Nessuna guerra o rappresaglia economica giustifica la discriminazione di un popolo o delle sue espressioni culturali

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Le biblioteche e i luoghi della cultura sono luoghi di pace, di accoglienza, di confronto delle idee ed è dovere professionale dei bibliotecari promuovere conoscenza e dialogo interculturale, anche e soprattutto durante le guerre. Alcuni fatti recenti ci costringono purtroppo a ribadire questa che, almeno per la nostra comunità professionale, appare una ovvietà.

Sentiamo di dover esprimere il nostro totale dissenso rispetto ad alcuni appelli circolati ultimamente, come quello delle Biblioteche nazionali dei paesi baltici (Estonia, Lettonia, Lituania) e dell’Associazione delle biblioteche ucraine a espellere l’Associazione dei bibliotecari russi da IFLA, o quello dell’Ukrainian Book Institute a boicottare i libri in lingua russa.

Ribadiamo la nostra piena solidarietà con il popolo ucraino sotto i bombardamenti e ci uniamo alle esortazioni ad accogliere e offrire assistenza ai rifugiati, anche nei nostri istituti. Ma la solidarietà con il popolo ucraino non passa certo per la discriminazione del popolo russo, e tantomeno per la censura delle sue espressioni linguistiche e culturali, come da qualche parte si vorrebbe fare.

Escludere l’apporto intellettuale dei bibliotecari e degli autori russi solo perché sono russi sarebbe un atto insensatamente e gravemente discriminatorio, una forma di censura assurda  che renderebbe infinitamente più misera la cultura internazionale e quella europea, allontanando anziché avvicinare la prospettiva di una pace durevole, in Ucraina e altrove.

Un punto di forza nella storia delle associazioni e istituzioni bibliotecarie, un punto di forza della nostra professione e dei nostri istituti sono sempre stati i valori che ci accomunano in tutto il mondo (libertà di espressione, accesso universale all’informazione, valore delle biblioteche per la pace e la crescita civile) e che ci hanno consentito e ci consentono da quasi un secolo di lavorare insieme indipendentemente dai regimi, dalle ideologie e dagli assetti statali di provenienza.

Noi vogliamo continuare a lavorare così, insieme, in nome dei nostri valori.

Il Presidente AIB
Rosa Maiello

Roma, 4 marzo 2022
Prot. 42/2022