AIB. Commissione nazionale biblioteche scolastiche ed educazione | |
Come da alcuni anni a questa parte, anche quest'anno il Premio
Grinzane Cavour, con la collaborazione dell'editore Giulio Einaudi, ha effettuato
un'indagine sul rapporto dei giovani fra i 15 e i 20 anni con la cultura
e la comunicazione. Quest'anno l'iniziativa ha avuto un importante risvolto,
particolarmente significativo per le biblioteche scolastiche: ai 2500 studenti
di scuola superiore intervistati, infatti, è stato somministrato
un questionario di 36 domande, alcune delle quali erano volte a conoscere
il rapporto dei ragazzi con i libri e la lettura in genere, ma altre entravano
nel vivo dell'argomento con richieste specifiche sulle biblioteche delle
loro scuole. A questo primo questionario, inoltre, se ne affiancava un secondo
per il personale docente in servizio presso le stesse scuole¸con 58
domande sull'organizzazione e il funzionamento delle biblioteche dei loro
istituti, e sull'apprezzamento e le aspettative da loro nutriti nei confronti
delle stesse.
I risultati dell'indagine, elaborati dal CENSIS, sono stati presentati a
Roma il 2 dicembre scorso, in una conferenza a cui ha partecipato anche
il Ministro della Pubblica Istruzione Luigi Berlinguer: relatori, oltre
a Giuliano Soria, presidente del Premio Grinzane Cavour e Vittorio Bo, amministratore
delegato di Einaudi, Giuseppe Roma, direttore del Censis, ed Elisa Manna,
responsabile delle politiche culturali dello stesso istituto.
Dalle relazioni emerge, naturalmente, un quadro di notevoli difficoltà,
sia per la questione della lettura dei giovani sia per quella delle biblioteche:
problemi già del resto ampiamente noti e sempre denunciati dagli
operatori del settore. L'indagine evidenzia che le biblioteche scolastiche
sono in Italia strutture deboli, poco frequentate e poco frequentabili dai
loro potenziali utenti, i giovani, i quali ne ignorano le potenzialità,
e le identificano con la scuola stessa e le sue finalità, anche nel
senso di peggiore attaccamento alla tradizione e alla conservazione di una
cultura passatista. ''Manca una partecipazione attiva e un coinvolgimento
diretto alle attività e alla gestione delle biblioteche scolastiche'',
mancano materiali moderni, giornali, riviste,
videocassette e cd-rom, gli orari di apertura sono limitati, i locali ristretti,
i fondi disponibili carenti, mancano competenze all'uso dei cataloghi (o
non, piuttosto, mancano i cataloghi stessi?), anche da parte dei docenti.
Ma manca soprattutto una consapevolezza di cosa potrebbe essere veramente
in una scuola la biblioteca scolastica, se bene organizzata: tutto questo
nonostante i pochi buoni esempi, presenti soprattutto nel Nord del paese.
Tra i molti dati interessanti dell'indagine si evidenziano anche scoperte
curiose, apparentemente paradossali, come per esempio il fatto che in alcune
scuole ''gli studenti, per potersi recare in biblioteca, debbano essere
accompagnati da un docente, oppure avere un permesso.'' Tra gli spunti problematici
la relazione pone anche il fatto che il responsabile della biblioteca scolastica
(quando esiste) è, ''nella grande maggioranza dei casi, un autodidatta,
senza una qualifica specifica, e che solo raramente ha seguito corsi di
perfezionamento''. Non sarà proprio questo punto, della mancanza
di bibliotecari, uno dei
nodi di tutto il problema? Come stupirsi dunque se, come sottolinea lo stesso
Berlinguer, mentre i bambini, dalle materne alle elementari, leggono abbastanza
(e soprattutto per merito dell'editoria del settore, dice il Ministro!)
i giovani dalle medie in poi leggono pochissimo? Come stupirsi anche se
le biblioteche scolastiche, tranne rare ed encomiabili eccezioni, non riescono
a integrarsi nell'attività didattica dei docenti, e non sono in grado
di proporre inziative e progetti? E se i promotori dell'indagine,
giustamente preoccupati, propongono, per uscire dall'emergenza, scelte coraggiose
ma di difficile attuazione(''giocarsi il tutto e per tutto in un'operazione
non di facciata, ma di radicale trasformazione''), il Ministro si limita
a promettere che le cose cambieranno con le prossime ristrutturazioni della
riforma scolastica. ''Si potenzino le biblioteche scolastiche, si amplino
gli orari di apertura anche nel pomeriggio, sosterremo i progetti delle
scuole!'', afferma: ma non si sbilancia più di tanto sull'assegnazione
di personale preparato, addetto specificatamente alla funzione. Che è
e resta il problema centrale della riorganizzazione del settore.
L'incontro si conclude con l'umor nero dello psicologo Paolo Crepet, che,
sull'onda della moda, proclama il fallimento del sistema scolastico, e con
l'ironico ottimismo di Carlo Lucarelli, che, almeno lui, spera nei giovani
e nella loro capacità di leggere nonostante tutto, all'insaputa di
insegnanti e adulti.
Marina Bolletti
Padova, 30/12/1998