[AIB] AIB. Sezione Toscana. Bibelot, n. 2 (1999)
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ANCHE I LIBRI HANNO UN'ANIMA

di Orson Welles

È recentemente passato sugli schermi, senza troppo clamore di pubblico e di critica, una graziosa e intelligente commedia Pleasantville, ambientata in una onirica e televisiva cittadina americana di provincia negli anni Cinquanta. I protagonisti sono due giovani teen-agers di oggi, fratello e sorella, sbalzati per magia quarant'anni indietro, nel clima quieto, sorridente, senza contraddizioni apparenti e perciò fasullo della società del quieto benessere antecedente alla contestazione giovanile ed alla rivoluzione rock. Rigidamente in bianco e nero come la sit-com del tempo, la pellicola viene progressivamente a colorarsi col procedere della trama, sotto la spinta in realtà modestamente innovatrici dei due giovani provenienti dal futuro. Il tema sembrerebbe quasi ovvio al limite del dejà vu e nel solco di altri prodotti, che stanno scavando nel rapporto fra televisione e immaginario collettivo. Un amarcord televisivo che sottolinea l'interrelazione fra i vari mezzi di comunicazione di massa nelle società più progredite, alla scoperta dell'ennesimo ombrello, cioè del devastante peso della produzione televisiva non solo nella costruzione della memoria pubblica, ma anche della formazione culturale individuale e collettiva dei telespettatori, ridotti al rango di consumatori. I cinefili potrebbero citare una diecina di titoli in proposito, a cui aggiungere questo ultimo prodotto dell'industria cinematografica. Molto curato nell'ambientazione, nei costumi, nei ritmi della vita quotidiana, tranquilla e ordinata, apparentemente immobile nella sacralità dei suoi valori perbenistici e del tutto esteriori, il film ha però un colpo d'ala, quando la protagonista scopre la lettura: la biblioteca pubblica del paese ha molti libri nei suoi scaffali, le cui pagine sono però bianche, come si conviene ad un allestimento televisivo. La biblioteca è dunque un enorme deposito di carta e i libri sono solo costole colorate, magari con ricche legature, o posti a testa in giù come quelli dello sfondo dello studio privato dove Berlusconi si fa saltuariamente intervistare. I capolavori della letteratura relegati in generale al misero ruolo di oggetti di arredamento si animano però di segni tipografici e di illustrazioni quando i lettori manifestano un interesse per una pratica al limite del disuso. La metafora elegante e spiritosa dovrebbe far riflettere sul valore eterno del libro non solo gli entusiasti neofiti della modernizzante multimedialità, che sino ad oggi non ha prodotto niente più che surrogati su supporto elettronico, ma anche i produttori della rubrica televisiva Neon libri, il supplemento del mercoledì al TG2: dieci minuti di apparizioni lampo, in cui il malcapitato spettatore viene bombardato dai titoli e dalle copertine delle ultime novità librarie, senza avere il tempo nemmeno di annotarsi l'autore e l'editore. L'invito è di andare in libreria fidandosi della memoria fotografica e del messaggio al limite del subliminale: come i libri della biblioteca pubblica di Pleasantville solo la volontà e la passione dei lettori riuscirà a dare sostanza e vita a questa inutile passarella di colori e di suggestioni.


Copyright AIB 1999-09-18, ultimo aggiornamento 1999-09-20 a cura di Vanni Bertini
URL: https://www.aib.it/aib/sezioni/toscana/bibelot/9902/b9902i.htm

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