L’AIB invia una richiesta di incontro al Commissario per l’attuazione dell’Agenda digitale

Dott. Luca Attias

Commissario Straordinario per l’attuazione dell’Agenda Digitale

 

Oggetto: Richiesta di incontro

L’Associazione Italiana Biblioteche segue con molto interesse l’importante azione dell’AGID e, a qualche mese dal Suo insediamento, le chiediamo un incontro sui i servizi offerti dalle biblioteche italiane collegati all’attuazione dell’Agenda Digitale.

In particolare la nostra Associazione osserva che nel Piano Triennale per l’Informatica nella Pubblica amministrazione 2017–2019, tra gli ecosistemi di interesse è presente quello Beni culturali e turismo ma che, in realtà, vengono presi in considerazione quasi esclusivamente le infrastrutture e i servizi collegati al turismo.

Un primo tema che l’AIB intende portare alla Sua attenzione riguarda la conservazione nel lungo periodo dei documenti di interesse culturale destinati all’uso pubblico che nascono digitali e che non hanno più ormai da tempo un equivalente su carta (solo come esempio, si pensi al settore dell’editoria scientifica, diffusa mediante licenze commerciali o con licenze aperte). L’ AIB ritiene che la conservazione nel lungo periodo di questi documenti sia un servizio fondante per gli ecosistemi della Pubblica Amministrazione: senza questo servizio è a rischio, tra le altre cose, la verificabilità delle fonti nei documenti che vengono prodotti (e quindi anche l’affidabilità stessa dei documenti che si basano su quelle fonti). La conservazione nel lungo periodo dei documenti digitali di interesse culturale destinati ad uso pubblico è prevista dalle vigenti normative sul deposito legale dei documenti (L. 106/2004 e DPR. 252/2006) e – considerate le finalità (“conservare la memoria della cultura e della vita sociale italiana”) – occorre sottolineare le particolarità della conservazione nel lungo periodo rispetto alla conservazione a norma così come prevista dal Codice dell’Amministrazione digitale. In estrema sintesi qui occorre ricordare sia gli importanti risultati della sperimentazione prevista dall’art. 37, c. 2 del DPR. 252/2006 (basata sulla infrastruttura denominata Magazzini digitali e gestita dalle Biblioteche nazionali centrali di Firenze e di Roma secondo i principi, i modelli e gli standard internazionali e nazionali relativi al settore), sia la mancata emanazione a oggi del Regolamento previsto dall’art. 37, c. 1 del DPR 252/2006 che renderebbe finalmente obbligatorio il deposito dei documenti nativi digitali.

Un secondo tema che l’AIB intende portare alla Sua attenzione riguarda le “digitalizzazioni” che le biblioteche italiane hanno prodotto a partire dagli inizi degli anni 90. Il termine “digitalizzazione” è oggi usato in molti contesti come sinonimo di “informatizzazione”. Nel contesto delle biblioteche il termine “digitalizzazione” riguarda la valorizzazione, attraverso nuove modalità di fruizione, delle raccolte bibliotecarie tradizionali (composte prevalentemente, ma non esclusivamente, da opere a carattere testuale). I risultati di vere e proprie “campagne di digitalizzazione” possono essere ad oggi stimati intorno all’ordine di grandezza di svariate centinaia di terabyte di oggetti digitali e richiedono attività di coordinamento sia per quanto riguarda l’infrastruttura di fruizione, sia (anche qui) per quanto riguarda la conservazione nel lungo periodo. L’AIB intende precisare che “attività di coordinamento” è cosa ben diversa da “unica soluzione centralizzata” e che anche nel contesto delle biblioteche digitali, secondo la definizione e i principi del Manifesto IFLA/UNESCO del 2011, è opportuno vedere le cose in termini di “ecosistema” e non di “sistema” . Si noti infine che relativamente alla digitalizzazione delle raccolte le biblioteche hanno molto da condividere – proprio in termini di “ecosistema” – con gli archivi e con in musei (e più in generale con quelle che vengono chiamate istituzioni della memoria).

Il terzo tema che l’AIB intende portare alla Sua attenzione riguarda le basi di dati di interesse nazionale. Oltre a Magazzini digitali sopra ricordato è importante comprendere tra queste anche SBN (Servizio Bibliotecario Nazionale) come catalogo di accesso alle risorse di interesse culturale (sia analogiche che digitali) basato sulla cooperazione di oltre 6300 biblioteche italiane e gestito dall’Istituto Centrale per il Catalogo Unico (ICCU). SBN, che nel 2016 ha celebrato i trent’anni di attività, è stato un esempio ante litteram di cooperazione in rete fondata su accordi tra soggetti pubblici per l’integrazione e la diffusione dell’informazione, attraverso il catalogo nazionale come servizio e il più ampio accesso alle fonti come obiettivo. Ad oggi, SBN è di gran lunga il principale network nazionale, per numero di amministrazioni partecipanti, per volume di informazioni presenti nelle sue banche dati, per offerta di servizi accessibili al pubblico: è un modello di democrazia digitale, offrendo integrazione, interoperabilità e diffusione dell’informazione a beneficio del cittadino, ed è anche la prima e più ampia “vetrina” del patrimonio informativo del settore pubblico in rete. I servizi offerti dalla rete SBN sono fondamentali per la cittadinanza attiva, per la ricerca e per l’apprendimento.

Il quarto tema che l’AIB intende portare alla Sua attenzione riguarda il riutilizzo dei dati e dei documenti liberi da diritti esclusivi presenti nelle raccolte di biblioteche, archivi e musei. Com’è noto, il d.lgs. 36/2003 sull’informazione del settore pubblico, modificato dal d.lgs. 102/2015 che recepisce la direttiva 2013/37/UE, estende il suo ambito applicativo al patrimonio culturale di questi istituti, e attualmente è all’esame una proposta di ulteriore revisione della direttiva UE sul riutilizzo (https://ec.europa.eu/digital-single-market/en/proposal-revision-psi-directive) che, tra le altre cose, includerebbe i dati della ricerca scientifica finanziata con fondi pubblici. L’Associazione italiana biblioteche promuove l’accesso aperto e la più ampia diffusione del patrimonio culturale digitale e dei risultati della ricerca scientifica e considera l’evoluzione delle norme e delle policy sul riutilizzo un’occasione fondamentale per favorire la convergenza (intesa come reciproca conoscenza, comprensione, interoperabilità) delle strategie, delle organizzazioni e dei sistemi per l’amministrazione aperta, la cultura aperta e la scienza aperta, indipendentemente dall’appartenenza e dalla destinazione istituzionale.

Nell’attesa di incontrarla, la ringraziamo per l’attenzione e formuliamo i migliori auguri di buon lavoro

Il Presidente AIB
Rosa Maiello

Roma, 25 febbraio 2019
Prot. 22/2019