Per l’immediato ripristino dell’accesso a Project Gutenberg

L’Osservatorio sulla censura dell’AIB ritiene estremamente grave e preoccupante che, per ordine di sequestro della Procura della Repubblica di Roma nell’ambito di un’inchiesta sulla pirateria digitale, la Guardia di Finanza abbia bloccato l’accesso dall’Italia al Project Gutenberg (https://www.gutenberg.org/), portale liberamente accessibile e senza scopo di lucro che dal 1971 raccoglie riproduzioni di libri di pubblico dominio, non soggetti a diritto d’autore.
Come tutti sanno, Project Gutenberg promuove la più ampia diffusione e conoscenza della memoria culturale registrata. È stato per anni ospitato da grandi università che mettevano a disposizione i loro server, prima di diventare un’organizzazione autonoma, tra le principali di questo tipo e modello ispiratore per tante altre simili (come il Progetto Manuzio in Italia), sostenuta principalmente dal lavoro di molti volontari.
Ribadiamo che si tratta di uno dei progetti più qualificati presenti in rete, con una grande quantità di documenti accessibili gratuitamente nel rispetto del Copyright Act statunitense, perché è negli USA che esso ha sede: sono opere di pubblico dominio, fuori diritti perché da sempre di pubblico dominio (come la Bibbia) o perché sono trascorsi i termini massimi di durata del diritto d’autore.

Vedere il Progetto Gutenberg accomunato a tutta una serie di domini che contengono materiali editoriali piratati a scopo commerciale provoca nel mondo delle biblioteche sconcerto e disapprovazione.
Può un’istruttoria sommaria dare luogo a una decisione così grave come quella di bloccare l’accesso al portale senza neppure interpellare l’amministratore delegato del progetto per assicurare un minimo di contraddittorio sui fatti contestati ed eventualmente dare modo ai gestori di rimuovere eventuali contenuti erroneamente caricati? Sembra infatti che il CEO di Project Gutenberg abbia appreso solo a posteriori che il sito era stato reso inaccessibile dall’Italia dalla Guardia di Finanza (https://twitter.com/gutenberg_org/status/1264512881309085702).

La motivazione dell’ordine di blocco, riportato a questa pagina https://thesubmarine.it/2020/05/25/procura-roma-bloccato-accesso-project-gutenberg/) è poi surreale: Project Gutenberg è finito nell’elenco dei siti da interdire perché, “in esecuzione di un medesimo disegno criminoso” (sic!) era finito in canali privati Telegram (un sito di messaggistica che consente a un utente di postare file e link a tutti i suoi contatti) che, oltre il link al Gutenberg, linkavano anche a molti siti pirata!
In Italia, prima di procedere all’abbattimento di una costruzione abusiva nella Valle dei Templi, ci vogliono anni e l’osservanza di tante garanzie processuali nei confronti del responsabile, mentre evidentemente non esiste alcuna tutela per le migliaia di cittadini italiani che oggi si vedono interdetto l’accesso a una iniziativa meritoria e di pubblica utilità quale il Progetto Gutenberg, considerato tra le principali espressioni a livello internazionale della libertà di accesso alla conoscenza, che è un aspetto fondamentale della libertà di espressione.

Anni fa, l’AIB segnalava (https://bollettino.aib.it/article/view/5364/5128) che gli eccessi della protezione del copyright e guardiani della rete troppo zelanti possono incidere sulle libertà individuali degli utenti. Quanto accaduto nel caso del Progetto Gutenberg è un caso in cui questo rischio si è concretizzato. 

L’Osservatorio AIB sulla censura chiede pertanto il ripristino immediato dell’accesso al portale del Project Gutenberg.