[AIB] Associazione italiana biblioteche. BollettinoAIB 2003 n. 1 p. 94-95
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RECENSIONI E SEGNALAZIONI


Henryk Sawoniak. International bibliography of bibliographies in library and information science and related fields. Vol. I: 1945-1978, edited by Maria Witt. München: Saur, 2003. 3 vol. (LIV, 990 p.). ISBN 3-598-11144-4. Eur 410,00.
Henryk Sawoniak. International bibliography of bibliographies in library and information science and related fields. Vol. II: 1979-1990, with the collaboration of Maria Witt. München: Saur, 1999. 3 vol. (LIII, 1208 p.). ISBN 3-598-11145-2. Eur 498,00.

I sei volumi arancioni della International bibliography of bibliographies in library and information science sono destinati a trovar posto negli scaffali delle sale di consultazione delle grandi biblioteche e delle biblioteche specializzate nel nostro campo, colmandone una significativa lacuna. La lusinghiera presentazione di Michael Gorman nota che «the most admirable aspect of this work is the sweep of its coverage. Not only are all aspects of library and information and related studies covered, but also the entire world is covered».
Le due parti comprendono rispettivamente 9092 schede (per il periodo 1945-1978) e 9275 (per il periodo 1979-1990), non solo di bibliografie in senso stretto, ma di opere comunque utili per una ricerca bibliografica, da repertori generali (a partire dal Besterman) di cui si ricorda in più punti il contributo sui temi qui inclusi, a monografie di riferimento accompagnate da sostanziose riferimenti bibliografici, a contributi in volumi miscellanei e articoli di periodici con natura bibliografica, o di rassegna, o comunque con un contributo significativo di segnalazioni. Ampio, forse anche troppo, è lo spettro disciplinare e tematico, che oltre alla biblioteconomia e alla documentazione include l'archivistica, le discipline della scrittura, del libro e dell'illustrazione, l'editoria e il commercio librario, la reprografia ecc.: uno spettro sostanzialmente corrispondente a quello della nostra LPI/BIB, ma con maggiore spazio per le aree periferiche.

Si tratta, come si è detto, di una bibliografia internazionale, ma mentre spesso questa etichetta copre bibliografie di scritti in inglese con qualche aggiunta nelle altre lingue più diffuse (essenzialmente francese e tedesco), qui è molto rilevante, e raro, l'apporto della letteratura russa (il russo, traslitterato, è la terza lingua più rappresentata, dopo l'inglese e il tedesco, e l'URSS il secondo paese di pubblicazione dopo gli USA) e di quella dei paesi dell'Europa orientale (per prima la Polonia, il paese dell'autore), con presenze significative anche dei paesi scandinavi e dell'America latina. L'Italia si trova - secondo le statistiche fornite nell'introduzione al vol. I - a un abbastanza onorevole undicesimo posto, con l'1,4% delle segnalazioni e lo spoglio di 18 periodici. La presenza di tante lingue poco note (escluse però quelle orientali) non rende difficile la consultazione, perché le concise ma utilissime annotazioni e la classificazione molto minuta orientano efficacemente il lettore. L'ordinamento è sistematico, secondo uno schema proprio minuziosamente suddiviso (spesso in maniera ricorrente, soprattutto per paesi) che si segue abbastanza bene; ci sono poi quattro indici (degli autori, dei titoli, dei soggetti e geografico), purtroppo non completi e non del tutto attendibili.

Tra gli elementi positivi segnalerei ancora l'indicazione, per molte monografie, delle recensioni sulle maggiori riviste professionali, la ripetizione abbreviata di varie schede in più punti della sequenza sistematica (ma nel primo volume senza il rinvio alla scheda completa) e l'inclusione, attraverso le ristampe anastatiche, di molte opere importanti anteriori al 1945.
Molto interessante e utile, fra le appendici, la bibliografia degli scritti (saggistici e non primariamente bibliografici) sulla letteratura professionale, il suo sviluppo e il suo controllo: 253 schede per il periodo 1945-1978 e ben 1046 per il 1979-1990, da aggiungere alla numerazione principale indicata sopra.

Il capitolo meno soddisfacente è quello della correttezza dei dati e in generale della cura dei volumi. Fin dalla lista delle abbreviazioni dei periodici, al principio del vol. I, ci si accorge che, per esempio, in tutte e tre le riviste italiane che si chiamano "Bollettino" è stata dimenticata una t. Non solo l'ortografia dei titoli, ma anche quella degli autori è sbagliata con allarmante frequenza: Augusto Campano, Enzo Bottaso, Franco Bartolini, M. P. Corosella ecc. Né si può invocare la scusante della lingua poco nota: i nomi degli autori si copiano e non si citano a memoria. Comunque, anche per un'opera celeberrima come il Milkau (n. 171), in una lingua familiare all'autore, Leyh è diventato Ley e Harrassowitz è diventato Harrosowitz. Ci si potrebbe aspettare che almeno il nome di Leyh sia corretto nell'indice degli autori: invece - sorpresa! - il suo nome vi manca, come quello di Milkau e tanti altri. La cosa non è spiegata, ma probabilmente dipende dal fatto che sono stati indicizzati solo i nomi che figurano prima del titolo, come intestazione, escludendo quindi i curatori, di cui non ci dovrebbe essere bisogno di ricordare l'importanza per le grandi opere bibliografiche, prevalentemente intestate al titolo.

Anche da un punto di vista più strettamente redazionale, si trova che una delle classi principali è diventata Research in progess (sic), una sottoclasse (a p. 99-100 del vol. I/1) è ripetuta due volte tale e quale, entrambe con le sue brave schede, le schede 714 e 715 sono identiche proprio l'una sotto l'altra (e non è l'unico caso). Per le prime cento pagine del primo tomo può bastare. Fra le bibliografie personali, la voce Leibniz compare due volte (p. 579 e 580), con le relative schede un po' qui e un po' lì, la Malclès per un errore ortografico è finita fuori posto (a p. 584), il noto bibliotecario americano Wilberforce Eames è ordinato per errore sotto il nome invece che sotto il cognome. Anche le norme sull'uso nazionale sono evidentemente trascurate ("Addario, Arnaldo d'", "Revignas, Anna Saitta" ecc.). Insomma, senza entrare nel contenzioso fra biblioteche ed editori, bisogna pur dire che le prime (e i lettori) si aspettano che i secondi paghino dei redattori e dei correttori di bozze, con una professionalità adeguata, che leggano i testi prima che vengano stampati, in maniera meno cursoria di un recensore: sarebbe bastata una attenta lettura a eliminare centinaia di errori fastidiosi e abbastanza evidenti. Molto buone invece, secondo la tradizione dell'editore, sono qualità e robustezza della carta, della stampa e della confezione.
Nonostante le deficienze notate, che richiedono a chi consulta l'opera di munirsi di pazienza e di utilizzare poi i dati con cautela, l'opera ha senza dubbio - per la copertura molto ampia e l'intelligente e funzionale organizzazione delle informazioni - una notevolissima utilità, senza alternative comparabili. C'è perciò da augurarsi che prosegua presto con il decennio successivo, magari dopo una revisione più attenta.

Alberto Petrucciani
Università di Pisa


N.B. Sorry, no English abstract is available.
Copyright AIB 2003-06-19, a cura di Giada Costa
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