[AIB] Associazione italiana biblioteche. BollettinoAIB 2002 n. 3 p. 360-361
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RECENSIONI E SEGNALAZIONI


Tim Berners-Lee. L'architettura del nuovo Web: dall'inventore della rete il progetto di una comunicazione democratica, interattiva e intercreativa, in collaborazione con Mark Fischetti. Milano: Feltrinelli, 2001. 194 p. ISBN 88-07-46028-9. Eur 18,08.

La rivoluzione del World Wide Web ha un inventore e custode: Tim Berners-Lee, fisico da sempre appassionato d'informatica, d'idee libertarie e incline a visioni universalistiche fondate su palingenesi tecnologico-sociali. Ora i suoi ricordi, pensieri, progetti e previsioni sono diventati un agile volumetto di piacevole lettura pubblicato anche in Italia da Feltrinelli per la collana «Interzone».
In pratica si tratta della storia, passata, presente e futura, della rete ipertestuale. Ma il Web raccontatoci da Tim Berners-Lee non è il semplice resoconto di un'avventura tecnologica, piuttosto quello della graduale costruzione, lungi dall'essere ultimata, di un progetto complesso nel quale informatica e telematica sono al servizio di nuovi modelli collaborativi, di nascenti forme sociali. Ma andiamo con ordine. L'idea alla base del progetto si rifà al "sogno" dell'Enciclopedia universale. In termini tecnici: una rete di computer munita di un linguaggio in grado far cooperare gli individui attraverso lo scambio di tutta la conoscenza esistente, per il progresso cognitivo e sociale dell'umanità. Concettualmente non si tratta di una novità.

Tim Berners-Lee raccoglie le ispirazioni d'importanti visionari che lo hanno preceduto: Vannevar Bush e il suo «Memex», Ted Nelson, l'inventore dell'ipertesto, con il progetto Xanadu. Ma può vantare qualcosa in più: tecnologie ormai mature, contesto socio-culturale assai più ricettivo e, in particolare, un modello di rete globale già bella e pronta: Internet. Tuttavia, come racconta Tim Berners-Lee, l'impresa si presenta subito ardua, irta com'è di difficoltà tecniche e di scetticismi ambientali. Eppure, l'ostinatezza di rincorrere un sogno insieme alla fortuna per Tim di ritrovarsi, nella seconda metà degli anni Ottanta, al CERN, laboratorio europeo di fisica delle particelle, dove i suoi tentativi di sperimentare nuove modalità di comunicazione ipertestuale in rete ricevono interessata accoglienza, alla fine pagano. E arrivano così risultati e soddisfazioni anche dal mondo esterno.

Decollano i programmi per navigare nel World Wide Web: prima Gopher, poi Mosaic e infine Netscape. S'impone al CERN e in seguito in Internet la filosofia open-source, vale a dire l'accessibilità completa e gratuita ai codici del Web. E soprattutto nasce, tenacemente voluto da Tim, il World Wide Web Consortium (W3C), gruppo neutrale di lavoro e di studio con la funzione di tutelare la crescita e gli attributi del Web e di favorirne, con il rilascio d'indicazioni e nuovi linguaggi, l'evoluzione.
Fin qui la storia passata, ma la parte senz'altro più stimolante del libro riguarda la storia futura del Web. Qui Tim Berners-Lee mescola suggestivamente cultura, modelli sociali, virtualità e tecnologia. Veniamo così a sapere che lo spazio universale dell'informazione (il Web) s'appresta a diventare esclusivo spazio sociale: non più soltanto specchio della società reale, ma luogo unico ove gli individui tramite l'intercreatività, l'ausilio di "macchine sociali" e il link globale potranno organizzare nuovi agglomerati d'intelligenza collettiva non possibili altrove.

Questo accadrà perché s'approssima ormai la rete semantica dove i computer connessi, mediante linguaggi d'inferenza, impareranno a far cose, convertiranno i dati da un formato all'altro, separeranno la forma dal contenuto. E non svolgeranno solo compiti amministrativi e di routine, lasciando agli individui la libertà d'impiegare intuito e creatività, ma saranno anche capaci d'abbozzare forme di ragionamento basate su modelli analogici ed euristici. Nello stesso tempo, secondo Tim Berners-Lee, dovrà, parallelamente crescere, potenziandosi al massimo, la "rete della fiducia". Senza dubbio per rispondere all'urgente necessità di un business durevole del commercio elettronico che sostenga l'espansione della rete stessa, ma soprattutto per favorire la vocazione sociale del Web incoraggiando la massima collaborazione tra individui e tra gruppi. Di questo Web semantico munito di frotte d'agenti intelligenti che già si annuncia alle porte, sarà sempre di più nume tutelare il consorzio.

Lo sviluppo di tecnologie cognitive, di privacy e il rilascio di sistemi di sicurezza sono e saranno per gli anni a venire, ci tiene a spiegare Tim Berners-Lee, costante preoccupazione del gruppo da lui creato. Fin da ora l'impegno del W3C prevede progetti d'alto livello, come il sistema di filtraggio dei contenuti PICS, la tecnologia per gli accordi automatici sulla privacy P3P o il linguaggio RDF per lavorare nella rete semantica, progetti destinati a far cambiare, nei prossimi tempi, aspetto al Web. Ma poi, in chiusura di discorso, il protagonista di una tra le più importanti avventure tecnologiche della nostra epoca, preferisce, coerentemente con i valori che traspaiono in tutto il suo percorso, piuttosto che ostentare le meraviglie della tecnica, riaffermare, ancora una volta, quei principi democratici e universalistici che lo hanno sempre accompagnato e continuano a ispirarlo anche nella fatica di progettare il nuovo Web.

Fabio Di Giammarco
Biblioteca di storia moderna e contemporanea, Roma


N.B. Sorry, no English abstract is available.
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