Nell’era della biblioteca digitale è ancora strategico per le biblioteche accademiche investire negli spazi? Certamente si. Almeno è questa l’opinione di Carol Mandel della New York University Library. Mandel è una dei dieci bibliotecari intervistati in tutto il mondo da “The Guardian Professional”  http://www.theguardian.com/higher-education-network/blog/2013/aug/07/university-libraries-10-global-portraits . Nella sua intervista http://www.theguardian.com/higher-education-network/2013/aug/07/library-futures-new-york-university Carol Mandel dichiara:

“A decade ago we began to update the building. Our renovation reflects a continual process of research and observation to deliver an inspiring and productive environment. We design in ways that make every cubic foot of space work as efficiently as possible. To date we have renovated half of our 12 floors, and with each renovation phase the building is ever more heavily used.”

La biblioteca resta, dunque, un punto di riferimento anche fisico all’interno dell’università. Sugli spazi, tuttavia, sono necessarie strategie differenti. Penso, infatti, alle diverse necessita’ tra biblioteche di area umanistica e biblioteche di area scientifica. E cosa dire degli spazi necessari alla conservazione del cartaceo che nonostante tutto continuano a crescere? In questo caso l’unica strategia sostenibile sembra essere quella della cooperazione e della revisione delle collezioni.