Il Bibliotecario nell’Università
domande e risposte (FAQ)
- Come avviene l’accesso alla professione di bibliotecario nelle Università?
- In cosa consistono le prove di esame nei concorsi per il personale dell’area biblioteche delle Università?
- Quali sono le materie oggetto delle prove di esame nei concorsi pubblici per personale bibliotecario nelle Università?
- Come è articolato il personale all’interno dell’Università?
- Come avviene la progressione economica all’interno di ogni categoria?
- Quali sono i requisiti per accedere alla categoria EP?
- Nei concorsi per personale bibliotecario che si intende per “particolare qualificazione professionale”?
- Quale titolo di studio è richiesto per l’accesso ai posti di cat. C nelle biblioteche delle Università?
- Quale titolo di studio è richiesto per i posti di cat. D nelle biblioteche delle Università?
- Quale titolo di studio è richiesto per i posti di cat. EP nelle biblioteche delle Università?
- Che si intende per “personale di categoria C – area biblioteca”?
- Che si intende per “personale di categoria D – area biblioteca”?
- Nelle Università che rilevanza viene data alla formazione professionale e all’aggiornamento del personale?
- Da quale normativa è regolato il rapporto di lavoro nelle biblioteche delle Università?
- Quali sono i criteri di valutazione cui si ispirano i Regolamenti di Ateneo ai fini della progressione verticale del personale?
- Come avviene l’accesso alla professione di bibliotecario nelle Università?
L’assunzione avviene per concorso per garantire la selezione di personale qualificato salvo i casi in cui si è obbligati da disposizioni di legge ad assumere attingendo dall’avviamento degli iscritti nelle liste di collocamento. Con la stessa metodologia sono previste anche procedure selettive interne che tengano conto dello sviluppo professionale che il dipendente ha raggiunto attraverso processi formativi. Il vincitore di concorso è soggetto ad un periodo di prova che il CCNL ha fissato in tre mesi; superato tale periodo il dipendente è iscritto in ruolo e il periodo di prova viene computato come servizio di ruolo a tutti gli effetti.
- In cosa consistono le prove di esame nei concorsi per il personale dell’area biblioteche delle Università?
Le prove d’esame possono consistere in prove scritte, anche a contenuto teorico pratico, prove pratiche, prove pratiche attitudinali e prove orali.
- Quali sono le materie oggetto delle prove di esame nei concorsi pubblici per personale bibliotecario nelle Università?
Le materie oggetto delle prove di esame sono: Biblioteconomia, Bibliografia, Legislazione Universitaria. Dal 1/1/2000 i bandi di concorso devono prevedere l’accertamento della conoscenza dell’uso di apparecchiature informatiche più consuete e conoscenza di almeno una lingua straniera dell’Unione Europea.
- Come è articolato il personale all’interno dell’Università?
L’articolazione del personale è prevista in quattro categorie:
- categoria B: vi sono confluiti i dipendenti che appartenevano agli ex III, IV e V livello;
- categoria C: vi sono confluiti i dipendenti che appartenevano agli ex VI e VII livello;
- categoria D: vi sono confluiti i dipendenti che appartenevano all’ex VIII livello;
- categoria EP (elevata professionalità): vi sono confluiti i dipendenti che appartenevano agli ex IX livello, I e II qualifica ruoli speciali.
All’interno di ogni categoria è prevista una progressione economica.
- Come avviene la progressione economica all’interno di ogni categoria?
La progressione economica all’interno di ciascuna categoria si realizza mediante l’attribuzione, dopo il trattamento tabellare iniziale, di successive posizioni economiche. I passaggi a posizione economica immediatamente superiore avverranno attraverso meccanismi selettivi, attivati con cadenza annuale, sulla base della compatibilità finanziaria e dei criteri generali fissati dal CCNL con decorrenza fissa dal primo gennaio. Ai fini della partecipazione a tali meccanismi selettivi gli interessati debbono aver maturato 2 anni di servizio effettivo nella posizione economica immediatamente inferiore.
- Quali sono i requisiti per accedere alla categoria EP?
Può accedere alla categoria EP il personale inquadrato nella categoria D o nelle qualifiche ivi confluite dell’Area Biblioteche che sia in possesso di diploma di laurea e relativa abilitazione professionale idonea all’iscrizione ad un ordine professionale, ovvero laurea e particolare qualificazione professionale, oppure almeno cinque anni di servizio nella categoria di appartenenza o nelle ex qualifiche ivi confluite e particolare qualificazione professionale.
- Nei concorsi per personale bibliotecario che si intende per “particolare qualificazione professionale”?
Si intende il possesso di competenze complessivamente adeguate alla professionalità richiesta, al ruolo ed alla categoria contrattuale prevista (crediti formativi pertinenti, diplomi di specializzazione, master universitari, comprovata esperienza professionale maturata presso organizzazioni pubbliche o private, incarichi aggiuntivi), certificate dai relativi organi competenti.
- Quale titolo di studio è richiesto per l’accesso ai posti di cat. C nelle biblioteche delle Università?
Occorre il diploma di istruzione secondaria di II grado.
- Quale titolo di studio è richiesto per i posti di cat. D nelle biblioteche delle Università?
È richiesto il diploma di laurea conseguito secondo le modalità precedenti all’entrata in vigore del D.M. n. 509/1999 e successive modificazioni e integrazioni ovvero laurea di primo livello (L) conseguita ai sensi del D.M. n. 509/1999 e successive modificazioni e integrazioni.
- Quale titolo di studio è richiesto per i posti di cat. EP nelle biblioteche delle Università?
Sono richieste laurea e abilitazione professionale ovvero laurea e particolare qualificazione professionale.
- Che si intende per “personale di categoria C – area biblioteca”?
Il personale di categoria C area biblioteca corrisponde all’ex profilo di “assistente di biblioteca”.
- Che si intende per “personale di categoria D – area biblioteca”?
Il personale di categoria D area biblioteca corrisponde all’ex profilo di “funzionario di biblioteca”.
- Nelle Università che rilevanza viene data alla formazione professionale e all’aggiornamento del personale?
Ai sensi dell’art.54 del CCNL la formazione professionale continua del personale costituisce uno strumento fondamentale per la crescita del personale e per l’innalzamento del livello qualitativo dei servizi prestati; l’Amministrazione in coerenza con gli obiettivi e gli impegni anche di carattere finanziario delineati dall’Intesa Governo-Sindacati del 6 aprile 2007 per un’azione pubblica a sostegno della conoscenza, mette fattivamente a disposizione, anche nel quadro di iniziative nazionali promosse dalla CRUI, le proprie risorse formative, nel limite dell’1% del monte salari di ciascun anno, allo scopo di promuovere e valorizzare la preparazione e l’aggiornamento del personale.
- Da quale normativa è regolato il rapporto di lavoro nelle biblioteche delle Università?
Occorre far riferimento alla normativa che regola il rapporto di lavoro nel pubblico impiego e in particolare il rapporto di lavoro del personale tecnico-amministrativo delle Università. In sintesi il riassetto complessivo delle norme sul pubblico impiego evidenzia:
- i pubblici dipendenti sono assoggettati alla regolamentazione privatistica (disposizioni dettate dal codice civile e dalla legislazione speciale);
- il rapporto di lavoro è regolato contrattualmente (contratti singoli di assunzione). La disciplina della contrattazione collettiva è dettata dal D.Lgs 29/93, ora confluito nel D.Lgs. 165/01 (decreto di riordino), in cui sono individuati 2 livelli di contrattazione:
- Contratti collettivi nazionali: di comparto e di area contrattuale autonoma (nel caso delle Università: CCNL relativo al personale tecnico-amministrativo del comparto Università);
- Contratti integrativi a livello di singola amministrazione che sostituiscono i contratti decentrati (nel nostro caso: Contratto decentrato di ciascun Ateneo).
- Quali sono i criteri di valutazione cui si ispirano i Regolamenti di Ateneo ai fini della progressione verticale del personale?
I Regolamenti di Ateneo, ai fini della progressione verticale, secondo quanto prevede il CCNL, si devono ispirare a criteri di valutazione delle competenze professionali acquisite e conseguenti all’esperienza professionale risultante dal curriculum del dipendente nonché verificate da apposite prove di esame dimensionate in relazione ai livelli di professionalità richiesta per ciascuna categoria, con adeguato riconoscimento della formazione certificata secondo il sistema dei crediti formativi.
In ogni caso i Regolamenti di Ateneo dovranno prevedere adeguata valorizzazione del possesso del titolo di studio previsto per l’accesso dall’esterno a ciascuna categoria.