[AIB] Associazione italiana biblioteche. BollettinoAIB 2002 n. 3 p. 356-357
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RECENSIONI E SEGNALAZIONI


International dictionary of library histories, editor David H. Stam. Chicago: Fitzroy Dearborn, 2001. 2 v. (1053, 490 p.). ISBN 1-57958-244-3. Eur 120.

Ci sembra ottima l'idea di raggruppare in un'unica pubblicazione dati storici e fattuali su una quantità così rilevante di biblioteche, selezionate dall'editore con l'intento di non lasciare scoperta alcuna parte del globo. Sono rappresentati infatti tutti e cinque i continenti (anzi, sei, se contiamo le regioni artiche), anche se, come è naturale data la provenienza del testo, le realtà anglosassoni sono quelle numericamente più rappresentate. Altrettanto interessante può essere l'idea di corredare un simile repertorio con una copiosa serie di saggi introduttivi che illustrino il mondo bibliotecario descrivendone le diverse fattispecie istituzionali, le diverse appartenenze geografiche e i differenti domini culturali.

Alle richieste di un lettore in caccia di immediati riferimenti si risponde con un panorama generale sufficientemente ricco di notizie, corredato da cenni bibliografici che consentono di procedere verso ulteriori approfondimenti. L'opera soddisfa perciò abbastanza bene le necessità di chi voglia conoscere il retroterra storico delle singole istituzioni, nonché l'evoluzione di politiche e prassi biblioteconomiche che hanno magari le loro radici in un milieu lontano nello spazio e nel tempo. Nell'introduzione, il curatore David Stam espone le modalità di gestazione del repertorio e i precedenti ai quali si è guardato come possibili modelli cultural-bibliografici, nonché le ovvie difficoltà incontrate nella fattura di un lavoro di ragguardevole ampiezza (oltre mille pagine complessive), di taglio tutto sommato non consueto, e al cui allestimento ha collaborato una redazione multiforme e internazionale.

L'International dictionary è suddiviso nettamente in due parti, nella prima delle quali trovano posto una cinquantina di saggi, alcuni ampi, altri più compendiosi, che affrontano il soggetto "biblioteca" - ma ci sono anche due voci dedicate ad Archives e Online Catalogs - sotto vari profili tipologici, contenutistici, geografici. Nella seconda parte, che costituisce il cuore dell'opera, si susseguono le descrizioni di oltre duecento enti; in qualche caso si dedica un unico saggio a un intero gruppo di strutture, quando siano affini per appartenenza istituzionale.

Il naturale tentativo di "provare" il repertorio prendendo come spunto la ricerca di biblioteche italiane ha portato a rilevare alcune peculiarità, in parte originate dalle scelte fatte in sede di progettazione complessiva dell'opera, in parte forse scaturite da qualche maquillage editoriale un po' disinvolto. All'inizio della consultazione si è innanzitutto notato come non fosse possibile individuare a colpo d'occhio - investigando direttamente nel catalogo - né una nazione né le singole città a essa appartenenti, dato che ciascuna biblioteca è stata indicizzata in una sequenza alfabetica che tiene conto esclusivamente del suo nome istituzionale (in espressione anglosassone). Si può, perciò, intraprendere una ricerca "territoriale" soltanto partendo dal corposo Index conclusivo, che cumula i nomi degli organismi in lingua originale, i nomi delle città e delle nazioni, nonché nomi di persona, titoli di pubblicazioni, sigle; non mancano - come in tutti gli indici del mondo - imprecisioni e omissioni.

La voce Italy individuata nell'Index non si articola in un elenco sottoordinato di singole città, ma rinvia subito alla voce cumulativa National Libraries of Italy; raggiunta questa locuzione, neanche qui troviamo il dettaglio delle istituzioni trattate. Tale mancanza di particolari suscita probabilmente nel lettore alle prime armi soltanto la sana curiosità di sapere quali siano queste national libraries; ma origina nel lettore più esperto l'erronea idea che nell'articolo si parli di tutte le Nazionali, quando invece i redattori hanno ritenuto opportuno dedicare un certo spazio soltanto alle cinque più grandi e storicamente più ragguardevoli (Roma, Firenze, Napoli, Venezia, Torino; ci stupisce l'assenza della Braidense, appena accennata di sfuggita nel quadro descrittivo generale che, comunque, rende conto di tutto l'insieme delle biblioteche storiche italiane, a qualsiasi ordine istituzionale appartengano; ci stupisce inoltre il risalto dato alla Reale torinese, cui è stata conferita la stessa evidenza grafica delle Nazionali, con le quali rischia di essere confusa).

A chi è curioso di sapere se altre nostre strutture, oltre le Nazionali, abbiano ricevuto l'onore di un articolo autonomo, e quali siano, consigliamo di non perdersi ancora nel lunghissimo Index (dove si dovrebbero cercare una per una), ma piuttosto di ripiegare sulla più compatta lista collocata all'inizio del primo volume, che enumera tutti gli enti così come appaiono nella successione del testo. Scorrendo l'elenco ci si imbatte nei sette saggi che direttamente ci interessano: Ambrosiana Library; Capitular Library of Verona; Estense University Library, Modena; Laurentian Library of the Medici; Malatestiana Library, Cesena; il già accennato National Libraries of Italy. È anche presente, ovviamente, la Vatican Apostolic Library. Il primo, il secondo, il terzo e il sesto articolo sono a firma di Marino Zorzi; il quarto è di Angela Dillon Bussi, il quinto di Nicholas A. Basbanes, l'ultimo di Denis V. Reidy.

Si rimane un po' spiazzati dal fatto che l'ordinamento alfabetico delle intestazioni non sia "temperato" da alcun accorgimento sistematico e che in quelle stesse intestazioni - non sappiamo se in omaggio alla filologia anagrafica, o per caso - talvolta manchi il nome del luogo di appartenenza. Ci si trova, in effetti, a sfogliare le pagine del testo come se si consultasse un tradizionale catalogo per soggetti, non supportato da agevoli rimandi; la meccanicità della sequenza sembra però non del tutto funzionale agli scopi di un repertorio di tal genere e di tali dimensioni.

Il medesimo approccio rigidamente alfabetico serve anche per assegnare un ordine ai numerosi saggi tematici introduttivi: i titoli presentano in prima posizione lemmi indicizzatori che appartengono a famiglie semantiche ben diverse fra loro e che introducono concetti disomogenei. In apertura di volume, ad esempio, ci troviamo di fronte a una serie di questo tipo: African American Libraries, African Libraries South of Sahara, Archives, Art and Architecture Libraries, Balkan Libraries, Bibliophile Society Libraries, Buddhist Libraries, Caribbean Libraries, Central American National Libraries ecc.
Avvicinare in ordine semiotico casuale descrizioni che partono da ottiche così diverse - le biblioteche vi sono raggruppate volta per volta in base alla matrice o alla finalità culturale, all'area geografica o politica, alla tipologia istituzionale, ai campi di studio coperti, all'organismo proprietario, e così via - consente di fare "per contrasto" connessioni insolite e apre prospettive originali sull'universo bibliotecario, ancor meno domestiche, forse, per lettori non anglosassoni (suggeriamo qui un'occhiata al refrigerante saggio sulle ignote Polar libraries, che sono Polar per la materia trattata e/o per l'effettiva ubicazione).

Tuttavia, qualora non si voglia leggere il testo come una trattazione unitaria in cui è stimolante soffermarsi sulle singolarità, ma lo si voglia utilizzare come classico repertorio per ricerche occasionali e circoscritte, può affiorare la poco grata sensazione di faticare a orientarsi in un mare magnum senza bussole, dove i consueti segnalatori cronologici, geografici, tipologici sono stati a bella posta o accidentalmente rimescolati. Tale inconveniente sarebbe aggirabile con disinvoltura se l'opera fosse messa in commercio corredata da (o esclusivamente come) supporto informatico. Infatti, la molteplicità degli accessi e le cospicue opzioni di ricerca annullerebbero l'ostacolo "fisico" della sequenza meccanica, consentendo al lettore di spostarsi liberamente all'interno dell'intera massa informativa, resa più trasparente e funzionale dall'uniformità delle modalità di accesso.

Flavia Cancedda
Biblioteca centrale "G. Marconi", CNR, Roma


N.B. Sorry, no English abstract is available.
Copyright AIB 2002-10-21, a cura di Giada Costa
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