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Il "libro antico" nelle biblioteche del Veneto

Il Fondo antico della Biblioteca Internazionale "La Vigna"

Cecilia Magnabosco, Biblioteca Internazionale "La Vigna"


Un'impresa pensata nel 1968 e realizzata dal 1981 da un industriale vicentino, Demetrio Zaccaria, che nei primi anni Sessanta acquistò e pose in valigia il Dictionary of wines di Frank Schoonmaker stampato a New York nel 1951. Da quel giorno iniziò la carriera di bibliofilo e studioso, quel libro fu la molla che fece scattare altri acquisti sempre più mirati e sempre più selezionati, più preziosi ed esclusivi giorno dopo giorno con scientifico puntiglio e amore profondo per la materia che abbracciava un campo tanto vasto come la viticoltura e l'enologia da tracimare in altri settori ad altri argomenti idealmente collegati come la gastronomia, la patata, l'olivo e l'apicoltura.

La morte del fondatore non ha fermato la crescita della Biblioteca che conserva a tutt'oggi circa 45.000 volumi e più di 500 periodici e si procede costantemente ad incrementarla con acquisti mirati sia nel settore moderno che in quello antiquario anche se per quest'ultimo poche sono le opere che mancano a questa ricca raccolta. I libri antichi della Biblioteca fanno parte di tre raccolte specifiche il Fondo Zaccaria, nel quale si annoverano i volumi acquistati dal fondatore, il Fondo del Comizio Agrario e il Fondo Caproni, di recente acquisizione. Trattasi del settore agricoltura della biblioteca di Federico Caproni, fondatore delle Industrie aeronautiche Caproni, che consta di circa 6000 unità tra volumi, opuscoli e periodici dove fa dato ampio spazio al tema delle bonifiche, dei cereali e della conduzione agricola.

Per fare delle cifre il Fondo antico conservato presso "La Vigna" è di circa 2200 volumi, gli incunaboli sono 3, le edizioni del '500 208, quelle del '600 144, le opere del '700 sono 1038 e quelle fino al 1830 1205.
Tra gli incunaboli figura il "De rerum commodorum" di Pietro De Crescenzi (edito nel 1486) notaio bolognese che nel 1300 compilò l'opera più preziosa nel medioevo che trattava di agricoltura in generale, ma approfondiva con un trattato sugli alberi anche la viticoltura dell'epoca. Opera fondamentale per la rinascita della viticoltura in quanto basata sulle opere latine dei classici che tramandarono al mondo le tecniche agricole romane, dei Cartaginesi e degli Etruschi. E' il primo trattato sulla viticoltura bolognese e più in generale su quella padana, in cui vengono citati vitigni ormai scomparsi ed altri ancora oggi utilizzati.
Nelle raccolte della Biblioteca si possono annoverare le edizioni di gastronomia più importanti pubblicate in Italia nel 500 e nel 600, fino ad arrivare ai trattati dell'800. Tra queste opere possiamo ricordare il "De honesta voluptate" di Platina (1530), considerato il primo trattato di gastronomia moderna, nel quale riporta le conoscenze degli autori della classicità (Catone, Marrone, Columella..) trasformando un'opera di ricette in un'opera sul viver sano e sulla civiltà della tavola. E' con Bartolomeo Scappi, sempre nel '500, con la sua "Opera di… cuoco segreto…" che si tenta di imporre la figura del cuoco professionista itinerante. Le tavole imbandite diventano uno scenario nel quale i commensali sono attori e spettatori, tutti hanno un ruolo ben definito e strutturato; nascono varie figure come lo scalco, il trinciante e per ognuna vi è un trattato si ricordino ad es. le opere del Romoli e del Frugoli del 1600 sulla figura dello scalco o il famoso "Il Trinciante" di Vincenzo Cervio del 1622. Con il declino della corte e dei signori si assiste ad un passaggio dell'arte culinaria dall'Italia alla Francia; la tavola diventa una struttura architettonica completa, si afferma l'uso delle posate, si raffina il comportamento è il cuoco il protagonista che decide tutto per i commensali (ricordiamo le opere di La Varenne e Marie-Antoine Careme). Lentamente questa rappresentazione decorativa un po' stucchevole viene abbandonata prediligendo il valore intrinseco delle vivande e con Auguste Escoffier si assiste ad una maggiore attenzione verso la preparazione del cibo e della raffinazione del gusto. Nell'800 con l'affermazione della borghesia e l'industrializzazione si pongono dei limiti al culto della buona tavola e ai fasti delle cerimonie conviviali e si affermano le varie culture culinarie regionali.
Il ditirambo - canto corale in onore di Dioniso-Bacco - venne introdotto dal Chiabrera con il suo "Ditirambo alla maniera dei Greci"; ma è con Francesco Redi con il suo "Bacco in Toscana" che abbiamo il miglior ditirambo in lingua italiana, il capolavoro della poesia bacchica. Quest'opera posseduta in numerose edizioni dalla Vigna, inizia raccontando l'arrivo in Toscana da Oriente del dio del vino, segue l'elogio delle proprietà del vino e specialmente dei vini toscani.

Numerosissimi sono i ditirambi conservati la maggior parte dei quali trattano di vino, ma vi sono anche lodi alla cioccolata, al tabacco, alla polenta ecc.
Tra le opere più interessanti sul tema dei vini la Biblioteca conserva alcune edizioni del "De naturalis vinorum historia" del medico romano Andrea Bacci, una disamina dei vini italiani più famosi del 16º secolo, in cui vengono descritti numerosi terroir già famosi in quell'epoca per la produzione di vini eccellenti, come ad es. la Franciacorta. Vi sono anche alcune edizioni delle prime guide enogastronomiche dell'età moderna, tra cui "Descrittione di tutta Italia" di L. Alberti e "Il commentario delle cose più notabili & mostruose cose…" di Ortensio Lando, il resoconto di tutto quello che mangiavano e bevevano gli autori girovagando per tutta Italia, sono quindi importanti rassegne della produzione tipica regionale sia alimentare che vinicola.

Vi sono anche numerosissime opere che trattano l'argomento dal punto di vista tecnico, ricordiamo le opere di ampelografia, studio della foglia della vite, tra le quali il lavoro del medico tedesco Philipp Jacob Sachs , che nel 1661 coniò questo termine e lo impose come titolo al proprio trattato "fisico-filologico-storico-medico-chimico" sulla vite, gli organi della pianta, la sua coltura, il frutto e la sua trasformazione in vino e aceto. Una volta affrontato il mondo delle specie e delle varietà della vite mostra le sue dimensioni sconfinate, nel '700 si succedono opere di viticoltura di impegno crescente e negli anni successivi si assiste alla stesura di opere sempre più approfondite e tecniche.
Naturalmente anche il tema dell'agricoltura in generale sotto i suoi vari aspetti, dalla lavorazione del terreno e la cura delle piante alla conduzione dei poderi, è ampiamente presente nel Fondo antico della "Vigna" con opere che coprono tutto il periodo considerato. Non viene trascurato anche l'allevamento degli animali con una particolare attenzione al tema dell'apicoltura caro al fondatore sig. Zaccaria.

La Vigna, inoltre, può vantare una ricca raccolta di opere antiche sul caffè e la cioccolata che spaziano dal 16º al 19º secolo, in particolare ricordiamo la figura di Prospero Alpino, medico viaggiatore e botanico, originario di Marostica che per primo nella sua opera "De plantis Aegypti" descrisse e delineò la pianta del caffè. I libri trattano del caffè e della cioccolata sotto diversi aspetti: dagli studi botanici fino all'uso quotidiano nelle bevande e nella gastronomia; vi sono anche poemetti dedicati all'argomento nei quali vengono sottolineate le virtù delle bevande.

Per fornire un riepilogo di quanto è stato catalogato in SBN tutti i volumi pubblicati fino al 1800 sono stati catalogati, si sta procedendo alla catalogazione dei volumi e degli opuscoli stampati dal 1801 al 1830 che fanno parte del Fondo Zaccaria, il Fondo Caproni è già stato tutto catalogato.


Copyright AIB 2007-01, ultimo aggiornamento 2007-01-02 a cura di Giovanna Frigimelica
URL: https://www.aib.it/aib/sezioni/veneto/s060406/magnabosco.htm


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