Convegno “Biblioteche per il Welfare digitale” – Report sugli esiti del “Bibliopride AIB 2020. Biblioteche al tempo della pandemia”

Il tema del Bibliopride 2020 non poteva che essere “Le biblioteche al tempo della pandemia”.
Abbiamo voluto utilizzare questo momento significativo ed emblematico per una riflessione nazionale su quello che sono state le biblioteche durante il primo lockdown, quello che hanno saputo fare, quello che hanno inventato, quali sono state le migliori “buone pratiche”, quali le criticità.
Il periodo che stiamo ancora vivendo ci impone una riflessione importante sul ruolo delle biblioteche, sopratutto pubbliche, rispetto al contributo che possono dare al Paese in termini di proposta culturale, promozione della lettura, capacità di inclusione sociale e culturale, contrasto al digital divide, informazione e costruzione di comunità.
Il Bibliopride si è sviluppato attraverso 163 eventi specifici tra il 21 e il 27 settembre (l’elenco intero è consultabile alla pagina dedicata https://www.aib.it/attivita/bibliopride/bibliopride2020/tutti-gli-eventi/ e alla pagina https://www.aib.it/attivita/bibliopride/bibliopride2020/rassegna-stampa/ è disponibile la rassegna stampa), ma grazie a questo lavoro abbiamo potuto conoscere migliaia di iniziative, attività e nuovi servizi promossi dalle biblioteche pubbliche italiane, da marzo ad oggi, e abbiamo potuto condividere con molti colleghi riflessioni su quanto è accaduto e sta accadendo.
Le circostanze di emergenza hanno dettato ai bibliotecari l’esigenza di continuare comunque a garantire un servizio da molti considerato primario, trovando nuovi modi per arrivare a soddisfare le esigenze degli utenti.
In questi mesi sono state attivate – a seconda dei casi, delle disponibilità` e anche dell’inventiva del personale – forme diverse di servizio.
Abbiamo assistito ad un catalogo ricco e variegato di proposte geograficamente promosse in tutta Italia: letture per bambini, con videostorie, favole al telefono e della buonanotte, video di promozione alla lettura per giovani adulti. Presentazione con autori per il pubblico adulto, video tutorial per l’utilizzo della biblioteca digitale, mostre virtuali, tour virtuali della biblioteca. E’ stata rafforzata la presenza delle biblioteche sui social network come strumento per comunicare contenuti multimediali. Inoltre sono stati promosse dalle biblioteche incontri da remoto: gruppi di lettura, incontri con scrittori, corsi di formazione per tutti i pubblici, laboratori didattico-creativi per bambini. Il mantenimento dei servizi di reference è stato effettuato per via telematica e telefonica, consulenze informative, bibliografie tematiche e di assistenza all’utilizzo del catalogo digitale, servizio di prestito a domicilio, in particolare per categorie di persone più fragili.
Le pagine social delle biblioteche e i siti, hanno invitato a visitare il proprio catalogo di ebook e di riviste internazionali, musica e film. L’aumento del numero di ebook scaricabili per ciascun iscritto ha dimostrato, da un lato che le biblioteche italiane conoscono bene il valore di questo servizio, dall’altro hanno evidenziato la necessità di promuoverlo maggiormente per arrivare a coinvolgere persone che non ne hanno conoscenza, per chi non frequenta fisicamente la biblioteca.
I dati ad oggi disponibili indicano che nel periodo 24 febbraio-24 marzo i prestiti di ebook nelle biblioteche italiane sono aumentate del 104% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno in diverse aree questo aumento ha superato il 400%.
Molte biblioteche hanno rilanciato, in questi mesi, altri servizi collegati come molti webinar, nell’ottica di far conoscere il patrimonio, ma anche di dare strumenti di approfondimento e di formazione ai bibliotecari e agli insegnanti.
Unanime è stato poi il plauso per l’iniziativa Unesco di offrire a tutti il libero accesso alla sua World Digital Library, che raccoglie un patrimonio di 200mila testi, immagini e documenti provenienti da 193 Paesi, spirito per altro condiviso da molte istituzioni, si pensi ad esempio in Italia alle Cineteche di Milano e di Bologna.
L’Associazione Italiana Biblioteche ha costantemente informato e affiancato la comunità professionale e le biblioteche in Italia, tra le tante iniziative, grazie alla collaborazione tra AIB e AIE e alla disponibilità dei titolari dei diritti, 820 biblioteche italiane, per l’intera durata dell’emergenza da COVID-19, hanno potuto effettuare 10.000 video-letture e comunicarle liberamente in rete utilizzando una lista di libri di circa 800 titoli. L’operazione ha richiesto un grande lavoro di raccolta di informazioni sulle biblioteche interessate e sui titoli che desideravano leggere al pubblico, e successivamente di verifica titolo per titolo di quali fossero i titolari dei diritti (autori, curatori, editori, traduttori) hanno aderito 820 biblioteche.
La Segreteria Nati per Leggere ha ottenuto tramite contatti diretti una liberatoria per tutti i titoli presenti nei cataloghi Nato per Leggere e Nati per la Musica. I bibliotecari, le bibliotecarie e II volontari-lettori NpL, hanno avuto così la possibilità di restare affianco agli utenti. Siamo entrati nelle “case”, genitori e bambini ci hanno accolto con entusiasmo, perché siamo per loro volti e voci familiari.
Ma quali ulteriori considerazioni possiamo proporre in questo momento? Cosa ci hanno insegnato il Bibliopride e il lockdown?
Certo, possiamo dire con orgoglio, che anche se le biblioteche hanno dovuto chiudere la loro “porta fisica”, in realtà sono rimaste aperte, aperte con servizi già rodati o con modalità nuove, e per molte di loro innovative. Hanno cercato e raggiunto i loro utenti e recuperato la relazione con loro, in forma diversa.
In realtà, generalizzando, le biblioteche e i bibliotecari, si sono dimostrati in parte impreparati, ma reattivi. Colti, come tutti, di sorpresa, da una situazione inaspettata, ma consapevoli che non potevano permetterselo. Si sono sentiti pesantemente i ritardi sul digitale, ma non ci si è persi d’animo, in pochi giorni si sono fatti passi avanti inaspettati, si è colta una consapevolezza latente su una necessità a cui era possibile dare risposte nuove e una potenzialità fino ad allora non considerata e sottovalutata. Un ritardo comunque colpevole. I servizi digitali sono e devono essere una parte imprescindibile del lavoro. Ora non si deve commettere l’errore di tornare indietro: la biblioteca fisica e la biblioteca digitale, o meglio i loro servizi, si integrano, si compenetrano, si consolidano vicendevolmente: sono un’unica realtà.

Ma moltissimo c’è ancora da fare:
– abbiamo scoperto, o meglio si è confermata, un’Italia a più velocità (a macchia di leopardo) sul nostro territorio nazionale, con zone sempre più scure scendendo lungo lo stivale. Ci vuole una politica nazionale sulle biblioteche, dopo la legge sulla promozione alla lettura, si deve giungere, in tempi brevi ad una legge nazionale sull’organizzazione bibliotecaria e definire, normativamente, i livelli uniformi di qualità per le biblioteche
– bisogna rilanciare la formazione e la professionalità. E’ necessaria la consapevolezza di una formazione continua, che va declinata, partendo dalle competenze fondamentali: le soft skill digitali, come l’apertura al cambiamento, la digital literacy (saper navigare, ricercare, gestire, filtrare, valutare, valutare e valutare dati, informazioni e contenuti digitali), la capacità di proteggere la confidenzialità dei dati e delle informazioni, la capacità di identificare, recuperare, organizzare, capitalizzare e condividere il patrimonio di informazioni all’interno di reti e comunità virtuali.
– è necessario che tutti comprendano, dai decisori ai responsabili dei servizi, che è necessario personale qualificato: basta con l’uso del volontariato o di personale non preparato nella gestione dei servizi. E’ fondamentale che si intervenga sulla carenza degli organici, da tempo non rinnovati
– aprire le menti il cuore ad un postulato fondamentale per l’efficacia del nostro lavoro: la cooperazione è imprescindibile. Lavorare da soli equivale a lavorare male e mantenere bassa la qualità dei servizi. La cooperazione è necessaria non solo per sviluppare economie di scala con competenze condivise, divisione di ruoli e maggiori risorse disponibili, ma anche per sviluppare servizi, soprattutto digitali, definire strategie e priorità d’area, studiare ed elaborare insieme prospettive, evoluzioni e strumenti, definire azioni comuni di fundraising,ì partecipare ai bandi nazionali ed europei. La potenzialità che può sviluppare è esponenziale: la nuova esperienza della Rete delle Reti ce lo sta insegnando, coordinare e lavorare, addirittura tra sistemi bibliotecari, individuando un essenziale secondo livello di cooperazione, pone le basi per uno sviluppo inaspettato delle biblioteche, dei loro servizi e conseguentemente, del loro ruolo e della consapevolezza della loro insostituibilità per lo sviluppo socio-culturale delle rispettive comunità
– creare alleanze tra biblioteche di diverse istruzioni: lavorare per creare una vera rete territoriale tra pubbliche, scolastiche, accademiche, specialistiche, statali, private, …
– potenziare la relazione con il mondo della scuola e della formazione permanente, sia con la messa a disposizione di piattaforme sia con l’avvio di percorsi di rafforzamento delle competenze della popolazione. Occorre inoltre rafforzare le alleanze con i servizi comunali collegati al welfare, che si sono attivati nel periodo dell’emergenza a supporto della popolazione (servizi sociali, servizi educativi) per condividere programmi e politiche di sostegno.
– sviluppare le alleanze, vere e reciproche, con gli altri soggetti della cosiddetta filiera del libro e con i diversi attori che lavorarono alla promozione culturale e della lettura
– lavorare per promuovere un patto nazionale di contrasto al digital divide, dove le biblioteche pubbliche siano l’asse portante
– aprirsi ad un confronto e un lavoro costante di collaborazione con realtà internazionali, sia con biblioteche e sistemi portatori di esperienze significative e avanzate, che con i coordinamenti associativi internazionali (IFLA ed EBLIDA, …)
– per ultimo, non meno importante, ma inutile se le condizioni precedenti non vengono affrontate, l’esigenza di scelte coraggiose in termini economici e organizzativi da parte delle diverse amministrazioni pubbliche, sia per quanto riguarda i singoli comuni, ma anche con una maggior capacità di coordinamento e di costruzione di strategie territoriali da parte delle Regioni, al loro interno e tra le Regioni stesse. Non dimenticando il ruolo fondamentale del MiBACT se sosterrà, sempre di più, non le singole biblioteche, ma i sistemi, le reti e valorizzi la cooperazione interbibliotecaria come “must” imprescindibile per la nascita di una vera rete nazionale

Inoltre per quanto riguarda l’Associazione Italiana Biblioteche, abbiamo riconsiderato e rivalutato il suo ruolo.
La presenza e la necessità di un’Associazione professionale, culturale, a servizio delle biblioteche, dei bibliotecari e dei cittadini, sempre più radicata nei territori, può diventare, non solo, una risorsa aggiuntiva, ma addirittura l’anima e uno degli strumenti fondamentali per un riportare le biblioteche al centro della politica culturale italiana.

 

Enzo Borio, Francesco Langella, Milena Tancredi, Comitato esecutivo nazionale AIB

Biblioteche per il Welfare digitale. Le proposte dell’AIB, 26 novembre 2020