Norme redazionali per gli autori di monografie

Editoria professionale AIB

Norme valide per le monografie (ad eccezione della collana ET)

Per le norme redazionali e bibliografiche della collana ET vedi qui.

Per le norme bibliografiche delle monografie (ad eccezione della collana ET) vedi qui.

Versione aggiornata ad aprile 2020

 

L’autore dovrà consegnare il testo corredato da un abstract in italiano e in inglese (tra 150 e 200 parole), un breve profilo biografico in italiano (max 100 parole), una fotografia in formato .jpg.

L’autore dovrà consegnare il testo:

  • senza interruzioni di sezione;
  • con stile Normale;
  • senza numeri di pagina;
  • senza collegamenti ipertestuali;
  • senza sillabazione;
  • l’indice non deve essere un sommario, ma un semplice testo;
  • senza revisioni o commenti.

 

Per conseguire la maggiore uniformità e regolarità di presentazione, e insieme la massima economia nei costi tipografici, i collaboratori sono pregati di attenersi alle norme qui di seguito esposte. Gli originali che non vi corrispondano saranno rinviati agli autori per le opportune correzioni.

1. Formato: il testo deve essere consegnato in un unico file nei formati Rich text format, Microsoft Word (.doc oppure .docx) oppure Open Office Write.

2. Dimensioni cartelle: la pagina standard varia a seconda del formato:

  • per il formato 15×21 (su carta A5, utilizzato per la maggior parte delle collane) è di 38 righe (circa 2.680 battute a pagina spazi compresi);
  • per il formato 17×24 (collana Rapporti AIB) è di 46 righe (circa 3.800 battute a pagina spazi compresi).

Per la maggior parte delle pubblicazioni AIB non ci sono limiti minimi e massimi prestabiliti nel numero di pagine, ad eccezione della collana Percorsi AIB che ha un’estensione compresa preferibilmente tra 120 e 150 cartelle.

3. Stile tipografico: Times New Roman, in corpo 12 per il testo e in corpo 10 per le note. Il testo non deve essere sillabato.

4. Interlinea: singola.

5. Norme tipografiche:

ESERGO: allineato a sinistra, corpo 9,5 o minore, corsivo. L’autore, se menzionato, va riportato in tondo e tra parentesi. Se viene indicato, oltre all’autore, anche un titolo, solo quest’ultimo va in corsivo; 1 interlinea sopra, 2 interlinee sotto.

PARTE: corpo 12, grassetto; in alto a destra, allineato a destra, 5 interlinee sotto.

CAPITOLO: corpo 12, grassetto; giustificato o allineato a sinistra, 3 interlinee sotto.

PARAGRAFO: corpo 12, grassetto; 2 interlinea sopra, 1 sotto.

SOTTO-PARAGRAFO: corpo 12, grassetto; 1 interlinea sopra, 0 sotto.

6. Titoli: il titolo del volume deve essere identificato usando lo stile titolo 1. I capitoli e i paragrafi si numerano, e i diversi livelli si differenziano nel modo che segue: capitolo 1, paragrafo 1.1., sottoparagrafo 1.1.1. È preferibile non scendere sotto il livello del sottoparagrafo, a meno di esigenze motivate che saranno discusse con il responsabile del settore EDITORIA. La stessa numerazione sarà utilizzata per la costruzione dell’indice.

7. Citazioni lunghe nel testo: corpo 10; allineate al margine destro, rientrate di 0,5 a sinistra senza rientri alla prima riga; 1 interlinea prima e 1 dopo.

8. Citazioni brevi: le citazioni da altre opere sia in italiano sia in altre lingue devono essere tra caporali (« e »), se non sono più lunghe di due righe. Le eventuali citazioni interne al passo citato tra caporali sono da indicare col virgolettato semplice.

9. Note: indicate con numeri arabi progressivi in esponente (con numerazione continua per l’intero volume, a meno che non si tratti di saggi distinti ovvero il numero di note è troppo elevato), saranno composte a piè di pagina, sempre in TNR, corpo 10, interlinea singola. NON sono precedute da righino. In caso di note a fine frase, la nota va inserita prima della punteggiatura. Nel corpo della nota, va lasciato uno spazio tra l’esponente e il testo che segue.

10. Elenchi puntati: utilizzare solo i trattini.

11. Elenchi numerati: usare lo stile con i numeri (non lettere). Togliere la numerazione automatica di Word e inserirla manualmente.

12. Immagini, tabelle e grafici: saranno tutti identificati come Figura seguito da numero progressivo. La didascalia sarà scritta di seguito, separata da trattino lungo, in corpo 10. La didascalia delle figure va sempre fuori dall’illustrazione (non incorporata nell’immagine) e va posizionata sotto la figura, centrata e tonda. Non bisogna inserire il punto fermo alla fine delle didascalie delle figure. Le immagini (foto, grafici ecc.) dovranno essere preferibilmente in formato .jpg (RGB nel caso siano a colori) e la loro definizione dovrà essere almeno di 300 dpi. L’utilizzo di immagini a colori dovrà essere concordato con il responsabile del settore EDITORIA. Le immagini potranno essere fornite in file a parte; in questo caso, all’interno del testo, nel punto dove l’immagine dovrà essere inserita sarà indicata la didascalia, che corrisponderà al nome del file relativo. Le tabelle dovranno essere fornite unicamente in formato testo (.doc, .rtf, .docx, Open Office Write); se verranno fornite tabelle in .jpg o altro formato non testo verrà chiesto all’autore di rifarle nel formato indicato.

13. URL: quando si cita un sito Internet la URL va inserita tra uncinate (< >). URL più lunghe di 50 caratteri vanno abbreviate utilizzando il servizio: tinyurl.com. L’editor può sostituire anche le URL più brevi di 50 caratteri con quelle generate da tinyurl per esigenze di impaginazione. Accordi diversi vanno presi con il responsabile dell’editoria.

14. DOI: andranno riportati SOLO nella bibliografia finale, non nelle note. Il DOI va inserito nella seguente forma: DOI: 10.2426/aibstudi-8877.

15. Parole in corsivo: indicare in corsivo parole o brevi espressioni in lingue diverse dall’italiano (in caso di dubbio http://www.treccani.it/vocabolario/) e le citazioni di titoli di articoli, libri, opere d’arte, ecc. In caso di parole di uso comune es. standard, partner ecc. si userà il tondo. Altre parole di frequente utilizzo in campo biblioteconomico saranno indicate in tondo, ad es.:

  • abstract
  • copyright
  • default
  • discovery tool
  • document delivery
  • e-book
  • e-journal
  • e-mail
  • file
  • focus group
  • hardware
  • information literacy
  • information retrieval
  • input
  • link
  • linked data
  • linked open data
  • marketing
  • offline
  • online
  • open
  • open access
  • output
  • reference
  • self-publishing
  • server
  • software
  • voucher

16. Grafia: di seguito un elenco di parole di uso comune, su cui possono esserci dei dubbi rispetto alla grafia da utilizzare:

  • anni Sessanta
  • CD-ROM
  • Classificazione decimale Dewey
  • Dublin core
  • DVD-ROM
  • Internet (se riferito alla rete Internet)
  • internet (se aggettivo)
  • MARC
  • UNIMARC
  • USMARC
  • Web (se riferito al World Wide Web)
  • web (se aggettivo)

17. Enfasi su una parola: per enfatizzare una parola o un’espressione NON utilizzare il corsivo ma la singola virgoletta alta ‘ ‘.

18. Interpolazioni: vanno racchiuse tra parentesi quadre [ ]; le omissioni segnalate con tre puntini all’interno di parentesi quadre […]. Il punto fermo è da porre sempre DOPO la chiusura delle virgolette o delle parentesi e delle note.

19. Abbreviazioni: si raccomanda di ridurre al minimo l’uso di abbreviazioni. Se ne elencano qui alcune di uso più generale, avvertendo che un’abbreviazione vale per tutte le forme del termine, per esempio p. vale per pagina e per pagine, n. per numero e per numeri, ecc. Casi: cm, ed., ecc., fasc., n., suppl., tav., trad., vol. Abbreviazioni da sciogliere sempre: ad es. = ad esempio. Per quanto riguarda le leggi, si farà riferimento a quanto indicato nel Tesauro del Nuovo Soggettario della BNCF: http://thes.bncf.firenze.sbn.it/Abbr_atti_normativi.pdf.

20. Norme ortografiche minime: lasciando la più ampia discrezionalità per quanto riguarda le norme ortografiche, si cerca qui soltanto di normalizzare l’uso degli accenti grafici italiani e delle maiuscole. L’accento grafico finale è sempre grave salvo che sulla e chiusa (la e finale è aperta solo nelle seguenti parole- ahimè, aloè, cioè, diè, Giosuè, lacchè, Mosè, Noè, piè). Il carattere “è” maiuscolo va scritto usando il carattere “È” e mai con “ E’ ”.

21. D eufonica: genericamente si conserva la * d * eufonica di ad, ed, od davanti alle parole che iniziano con la stessa vocale (eccezioni: ad ogni, ad esempio, ad essa, ad opera).

22. Maiuscole e minuscole: in generale è necessario minuscolizzare il più possibile, anche nomi di istituzioni, titoli di opere inglesi e statunitensi (con attenzione al rispetto delle maiuscole nei titoli tedeschi), riviste, opere in genere, scioglimenti di acronimi, parole ‘nobili’. La maiuscola identifica solo il primo termine, a meno che non vi sia un termine successivo che ha un significato da evidenziare. Per esempio: Ministero per i beni e le attività culturali; Library and information science; Journal of librarianship and information science; Dipartimento di scienze documentarie, linguistico-filologiche e geografiche; Biblioteca del Dipartimento di storia dell’arte e architettura; Associazione italiana biblioteche; La legge, la giustizia e lo Stato. Nei nomi di enti è in genere sufficiente la maiuscola iniziale (Biblioteca nazionale centrale, Biblioteca comunale, Consiglio nazionale delle ricerche, Giunta regionale toscana); si usa invece la maiuscola per gli aggettivi derivati da nomi propri (Biblioteca Medicea Laurenziana). Per gli enti inglesi e statunitensi è preferibile recepire l’uso dei maggiori repertori, secondo i quali i nomi di enti inglesi si presentano con le iniziali maiuscole dei termini significativi. Per esempio: Library of Congress; British Library; International Federation of Library Associations and Institutions.

23. Uso degli acronimi: maiuscoli, oltre le quattro lettere in genere alto/basso. Gli acronimi non vanno mai puntati. Es. IFLA, AIB, ALA, Unesco. In caso di acronimi di uso comune in generale o molto utilizzati nel settore biblioteconomico non è necessario lo scioglimento. Per acronimi di uso meno comune, sciogliere l’acronimo la prima volta che viene citato. Se gli acronimi sono molto numerosi si consiglia di realizzare una lista degli acronimi utilizzati.

24. Date: si tende a scioglierle: 12 febbraio 2000, anziché 12.2.2000 o 12/2/2000. Si usa inoltre la forma 2012/13 per anno a cavallo, n. 1/2 per numero doppio, ma 2012-2013 per due anni   e n. 1-2 per due fascicoli separati. In caso di indicazione di decenni si scrive il decennio in testo non data (Es.: SI anni Novanta, NO anni ’90).

25. Numeri: le migliaia vanno separate col punto come nell’uso italiano: es. 3.569. Ordinali: in inglese mettere nd, rd e th in esponente. Se nel testo ci sono molti numeri (ad esempio nel caso in cui vengano presentati i risultati di un’indagine), questi devono essere scritti tutti in cifre e non in lettere, per garantire una maggiore coerenza all’interno di una stessa frase.

26. Citazione di progetti: sempre in tondo, senza virgolette, minuscolizzando quello che è possibile senza cambiare il senso originario: Progetto Parnaso; Progetto INDECS (Interoperability of data in e-commerce systems).

 27. Citazioni di convegni ed eventi: i titoli dei convegni, delle sezioni di conferenze, delle manifestazioni e simili vanno tra virgolette e le date vanno normalizzate tra parentesi. Per esempio: “Le biblioteche accademiche del futuro” (Roma, 22-23 maggio 2000).

 28. Citazione di riviste: i titoli di riviste, giornali e simili, vanno in corsivo nel testo. Nelle citazioni bibliografiche vanno tra doppie uncinate « » (vedi Norme bibliografiche).

 29. Citazione di collane e altro: i titoli di collana vanno in corsivo nel testo. I titoli di capitoli, paragrafi, sezioni e simili, vanno anch’essi in corsivo nel testo. Nelle citazioni bibliografiche la collana non va indicata.

30. Citazione di nomi/titoli dei siti web: in tondo, e così come presenti in home page: Progetto Manuzio, Amazon, e-LiS.

 

 

 

 

Creata da Giovanna Frigimelica il 30/09/2013. Ultima modifica 19/08/2023 di Vanni Bertini
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