuto partecipare attivamente, esprimendo il suo consenso su temi così complessi e urgenti grazie alla distribuzione, nella sede della Conferenza, di un agile "Rapporto di sintesi" volto a focalizzare i principali punti dello studio di fattibilità.
I fattori critici più volte richiamati relativamente al digitale sono la frammentarietà degli attuali progetti italiani, il grave rischio di perdere il controllo sull'utilizzo e l'accesso al ricchissimo patrimonio culturale del nostro Paese, la carenza di strutture organizzative e tecnologiche, la mancanza di adeguate professionalità per far fronte agli impegni futuri di progettualità, standardizzazione, gestione di nuovi servizi.
Le linee programmatiche indicate dalla Conferenza di Padova sulla base della complessità dei problemi da affrontare, sono essenzialmente queste:

Questi principi, sembra utile sottolinearlo, sono perfettamente in linea con l'azione dell'Unione Europea. Essi sono stati chiaramente esposti nella relazione di Bernard Smith, responsabile del programma comunitario IST (Information Science Technologies) in tema di applicazioni sul patrimonio culturale. L'accento è su iniziative che abbiano per oggetto non tanto un patrimonio fisico, quanto un contenuto culturale, che deve essere costruito con progetti che creino valore aggiunto all'esistente, collegando informazioni di diversa natura per offrire prodotti nuovi, secondo un modello di economia culturale che fino ad ora, non solo in Italia ma ovunque, ha stentato a nascere. L'enfasi è quindi su servizi on line che generino nuove esperienze per gli utenti; a questo proposito è stata indicata l'espressione e-experience, che rappresenta veramente una sorta di rivoluzione nel mondo degli istituti culturali, con le sue implicazioni di fruizione a vari livelli, tariffazione o meno dei servizi e prodotti, protezione dei diritti di proprietà dei materiali usati e di quelli che si vengono a costituire, nuove collaborazioni per la messa in comune di risorse.
Appare chiaro quindi come sia alle porte una trasformazione dei servizi di informazione, intesi in senso lato, che vede coinvolti numerosi attori e componenti di tipo tecnologico, organizzativo, sociale. Non vi sono soluzioni certe, ma si intravedono bene le problematiche più importanti, in cui l'integrazione e la cooperazione sono le direttrici di fondo: su questa linea sono state quindi definite le conclusioni della Conferenza, visibili all'indirizzo http://www.librari.beniculturali.it/ospiti/Conf_naz3/biblio_dig.pdf.
La forte speranza di noi bibliotecari è che le intenzioni possano essere mantenute, che vi sia un supporto centrale che consenta sviluppi coordinati nel campo del digitale e che, oltre ad essere messi nelle condizioni di avviarci operativamente in questa direzione, sappiamo farci onore con un buon grado di entusiasmo e curiosità nel rinnovare il nostro lavoro.


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Copyright AIB 2001-06-18, ultimo aggiornamento 2001-07-01 a cura di Vanni Bertini
URL: https://www.aib.it/aib/sezioni/toscana/bibelot/0101/b0101b.htm


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