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Lettera congiunta AIB, AIDA, ANAI, CNBA, GIDIF-RBM all'On. Prof. Giuliano Urbani
Ministro per i beni e le attività culturali

(ottobre 2003)


All'On. Prof. Giuliano Urbani
Ministro per i beni e le attività culturali

Le scriventi Associazioni professionali hanno appreso con grande meraviglia e sconcerto che il 19 settembre il Consiglio dei Ministri ha approvato"in via preliminare" uno schema di decreto legislativo di riforma del Ministero per i beni e le attività culturali in cui il Dipartimento per gli archivi e le biblioteche, già previsto dal precedente testo del provvedimento, è stato soppresso e i predetti settori sono stati accorpati al Dipartimento per le "antichità, belle arti e paesaggio". Nel testo precedente era inoltre previsto anche che gli Archivi di Stato, le Soprintendenze archivistiche e le Biblioteche statali dipendessero direttamente dalle rispettive due direzioni generali per gli archivi e per i beni librari e gli istituti culturali, che costituivano il dipartimento, mentre nello schema approvato anche questi istituti sarebbero accorpati alle soprintendenze regionali "per le antichità, belle arti e paesaggio". Tutto ciò, a quanto riportato dalla stampa, sarebbe avvenuto per dichiarati meri motivi di economia.

Se la costituzione di uno specifico dipartimento trova giustificazione nella necessità di coordinare direzioni generali aventi competenze concorrenti in materie affini e compiti di gestione di numerosi organi aventi sinergie di intervento, essa si giustifica assai di più per il dipartimento archivi e biblioteche, a cui fanno capo, infatti, 190 istituti e circa 6000 dipendenti, che per i dipartimenti dello spettacolo e della ricerca, che sarebbero costituiti solo da uffici centrali con un numero molto inferiore di dipendenti. Mentre per quanto riguarda i beni architettonici, archeologici e artistici tali sinergie si possono verificare in modo relativamente frequente e sistematico, non si dà mai il caso della necessità e di coordinare sinergie di intervento sugli stessi beni o complessi di beni dei settori ora menzionati con quelli degli archivi e delle biblioteche, dato che tali sinergie di regola non si verificano per via della diversa natura dei rispettivi beni culturali e del diverso loro rapporto (non "localizzato ") col territorio. Questo è infatti il motivo per cui, per la tutela dei beni archivistici occorre un coordinamento nazionale specifico del settore, finora assicurato da appositi servizi della direzione generale per gli archivi.

L'accorpamento (non necessario in alcun modo) degli istituti archivistici e bibliotecari alle soprintendenze regionali alle antichità e belle arti in contrasto con i principi di autonomia e specificità tecnico-scientifica che dovrebbero improntare l'organizzazione territoriale della tutela dei beni culturali, creerebbe un interposizione di un ulteriore livello intermedio nella catena funzionale fra centro e periferia (i soprintendenti regionali) che di per sé imporrebbe inevitabilmente un insostenibile onere funzionale al sistema.

Gli archivi e le biblioteche statali sono connessi in reti nazionali di comunicazione e consultazione -il Servizio bibliotecario nazionale e la rete di informatizzazione degli archivi di Stato e delle soprintendenze archivistiche, che una recentissima legge rifinanzia per un ulteriore sviluppo- le quali richiedono una progettazione e gestione a livello nazionale, e le medesime considerazioni possono estendersi alle istituzioni culturali di rilevanza nazionale e internazionale delle quali si occupa la direzione generale per i beni librari e gli istituti culturali.

La soppressione del già previsto dipartimento per gli archivi e le biblioteche non comporterebbe pertanto alcun incremento di efficienza delle funzioni che il Ministero, ma soltanto una loro disastrosa complicazione e disarticolazione e configurerebbe una palese ed immeritata emarginazione politica e culturale di questi settori, foriera di un'ulteriore emarginazione anche dal punto di vista dell'investimento finanziario e di risorse umane. Le amministrazioni nazionali archivistica e bibliotecaria, che dall'Unità in poi hanno assicurato al Paese un'offerta omogenea ed organica di servizi su tutto il territorio e hanno costituito istituzioni di riferimento e sostegno per tutto il più ampio settore archivistico e bibliotecario non statale, formando e mettendo a disposizione un patrimonio unitario di conoscenze tecniche, scientifiche e professionali di elevato livello qualitativo apprezzato in tutto il mondo. Frammentarle in altrettante separate appendici accessorie delle soprintendenze regionali alle arti, ad esse completamente subordinate perfino per la nomina dei dirigenti, costituirebbe una doppia emarginazione, sia a livello centrale che periferico, degli istituti archivistici e bibliotecari e dei tecnici che in essi lavorano per cercare di assicurare, malgrado le crescenti difficoltà economiche, ai cittadini il contatto vivo con la memoria storica e la cultura che formano l'identità stessa del nostro Paese.

Le chiediamo un incontro per esporLe meglio gli urgenti problemi qui prospettati, e per sentire le Sue riflessioni in merito, che ci auguriamo possano portare, grazie ad un suo ulteriore impegno, il Governo a ripensare a questo provvedimento restituendo agli archivi e alle biblioteche il ruolo specifico che dovrebbero continuare a svolgere nell'organizzazione della tutela e della fruizione dei beni culturali.

  • Associazione Italiana Biblioteche (AIB) - Il Presidente Miriam Scarabò
  • Associazione Italiana per la Documentazione Avanzata (AIDA) - Il Presidente Lucia Maffei
  • Associazione Nazionale Archivistica Italiana (ANAI) - Il Presidente Isabella Orefice
  • Coordinamento Nazionale Biblioteche di Architettura (CNBA) - Il Presidente Laura Casagrande
  • GIDIF, RBM - Il Presidente Alfonsa Martelli

  • Copyright AIB 2003-10, ultimo aggiornamento 2003-10-14 a cura di Giulio Marconi
    URL: https://www.aib.it/aib/cen/urbani0310.htm

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