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ASSOCIAZIONE ITALIANA BIBLIOTECHE

 

LA BIBLIOTECA PUBBLICA
IN ITALIA

COMPITI ISTITUZIONALI E PRINCIPI GENERALI
DI ORDINAMENTO E DI FUNZIONAMENTO

 

PREFAZIONE

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Il Consiglio direttivo dell'Associazione Italiana Biblioteche, nella seduta del 10 gennaio 1963, in applicazione di un ordine del giorno votato dall'Assemblea plenaria dei Soci al Convegno di Sorrento (ottobre 1962), decise di costituire, tra le altre, una «Commissione di studio per 1'esame di un nuovo ordinamento delle biblioteche degli enti locali, in rapporto al funzionamento delle Regioni».

Della Commissione furono chiamati a far parte i Soci:

La Commissione inoltre, com'era in sua facoltà in base al mandato dell'Associazione, si aggregò il dr. Paolo Spinosi, Ispettore generale presso il Ministero P.I., Direzione generale biblioteche.

La Commissione ha tenuto quattro riunioni:
il 23-24 marzo 1963, l'11 luglio 1963, il 23-25 gennaio 1964, il 9-11 febbraio 1964.

Poiché negli intervalli tra l'una e l'altra riunione, il lavoro doveva essere svolto per corrispondenza, la Commissione ha ritenuto

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di dover eleggere un relatore che predisponesse il programma di lavoro, preparasse il materiale e provvedesse a stendere i documenti, sia nella fase della proposta che nella fase dell'elaborazione definitiva. Tale incarico è stato affidato alla dr. Carini-Dainotti. È stato inoltre eletto un Segretario nella persona del prof. Balsamo. La Commissione è stata presieduta a turno dai membri.

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Nel corso della prima riunione la Commissione ha precisato come segue i fini che intendeva raggiungere e il metodo di lavoro che intendeva adottare:
1. - La Commissione ha riconosciuto che il compito più urgente dell'AIB, nell'imminenza dell'attuazione dell'ordinamento regìonale e per una corretta applìcazione dell'art. 117 della Costituzione, era quello di proporre agli enti locali una formulazione chiara e comprensibile dei compiti che spettano alle biblioteche nella società di oggi, e delle ragioni per le quali le singole biblioteche non possono essere considerate come istituti isolati, ognuno con propri bisogni e con un proprio destino, ma devono essere viste nel contesto di una struttura culturale-sociale di dimensioni nazionali che impone a tutte di rendere certi servizi e di adottare determinati indirizzi.
2. - Naturalmente la Commissione ha assunto come premessa che, anche se ogni biblioteca di un ente locale può avere una sezione più o meno ricca di manoscritti, di incunabuli e di opere rare e di pregio, e se per la tutela e l'uso di questo materiale deve adottare tutte le cautele e le provvidenze già suggerite, o che saranno suggerite in futuro, dalle leggi dello Stato, tuttavia il compito preminente di quasi tutte le biblioteche degli enti locali resta quello di documentare la cultura contemporanea nel suo quotidiano divenire, e di fornire a tutta la popolazione di un ambito territoriale determinato la più ampia possibilità di partecipare al godimento e al processo di formazione di quella cultura (1).
Pertanto il modello da elaborare, e da proporre all'attenzione degli enti locali, doveva essere, non quello della biblioteca di conservazione, o della biblioteca di alti studi e di ricerca, ma quello della biblioteca pubblica cioè di un ben definito istituto capace di offrire a tutti il maggior numero di libri e di altri documenti sul

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maggior numero di argomenti, sia a fini di cultura e di elevazione spirituale, sia a fini di informazione, o di formazione autonoma (culturale, professionale e critica), o di semplice svago.
3. - La Commissione si è dunque proposta di elaborare un documento nel quale fossero con la maggior chiarezza delineati i tratti caratteristici della biblioteca pubblica, enumerati e descritti i servizi che essa deve rendere, suggeriti i meccanismi tecnici che deve adottare sicché da tali premesse fosse consentito agli enti locali dedurre di quali mezzi di finanziamento, di personale e di locali una biblioteca pubblica ha bisogno, e così gli amministratori locali divenissero più pronti a intendere l'utilità generale dell'istituto della biblioteca pubblica e la necessità di assicurarne i servizi ai loro amministrati.
4. - La Commissione ha inoltre raggiunto la convinzione che un tale documento, rappresentando ufficialmente il punto di vista dell'AIB, cioè di un'intera classe di tecnici, non poteva non costituire, anche per l'organo centrale di governo delle biblioteche, un utile contributo, una necessaria affermazione di principi alla quale fare riferimento fin d'ora nell'azione di vigilanza e di indirizzo sull'attività normativa degli enti locali in materia di biblioteche, e alla quale richiamarsi nella futura «legge-quadro».
5. - La Commissione infine si è convinta che, una volta elaborato il documento sui compiti e sui fini della biblioteca pubblica e sui principi generali di organizzazione e di funzionamento, era opportuno proporre altresì uno schema di legge-quadro, e ciò non già per prevenire o in qualunque modo condizionare l'azione della autorità centrale di governo, ma per raggiungere la prova che dare un contenuto ad una legge-quadro diventa facile, e quasi automatico, quando si possa fare riferimento a un documento ufficiale come quello che la Commissione si proponeva di elaborare.

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Il lavoro della Commissione si è svolto sulla traccia di tali premesse.

Poiché l'Italia è stata preceduta da altri paesi nella costruzione di un sistema nazionale di biblioteche pubbliche; poiché l'istituto della biblioteca pubblica in quei paesi si è sviluppato e affermato nel corso di decenni, manifestando a poco a poco le sue

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capacità potenziali, elaborando la sua problematica e maturando i suoi metodi e le sue tecniche di azione e di intervento, si è ritenuto necessario compiere anzitutto un esame comparato degli standards proposti alle biblioteche pubbliche, nei vari paesi, dalle varie associazioni professionali. In particolare si sono volute tenere presenti le enunciazioni della Federazione internazionale delle associazioni dei bibliotecari (FIAB) le quali sono in larga misura impegnative anche per la nostra Associazione. L'esperienza internazionale è stata poi preziosa e insostituibile là dove, mancando ancora un'esperienza italiana, risulta tuttavia necessario prefigurare la realtà nella quale la biblioteca pubblica troverà le condizioni per operare.

L'esperienza italiana, le aspirazioni non recenti dei bibliotecari italiani e la viva speranza di dare anche al nostro paese una struttura bibliotecaria moderna, tale da facilitare davvero la diffusione della cultura attraverso il libro, sono state invece la sola guida della Commissione nella preparazione della VI e VII parte del documento che ora viene presentato a tutti i membri dell'Associazione con il titolo: La biblioteca pubblica in Italia. Compiti istituzionali e principi generali di ordinamento e di funzionamento.

Conclusa nel corso della quarta riunione l'elaborazione di questi standards italiani, la Commissione ha preso in esame senza ritardo uno schema di legge-quadro. Tuttavia, poiché la discussione e la messa a punto di quel documento richiede un'analisi approfondita delle premesse costituzionali e legislative, e l'assunzione di nuovi elementi di fatto e di diritto, sia dall'organo centrale di governo delle biblioteche, sia dai vari uffici per lo studio dell'ordinamento regionale, sia dalle stesse Commissioni parlamentari, la Commissione ha ritenuto più utile concludere il primo ciclo dei lavori con la presentazione al Consiglio direttivo dell'Associazione del primo documento elaborato.

Frattanto una sotto-commissione composta da: V. Carini-Dainotti, G. De Gregori, M. Palmerini, P. Spinosi attende ora a preparare il materiale per la formulazione definitiva di uno schema di legge-quadro, che sarà a suo tempo esaminato e rielaborato dalla Commissione e presentato al Consiglio direttivo dell'Associazione cui dovrà essere demandato di patrocinare l'inclusione, nelle leggi dello Stato, dei principi generali suggeriti dai tecnici.

La Commissione ritiene di avere così assolto alla prima parte

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del mandato ricevuto, pur non nascondendosi che la preparazione del primo documento normativo sulle responsabilità e sui livelli di funzionamento della biblioteca pubblica, lungi dall'esaurire gli interventi dell'Associazione, ne ha dimostrato la necessità e l'urgenza. Vi sono infatti altri settori nei quali l'Associazione deve, senz'altro ritardo, affermare principi che valgano per tutta la professione e ne assicurino l'ordinato progresso. Di questi settori uno dei più vitali è quello della morale professionale giacché - in modo speciale per quanto concerne la biblioteca pubblica - lo Stato e gli enti locali difficilmente si indurranno a considerarla come un servizio pubblico finché non saranno chiaramente formulati i principi certi cui i bibliotecari devono ispirare la loro azione, al di fuori e al di sopra di ogni pressione di individui o di gruppi.

Non meno vitale è l'esigenza che l'Associazione contribuisca al progresso della professione e al suo migliore ordinamento propugnando la costituzione di un ordine professionale e la connessa organizzazione di scuole, abilitate a concedere titoli professionali di vario livello.

Ma tali materie esulano per il momento dalla competenza della Commissione la quale si limita ad auspicare che il prossimo Congresso dell'Associazione voglia rivolgere la sua attenzione anche a questi temi fondamentali, preparandone il dibattito e lo svolgimento.

 

LA COMMISSIONE

Giovanni Bellini; Antonio Dalla Pozza; Giorgio De Gregori; Renato Pagetti; Massimo Palmerini; Paolo Spinosi; Virginia Carini-Dainotti, Relatore; Luigi Balsamo, Segretario.

 

(1) Nel corso del XV Congresso dell'Associazione Italiana Biblioteche (Spoleto, 8-10 maggio 1964) il documento elaborato dalla «Commissione di studio per l'esame di un nuovo ordinamento delle biblioteche degli Enti locali» fu sottoposto a discussione e approvato all'unanimità meno 2 voti.
Pubblichiamo in appendice il testo dell'
intervento al Congresso della dr. V. Carini-Dainotti che, in qualità di relatore e a nome della Commissione, chiarì le ragioni di alcune apparenti limitazioni o accentuazioni dell'attività delle biblioteche degli enti locali.


Nota
Tratto da: Associazione italiana biblioteche, La biblioteca pubblica in Italia: compiti istituzionali e principi generali di ordinamento e di funzionamento, Roma: AIB, 1965, p. 5-9.
La trascrizione segnala la divisione delle pagine e rispetta ortografia e maiuscole dell'originale, salvo interventi grafici minori come la sostituzione dell'accento grave con quello acuto in perché e parole analoghe.


Copyright AIB 2002-11-23, ultimo aggiornamento 2012-02-09, a cura di Alberto Petrucciani
URL: https://www.aib.it/aib/stor/testi/stan1965p.htm

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