[AIB] AIB. Sezione Toscana. Bibelot, n. 3 (1999)

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Biblioteche pubbliche a confronto nel convegno di Viareggio

TARIFFARE I SERVIZI BIBLIOTECARI?

di Carlo Paravano

È giusto far pagare i servizi della biblioteca pubblica? C'è modo di misurare l'efficienza e il gradimento di tali servizi se non attraverso meccanismi di mercato? Come trovare risorse aggiuntive che facciano decollare il livello dell'offerta e bilancino l'aumento dei costi?
Sono alcune delle domande che hanno animato il convegno Gratuità e tariffe nella biblioteca pubblica, curato dalla Commissione Nazionale Biblioteche Pubbliche dell'AIB e organizzato dal Comune di Viareggio con AIB - Sezione Toscana e con il patrocinio della Regione Toscana e della Provincia di Lucca.
L'incontro si è svolto nel capoluogo versiliese il 5 e 6 novembre scorso, nelle confortevoli sale dell'Albergo Esplanade, a pochi passi da un mare che - nei rari squarci di sereno - ha fatto molto apprezzare la scelta della sede.
Dopo i saluti di Maria Cristina Boncompagni, Assessore alla cultura del Comune di Viareggio, di Andrea Tagliasacchi, Presidente della Provincia di Lucca e di Simonetta Pecini, Presidente della Commissione Cultura del Consiglio Regionale della Toscana, Elena Boretti ha introdotto il tema in veste di presidente della Commissione biblioteche pubbliche dell'AIB.
La crescita della massa informativa disponibile ha significato nuove spese per il suo reperimento e la messa a disposizione degli utenti in un quadro di risorse rigide se non declinanti. L'IFLA, l'UNESCO e anche la Regione Toscana, nella recente legge su biblioteche e archivi, hanno introdotto il principio della possibilità di tariffare servizi aggiuntivi a quelli di base. Ma - si è chiesta Boretti - come definire i confini tra ciò che è di base e ciò che non lo è? E come misurare la qualità di servizi che non si confrontano con il mercato?
Gli interventi della prima giornata hanno analizzato il concetto di biblioteca e tariffa nel quadro generale della problematica dei servizi pubblici e del loro finanziamento, nel rinnovato dibattito sul ruolo dello stato sociale.
Gianni Geroldi, docente di Scienza delle finanze dell'Università di Parma ha esaminato le biblioteche dal generale punto di vista delle nuove politiche di welfare: attraverso una serie di esempi classificatori, Geroldi ha mostrato come le biblioteche rientrino a pieno negli strumenti del nuovo stato sociale, e quindi ad una prima analisi questo sembra far pendere la bilancia per la gratuità. Tuttavia vi sono alcune obiezioni: da un lato studi che mostrano come il fruitore delle biblioteche sia in buona sostanza un soggetto di reddito medio alto (una gratuità per i più forti dunque?), dall'altro l'obiezione tipicamente liberista della gratuità quale impedimento al calcolo dell'efficienza.
La soluzione dovrà essere, per Geroldi, spostare l'attenzione dai problemi dell'erogatore ai bisogni del fruitore del servizio: spesso l'erogatore - ad esempio - ragiona in termini di sinergie, tende alla grande dimensione, mentre il fruitore preferisce la disseminazione. Le tariffe possono essere male intese, ma un rapporto di abbonamento - che pure è un segnale tariffario - può essere un canale di comunicazione tra fruitore ed erogatore. In conclusione, ci vuole una policy della funzione bibliotecaria che rientri nella policy generale del sistema di formazione, e un processo parallelo di decentramento delle unità operative ma in un quadro di crescente cooperazione.
Marco Marandola, consulente giuridico dell'AIB sul diritto d'autore, ha illustrato il progetto di legge in discussione per la riforma del diritto d'autore, richiamando l'attenzione su alcune novità che mettono addirittura in discussione lo status stesso delle biblioteca quale strumento di politiche sociali, negando le tradizionali riserve per le riproduzioni effettuate a fini di studio e senza scopo di lucro. Marandola ha quindi lanciato un appello ad accentuare la pressione per modificare almeno gli aspetti più penalizzanti del progetto di legge.
Gianni Nigro, coordinatore del Dipartimento Politiche Contrattuali della Funzione Pubblica della GGIL Nazionale, ha contribuito al dibattito illustrando il caso della sanità: in tale settore la tariffazione (ticket) ha avuto la funzione di deterrente, con l'obiettivo di scoraggiare un uso eccessivo del servizio. Le biblioteche hanno evidentemente il problema opposto.
Poggiali, Presidente dell'AIB, ha ripreso proprio la necessità di trovare incentivi all'uso della biblioteca come sostegno allo sviluppo di quelli che ha definito consumi evoluti, che innescano a cascata successivi bisogni positivi che alimentano a loro volta una catena di servizi qualificati. Bisogna dunque - ha aggiunto Poggiali - avere maggiore coscienza del valore della biblioteca, e iniziare finalmente a ragionare in termini di marketing e di fidelizzazione dell'utenza, anche attraverso la vendita di pacchetti di servizi, ma senza avere l'ossessione ragionieristica del taglio di bilancio.
Dopo un ottimo lunch offerto dal Comune di Viareggio, i lavori sono ripresi con una tavola rotonda sul tema qualità e costi dei servizi in biblioteca, coordinata da Gian Bruno Ravenni della Regione Toscana, che proprio sulla qualità ritiene si giochi la partita del welfare nello stato post fordista: non si danno più risposte di basso profilo a bisogni di emarginati, ma si orienta la domanda attraverso interventi qualificanti.
Giovanni Solimine ha appassionatamente difeso la gratuità del servizio: l'informazione è un diritto per le tesi dell'AIB, del quale però gode circa il 10% della popolazione italiana: è la percentuale di cittadini che frequentano le biblioteche pubbliche. L'uso va incentivato usando la fiscalità generale. E una grande responsabilità ce l'hanno per Solimine i sindaci, che invece spesso si illudono di poter trarre profitti dalle biblioteche o ne innovano gli istituti di gestione (vedi la proliferazione delle istituzioni) solo per ridurne il budget. Di diverso parere Giorgio Lotto, Direttore dell'Istituzione Biblioteca Civica Bertoliana di Vicenza, che vede per la biblioteca di oggi un problema di riconoscimento sociale: crescere per non morire è l'alternativa drammatica. Ciò non significa tariffazione ad ogni costo, ma nuova creatività nel reperimento delle risorse e nella razionalizzazione dei costi: in questo senso è strategico andare oltre la cooperazione per puntare verso l'integrazione, creando grosse strutture di servizio che sfruttino al meglio sedi e personale. Su analoghe posizioni Giovanni Galli, del Servizio Biblioteche Archivi e Musei del Comune di Parma. Richiamandosi a Marco Cupellaro - che in un suo saggio aveva trattato con anni di anticipo la questione - Galli nota come non vi siano ancora tutti i prerequisiti per una corretta gestione della componente economica in biblioteca: in particolare manca quell'autonomia contabile che sola può responsabilizzare il bibliotecario e obbligarlo ad un vero salto di qualità, ovvero a instaurare un rapporto contrattuale con l'utente basato su precise carte dei servizi. Danielle Oppetit, Inspectrice générale des bibliothèques, e Carlo Revelli hanno offerto una panoramica sulla situazione internazionale mostrando come - in particolare nel caso francese illustrato dalla signora Oppetit - vi sia comunque un ruolo forte dello Stato nel diffondere il servizio che precede e affianca ogni altra considerazione in termini di tariffazione. La giornata del 6 novembre è stata dedicata alla presentazione di esperienze più che di tariffazione, di gestione innovativa delle fonti di entrata. In apertura tuttavia Luigi Crocetti ha riflettuto invece sui principi, e in particolare proprio sulle tesi di Viareggioche nel 1987 l'AIB elaborò per presentarsi all'esterno con un profilo ed un'identità ben riconoscibili. Le tesi hanno dato frutti: la stessa nuova legge regionale le riprende, ora vanno però sottoposte a manutenzione, ed è il Comitato esecutivo nazionale che ha il compito di farlo. Alla luce delle tesi la questione delle tariffe non è dirimente: per Crocetti una biblioteca può assolvere al suo compito anche se applica tariffe. L'importante è non illudersi che la tariffa possa incidere in modo rilevante sui costi, e non tariffare ciò che costa di più, ma ciò che esula dal compito istituzionale della biblioteca. Diverse le esperienze riportate nel resto della mattinata: la bibliocard raccontata da Maurizio Caminito, dell'Istituzione Biblioteche di Roma, rientra in un progetto di marketing che punta a migliorare accesso e visibilità abbinando l'offerta di pacchetti di servizi alla tessera della biblioteca. Gianni Stefanini, del Consorzio Sistema Bibliotecario Nord-Ovest di Novate Milanese, ha riferito dei problemi legati al passaggio dal consorzio all'azienda speciale, e del tentativo di superare in questo modo i residui impedimenti burocratici per poter affrontare il mercato con piena autonomia e consapevolezza. Ha quindi illustrato le iniziative intraprese per reperire risorse: dal servizio di corriere alla rivendita delle opere acquistate in più copie, all'help desk tariffato con il 166. Meris Bellei, delle biblioteche del Comune di Modena, ha invece riportato l'esperienza di come sia possibile gestire in modo nuovo le entrate anche all'interno del tradizionale sistema contabile della gestione diretta in economia. In particolare ha illustrato il progetto di vendita dei libri scartati. Willer Masoni della Biblioteca di Correggio ha invece proposto un modello di vera e propria partecipazione degli utenti al costo dei servizi, applicata in una situazione di forte diffusione del servizio: Masoni ha rivendicato la filosofia della tariffazione invitando a non confonderla con attività economiche di tipo imprenditoriale. Per finire Gabriele Mazzitelli, impossibilitato a intervenire, ha inviato una Proposta per una bozza di Carta dei servizi del prestito interbibliotecario e del document delivery, ora pubblicata sulle pagine Web della Sezione Toscana.
Il convegno di Viareggio si è chiuso suscitando molte domande, tuttavia offrendo non solo un bagaglio di esperienze preziose, ma anche alcuni punti fermi: se resta controversa la questione della tariffazione quale trasferimento di parte dei costi sull'utente finale, è decisivo che i bibliotecari prendano coscienza della dimensione economica del proprio lavoro, e sappiano che solo attraverso l'offerta di servizi dalla qualità crescente e misurabile possono aspirare a quel riconoscimento sociale da sempre cercato.


Copyright AIB 2000-01-28, ultimo aggiornamento 2000-02-08 a cura di Vanni Bertini
URL: https://www.aib.it/aib/sezioni/toscana/bibelot/b9903b.htm


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