Posizione AIB sull’ipotesi di trasferimento della Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli da Palazzo Reale all’Albergo dei Poveri

Al Ministro della Cultura
On. Dario Franceschini

Al Sindaco di Napoli
Prof. Gaetano Manfredi

e.p.c.
Direttore generale Biblioteche e Diritto d’autore
Dott.ssa Paola Passarelli

Al Direttore della Biblioteca nazionale di Napoli
Dott.ssa Maria Iannotti

 

Oggetto: Posizione AIB sull’ipotesi di trasferimento della Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli da Palazzo Reale all’Albergo dei Poveri

 

L’AIB esprime preoccupazione per il futuro della Biblioteca Nazionale di Napoli, terza biblioteca d’Italia, prima del Mezzogiorno, una delle più importanti biblioteche del mondo per l’entità dei documenti unici posseduti: 20 mila manoscritti, 4.500 incunaboli, 8.000 periodici, i numeri dicono ancora troppo poco del suo inestimabile valore, frutto della confluenza di biblioteche antichissime e fondi privati acquisiti per lascito. Se l’Officina dei papiri ercolanensi ne è forse la parte più nota a livello internazionale, tutte le sezioni della Biblioteca sono altrettanti laboratori per la ricerca scientifica, come documentano le numerose pubblicazioni che riportano scoperte rese possibili dalla consultazione delle fonti uniche presenti in questa Biblioteca.
Nel 1922 la Biblioteca fu volutamente collocata al centro della città, nel Palazzo Reale, allo scopo di farne il cuore identitario della città stessa, come in effetti essa è. Collocata in Piazza Plebiscito, nel “quadrilatero della cultura” a pochi passi dalle sedi universitarie napoletane e dai diversi istituti culturali cittadini, la Biblioteca è anche centro di molte ed interessanti attività culturali (conferenze, mostre, visite guidate, gruppi di lettura e da ultimo l’attivazione di un punto Nati per Leggere) che evidenziano non solo la ricchezza dei fondi posseduti, ma anche le molteplici potenzialità connesse alla loro valorizzazione: per gli esperti, per gli studenti, per gli insegnanti e per tutti i cittadini di ogni età e livello culturale.

Questa Biblioteca meriterebbe di essere al centro di un progetto nazionale di sviluppo, cui non potrebbero che concorrere, ponendo in essere le necessarie sinergie, tutte le istituzioni politiche (Regione Campania, Comune di Napoli) e culturali del territorio, a cominciare dalle cinque università presenti in città, i cui studenti e ricercatori sono tra gli utenti più assidui della Biblioteca stessa. Un progetto di sviluppo che comprenda una visione sull’identità della Biblioteca, sul suo ruolo centrale per il futuro della città e della nazione, e si accompagni a una politica assunzionale adeguata, laddove – come tutte le biblioteche pubbliche statali – la Biblioteca patisce una carenza crescente e gravissima di personale bibliotecario specializzato.
In questo quadro, e in una città, peraltro, cronicamente priva di biblioteche civiche, preoccupa che – invece – si parli solo di trasferirla all’Albergo dei poveri, attualmente oggetto di interventi di restauro e ristrutturazione finanziati con i fondi del PNRR. L’Albergo dei poveri, di proprietà del Comune di Napoli, è un enorme edificio monumentale che la dinastia Borbone volle costruire per ospitarvi i poveri della città, e che non fu mai completato date le dimensioni dell’impresa. Negli ultimi cinquant’anni, diverse amministrazioni comunali hanno tentato di sottrarre quest’edificio all’abbandono e al degrado individuando per esso le più svariate destinazioni, senza successo. È situato a un margine dell’immenso centro storico napoletano: accanto, è vero, al bellissimo Orto botanico e non distante dal Museo Archeologico, da un’importante sede universitaria, dal nuovo Centro direzionale e dalla Stazione centrale, ma a ridosso dei quartieri Sanità e Secondigliano, all’interno di un’area, per quanto affascinante, degradata e interamente da riqualificare.
In assenza di un progetto ampio di rigenerazione urbana al cui interno si possa immaginare di collocare anche una nuova grande biblioteca, appositamente progettata con il concorso dei massimi esperti della biblioteconomia e dell’architettura italiane, l’idea di spostare la Biblioteca nazionale nella situazione in cui è, senza affrontarne subito problemi e potenzialità e senza che attorno a questa idea si investa su un solido progetto biblioteconomico prima che architettonico, ci sembra estremamente rischiosa.

Il Presidente nazionale
Rosa Maiello

Il Presidente della sezione AIB Campania
Maria Pia Cacace

Roma, Napoli, 27 giugno 2022
Prot.129/2022