Il volontariato in biblioteca: esperienze e proposte, convegno AIB, Assisi 4 maggio 2013 – Relazione di Paola Attanasio

La professione del bibliotecario e l’esperienza del Colap

 

Prima di tutto qualche cenno sul Colap.

Il Colap, Coordinamento Libere Associazioni Professionali, è nato con lo scopo di rappresentare le associazioni professionali non regolamentate in Italia.

Sono oltre 200 le associazioni aderenti al Colap con oltre 300.000 professionisti iscritti. La finalità è quello di promuovere le richieste avanzate dai professionisti, ma anche quello di valorizzarne le prestazioni.

E’, perciò, una organizzazione che dà rappresentanza politica ai propri associati, e offre anche servizi di informazione e di consulenza alle singole associazioni.

Ma prima di ogni cosa bisogna anche chiarire la natura delle libere associazioni rispetto agli ordini.

Le libere associazioni hanno in comune con gli ordini solo il principio di base: essere gli stessi professionisti di un settore che tutelano e garantiscono sia la qualità della loro professione che l’utenza. Ma vi sono differenze:  gli ordini professionali sono enti pubblici, le libere associazioni sono organizzazioni private; è obbligatorio essere iscritti agli ordini professionali per esercitare un professione, invece non c’è alcun obbligo per le libere associazioni.

L’obiettivo prioritario del Colap è stato il riconoscimento delle associazioni professionali non regolamentate, che si presentava come un presupposto indispensabile per una riforma del sistema professionale.

La regolamentazione serve a valorizzare le associazioni che hanno corsi di formazione efficaci, che seguono percorsi certificati per rilasciare gli attestati di competenza; e anche per facilitare gli utenti nella scelta dei professionisti ai quali rivolgersi, affinchè possano conoscere le loro capacità attraverso gli attestati di competenza.

Dopo anni di lavoro e grande impegno, finalmente, il 19 dicembre 2012, è stata approvata la legge che regolamenta le associazioni delle professioni non organizzate con ordini o collegi. Con tale legge viene garantita l’utenza e si dà dignità ad oltre tre milioni di professionisti, poiché è stato riconosciuto per legge il sistema duale delle professioni formato da ordini e associazioni.

Questa legge assegna alle libere associazioni professionali il compito di valorizzare le competenze dei professionisti iscritti alle associazioni, tramite il rilascio di una attestazione di qualificazione professionale volta anche a tutelare l’utente che si serve dei servizi dei professionisti.

Ciò consente al consumatore di conoscere le  vere capacità del professionista al quale si affida. Questa possibilità può essere offerta al consumatore dalle associazioni professionali che accettano come associati i professionisti che hanno curriculum formativi e rilasciano loro attestati di competenza con validità temporale.

Infatti, quando scade il periodo di validità dell’attestato, l’associazione verifica di nuovo la preparazione del professionista con il relativo aggiornamento che ha effettuato.

Solo in caso di esito positivo viene confermato l’attestato di competenza.

Tale rilascio è subordinato anche al rispetto delle norme di corretto comportamento professionale e non è condizione per l’esercizio della professione.

In tal modo, le associazioni professionali sono in grado di salvaguardare il bene collettivo.

Tale legge è molto importante perché, come cita Giuseppe Lupoi, Presidente del Colap, “le associazioni diventano i più importanti organismi di tutela nei confronti dell’utenza e di conseguenza occorre puntare alla diffusione di standard qualitativi sempre più elevati. Inoltre, il Colap dovrà vigilare che soltanto le associazioni davvero in grado di rispondere ai requisiti richiesti dalla legge siano inserite nell’elenco del Ministero dello Sviluppo Economico e che tutto sia fatto con correttezza e  trasparenza”.

Inoltre, questa legge, promulgata dal presidente della repubblica il 14 gennaio 2013 ed entrata in vigore il 10 febbraio, tutela anche i professionisti afferenti alle proprie associazioni: solo iscrivendosi ad una associazione si offre all’utenza la garanzia sul grado di specializzazione, di formazione e di aggiornamento continuo dei professionisti, alzando, così, il livello di qualità.

La legge è significativa per i professionisti in quanto ora chiunque svolga un’attività professionale intellettuale non organizzate deve mettere in evidenza in ogni documento scritto la dicitura: “professionista disciplinato ai sensi della legge 4/2013”, se non si ottempera a ciò, il professionista può essere accusato di scorrettezza e vi possono essere anche sanzioni pecuniarie.

In tal senso, viene promosso il valore dell’attestazione rilasciata dalle associazioni mettendo in risalto la garanzia di professionalità e tutelando l’autonomia di definizione dei profili professionali e di percorsi formativi che sono richiesti ai professionisti associati.

Per quanto riguarda il sistema di attestazione entrano in gioco l’UNI e le associazioni professionali; l’UNI dovrebbe formulare, per ogni singola associazione, una norma tecnica per determinare le competenze e i requisiti  per esercitare la propria attività, in modo tale da essere utilizzata dall’associazione come base “minima” per fissare gli standard qualitativi e di qualificazione professionale. In caso di assenza della norma tecnica UNI è l’associazione a definire gli standard qualitativi e di qualificazione professionale.

Inoltre, quelle associazioni professionali, che figurano nell’elenco pubblicato dal Ministero dello Sviluppo Economico sul sito internet, pubblicano sul loro sito web i requisiti che sono necessari per associarsi, tra i quali quelli di grande importanza sono i titoli di studio inerenti l’attività professionale e l’aggiornamento professionale che deve essere un obbligo per i professionisti.

Perciò, si può affermare che questa legge mette in primo piano la libera concorrenza e la qualità delle prestazioni in modo tale che vengano cautelati sia l’utenza che il professionista che eroga servizi.

A questo proposito, l’Olavep (osservatorio lavoro e professione) ha lavorato per le definizioni dei profili professionali dei bibliotecari; ciò costituisce la base per l’inquadramento del bibliotecario professionista: quali devono essere i requisiti minimi di cui deve essere in possesso per aderire all’AIB e quali attestazioni di qualificazione per essere inquadrato come bibliotecario professionista.

Con l’iscrizione dell’AIB nel registro delle associazioni rappresentative a livello nazionale delle professioni non regolamentate avvenuta nel gennaio 2013, la nostra associazione si è visto riconosciuto il ruolo determinante che ha avuto per quanto riguarda la professione del bibliotecario.

Ciò permetterà all’AIB di poter essere presente alle Conferenze di Servizi per stabilire modelli di qualifiche professionali standard.

Per questo si può affermare come ha indicato dal nostro Presidente Stefano Parise, che l’AIB rappresenta, formalmente, la professione bibliotecaria in Italia ed essere bibliotecario (ed anche essere iscritto all’AIB) significherà esercitare una professione riconosciuta.

Per poter lavorare meglio in sinergia con le Regioni si sono costituiti i Colap regionali per poter rafforzare la presenza delle associazioni nelle Regioni.

L’Umbria è stata una delle quattro Regioni insieme a Toscana, Emilia Romagna e Lombardia, a costituire un Coordinamento regionale che raggruppa 15 associazioni presenti nel territorio umbro. Il Colap Umbria si è costituto nel settembre 2011: la sua funzione è quella di informare le istituzioni e il territorio sulla presenza dei Coordinamenti regionali; di aumentare il sistema di qualifiche professionali regionali. Per il momento il Colap Umbria non ha potuto lavorare in tal senso, ma ora con l’approvazione della legge si attiverà, insieme alle associazioni, in modo da assicurare il riconoscimento professionale a tutti quei professionisti che lavorano per il benessere dei consumatori.