Proposta di trattato WIPO sulle eccezioni e limitazioni al diritto d’autore a favore di biblioteche e archivi

Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Prof. Mario Monti

Al Ministro degli Affari esteri
Dott. Giulio Terzi di Sant’Agata

Al Ministro per i Beni e le Attività culturali
Prof. Lorenzo Ornaghi

Al Sottosegretario di Stato del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Dott. Roberto Cecchi

p.c.

Al Presidente della VII Commissione Permanente
del Senato della Repubblica
On. Guido Possa

Al Presidente della VII Commissione
della Camera dei deputati
On. Valentina Aprea

al Direttore generale per le Biblioteche, gli Istituti culturali e il Diritto d’Autore
Dott. Maurizio Fallace

Al Direttore generale per gli Archivi
Dott. Luciano Scala

al Presidente del Comitato consultivo permanente per il Diritto d’autore
Dott. Paolo Marzano

LORO SEDI

Prot. 223/2011 del 21/12/2011

OGGETTO: Proposta di trattato WIPO sulle eccezioni e limitazioni al diritto d’autore a favore di biblioteche e archivi

Signor Presidente, Signori Ministri,
desideriamo sollecitare la Vostra attenzione sul dibattito che si sta svolgendo in questi mesi in ambito OMPI/WIPO circa la revisione del sistema internazionale delle eccezioni e limitazioni al diritto d’autore a favore delle biblioteche e degli archivi, istituti che rappresentano uno snodo fondamentale per l’accesso alla produzione letteraria, scientifica e tecnica.

Il tema si lega fortemente agli obiettivi di crescita “intelligente, sostenibile, solidale” previsti dal programma “Europa 2020” della Commissione Europea. Se non esiste sviluppo possibile senza ricerca e istruzione, le biblioteche e gli archivi svolgono un ruolo insostituibile per garantire accesso equo e universale alla conoscenza.
Per questa ragione esprimiamo rammarico per la mancata consultazione delle associazioni che rappresentano biblioteche e archivi da parte del Governo e per le posizioni espresse dalla delegazione italiana, che pongono un pesante interrogativo sulla sussistenza di un circuito non commerciale di circolazione dei prodotti culturali, garantito dal servizio pubblico.

A partire dal 2008, l’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale ha condotto rilevazioni sulla legislazione dei paesi membri e commissionato molteplici studi sullo stato delle eccezioni e limitazioni al diritto d’autore. Questi studi, ed altri commissionati dall’Unione Europea, hanno evidenziato l’esistenza di regole molto eterogenee da stato a stato, e la fondamentale carenza di un quadro internazionale di garanzie che consentano alle biblioteche e agli archivi di assolvere efficacemente i loro compiti nel 21. secolo.
Quali sono questi compiti? Oltre al Codice dei beni culturali, lo dicono numerosi documenti internazionali ed europei: raccogliere, organizzare e fornire accesso alle fonti d’informazione, in qualsiasi formato e ovunque localizzate, custodire e valorizzare la memoria culturale, supportare la ricerca scientifica, favorire i processi di apprendimento e la crescita della competenza informativa, e soprattutto fare in modo che l’accesso alla conoscenza sia offerto a tutti, senza esclusioni, assicurando competenza, responsabilità professionale e imparzialità nella selezione e nel trattamento delle fonti e nell’erogazione del servizio.

Le biblioteche esistono per rispondere a bisogni che il mercato o i singoli da soli non sono in grado di soddisfare. In ambiente digitale cambiano le modalità di gestione e di fruizione delle raccolte e dei servizi bibliotecari e archivistici, ma la loro funzione è immutata. Non si pongono quale mercato alternativo (e davvero sorprende come il delegato del Governo italiano abbia potuto paventare il sorgere di un “parallel market free-of charge”), ma costituiscono una garanzia d’inclusione e pluralismo per tutti gli attori nella filiera dell’informazione. La tutela e il riconoscimento che chiediamo è direttamente legata al loro essere parte integrante ed essenziale di qualsiasi strategia di sviluppo a favore della crescita degli utenti e del mercato culturale.

Finora, gli interventi delle autorità politiche in materia di protezione culturale e documentazione dell’attività scientifica hanno fatto prevalere la tutela del copyright, rinunciando a rappresentare nelle sedi internazionali gli interessi del settore pubblico e degli utenti. Lo dimostra il sostegno accordato a soluzioni orientate alla negoziazione tra le parti piuttosto che alla preliminare composizione dei potenziali conflitti attraverso forme di regolamentazione. Ciò ha determinato la crescita e il rafforzamento dei monopoli, sui quali è più volte intervenuta la Direzione Generale per la concorrenza della Commissione Europea, e l’impossibilità di superare i vuoti d’iniziativa privata e le molteplici barriere all’uso e al riuso delle opere.

In assenza di adeguati contrappesi, oggi gran parte delle utilizzazioni a scopo di ricerca, didattica, valorizzazione e promozione culturale è soggetta a licenza da parte dei titolari della proprietà intellettuale. In Italia, persino la riproduzione a scopo di conservazione delle opere presenti nelle raccolte delle biblioteche è in molti casi (sempre, nel caso delle opere fornite online sul sito del produttore) subordinata a preventiva autorizzazione, autorizzazione che può comportare costi insostenibili, quando non è impossibile da ottenere a causa dell’indisponibilità dei titolari.
Come può l’Unione Europea raccomandare agli Stati membri – come ha fatto con la Raccomandazione 2011/711/UE del 27 ottobre scorso – l’adozione di “un insieme di norme aggiornate sulla digitalizzazione e la messa in rete del patrimonio e sulla conservazione digitale”, o sollecitare “la creazione di un quadro giuridico di riferimento per coadiuvare i meccanismi di licenza identificati e convenuti dalle parti per la digitalizzazione su larga scala e l’accessibilità transfrontaliera di opere fuori commercio”, o come può – come ha fatto a più riprese fin dal 2006 – esortare all’adozione di misure a favore dell’accesso aperto ai risultati della ricerca scientifica finanziata prevalentemente da enti pubblici, senza contestualmente avvertire la necessità di riflettere sull’adeguatezza delle attuali forme di bilanciamento normativo tra diritti esclusivi di proprietà intellettuale e altri diritti fondamentali?

Dal punto di vista delle biblioteche, è proprio l’estensione e l’intensità dei “normali” diritti di sfruttamento commerciale attribuiti dalla legge che va riconsiderata in rapporto ai normali diritti di accesso alla conoscenza per gli utenti attuali e per le generazioni future, ossia in rapporto ad altri diritti fondamentali concorrenti con il diritto d’autore e di pari rilevanza.
Sulla base di queste considerazioni, l’International Federation of Library Associations and Institutions (IFLA) ha prodotto una bozza di trattato per l’aggiornamento delle “eccezioni e limitazioni” al diritto d’autore.

Noi sosteniamo con convinzione questa proposta, così come sosteniamo la necessità di una riflessione anche nazionale su queste tematiche, che coinvolga il Parlamento e tutte le parti interessate. Purtroppo, dal 2008 ad oggi sono stati vani tutti i nostri tentativi di interloquire con le autorità governative. Il contributo delle biblioteche e degli archivi allo sviluppo della ricerca e alla produzione di conoscenza risulta sacrificato sull’altare degli interessi di una sola parte mentre ogni evoluzione viene sempre rinviata a tempi migliori, con perdita di anni, spreco di denaro pubblico e danno alla crescita economica e alla competitività del Paese.

Signor Presidente, Signori Ministri, il nuovo Governo ha suscitato attese molto forti nella possibilità di un cambiamento reale e positivo in Italia. Vi chiediamo di darne prova tangibile accordando maggiore attenzione alle questioni poste dalle biblioteche e dagli archivi in ordine alla promozione di un accesso più equo alla conoscenza e alle fonti per la ricerca, nell’interesse del servizio pubblico e di tutti i cittadini.
Confidando nella possibilità di un incontro per illustrare in dettaglio la nostra posizione, porgiamo i nostri migliori saluti.

Stefano Parise
Presidente AIB
Associazione Italiana Biblioteche

Marco Carassi
Presidente ANAI
Associazione Nazionale Archivistica Italiana

Ferruccio Diozzi
Presidente AIDA
Associazione Italiana per la Documentazione Avanzata

Marisa Dalai Emiliani
Presidente
Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli

Federica Riva
Presidente IAML-Italia
Associazione Italiana delle Biblioteche, Archivi e Centri documentazione musicali

Creata da Giovanna Frigimelica il 15/01/2012. Ultima modifica 22/10/2023 di Sistema AIB
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