25 novembre ore 10-13
Prima sessione: Dalla formazione alla professione, coordina Alberto Petrucciani
Il curriculum universitario e post-universitario dei bibliotecari (Paola Castellucci, Presidente SISBB Società italiana di Scienze bibliografiche e biblioteconomiche)
Considerazioni sul percorso formativo e auto-formativo, tra laurea triennale, laurea magistrale, e oltre (Scuola di specializzazione, ex SSAB; master, dottorato). Una formazione che potremmo definire metadisciplinare, oltre che interdisciplinare, essendo volta non solo all’acquisizione di competenze specifiche, ma anche al consolidamento di una consapevolezza critica rispetto a fonti, policy di accesso, valutazione, ecc. Consapevolezza che, a loro volta, i bibliotecari trasmetteranno agli utenti. È pertanto sempre più necessario curare l’identità culturale dei futuri bibliotecari, affinché possano arricchirsi e arricchire, rinforzando un’identità che si muove tra “arti e mestieri”.
La formazione degli specialisti dell’informazione: uno sguardo ai curricula europei (Tatjana Aparac, già docente alle Università di Osijek e di Zadar)
In questa esposizione si discute sulle sfide che incoraggiano il cambiamento del curriculum nei dipartimenti/scuole universitarie europee che offrono programmi nel ampio campo della scienza dell’informazione (biblioteconomia, scienza archivistica, documentazione, scienza dell’informazione, humanistica digitale, economia dell’informazione, etc.). L’accento è posto sui cambiamenti nell’ambiente che hanno portato all’ubiquità delle informazioni nella vita umana e nel lavoro, portando con sé conseguenze sia positive che negative. In che modo la trasformazione digitale influisce sulla formazione dei futuri bibliotecari e di altri specialisti dell’informazione? Quali sono le tendenze amministrative e gestionali nelle università europee e come si adattano i programi del biblioteconomia, informatologia, documentazione negli studi universitari dei relativi dipartimenti/scuole? In che misura la convergenza delle discipline ha influito sulla fattibilità dei programmi di formazione dei bibliotecari e quali sono gli approcci nei paesi europei che non dispongono di un sistema consolidato di formazione accademica? Infine, si cercherà di individuare possibili scenari futuri nel campo della formazione universitaria dei bibliotecari.
La norma UNI 11535:2014: riflessioni sul suo aggiornamento (Giovanna Merola, Commissione UNI Documentazione e Informazione e Vittorio Ponzani, Commissione UNI Documentazione e Informazione, Vicepresidente AIB)
A sette anni dalla sua pubblicazione è stata avviata la revisione della norma UNI sulla figura professionale del bibliotecario. E’ ovviamente diverso il contesto generale, professionale, normativo e da quest’anno anche i contenuti dello Statuto dell’AIB. La relazione esamina gli elementi del contesto e delinea le caratteristiche principali e le novità del lavoro avviato in UNI.
Deontologia professionale: il parente povero della biblioteconomia italiana (Riccardo Ridi, Università Ca’ Foscari di Venezia)
La deontologia professionale è un tema poco presente nella biblioteconomia italiana, sia a livello teorico (pubblicazioni, convegni, formazione sia universitaria che professionale, discussioni nelle mailing list e nei social media) che pratico (dove la sfera dell’etica professionale viene spesso confusa con quella della morale personale o con quelle del diritto, della politica, della religione o dell’emotività). È un peccato, perché la consapevolezza deontologica è una delle principali differenze fra un mestiere e una professione, ma anche perché la riflessione deontologica non è un lusso astratto, bensì uno strumento estremamente concreto per affrontare anche problemi di grande attualità e interesse sociale, come ad esempio la pandemia, la sostenibilità, il copyright e la privacy.
26 novembre ore 9:30-13
Seconda sessione: La professione: trend emergenti, coordina Giovanni Solimine, Sapienza Università di Roma
Un bibliotecario tra dati e metadati (Giovanni Bergamin, componente Comitato esecutivo nazionale AIB)
Negli ultimi anni i termini dati e metadati sono largamente usati anche nella nostra letteratura professionale. L’intervento cerca di offrire elementi per una discussione sul ruolo che questi termini hanno nella definizione dei servizi delle biblioteche e della professione del bibliotecario. Tra gli elementi proposti: l’uso delle tecnologie legate all’Intelligenza artificiale per il controllo bibliografico; iniziative di formazione innovative; soluzioni provenienti da fornitori commerciali; dibattiti in corso nelle comunità professionali dei bibliotecari. Il contesto dell’intervento è l’insieme dei cambiamenti in corso noto con l’espressione trasformazione digitale dove la tecnologia offre tra le altre cose la possibilità di trattare e memorizzare rilevanti quantità di dati di tutti i tipi (compresa la “registrazione” di gran parte delle attività che facciamo in rete).
La formazione vuole l’apporto di tutti gli attori: le linee guida IFLA (Matilde Fontanin, Università degli studi di Trieste)
La formazione non è una cosa che “si fa”, ma un atteggiamento che modella (dà forma) ogni aspetto dell’attività lavorativa: spetta al professionista prendere il timone e decidere come e in che direzione andare. Questo il messaggio chiave delle Linee guida IFLA per lo sviluppo professionale continuo, che delineano un universo dove operano cinque attori: la/il professionista (chi apprende); il datore di lavoro; le associazioni professionali; le università che preparano i professionisti; i fornitori di formazione professionale continua.
Anche le linee guida sono incluse in questo processo continuo, infatti sono state discusse al recente IFLA WLIC2021 alla luce della pandemia che ha modificato la professione, oltre che il ruolo dell’apprendimento a distanza. Lo Standing Committee IFLA CPDWL ha iniziato una revisione che vuole tenere conto anche di questi aspetti.
In che direzione vanno le linee guida e come i loro principi risuonino nella situazione italiana sono le principali riflessioni oggetto di questo intervento, che auspica di raccogliere osservazioni da portare al gruppo di lavoro per la revisione delle Linee guida.
Dal reference ai programmi per l’information e media literacy (Sandra Migliore, Università degli studi di Torino)
Decenni di definizioni, standard e studi testimoniano che l’Information Literacy è un concetto sicuramente strategico in seno alla cosiddetta “società dell’informazione”, ma complesso e mutevole, robusto e poliedrico insieme, la cui identità va letta sempre in relazione con le altre competenze chiave del XXI secolo. Muovendo dalla macroanalisi delle risposte all’indagine sulle attività di information literacy nelle biblioteche italiane promossa dall’AIB nel 2021, l’intervento delinea una serie di linee di azione utili a sviluppare il discorso in maniera propositiva, perché si colga il potenziale democratico e trasformativo del porre la IL al cuore della mission delle biblioteche.
26 novembre 14:30-17:00
Terza sessione: Tavola rotonda Il mercato del lavoro, coordina Rosa Maiello, Presidente nazionale AIB
Le professioni del patrimonio culturale nella dimensione europea (Martina De Luca, Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali)
Il progressivo interesse dell’Europa nei confronti delle professioni culturali è documentato dalla serie di iniziative promosse negli ultimi anni. In questo breve intervento si intende sommariamente illustrare il percorso che dal Report di Voice of Culture, Skills, training & knowledge transfer in cultural heritage, del 2017 ai principi ispiratori dell’Anno Europeo del Patrimonio culturale (2018) fino al lavoro condotto nell’ambito del gruppo OMC Fostering cooperation in the European Union on skills, training and knowledge transfer in cultural heritage professions, (2019) ha condotto al progetto Charter Cultural Heritage Actions to Refine Training and Roles (gennaio 2021 – dicembre 2024) finanziato nell’ambito del programma Erasmus+. Il progetto è finalizzato a sviluppare una strategia condivisa di ampio respiro per le professioni del patrimonio culturale in grado di raccordare l’intera filiera: profili, formazione e occupazione (www.charter-alliance.eu).
È promosso da un consorzio guidato dall’Università di Barcellona e composto da 21 partner effettivi e 7 affiliati (tra Regioni, Università istituzioni governative e reti transnazionali) provenienti da 14 paesi dell’Unione Europea, cui si aggiungono 19 partner.
Il progetto di cui la Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali è partner effettivo è giunto alla conclusione del primo anno ed è stato pubblicato il primo report, A new landscape for heritage professions – preliminary findings.