Firenze, 29 giugno 2007 All’attenzione del presidente del CER sezione Toscana dell’Associazione italiana biblioteche Oggetto: Dimissioni dal CER Con la presente sono a rassegnare le mie dimissioni da membro del CER, causate dal mio dissenso in merito a scelte politiche e di gestione della sezione. Elenco sinteticamente i punti di disaccordo: • la mancanza di collegialità nell’assunzione di decisioni, nella promozione di un confronto sulle politiche interne all’associazione, nell’assunzione di posizioni rispetto alle politiche bibliotecarie toscane; • la mancanza di una logica di progettazione e definizione di obiettivi e strategie nel breve e nel medio periodo. Utilizzando una metafora nautica, si è piuttosto “navigato a vista” modificando continuamente la rotta, con gravi carenze sia nella comunicazione interna al CER, che verso i soci; • una gestione personalistica da parte della presidenza, che non ha fatto crescere un gruppo di lavoro, ma ha assunto su di sé una serie di responsabilità: dai contatti finalizzati alla definizione di politiche della sezione, fino alla la presentazione a firma propria di documenti che tradizionalmente dovrebbero essere espressione del CER nel suo insieme (ad esempio la relazione di attività di inizio anno); • tra i rischi più gravi a cui mi pare che il CER vada incontro c’è l’isolamento. Si è continuato infatti ad ignorare o a percepire con fastidio il dissenso interno o presente nell’associazione, anziché assumersene la responsabilità e farne conseguire un’analisi politica seria. Tanto più grave mia sembra che sia il proseguire nell’ignorare la votazione della mozione dell’ultima assemblea dei soci (27/2/2007), che impegnava la sezione a compiere una serie di atti rispetto agli strumenti di comunicazione (Bibelot e Blog). La mozione poneva questioni rispetto a cui la maggioranza del CER era contraria, tuttavia non si può dimenticare che l’assemblea è sovrana ed il CER in questo senso deve considerarsi impegnato a rispettarne la volontà. Più volte ho sollevato la questione, ma non ho ricevuto risposta. Alla base del mio impegno, condiviso, così mi pareva, anche dal CER nel suo insieme, c’era la volontà di partecipare al rinnovamento (nelle forme organizzative e politiche) dell’AIB, a partire dal livello locale. Le criticità sopra elencate, invece, “remano” nella direzione opposta, contribuendo alla sopravvivenza di un’associazione in cui manca la partecipazione reale e che rischia di limitarsi a promuovere attività formative in supplenza di altri soggetti, muovendosi in un’ottica di subalternità e di scarsa incisività. Nel corso del tempo ho espresso più volte le mie posizioni, ma la mancanza di comunicazione e l’assenza di un confronto su basi non preconcette, mi impediscono di continuare a far parte di questo organismo. Silvia Bruni