[AIB] AIB. Sezione Veneto. Congressi

AIB-WEB | Veneto | Notizie | 14. Seminario Vinay


"14. Seminario Angela Vinay"
bibliotECONOMIA
la frontiera digitale

ESPERIENZE A CONFRONTO

Un firmamento di firme
Il Libro dei Soci del Gabinetto Vieusseux
(25 gennaio 1820 - 18 giugno 1926)

Laura Desideri, Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux


Una fonte per la storia della lettura

Il fenomeno di esplosione della lettura tra la seconda metà del Settecento e l'inizio dell'Ottocento, conseguente all'avanzare del processo di alfabetizzazione e all'affermarsi di grandi innovazioni tecniche per la stampa del libro, è connotato dalla fioritura in tutta Europa di istituzioni di natura commerciale, che consentono, dietro pagamento di una quota di associazione, di leggere senza acquistare: cabinets de lecture, subscription libraries, circulating libraries, Leihbibliotheken si diffondono a macchia d'olio in Francia, in Inghilterra, in Germania a partire dal 1750, anche nei piccoli centri, proponendo in lettura tutto quello che usciva in materia di novità, tanto i romanzi, che i libelli letterari o politici, e soprattutto i giornali [1]. Ma queste istituzioni, luogo deputato del "furore di leggere" dei nuovi lettori di estrazione borghese, onnipresenti nella prima metà del XIX secolo, andranno progressivamente a scomparire nei decenni successivi, quando altri circuiti bibliotecari, di natura pubblica, prenderanno maggiore spazio. E' indubbio che durante la loro attività è stata prodotta molta documentazione: dai cataloghi a stampa, aggiornati periodicamente per informare gli abbonati dei libri proposti in lettura, ai registri di associazione e di prestito, ai libri contabili, indispensabili per la gestione commerciale delle imprese; ma questi documenti, preziosi per ricostruire le pratiche di lettura tra sette e ottocento, hanno inevitabilmente seguito il destino di dispersione dei centri che li hanno prodotti.

Tra i pochi esempi di sopravvivenza di queste istituzioni, diffuse ovviamente anche in Italia [2], si distingue il caso del gabinetto di lettura fondato nel 1819 a Firenze dal mercante ginevrino Giovan Pietro Vieusseux, animato da forti propositi culturali e politici. Uno "stabilimento" privato, dotato anche di una rifornita biblioteca circolante con le novità provenienti dai vari paesi europei, gestito dagli eredi di Vieusseux fino al 1919, anno in cui viene acquistato dal Credito italiano che a propria volta, due anni dopo, lo cederà al Comune di Firenze. Nel 1925 si completa l'opera di definizione giuridica, facendo del Gabinetto G.P.Vieusseux  un Ente morale, con un Consiglio d'Amministrazione presieduto dal Podestà (poi il sindaco di Firenze) e un proprio Statuto tuttora vigente, salvo alcune revisioni [3].

Insieme alle ricche collezioni di riviste e di libri italiani e stranieri, il Vieusseux ha conservato anche la documentazione pressoché integrale dell'attività del gabinetto di lettura e della biblioteca circolante lungo un intero secolo. Si tratta di due serie di registri manoscritti, concepiti entrambi dal fondatore, il primo per gestire il sistema delle associazioni, il secondo per il prestito. Nel Libro dei soci, costituito di 23 volumi (complessivamente 8000 pagine) troviamo le registrazioni di oltre 150.000 abbonamenti, in ordine cronologico, dal giorno dell'inaugurazione (25 gennaio 1820) fino al 18 giugno 1926; nel Libro dei prestiti (originariamente 29 volumi, di cui se ne conservano 27, per un totale di 24.000 pagine), dove sono riportati, in ordine di numero d'inventario/collocazione, oltre 54.000 titoli della biblioteca circolante, sotto ciascun titolo troviamo i nomi dei lettori che hanno preso in prestito quel determinato libro, ovviamente in regola con il pagamento della quota di associazione, registrata nel Libro dei soci: sistema in uso a partire all'incirca dalla fine degli anni quaranta, quando inizia il decollo della circolante. Questo doppio sistema di registrazione degli abbonamenti e dei prestiti, in vigore fino al giugno 1926, viene abolito da Bonaventura Tecchi, direttore del Vieusseux dal 1925 al 1929, e sostituito da un nuovo sistema, in uso ancora oggi, basato su schede mobili intestate a ciascun abbonato [4].

Il progetto di digitalizzazione e di trascrizione del Libro dei soci

E' indubbio che le due serie del Libro dei soci e del Libro dei prestiti rappresentano una fonte di grande interesse per gli studi di storia della lettura, in quanto ci consentono di ricostruire "chi erano i lettori", "quando leggevano" e "che cosa leggevano" in un arco di tempo che, sia pure con qualche lacuna, copre oltre un secolo, all'interno di uno dei luoghi deputati di tali pratiche. Se si considera che per tutto l'800 e i primi decenni del ‘900 il Vieusseux è stato il luogo simbolo del cosmopolitismo fiorentino, intensamente frequentato da un pubblico di lettori vasto e assetato di letture, spesso stranieri di passaggio o residenti a Firenze, è evidente che siamo in presenza di un osservatorio privilegiato, da cui è possibile ricostruire un pezzo significativo di storia sociale della nostra città, e più in generale del nostro paese, a partire dai rapporti con la cultura europea.

Data questa premessa, è stato elaborato un progetto generale di valorizzazione delle due fonti, dando priorità al Libro dei soci, dove è documentata la prima tappa dell'iter del lettore: l'associazione, la cui durata può variare da un minimo di un giorno o di una settimana fino al massimo di un anno, costituisce infatti la condizione fondamentale per accedere ai servizi del gabinetto di lettura e della biblioteca circolante [5]. Ogni pagina di questi registri, introdotta dall' intestazione "Noi sottoscritti ci associamo al Gabinetto Scientifico Letterario / di G.P.Vieusseux", è suddivisa in due parti: una stretta colonna a sinistra con l'indicazione in alto dell'annata, seguita dal mese e dai singoli giorni; a fianco del giorno, introdotto da una crocetta, la registrazione dell' abbonamento, quasi di sempre di mano del socio stesso, contenente i seguenti elementi: la firma autografa dell'abbonato, con eventuali qualifiche, l'indicazione del  recapito in città (raramente il luogo di provenienza), il periodo dell'abbonamento ed eventualmente la specificazione del tipo di servizio che si sottoscrive: associazione alla Biblioteca Circolante, per prendere libri in prestito, o alle sale del Gabinetto, per la lettura in sede di giornali e riviste. Al momento dell'eventuale rinnovo, tutti i dati vengono ripetuti.

La prima fase del lavoro ha previsto la digitalizzazione della fonte: 8000 pagine manoscritte, raggruppate in 23 volumi, dove troviamo registrati oltre 150.000 abbonati, in larga maggioranza stranieri, di varia provenienza: inglesi, americani, francesi, tedeschi, russi, polacchi, svizzeri ecc., residenti o viaggiatori di passaggio a Firenze, oltre ovviamente ai fiorentini e a lettori provenienti da tutta Italia. Questa operazione ha consentito di realizzare gli obiettivi di conservare adeguatamente i registri, su CD-rom fruibili anche per la consultazione in sede, aumentare il livello di leggibilità delle grafie, dare visibilità all'intero documento, che è stato messo in rete con la visualizzazione delle immagini su Intranet/Internet, accessibili sul sito Amanuense.it (tabella 1).

Se la versione digitale del manoscritto, che consente di sfogliare tutte le pagine in linea, rappresenta il primo passo per rendere consultabili questi registri da qualsiasi parte del mondo, è ovvio che la piena disponibilità dei volumi si ottiene solo con la trascrizione e la relativa indicizzazione di tutti i dati contenuti nella fonte. Per questo è stato allestito un apposito data-base, dove ogni record contiene gli elementi di ogni singolo abbonamento, relazionato all'immagine digitale della pagina corrispondente. Da ogni associazione si estraggono dunque i seguenti dati, distribuiti nei campi corrispondenti: nome e cognome del socio, sesso, qualifica, luogo di provenienza (quando è indicato), recapito in città (albergo, pensione, abitazione privata), data dell'abbonamento, durata e tipologia (gabinetto e/o biblioteca circolante) del medesimo, lingua in cui è stata scritta la registrazione (francese, inglese, italiano). Oltre a queste informazioni, ricavabili oggettivamente dalla fonte, si indica anche l'area geografico-culturale di provenienza dell'abbonato, basandosi sugli indizi della firma e della lingua usata, quando non è l'abbonato stesso a dare indicazione del paese o della città da cui proviene. Ma questi viaggiatori (ad esclusione degli americani che più spesso segnalano la propria provenienza) si ritengono "cittadini del mondo" e raramente scrivono indicazioni in tal senso. Di conseguenza, potendo avere dati certi solo per gli italiani, per tutti gli altri, in attesa di poterli identificare, si ipotizza un'area geografica, che può essere anglo-americana, francese, tedesca, russa, polacca, ungherese, slava, iberica (tabella 2).

La lettura delle firme è uno dei problemi più ardui da affrontare nella trascrizione del Libro dei soci. Come abbiamo già detto, essendo la registrazione dell'abbonamento affidata personalmente al socio, la grafia cambia inevitabilmente di volta in volta e soprattutto la firma autografa difficilmente obbedisce al criterio della chiarezza e quindi della leggibilità, specialmente se si considera che la stragrande maggioranza degli abbonati sono stranieri. D'altronde è fin troppo facile capire che la lettura appropriata di una firma rappresenta il primo passo per l'identificazione della persona, senza contare che l'autografo stesso può costituire la prova definitiva per l'attribuzione di un abbonamento ad un personaggio piuttosto che ad un altro. Se già è stata fatta una selezione di firme "celebri" presenti nel Libro soci, - da Schopenhauer a Stendhal, da Fenimore Cooper a Robert Browning, da Thackeray a Dostoevskij, da Zola a Gide, da Kipling a Gertrude Stein, per citare solo alcuni degli stranieri - [6], questo progetto si propone l'obiettivo di censire tutti i lettori e di identificarne il maggior numero possibile, anche grazie alla indispensabile collaborazione di specialisti. La disponibilità degli autografi in linea allarga inoltre la rete dei possibili interpreti delle firme degli stranieri, raggiungendo studiosi o comunque lettori di varia estrazione e nazionalità, interessati a ricostruire, per i motivi più vari, qualche tassello biografico delle decine di migliaia di viaggiatori che si sono abbonati al Gabinetto Vieusseux.

Ma ritorniamo ai problemi tecnici della trascrizione. Nel data-base è stato previsto un campo per il nome, dato nella forma normalizzata, secondo i criteri delle Regole italiane di catalogazione, previsti per i vari paesi di provenienza. Anche questo aspetto crea notevoli problemi, spesso strettamente connessi alla questione dell'identificazione. Innanzitutto c'è da considerare il caso di chi non firma nella propria lingua, bensì nella lingua di mediazione: primi fra tutti, i russi, i polacchi e tutti quelli provenienti da paesi dell'est, che usano il francese nelle forme più varie. Ad esempio, rimanendo sempre tra i casi celeberrimi, lo scrittore russo Dostoevskij, che si abbona per tre volte al Vieusseux (il 16 agosto 1862, il 16 dicembre 1868, il 3 febbraio 1869) firma sempre usando la lingua francese, nelle forme che variano tra Théodore Dostoiewsky e Dostoiewski. Nel campo normalizzato comparirà invece come nei repertori e nei cataloghi di biblioteca: Dostoevskij, Fëdor.

Ma la ricchezza della fonte del Libro dei soci non è data solo dalla documentazione che ci offre riguardo ai singoli lettori del Vieusseux. Questo grande registro composto, come abbiamo già detto, di oltre 155.000 abbonamenti, contiene una vasta gamma di informazioni, che possono riguardare qualsiasi ricerca storica orientata sugli aspetti sociali e culturali del periodo in questione: a partire dai dati relativi ai lettori (presenze maschili e femminili, abbonamenti alla biblioteca circolante e/o al solo gabinetto di lettura, con i relativi costi, durata degli abbonamenti, area geografica e culturale degli abbonati, estrazione sociale dei medesimi ricavabile dalle qualifiche), fino alla toponomastica delle strade di Firenze e ai nomi degli alberghi e delle pensioni della città lungo oltre un secolo. L'interrogazione del data-base consente tutte queste ricerche, anche incrociate, offrendo la possibilità di indagini statistiche nei vari ambiti. Il lavoro di trascrizione, impostato ovviamente in senso cronologico, allo stato attuale copre gli anni dal 1820 al 1853, in previsione di raggiungere, nel dicembre dell'anno in corso, la fine del 1868. Per il completamento del lavoro, se adeguatamente finanziato, dovremmo attendere altri 2-3 anni.

Primi rilevamenti statistici

Sui dati attualmente in nostro possesso abbiamo condotto due tipi di rilevamenti. Il primo, trasversale a tutte le annate, riguarda il numero complessivo delle associazioni anno per anno, già indicate nella Cronologia del Gabinetto Vieusseux (cfr. anni 1820-1926). Nel primo quarantennio di attività la media oscilla tra i 500 e i 700 abbonamenti annui, con un crollo particolarmente evidente nel 1849 (342) e una impennata vistosa a partire dall'anno dell'unità (si supera il migliaio). La crescita, concentrata tra il 1872 e il 1886 (in cui si passa dai 1389 ai 2095 abbonamenti), è progressiva e costante fino al 1913, con la punta massima di 2526 associazioni, seguita dall'inevitabile calo degli anni della prima guerra mondiale

Riguardo alla tipologia dell'utenza possiamo anticipare (in attesa di dati più precisi) che fin dall'inizio è in larghissima parte straniera (intorno all'80%), con una netta prevalenza di abbonati dell'area anglo-americana, e questo dato rimane più o meno costante in tutto il secolo. La novità riguarda invece la presenza femminile, circoscritta al 4-5% nel primo quarantennio ed estesa al 45-50% e oltre nel corso della seconda metà dell'800. Per fare solo un esempio, nel 1880 le donne che si associano al Vieusseux sono il 45% del totale e nel 1900 superano addirittura gli abbonamenti maschili: 1380 contro 1129. Lettori e lettrici sono però accomunate da una medesima provenienza: entrambi i sessi sono all'80% di lingua inglese [7].

Un altro dato caratteristico di tutti gli utenti del Vieusseux è la loro appartenenza alla classi medio-alte, come possiamo facilmente dedurre dai costi di iscrizione, tali da escludere le fasce più basse. Nei primi trenta anni di attività ed oltre l'accesso alle sale del Gabinetto è ripartito nelle seguenti quote, diversificate tra i forestieri e i fiorentini: per i primi (per i quali è previsto, nel caso che non avessero che un giorno o due da trattenersi a Firenze, anche un biglietto d'ingresso per una sola "séance", di 2 paoli) le quote oscillano tra 120 Paoli per un'annata, 75 per 6 mesi, 45 per 3 mesi, 20 per 1 mese, 15 per 15 giorni, 10 per una settimana; per i fiorentini (o gli italiani domiciliati a Firenze) 90 per un anno, 60 per sei mesi, 40 per tre mesi, 20 per un mese, 10 per una settimana. L'abbonamento alla biblioteca circolante, che inizia alla fine del 1822, invece, è calcolato non solo sulla durata ma anche sul numero delle opere: per un'opera alla volta 5 Paoli per un mese, 12 per tre mesi, 40 per un anno; per 2 o 3 opere alla volta 10 Paoli per un mese, 20 per tre mesi, 60 per un anno. Per gli stranieri è prevista un'opzione diversa sul numero delle opere (1 o 2 volumi oppure 3, 4 o 5 per volta). Se per i forestieri esistevano delle condizioni economiche di obiettivo vantaggio rispetto al costo della vita a Firenze, per i fiorentini le quote di iscrizione al Vieusseux erano decisamente alte: basta fare un confronto tra il costo di un abbonamento per un mese (20 Paoli equivalenti a circa 12 lire toscane) con lo stipendio giornaliero di un maestro di fabbrica dell'Opera del Duomo di Firenze, pari a 4 lire toscane e, all'altro estremo della scala dei guadagni, con quello di un semplice manovale, di 1,825 lire toscane. Tant'è vero che Vieusseux, per venire incontro ai suoi abbonati meno abbienti, stabilisce fin dall'inizio, per la quota annuale di 60 Lire un pagamento rateale, da pagarsi per quadrimestre anticipato (L. 20) oppure, nel caso di persone conosciute, di L. 5 al mese per persone, che in casi di particolari ristrettezze economiche potevano diventare anche soli 5 Paoli, equivalenti a 3 lire.[8]

Il secondo rilevamento è stato circoscritto invece ad un solo anno, scelto in base a criteri di opportunità, sulla base dei dati disponibili: il 1844. Tra il 1º gennaio e il 31 dicembre di questo anno si registrano 636 abbonamenti (compresi i rinnovi), con punte massime di 6-7 abbonamenti al giorno. Gli italiani ammontano al 16,2%, gli stranieri all'83,8% di cui 53,5% di area anglo-americana, 9,6% francese, 2,8% russa e polacca, 1,6% tedesca, 0,5% iberica. Tra tutti gli abbonati si individua la presenza di 27 donne (pari al 4,4% del totale), di cui 2 sole italiane (Madame Bixio, che si abbona il 2 luglio  e Caterina Fanelli il 31 marzo 1844 per 1 mese) mentre le francesi e le inglesi si equiparano. Circa 1/3 sono titolate (5 contesse, 2 lady, 1 baronessa); le altre si qualificano semplicemente come Madame o Mrs.

Riguardo alla tipologia dell'utenza, sempre di estrazione medio-alta, è possibile ricavare delle indicazioni precise dalle qualifiche apposte alla firma, presenti nel 25% degli abbonamenti complessivi: tra questi, il 44,3% si qualifica con titoli nobiliari (più numerosi i conti, seguiti dai baroni), il 26,6% con titoli militari (in testa i capitani), il 17,7% con titoli religiosi (in testa i reverendi), il 15,8% con titoli professionali (più numerosi i "dottori", non meglio identificati, ma ci sono anche gli avvocati e un professore) [9].

Riguardo alla durata degli abbonamenti, possiamo basarci solo sui casi in cui sia esplicitamente dichiarato il periodo dell'associazione, corrispondenti al 60% del totale. Da questi si ricava che la formula più in uso è l'abbonamento per 1 mese (37%), seguita da 15 giorni e 1 settimana (20% circa ciascuno). Solo 5 persone (pari a 1,3%) si abbonano per un intero anno e nessuno di loro è fiorentino, nonostante il trattamento speciale previsto da Vieusseux: quattro sono inglesi e uno è francese, che sceglie l'opzione "pour un an à la Bibliothèque". Riguardo a quel 40% di cui non abbiamo indicazioni, allo stato attuale di analisi della fonte non siamo in grado di formulare ipotesi, salvo segnalare che alcuni di questi potrebbero essere abbonamenti giornalieri, riservati agli stranieri che si fermavano a Firenze solo per pochi giorni.

Nel caso di rinnovi, come abbiamo già specificato, viene fatta una nuova registrazione, con tutti i dati necessari. Tra coloro che rinnovano più volte il proprio abbonamento, si segnala il "primato" di Anton Filippo Angelini che nel 1844 si abbona per ben 11 volte al Vieusseux, sempre per un mese, intorno alla scadenza dei 30 giorni: 28 gennaio, 1º marzo, 31 marzo, 2 maggio, 6 giugno, 2 luglio, 1º agosto, 26 agosto, 6 ottobre, 2 novembre, 3 dicembre. A questo proposito si ricorda che il pagamento per l'associazione per un mese corrisponde a 20 paoli: questo ci fornisce un altro dato importante nel solo per la spesa che Angelini si è accollata, ma soprattutto per gli incassi del Gabinetto. Non disponendo dei libri contabili, il Libro dei soci può fornire indirettamente anche alcune indicazioni riguardo alle "entrate" del Vieusseux, almeno per quegli abbonamenti in cui è dichiarata la durata e la tipologia dell'associazione. Sempre nel 1844, solo in 26 associazioni è indicato esplicitamente che l'abbonamento riguarda la biblioteca circolante: tra queste, 12 x 1 mese, 7 x 3 mesi, 1 x 1 anno, ma c'è anche il caso "anomalo" del Captain H. D.Trotter, R.N. [Royal Navy], che si abbona l'8 gennaio 1844, specificando "1 set of books for 5 months, 80 pauls paid", ossia un periodo e una quota non prevista nel regolamento. L'esempio ci dimostra che la casistica delle entrate è quanto mai varia e i calcoli sui bilanci del Vieusseux, sulla base dei registri dei soci, non possono che essere molto approssimativi, anche perché raramente è indicata la cifra pagata.

Mentre i dati relativi alla durata dell'abbonamento e alla tipologia scelta (gabinetto di lettura e/o biblioteca circolante) non compaiono sempre nella registrazione, il recapito del socio è quasi sempre indicato, specialmente nel caso degli stranieri. Questo ci consente di ricostruire la mappa degli alloggi (alberghi, pensioni, quartieri e camere ammobiliate) a Firenze, con una serie di informazioni preziose anche per la storia della città e del turismo negli anni d'oro del cosmopolitismo. Sempre nell'anno 1844, gli alberghi più frequentati sono, nell'ordine, l'Hotel du Nord con 38 presenze, l'Hotel Grand Bretagne con  25, Hotel d'Europe e Hotel Schneiderff, entrambi con  21, il New York con 19, l' Hotel d'Italie con 15, l' Isles Britanniques con 14, il Porta Rossa con 13, l' Hotel des 4 nations con 12. Poco frequentate, invece, almeno in questo anno i quartieri privati, tra le quali ci limitiamo a segnalare Casa Libri, in Piazza S. Maria Novella, Casa Grazzini, in Via Maggio, Casa Pouchin, in Via della Fornace, Casa Lagerwaerd [10].

I dati che abbiamo illustrato, relativi all'annata 1844, provengono dalla ricerca avanzata, condotta sul sito http://www.amanuense.it/VieusseuxSite/LibroSoci/indici.asp, dove ad oggi sono disponibili circa 400 abbonamenti di soci "celebri", italiani e stranieri, selezionati nell'intero arco di tempo coperto dai registri (1820-1926), oltre a tutti quelli registrati dal 1/9/1843 al 31/12/1853. Alla ricerca avanzata si accede tramite password, per ora riservata a chi lavora alla trascrizione del manoscritto, mentre la ricerca semplice, sui nominativi degli abbonati, sarà accessibile per tutti. I dati saranno messi in rete per blocchi di annate, via via che procede il lavoro, una volta effettuati i controlli necessari.

Concludendo, non sarà inutile ricordare che l'obiettivo finale del progetto non si esaurisce nella trascrizione integrale delle 8000 pagine del Libro dei Soci e nemmeno nella identificazione dei 150.000 abbonati (o almeno del maggior numero possibile di questi). Il riconoscimento di ciascun lettore, al di là dei dati biografici, dovrà comprendere l'individuazione dei volumi richiesti in prestito e quindi presumibilmente letti, come è consentito dall'esame del nominativi che compaiono sotto i titoli dei libri nei registri del prestiti. Solo ricongiungendo il lettore al libro, attraverso le due fonti giunte sino a noi, potremmo dire di aver ricostruito un pezzo fondamentale della storia della lettura tra Otto e Novecento.

Tavola 1

Specifiche tecniche di scansione del Libro dei Soci, realizzata da Amanuense.it

E' stata realizzata una copia digitale dei 23 volumi del Libro dei Soci, prodotta, volume per volume, conformemente alla copia cartacea: La copia digitale di ciascun volume ne riproduce l'esatta disposizione fisica, a partire dalle copertina e dai fogli di guardia, nonché eventuali fogli aggiunti, seguendo esattamente la numerazione delle pagine.

La selezione dello scanner per il progetto è stata basata prevalentemente sulla natura del materiale e sull'alta qualità del risultato da ottenere. In seguito a queste valutazioni, è stato adottato lo scanner  è il modello "Omniscan 9000" della "Zeutshel".

Le immagini saranno memorizzate in formato TIFF per la conservazione e ridotte poi ancvhe in formato JPG per consentire una migliore e più veloce fruizione delle stesse in Internet.

Le scansioni digitali sono state effettuate a 300 dpi con profondità di colore 24 bit.

Struttura del data-base e criteri usati per la trascrizione

Nome dal manoscritto: qui la firma viene trascritta esattamente nella forma in cui compare, comprese anche le eventuali qualifiche che la precedono.

Nome normalizzato: si  riporta il cognome e il nome dell'associato, secondo i criteri adottati dalle Rica per i vari paesi di provenienza

Nome identificato:  casella che viene spuntata quando la persona è identificata

Sesso: casella con l'indicazione di maschio/femmina (M/F), dedotta dal nome dell'abbonato/a o dalla qualifica: Mr., Mrs., Miss, Madame, Mad.lle ecc.

Qualifica: si riporta la qualifica nella lingua in cui l'abbonato ha firmato, sciogliendo le abbreviazioni (es. Cavaliere, Dottore, Captain, Reverend)

Luogo di provenienza: si riporta, quando è indicato, il luogo di provenienza.

Area geografico-culturale: si indica l'area di provenienza dell'abbonato, presunta dalla firma o dalle indicazioni fornite dal socio stesso. Solo per gli italiani si può dare il nome del paese; per gli stranieri, fino a quando non sono stati identificati, ci si limita ad indicare l'area presunta di appartenenza: inglese, americana, francese, tedesca, russa, polacca, ungherese, slava, iberica

Recapito: si riporta il domicilio a Firenze (albergo, pensione, abitazione privata ecc. con indirizzo), nella forma in cui compare nel manoscritto

Data abbonamento: si riporta la data dell'associazione

Periodo: si riporta il periodo dell'abbonamento, secondo le opzioni previste dal Gabinetto

Pagato: si spunta questa casella quando è esplicitamente dichiarato che il pagamento è avvenuto, magari tramite una sigla ("pd" per payed o semplicemente "p")

Biblioteca: si spunta questa casella quando è esplicitamente dichiarato che l' abbonamento riguarda la biblioteca, indicata anche come Library o come Bibliothèque o con le abbreviazioni relative ("Lb",  "Bque", "Bca")

Lingua: si indica la lingua usata per registrare l'abbonamento (francese, inglese, italiano), che può essere un indizio sull'area geografica culturale dell'abbonato

Note: si riportano i dati che non rientrano nei precedenti campi (es., la cifra pagata, il giornale richiesto ecc.).


[1] Per una storia cronologica della lettura, fondata sulle variazioni delle circostanze sociali e l'evoluzione dello sviluppo tecnologico, si vedano i saggi di R.Wittmann, Una "rivoluzione della lettura" alla fine del XVIII secolo? e di M. Lyons, I nuovi lettori nel XIX secolo: donne, fanciulli, operai, in Storia della lettura nel mondo occidentale, a cura di G. Cavallo e R. Chartier, Roma-Bari, Laterza, 1995, rispettivamente a p. 337-369 e 371-410; in un'ottica centrata sul rapporto tra il lettore e il testo, la "discussione" di R. Darnton, Primi passi verso una storia della lettura, in Il bacio di Lamourette, Milano, Adelphi, 1994, p. 117-153. Sui gabinetti di lettura e altre imprese analoghe di natura commerciale, diffusi in tutta Europa, si vedano gli studi specifici di F. Parent-Lardeur, Lire à Paris au temps de Balzac: les cabinets de lecture à Paris 1815-1830, 2. éd. revue et augmentée, Paris, Éditions de l'École des hautes études en sciences sociales, 1999; Sociétés et cabinets de lecture entre lumières et romantisme: actes du colloque organisé à Genève par la Société de Lecture le 20 novembre 1993, Genève, Société de Lecture, 1995;  A. Martino, Die deutsche Leihbibliothek. Geschichte einer literarischen Institution (1756-1914), Wiesbaden, Harrassowitz, 1990; ma anche T. Kelly, Early subscription libraries, in Early public libraries: a history of  public libraries in Great Britain before 1850, London, The Library Association, 1966, p. 118-151.

[2] Seppure circoscritto a Firenze, si segnala il documentato studio di F. Borroni Salvadori, Riunirsi in crocchio, anche per leggere: le origini del gabinetto di lettura a Firenze, in "Rassegna storica toscana", XXVII, 1, gennaio-giugno 1981, p. 11-33.

[3] Per la storia del Gabinetto nel suo complesso si veda Il Vieusseux. Storia di un Gabinetto di lettura (1819-2000): cronologia, saggi, testimonianze, a cura di L. Desideri, Firenze, Polistampa, 2001.

[4] In ogni scheda, che riunisce i dati sulla durata e sulla scadenza dell'abbonamento, nonché i dati sul prestito, vengono annotati, in tre diverse colonne, il numero di collocazione del volume, la data del prestito e la data della restituzione. L'introduzione del nuovo sistema, proposto da Tecchi, su modello della Biblioteca circolante Formiggini di Roma, è documentato nel verbale del Consiglio d'Amministrazione, 3 maggio 1926; cfr. L. Desideri, Bonaventura Tecchi per la biblioteca del Gabinetto Vieusseux, in "Il Vieusseux", a. V, n. 14, maggio-agosto 1992, p. 57-75. Sul Libro dei prestiti si veda M. L. Paoletti, Registri di prestito del Gabinetto Vieusseux (1900-1926), in "La Fabbrica del Libro", 2/96, p. 16-20 e L. Desideri - M. L. Paoletti, I lettori del Vieusseux, in Il futuro della lettura (Seminari di Massa Marittima, Grosseto, Pitigliano 11, 18, 25 ottobre 1996), a cura di M. Vivarelli, Manziana (Roma), Vecchiarelli, 1997, p. 265-296.

[5] Il lavoro sul Libro dei soci, finanziato, dietro progetto elaborato da chi scrive, dal Ministero per i Beni e le attività culturali, in base alla legge 534/96, art. 7, a partire dall'esercizio finanziario 2001, ha coinvolto la Ditta Amanuense,it per la realizzazione del prodotto digitale e del software a questo collegato, oltre alla relativa messa in rete. Per la trascrizione informatica del manoscritto, tuttora in corso, ci siamo avvalsi della collaborazione di Michela Ciancianaini, Angelo Nesti, Sabrina Taddei.

[6] La segnalazione degli abbonamenti di circa 300 soci celebri è presente nella  Cronologia del Gabinetto Vieusseux (1819-2000), a cura di L. Desideri, nel volume Il Vieusseux, cit., agli anni coperti dalla fonte, ossia dal 1820 al 1926.

[7] Per la presenza femminile si veda il saggio di L. Cusmano, Lettrici del Novecento la lettura delle donne attraverso gli abbonamenti al Gabinetto Vieusseux, in "Antologia Vieusseux", n.s., a. VI, n. 16-17, gennaio-agosto 2000, p. 39-60. Per la lettura delle donne in generale si veda anche M. I. Palazzolo, Le donne e la lettura, "Dimensioni e problemi della ricerca storica", 4 (1991), n. 2, p. 87-96.

[8] Questi dati si ricavano da una lettera circolare di Vieusseux Ai Signori associati fiorentini, o Italiani domiciliati a Firenze, in data 23 dicembre 1852 (ASGV.II.2.19). Le condizione dell'associazione sono indicate sia negli avvisi pubblicitari del Gabinetto sia nei cataloghi della biblioteca circolante, che periodicamente venivano stampati e distribuiti agli associati. Per i valori e l'uso delle monete per il periodo granducale si veda Monete e cambi nel Granducato di Toscana dal 1825 al 1859, a cura di G. Parenti, "Archivio economico dell'unificazione italiana", vol. II, fasc. 1, Roma 1956; mentre i dati sulle paghe giornaliere provengono dalle tabelle allegate a Le retribuzioni dei lavoratori edili a Firenze dal 1819 al 1890, a cura di P. Bandettini, "Archivio economico dell'unificazione italiana", serie I, vol. X, fasc. 3, Roma 1960.

[9] Per l'identificazione dei titoli dei soci  inglesi, spesso indicati da sigle, di grande utilità la guida Titles and forms of address: a guide of their correct use, 9th ed. ,London, Adam & Charles Black, 1955.

[10] L'Hotel du Nord era situato proprio accanto a Palazzo Buondelmonti, in Piazza Santa Trinita N. 1128 (Palazzo Bartolini Salimbeni). Gli altri erano tutti nelle vicinanze: Hotel Grand Bretagne, Lungo l'Arno N. 1095; Hotel d'Europe (Via dei Legnaioli, N. 4180, l'attuale Via Tornabuoni), Hotel Schneiderff (Lundo l'Arno); New York (Lungo l'Arno N. 4172); Hotel d'Italie (Via Borgo Ognissanti N. 3358) ; Isles Britanniques (Lungo l'Arno N. 2035), Porta Rossa (Via Porta Rossa), l' Hotel des 4 nations (Lungo l'Arno 471). I recapiti degli alberghi e delle case solo in qualche caso sono indicati nel Libro dei Soci, ma queste informazioni si possono facilmente rintracciare nelle guide dell'epoca, tra le quali segnaliamo: Guida di Firenze e suoi contorni, Firenze, Bettini, 1852.


Copyright AIB 2004-07-12, ultimo aggiornamento 2004-10-11 a cura di Marcello Busato e Giovanna Frigimelica
URL: https://www.aib.it/aib/sezioni/veneto/vinay14/desideri03.htm


AIB-WEB | Veneto | Notizie | 14. Seminario Vinay