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58 Congresso Nazionale: una riflessione

Il 28 e 29 novembre 2013 si è svolto a Roma presso l’Aula Magna della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Roma Tre, il 58° Congresso Nazionale dell’AIB, quest’anno dedicato al tema: Quale lavoro in biblioteca? Riconoscimento professionale e valorizzazione della professione bibliotecaria. La preparazione dei lavori congressuali è stata affidata a un comitato scientifico composto da: Enrica Manenti (presidente) Maria Abenante, Rachele Arena, Lucilla Less, Waldemaro Morgese, Maria Chiara Sbiroli, Anna Maria Tammaro e Monica Rossi (segretario).
La scelta di dedicare il congresso a una tematica così “calda” e impegnativa è dovuta al fatto che siamo in un periodo di grande cambiamento e incertezza per la nostra professione e per il lavoro in generale, rispetto all’ultimo Congresso AIB dedicato a questi temi (2004): basti pensare al fatto che nel panorama legislativo italiano è intervenuta la legge n. 4/2013 in materia di professioni non ordinistiche e che a causa della mancanza di turn over la figura professionale del bibliotecario è incisivamente cambiata.Dopo i saluti istituzionali (del prof. Emanuele Conte, dell’on. Flavia Nardelli e della dott.ssa Rossana Rummo) il Presidente Stefano Parise ha tenuto la relazione introduttiva che ha puntualizzato come il futuro dei bibliotecari sia segnato dai contenuti della legge 4/2013 e che questo costituisce un notevole cambiamento per l’Associazione, processo che è in corso da anni e che il Presidente ha illustrato assieme all’intensa attività dell’AIB dall’insediamento del nuovo CEN.
A conclusione della relazione, il Presidente Parise ha annunciato con orgoglio e soddisfazione ai partecipanti la prestigiosa presenza della President Elect dell’IFLA, Donna Scheeder, la quale ha presentato i cinque trend per la professione bibliotecaria elaborati dall’IFLA; questo momento ha notevolmente qualificato la discussione congressuale perché i partecipanti hanno potuto ascoltare dalla viva voce del Presidente Internazionale le elaborazioni più avanzate della professione in atto nel mondo.
Oltre ai relatori incaricati, un contributo peculiare al Congresso è stato recato dai Coordinatori delle varie Sessioni, tutti esterni alla professione bibliotecaria per scelta esplicita del Comitato Scientifico, che in questo modo ha voluto far sì, da un lato, che i congressisti ascoltassero punti di vista non autoreferenziali sulla professione e, dall’altro, che si portassero all’attenzione esterna il mondo dei bibliotecari italiani e le loro elaborazioni.
La prima sessione, coordinata da Emiliana Alessandrucci (Presidente Colap) è stata dedicata a Il riconoscimento della professione in Europa e in Italia tra Norme tecniche, qualificazione professionale e pratiche concrete. Si è svolta un’interessante discussione che ha visto protagonisti i relatori Paola Manoni e Giovanna Mazzola Merola, della Commissione UNI Documentazione e Informazione, che hanno annunciato la pubblicazione della norma tecnica UNI per la professione bibliotecaria, descrivendone le caratteristiche; Giuseppe Bruni, dell’Associazione Professionale Italiana dei Consulenti di Direzione e Organizzazione, ha poi parlato del ruolo delle Associazioni per l’attestazione di qualità nel lavoro concreto dei professionisti.
La seconda sessione, coordinata da Giuseppe Roma (Direttore del CENSIS), si è occupata di Giovani, lavoro e professione. Le problematiche del precariato bibliotecario sono state affrontate dalla testimonianza di Marilena Puggioni sui 25 anni di esternalizzazione dei servizi pubblici nelle biblioteche sarde; mentre Ivana Truccolo e Raoul Ciappelloni hanno descritto due singolari esperienze, rispettivamente: l’evoluzione di una biblioteca biomedica aperta ai pazienti nell’era del web e la valorizzazione delle biblioteche scientifiche attraverso l’ausilio del teatro.
Manuel Marocco dell’Isfol ha esposto i principali contenuti delle riforme in materia di legislazione del mercato del lavoro, illustrandone gli effetti concreti non soddisfacenti. Sebastian Wilke, del Gruppo New professionals di IFLA, ha esemplificato una serie di tecniche per svolgere o comunicare le attività e le esperienze dei bibliotecari in modo innovativo come ad esempio i barcamp e lo speed networking, mezzi a basso costo che possono aiutare a colmare il gap tra i bibliotecari “esperti” e i giovani colleghi.
Infine Maria Abenante ha illustrato l’iniziativa politica svolta dall’AIB in relazione alla tutela e difesa della dignità della professione e alle corrette forme di esternalizzazione, denunciando in particolare il ricorso al massimo ribasso, sul quale l’AIB è già intervenuta (https://www.aib.it/attivita/campagne/eccesso-di-ribasso/).
I lavori del secondo giorno si sono aperti con l’Assemblea Generale degli Associati, durante la quale è stato approvato il nuovo regolamento delle iscrizioni all’AIB, resosi necessario per adeguare le procedure alla legge 4/13.
Durante la terza sessione, coordinata da Saverio Monno (Professore presso lo IULM), si è riflettuto sul tema Lavorare in biblioteca, fra vecchie storie e nuove sfide. Rachele Arena e Ilario Ruocco hanno presentato una ricognizione quantitativa e qualitativa sul lavoro attuale in biblioteca, frutto dell’elaborazione dei dati raccolti attraverso un questionario somministrato ai bibliotecari italiani dall’Osservatorio Lavoro e professione dell’AIB. Anna Maria Tammaro e Luisa Marquardt con Anna Della Fornace hanno svolto puntuali considerazioni sull’offerta formativa italiana dei corsi in biblioteconomia, con alcune raccomandazioni per migliorane la qualità. Simona Turbanti ha illustrato i risultati di un’indagine promossa con la Sezione AIB Toscana, focalizzata sull’utilità e sulla spendibilità in termini di reale occupazione della formazione impartita dalle università italiane in biblioteconomia e scienze della informazione: l’indagine ha riguardato i giovani al di sotto dei 35 anni. Infine Laurence Zerafa ha illustrato le attività del Centro Bibliotecario del Malta College of Arts Science and
Technology: si tratta di sei biblioteche che sono diventate punto di riferimento per l’apprendimento e le esigenze informative e formative della comunità studentesca, del corpo docente e del personale amministrativo. L’intervento di Zerafa assieme a quello di Maria Stella Rasetti, che per sopravvenuti impegni non ha potuto essere presente (inviando, però, il testo che verrà, così, pubblicato negli atti del Congresso), avevano lo scopo particolare di far presente come la professione del bibliotecario sia effettivamente in continua evoluzione e che quindi la preparazione (cioè i requisiti di conoscenza, abilità e competenza) di questa figura professionale richieda continui adeguamenti, a riprova che la nostra è una professione “viva”.
I lavori congressuali sono stati conclusi da Enrica Manenti, vice Presidente dell’AIB, che ha ricapitolato il dibattito svolto dai 20 fra relatori e coordinatori delle sessioni, anticipando alcuni temi del futuro impegno dell’AIB che dovrà riguardare la costruzione di una “vera” Associazione di professionisti, non trascurando le nuove prospettive e il ruolo sociale delle biblioteche.
La Manenti, inoltre, ha ripreso l’animato dibattito che ha coinvolto il pubblico, con prevalente riguardo alla condizione di precarietà e incertezza a cui purtroppo soggiace oggi il lavoro bibliotecario, stigmatizzando gli aspetti negativi e valorizzando le potenzialità connesse alla legge 4, alla cui applicazione nei diversi contesti operativi devono collaborare tutti gli Associati e tutti i bibliotecari italiani.
Due eventi collaterali hanno arricchito il Congresso. Una mostra sul bibliotecario storico Joris Coppetti, presentata da Maria Palozzi e realizzata appositamente per il Congresso dalla biblioteca di Area Umanistica di Roma Tre, con l’esposizione di volumi di varia provenienza.
Un momento, infine, di grande partecipazione emotiva è stato lo spettacolo di Michele Santeramo Nobili e porci libri, offerto dalla sezione Puglia dell’AIB: un monologo in cui l’artista ripercorre la storia vera della carismatica figura di Giacinto De Gemmis, fondatore dell’attuale biblioteca Provinciale di Bari. Lo spettacolo, accolto con una vera e propria ovazione, è stato così magico che la figura di De Gemmis sembrava aleggiasse nella sala… a conferma della potenza evocativa dei libri.

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