Appello Museo Pecci di Prato

24/01/2014

Riceviamo e volentieri pubblichiamo il testo dell’appello relativo al Centro Pecci. In un momento in cui  è sempre più diffusa l’idea della necessaria integrazione tra le istituzioni culturali, proprio un progetto all’avanguardia in questo ambito quale quello rappresentato dalla Biblioteca-Centro di Documentazione, Didattica e Accoglienza del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, corre il serio rischio di fallire.

Siamo tutti ben consapevoli delle difficoltà del momento e della necessità di fare dei sacrifici, ma non possiamo rassegnarci al fatto che le prime a pagare siano sempre le istituzioni culturali, tra l’altro, come sentiamo ormai da tempo ripetere, una delle maggiori ricchezze del nostro Paese.

Stupisce altresì che investimenti così cospicui fatti negli anni a fronte di un progetto di largo respiro, siano polverizzati da una decisione che, se colpisce immediatamente la Biblioteca-Centro di Documentazione, Didattica e Accoglienza, si rifletterà inevitabilmente sul Museo e su tutta la comunità di visitatori e studiosi.
Il testo dell’appello è disponibile anche all’indirizzo: https://sites.google.com/site/appellomuseopecci/

Associazione italiana biblioteche –Sezione Toscana- Comitato esecutivo

TESTO COMPLETO DELL’APPELLO DEL CENTRO PECCI DI PRATO

Dopo la chiusura del Palazzo delle Papesse a Siena e dello spazio Ex3 a Firenze, il mondo dell’arte in Toscana apprende dalla stampa la situazione generata al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato dalla dismissione in corso di aree e servizi essenziali, quali la Biblioteca, la Didattica e l’Accoglienza, e la conseguente cancellazione di 9 posti di lavoro.

La notizia sconcerta, perché da qualche anno il Pecci è considerato museo regionale, finanziato dalla Regione con un contributo annuale di 500.000 euro “a fronte di attività espositive ed educative volte alla promozione dell’arte contemporanea”, e anche perché essa viene presentata quasi in contemporanea all’inaugurazione di un ampliamento dell’edificio museale, che dovrebbe servire a garantire un nuovo rilancio dello stesso Centro; non da ultimo, essa cade in mezzo alle polemiche generate dal tentativo di riportare in auge il progetto per realizzare sulla Calvana il Monumento al vento dell’artista Dani Karavan, suscitando la netta opposizione di geologi ed ambientalisti, operazione che costerebbe all’Amministrazione Comunale l’accensione di un mutuo di 500.000 euro.

Ci rifiutiamo di assistere al definitivo depotenziamento ed alla probabile futura chiusura di biblioteca e servizio educativo del Pecci camuffati come esternalizzazione dei servizi; un’operazione che avviene, tra l’altro, in assenza del parere di un Direttore artistico, il cui posto è attualmente vacante.

Ricordiamo che la biblioteca CID/Arti Visive, istituita nel 1983 prima dello stesso Museo Pecci, costituisce oggi una delle più importanti  sedi di studio e di ricerca per l’arte contemporanea a livello nazionale, fondando la propria autorità informativa su una rete di scambio di pubblicazioni con musei, centri di documentazione e biblioteche specializzate su base internazionale, su un catalogo di oltre 40.000 titoli di cataloghi e mostre e saggi monografici e su un’emeroteca con oltre 100 riviste internazionali di arte, fotografia, architettura e design a disposizione degli utenti, assieme al servizio di orientamento e assistenza alla ricerca.

Dal 1983 a oggi la biblioteca  ha progressivamente ridotto le sue competenze e orari di apertura  per la diminuzione di fondi dovuta alla sempre più evidente crisi economica in cui versa la città di Prato, ed è ormai giunta a un punto tale che qualsiasi ulteriore depotenziamento ne comprometterebbe in maniera fatale le funzioni. Una biblioteca specializzata non può essere ridotta, come si evince del piano di ristrutturazione e dalle interviste dell’attuale Sindaco e Presidente del Centro Pecci Cenni, a un semplice magazzino chiuso, a cui si accede solo per richiesta, ma deve rimanere un luogo aperto alla consultazione di artisti, studenti ed operatori del settore, e di chiunque voglia accedervi.

A sorprendere e sconcertare in tutta questa vicenda è la posizione di Regione Toscana e Comune di Prato, che dopo aver finanziato per 25 anni un centro di ricerca giungono ad una incomprensibile ipotesi di snaturamento e smantellamento che non potrà che ripercuotersi sulla stessa natura del Museo, trasformando quest’ultimo in un mero Centro Mostre …

Non è pensabile che i risparmi delle pubbliche amministrazioni avvengano sempre a spese di ricerca e cultura e senza un adeguato dibattito culturale che affronti la questione Pecci a livello professionale e scientifico.

Proprio perciò chiediamo di sottoscrivere e diffondere questo appello a tutti coloro che hanno interesse alla salvaguardia di servizi essenziali del Centro Pecci, perchè esso continui così a svolgere la sua funzione pubblica.

Le mail di adesione vanno inviate a questo indirizzo:

appellomuseopecci@gmail.com

A tutti coloro che aderiscono all’appello sarà fornito un aggiornamento progressivo delle adesioni.

PER ADERIRE
è sufficiente la dicitura sottoscrivo l’appello seguito da nome e cognome, eventuale professione, e luogo di residenza