[AIB]

53º Congresso nazionale AIB

Le politiche delle biblioteche in Italia
La professione

Roma, Centro congressi Europa
Policlinico universitario "A. Gemelli"
18–20 ottobre 2006


Programma 53º Congresso AIB

Il docente documentalista scolastico : una professionalità "fuori legge"

Donatella Lombello
Università di Padova e Commissione AIB Biblioteche Scolastiche

Abstract

È ricorrente l'attenzione del Ministero dell'Istruzione (l'aggettivo "pubblica" è stato ripristinato nella presente legislatura) alla biblioteca scolastica e alla formazione del bibliotecario scolastico.

Basti ricordare le più recenti iniziative, messe in atto tra la fine del secondo e l'inizio del terzo millennio, vale a dire il Programma per la promozione e lo sviluppo delle biblioteche scolastiche (c.m. 5 ottobre 1999, n. 228 e c.m. 16 ottobre 2000, n. 229) e il progetto Biblioteche nella scuole ( 2005-2007), volte a potenziare le biblioteche scolastiche esistenti sul territorio nazionale e a valorizzare la funzione formativa del bibliotecario scolastico.

Manca tuttavia la legge che riconosca e regolamenti istituzionalmente la figura professionale del bibliotecario scolastico – ovvero del docente documentalista scolastico, come altrimenti amiamo definirlo –, nonostante le molteplici sollecitazioni inoltrate negli anni presso il MPI/MIUR dal mondo accademico e della scuola, in occasione di Convegni, Corsi di formazione e Master, promossi proprio per rispondere ad una domanda formativa sempre più esplicita e pressante.

Riteniamo importante considerare l'esempio che altri Stati del contesto europeo ci forniscono riguardo alla figura professionale del bibliotecario scolastico istituzionalmente riconosciuta: la Francia, la Danimarca, la Gran Bretagna, la Slovenia, la Croazia, quali riferimenti dei quali tenere conto per dare attuazione anche in Italia a quanto significativamente è indicato nel Manifesto IFLA/UNESCO sulla biblioteca scolastica. La biblioteca scolastica nelle attività di insegnamento e apprendimento per tutti,

laddove si afferma: "il bibliotecario è un professionista qualificato, responsabile della pianificazione e gestione della biblioteca scolastica", che ha la capacità di "insegnare ai docenti e agli studenti le diverse abilità di gestione dell'informazione" e che " opera insieme a tutte le componenti della comunità scolastica e in collegamento con la biblioteca di pubblica lettura e le altre agenzie e istituzioni" <https://www.aib.it/aib/commiss/cnbse/manif.htm>.

 


 

1.   Cos'è la biblioteca scolastica?


 [1] È nell'aggettivazione "scolastica" che vengono a essere scanditi gli scopi, la mission della biblioteca, le cui finalità educative si riconoscono e si definiscono strettamente legate-dipendenti dalle finalità educative della scuola, in generale, e, specificamente, dell'ordine, del grado scolastico e dell'istituto, in cui la biblioteca stessa è incardinata.

Ed è appunto a partire dall'aggettivazione "scolastica" che si apre la gamma della scelta critica dei materiali, dei servizi, degli strumenti, delle attività e delle metodologie, piegata sulle esigenze didattiche e formative di "questa scuola": scelta che, a integrazione e completamento della funzione della lezione in aula e dei testi scolastici, è ancorata al qui e ora, e tuttavia organizzata in un pro-iectum/progetto pedagogico pensato nella prospettiva educativa orientata al futuro, per una formazione che motivi "questi" allievi al piacere della lettura e della ricerca ora e lungo tutto l'arco della loro vita.

La biblioteca scolastica è, dunque, spazio educativo finalizzato alla promozione della lettura, all'acquisizione delle abilità di ricerca, all'innovazione pedagogica [2]: è ambiente educativo che deve essere gestito da personale qualificato e dedicato, perché operi in continuo dialogo intrascolastico: con gli allievi e gli insegnanti, anzitutto, ma anche con il personale amministrativo, con i genitori e con ogni altra figura educativa che afferisca alla scuola, per il sostegno alla didattica, per il miglioramento nei processi d'insegnamento e di apprendimento, per il successo formativo e lo sviluppo personale degli allievi.

È luogo certamente anche aperto al dialogo extrascolastico [3], le cui attività possono essere svolte al meglio se non resta entità isolata, pur nel mantenimento della sua specificità [4]: se, dunque, è messa in atto la cooperazione con le strutture culturali del territorio, nella predisposizione di specifiche iniziative, nella programmazione di acquisizioni di dotazioni e di strumenti.

Nel Manifesto IFLA/Unesco sulla biblioteca scolastica: la biblioteca scolastica nelle attività di insegnamento e apprendimento per tutti la biblioteca scolastica è infatti definita un «elemento essenziale della rete bibliotecaria e informativa locale, regionale e nazionale» [5], della quale condivide i principi della gratuità, di un'offerta di servizi «senza distinzioni di età, razza, sesso, religione, nazionalità, lingua, condizione professionale o sociale» [6].

2.   Finalità

Non esistono provvedimenti recenti, nella legislazione scolastica italiana [7], che precisino il ruolo educativo della biblioteca scolastica. Pertanto, anche tenendo conto di quanto espresso nei documenti internazionali, si può affermare che la biblioteca scolastica, concorrendo, come si è detto, al raggiungimento degli obiettivi formativi della scuola in cui è istituita, è spazio educativo, le cui attività di educazione alla lettura e alla ricerca mirano alla formazione dell'allievo quale lettore e ricercatore motivato, autonomo, critico e creativo.

Cosa dicono i documenti internazionali riguardo alla mission della biblioteca scolastica?

Nel citato Manifesto IFLA/Unesco la biblioteca scolastica è definita parte integrante del processo educativo, che mira a:

  • fornire ad ogni allievo gli strumenti affinché ciascuno sia in grado di vivere nell'attuale società dell'informazione e della conoscenza [8];
  • sviluppare l'immaginazione [9] «[...] sostenere [...] l'abitudine e il piacere di leggere» [10];
  • formare un cittadino responsabile, tramite la promozione di attività che incoraggino in lui «coscienza e sensibilità culturali e sociali», poiché «la libertà intellettuale e l'accesso all'informazione sono essenziali per una partecipazione piena e responsabile come cittadini di una democrazia» [11].

Nelle Linee guida IFLA/Unesco per le biblioteche scolastiche [12] sono ripresi gli stessi principi teleologici espressi per la biblioteca scolastica nel Manifesto IFLA/Unesco: mettere gli allievi in condizione di «vivere come cittadini responsabili» (cap. 1.1, comma 2), facendo loro acquisire le abilità necessarie ad apprendere lungo tutto l'arco della vita (lifelong learning skills), ma anche promovendo lo sviluppo della loro immaginazione, in una sapiente attenzione alle componenti della persona: razionalità, fantasia, senso etico e civico («garantire l'esercizio dei diritti umani e democratici», cap. 4.1, p. 43).

Risulta tuttavia evidente, per quanto detto precedentemente, che sarà ciascuna scuola, cioè ciascun collegio dei docenti e/o consiglio d'istituto a stabilire, pur attingendo ai documenti internazionali, la mission, il ruolo educativo della propria biblioteca scolastica, a definire le caratteristiche del relativo servizio (carta dei servizi), della politica educativa, culturale, degli acquisti e delle attività.

3.   Quali leggi per il bibliotecario scolastico?

La legislazione scolastica italiana elude una regolamentazione delle biblioteche scolastiche [13]: è invece la Provincia autonoma di Bolzano ad avere, a livello periferico, da tempo promulgato la Legge provinciale n. 17 del 7 agosto 1990 [14], nella quale si prevede l'esistenza e l'inclusione nel sistema bibliotecario provinciale delle biblioteche scolastiche, distinte in tre diverse tipologie: le scolastiche, le interscolastiche, comuni a più scuole in senso orizzontale (dello stesso grado) o verticale (di grado diverso), e appartenenti al medesimo gruppo linguistico, e le biblioteche di grandi scuole, riferite a circoli didattici o a istituti superiori con almeno 20 classi. La Provincia eroga alle scuole i fondi sia per l'incremento delle dotazioni – il patrimonio minimo deve essere di dieci libri per alunno e insegnante [15] e deve comprendere opere di consultazione, di approfondimento e integrazione delle singole materie di studio, libri di narrativa, oltre a raccolte di letteratura didattica, riviste, audiovisivi [16] – sia per il pagamento del personale di biblioteca.

In quella legge il personale della biblioteca scolastica può essere rappresentato sia da un insegnante soprannumerario (art. 2, punto 4), sia da un docente utilizzato secondo l'art. 113 del d.P.R. 31 maggio 1974, n. 417 (art. 2, punto 5; ovvero dell'art. 514 della legge n. 297/1994), sia da un bibliotecario professionale (in base alla l. n. 41/1983 [17]) – cioè un dipendente di 6º livello, in possesso quindi di diploma di scuola secondaria superiore, vincitore di specifico concorso dopo la frequenza del relativo corso provinciale di formazione di tre settimane – accompagnato eventualmente da un assistente, dipendente di 4º livello.

Il direttore della biblioteca scolastica è un docente che, oltre il suo orario d'insegnamento, segue le normali attività gestionali e formativo-culturali della biblioteca, dopo aver ottenuto una formazione biblioteconomica in un corso organizzato dalla Provincia [18]. Il direttore resta in carica per un triennio, ed è nominato, con gli altri membri del Consiglio di biblioteca, dal Consiglio d'stituto o di circolo.

È da rilevare il grado di efficace collaborazione che si stabilisce nell'ambito dello staff della biblioteca, le cui attività, programmate all'inizio di ogni anno scolastico, sono decise dal relativo Consiglio di biblioteca, costituito dal dirigente scolastico (o dai dirigenti scolastici, nel caso della biblioteca interscolastica), dal docente-direttore della biblioteca, dal bibliotecario professionale, dall'assistente, e da due docenti eletti dal Collegio docenti [19]. La legislazione provinciale altoatesina prevede, inoltre, che la biblioteca scolastica risulti inserita nella rete bibliotecaria del territorio, condividendone i sistemi di classificazione, catalogazione e gestione del patrimonio librario e audiovisivo [20].

4.   Il profilo professionale del bibliotecario scolastico

Come si è detto, non esistono provvedimenti, nella legislazione scolastica italiana, che istituiscano il ruolo del bibliotecario scolastico.

È altresì noto come il funzionamento delle biblioteche scolastiche a tutt'oggi dipenda dalla considerazione che dirigente scolastico, consiglio d'istituto e collegio dei docenti attribuiscono al valore educativo di questa struttura.

Il personale destinato a "mettere in azione" la biblioteca scolastica è costituito da:

  • docenti;
  • personale non docente (ATA);
  • bibliotecari della biblioteca pubblica, o comunque dipendenti da enti locali, impiegati in base a convenzioni con comuni o regioni (soprattutto laddove sono coinvolte regioni a statuto autonomo).

I docenti vi si dedicano secondo le modalità:

  1. oggi:
    • insegnanti collocati fuori ruolo per motivi di salute e utilizzati ai sensi dell'art. 514 della legge n. 297/1994 (già art. 113 del d.P.R. n. 417/1974) e che, in virtù delle legge finanziaria del 2003, dovrebbero trovare collocazione in altra amministrazione entro il 2007;
    • docenti utilizzati su progetti approvati dal Consiglio d'istituto contro la dispersione scolastica, per l'introduzione delle nuove tecnologie, dell'interculturalità...;
    • docenti con esonero parziale dall'insegnamento;
    • docenti impegnati come "funzione strumentale" relativa al coordinamento della biblioteca (a seguito della legge sull'autonomia scolastica);
    • docenti impegnati in biblioteca per attività alternative alla religione;
    • docenti impegnati a titolo di gratuità in orario aggiuntivo a quello di cattedra;
  2. per un breve arco temporale, negli anni Novanta del secolo scorso:
    • coordinatori dei servizi di biblioteca, impiegati ai sensi della legge n. 426/1988 e delle ordinanze ministeriali n. 282 e 283/1989;
    • docenti sovrannumerari appartenenti alle dotazioni organiche provinciale (DOP, determinata ai sensi della legge n. 426/88).

Il problema del bibliotecario scolastico qualificato e dedicato è a tutt'oggi aperto, insoluto, eluso nella scuola italiana.

A livello ministeriale uno studio sulla figura del docente documentalista scolastico è stato conseguente alle due indagini sulle biblioteche scolastiche: la prima coordinata da Mauro Laeng (1981) [21], la seconda da Marisa Trigari (1997, affidata dal MPI alla BDP nel dicembre 1996). In quest'ultima ricerca si è ipotizzata la creazione del CREMS-Centro di Risorse educative multimediali della scuola e si è tracciato il profilo professionale del bibliotecario scolastico [22].

Un nodo intorno a cui si è acceso il dibattito avviato, tra gli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso, in convegni e in gruppi di studio, è stato quello della provenienza formativa del bibliotecario scolastico: docente o bibliotecario? Ossia con una iniziale formazione pedagogico-didattica oppure biblioteconomica?

In ogni caso, al di là del pregresso percorso formativo, la dizione che si ritiene di dover adottare è quella, appunto, di docente e di documentalista, come approdo del ruolo educativo del bibliotecario scolastico: insegnante tra gli insegnanti (teaching partner) ed esperto di organizzazione e gestione della biblioteca e delle sue risorse informative.

L'esempio di riferimento è quello francese, ma anche danese e croato.

5.   In Europa e Oltreoceano: alcuni esempi

Risulta interessante verificare, perlomeno a grandi tratti, quale spazio effettivo sia attribuito alla biblioteca e al bibliotecario nelle scuole di alcuni paesi europei e oltreoceano.

5.1. Spagna

Non vi è ancora, in Spagna, una legislazione scolastica che sancisca l'esistenza delle biblioteche scolastiche e/o della figura del bibliotecario scolastico, nonostante le disposizioni del 1994 relative al riordino dei cicli, promulgate dal Ministero dell'educazione, nell'ambito del piano di riforma progressiva della scuola (1991-1997).

L'esistenza delle biblioteche scolastiche, e la stessa funzione del bibliotecario scolastico, che comunque si registrano in questo paese, dipendono, pertanto, dalla capacità organizzativa e dallo spirito d'iniziativa del dirigente e del personale docente delle singole scuole, e variano a seconda della località.

Ad esempio, in Catalogna, nelle Canarie, in Galizia [23], per merito di alcuni insegnanti e bibliotecari della biblioteca pubblica, si sono sviluppati programmi per la promozione delle biblioteche scolastiche, nei quali sono state spesso coinvolte anche le amministrazioni locali.

In generale, comunque, laddove le biblioteche scolastiche sono state istituite, si osservano differenze nelle modalità relative ad acquisizione e sviluppo delle dotazioni, al loro trattamento catalografico, all'adozione o meno di procedure informatizzate nella gestione delle stesse [24].

Talora manca anche la più semplice forma di gestione biblioteconomica, e in molti casi l'attività svolta dalla biblioteca scolastica si riduce al prestito di opere di letteratura per ragazzi: viene così meno la specificità della biblioteca scolastica, che si trova meramente a duplicare l'analogo servizio attuato dalla biblioteca pubblica. In mancanza della figura del bibliotecario scolastico, si avvicendano in biblioteca insegnanti volontari o che talora riescono a ricavare 4-5 ore settimanali di attività a completamento d'orario, spesso essendo affiancati dal lavoro volontario di qualche genitore. Come in Italia, in ogni caso, anche qui possono essere distaccati in biblioteca quegli insegnanti che, per motivi di salute, sono stati sollevati dalla funzione docente.

In ogni caso, coloro che svolgono la funzione di bibliotecari scolastici hanno talora potuto ottenere una specifica formazione (sul ruolo della biblioteca nella scuola, sul trattamento del materiale...) attraverso corsi brevi (tra 30 e 60 ore) promossi dalle associazioni professionali dei bibliotecari, o dalle associazioni dei maestri.

In questi ultimi anni (dal 2002) il Ministero dell'educazione e della scienza sta proponendo una politica di invito alla lettura – che contempla anche in maniera corretta il ruolo delle biblioteche scolastiche – per il quale sovvenziona iniziative di gruppi e istituzioni.

Monica Barò, al Convegno internazionale patavino "Inciampare nel problema: il processo di ricerca dell'informazione nella biblioteca scolastica multimediale" (30 gennaio-1º febbraio 2003), ci ha precisato che: «queste iniziative, così necessarie in un paese con un basso indice di lettura, non contribuiscono precisamente a diffondere un nuovo modello di biblioteca scolastica, ma a mantenere una concezione limitata della biblioteca, come stimolatrice dell'invito alla lettura. In questo campo non si apportano novità sulla funzione educativa della biblioteca per l'acquisizione delle abilità di ricerca e trattamento dell'informazione, per lo sviluppo della capacità critica dei ragazzi e delle ragazze e, neppure, si concepisce la biblioteca come un elemento che contribuisce a rendere democratico l'accesso all'informazione nella nostra società» [25].

5.2. Francia

La situazione francese, frutto del dibattito teorico, in ambito pedagogico e della biblioteconomia generale e scolastica, e di un'esperienza più che trentennali, contrappone due diverse tipologie di biblioteca nella scuola. L'una, in ordine all'istruzione del grado elementare (école primaire), e l'altra, relativa al grado secondario (collèges-scuola media; lycées-scuola superiore), presentano differenze strutturali e qualitative tra loro.

Nella scuola materna ed elementare, infatti, esistono le Bibliothèques centres documentaires (BCD), create alla fine del 1972, dopo una elaborazione più che decennale avviata in collaborazione tra mondo scolastico e delle biblioteche pubbliche.

All'inizio degli anni Sessanta, infatti, spingono nella direzione di un impegno didattico e di un'educazione alla lettura sostenuti dalla biblioteca nella scuola sia le innovazioni pedagogiche avvertite in quel periodo nell'insegnamento elementare ( con la diffusione, ad esempio, dei principi dell'attivismo e del metodo Freinet), sia la concomitante diffusione delle sezioni per ragazzi nella biblioteca pubblica, nate sulla scorta dell'esempio dell'Heure Joyeuse di Parigi (creata da un gruppo di signore americane nel primo dopoguerra), e per impulso dell'associazione dei bibliotecari francesi "Joie par les livres".

E sarà proprio per iniziativa dei bibliotecari della biblioteca pubblica che saranno fatte conoscere agli insegnanti le esperienze straniere di istituzione delle biblioteche nelle scuole (specie quelle degli Stati Uniti e del Québec), e che saranno create le prime biblioteche nelle scuole elementari. La prima in assoluto (1972) fu istituita nei territori meridionali del Var, poi in quelli settentrionali della Bretagna, poi in altre località, quali Rouen, Poitiers, Auxerre... [26] .

Ma, nonostante l'impegno, nel corso degli anni Settanta, di esperti quali Jean Foucambert, allora responsabile del gruppo di lavoro "nuova organizzazione della scuola elementare", di Geneviève Patte, bibliotecaria fondatrice della "Joie par les livres", di Jean Hassenforder, membro del movimento innovatore dei bibliotecari [27], le BCD non hanno ottenuto che limitata considerazione dal punto di vista normativo, e circoscritto sviluppo nella pratica scolastica.

A metà degli anni Novanta del secolo scorso è stato avviato un nuovo piano di sviluppo delle BCD, finalizzato alla loro integrazione nell'attività didattica, relativo ai diversi campi disciplinari, e, prioritariamente, riferito all'insegnamento della lettura e della scrittura.

Al di là dell'investimento finanziario e di risorse umane, a livello centrale e periferico, che il piano comporta, il problema essenziale per un efficace funzionamento delle BCD si può ricondurre specialmente all'assenza di personale preparato e dedicato.

Anche nelle BCD, infatti, mancando l'istituzione del ruolo del bibliotecario scolastico, vige il volontariato: da parte degli insegnanti e pure dei genitori [28].

Ciò a differenza delle biblioteche scolastiche dei collèges e dei licées, denominate centres de documentation et information (CDI). I CDI, sorti anch'essi negli anni Sessanta per rinnovare i metodi d'insegnamento nella scuola secondaria hanno accolto subito l'impronta biblioteconomica della biblioteca pubblica. Il ruolo che vengono progressivamente maturando i CDI è quello di centro della scuola (anche logisticamente) per la lettura, per la ricerca documentaria, di «luogo culturale, di creazione e di produzione, di luogo per l'apprendimento» [29].

A partire dagli anni Settanta vengono reclutati, per gestire i CDI, i volontari della pubblica istruzione resisi disponibili a svolgere il nuovo incarico: insegnanti elementari, di scuola secondaria, con laurea o senza, abilitati, supplenti vengono a costituire una eterogeneità di apporti, per un ruolo che deve ancora ben definirsi. Infatti questi "pionieri" si chiamano dapprima bibliotecari e documentalisti, poi bibliotecari-documentalisti, poi documentalisti-bibliotecari, ed infine documentalisti.

L'evoluzione delle definizioni rivela, al contempo, «l'incertezza statutaria e la crescente preponderanza della funzione documentaria sulla funzione culturale delle biblioteche» [30].

È a partire dal 1989 che il ruolo, il percorso formativo e il tipo di assunzione dei documentalisti si sono profondamente trasformati: da quando, cioè, è stato istituito un CAPES (Certificat d'aptitude au professorat de l'école secondaire) di documentazione, che ha conferito a questa figura lo statuto d'insegnanti al pari dei loro colleghi delle discipline tradizionali nella scuola secondaria di primo e secondo grado.

Il luogo istituzionale in cui si effettua la formazione biblioteconomica, didattica e pedagogica dei "prof. doc." (professori documentalisti) è l'IUFM-Institute universitaire formation des maîtres, creato nel 1989 [31]. Ad esso possono accedere studenti in possesso della maturità (baccalauréat), più tre anni di studi universitari (o l'ottenimento della licence, cioè della laurea).

Il curriculum di formazione presso lo IUFM dura due anni e prepara a un concorso esterno allo IUFM, che ha valore nazionale, organizzato dal rettorato dell'Académie [32] in cui ha sede l'IUFM.

Nel primo anno gli insegnamenti previsti si svolgono all'IUFM, se relativi alla specifica preparazione professionale: biblioteconomia, management, documentazione, scienze dell'informazione, letteratura per l'infanzia, tecnologie educative, legislazione scolastica, psicologia dello sviluppo e cognitiva, pedagogia e metodologia, oppure nella sede universitaria, se relativi a discipline d'altra natura, quali lettere moderne, storia, geografia, inglese..., una delle quali diviene oggetto di prova (opzionale) al concorso. Alla fine del primo anno il candidato, se ha superato il concorso, ottiene l'ammissione al secondo anno, costituito dallo stage (retribuito) presso un CDI, a conclusione del quale si svolge una seconda prova, a seguito della quale il candidato viene abilitato, oppure è invitato a ripetere l'anno di tirocinio, o è respinto. Se il candidato consegue la titularisation, ottiene il posto presso un CDI di collège o di lycée, e inizia a svolgere la sua attività di professeur documentaliste per 36 ore settimanali (equivalenti al doppio dei colleghi insegnanti...).

I documentalisti dei CDI sono dunque professionisti della documentazione e dell'informazione, ed insegnanti della didattica della biblioteca, per l'uso efficace dei documenti nei processi d'insegnamento-apprendimento. La loro specificità costituisce una formula assolutamente originale nell'ambito dei sistemi educativi europei, anche se il loro doppio ruolo è oggi particolarmente messo alla prova dall'evoluzione delle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione, e dunque dal definirsi di nuove modalità didattiche per l'accesso e il dominio dei campi del sapere, che essi devono dimostrare di saper efficacemente piegare agli scopi didattici e formativi della scuola.

5.4. Regno Unito

In questo paese non vi sono disposizioni, orientamenti o linee guida che prefigurino standard per le biblioteche scolastiche o che offrano criteri di valutazione circa le dotazioni, il personale, le tipologie del servizio: pertanto la situazione si presenta variegata, in quanto differente da scuola a scuola [33].

Anche se l'introduzione negli anni Novanta del secolo scorso del national curriculum – per la fascia d'età da 5 a 16 anni, corrispondente all'istruzione obbligatoria –, nel dare le indicazioni delle materie da insegnare, rompe la tradizione del sistema educativo britannico, accrescendo l'importanza del ruolo delle biblioteche scolastiche nel processo d'insegnamento-apprendimento, in realtà non sembrano esservi parametri espliciti che ne qualifichino e ne rendano omogeneo il servizio. Si registrano pertanto situazioni in cui le biblioteche scolastiche assumono il ruolo di punto di riferimento per la didattica e per la libera lettura, e situazioni in cui la scuola mutua il servizio bibliotecario dalla Sezione ragazzi della più vicina – nel Regno Unito sempre ben organizzata – biblioteca pubblica [34].

Anche per quanto riguarda il personale, vi è una disparità che lascia intravedere la diversa valorizzazione della funzione della biblioteca scolastica come centro di risorse per l'apprendimento e per la promozione del piacere del leggere.

Il ruolo del bibliotecario scolastico, infatti, può essere svolto da personale professionale (chartered librarian) – e ciò avviene specialmente nella scuola secondaria –, così come da insegnanti a compenso incentivante, per poche ore settimanali aggiuntive al loro ruolo, oppure da personale amministrativo di supporto, o da genitori ed allievi volontari.

È tuttavia nella scuola secondaria (11-16 anni) che la biblioteca scolastica ha generalmente maggiori possibilità di svolgere il ruolo di learning resource centre per l'integrazione dell'attività didattica svolta nelle classi .

Anche nel Regno Unito, in cui la biblioteconomia scolastica pur gode di tradizionale attenzione – dimostrata, ad esempio, dall'istituzione degli School Library Services, agenzie che offrono «supporto ed esperienza professionale, materiali supplementari e servizi centralizzati» [35] –, si verifica la contrapposizione, comune ad altri paesi europei, tra una biblioteca "difficile" nella scuola primaria, e invece scontata nella secondaria.

5.6. Danimarca

Nell'ambito dell'obbligo scolastico – Folkeskole –, dai 7 ai 16 anni [36] la biblioteca scolastica, anzi il Centro di servizio pedagogico, come viene definito nella legge del 1993, ha l'importante ruolo di «sostenere e rafforzare lo sviluppo pedagogico-didattico e l'insegnamento quotidiano» [37].

A questo scopo il Centro di servizio pedagogico mette a disposizione di allievi ed insegnanti libri e materiali multimediali, per il lavoro di studio e di ricerca, ma anche i libri di narrativa, per lo svago ed il tempo libero.

Gli allievi sono tuttavia già "consumati" utenti della biblioteca della scuola per l'infanzia e della biblioteca pubblica, a partire dall'età prescolare.

Il Centro di servizio pedagogico provvede ai bisogni informativi e di piacere della lettura della popolazione scolastica per tutto il periodo dell'obbligo: alle soglie, invece, della scuola secondaria post-obbligo è la biblioteca pubblica ad assumere il ruolo di punto di riferimento anche per gli studenti del Gymnasium o dell'istruzione tecnica o professionale. L'informatizzazione, generalmente adottata nei Centri di servizio pedagogico, facilita le operazioni di catalogazione, ed anche di scelta della dotazione per tutte le biblioteche scolastiche, in quanto, in Danimarca, il Centro nazionale per le biblioteche (Dansk Bibliotheks Center-DBC), non solo provvede alla catalogazione di tutte le biblioteche, scolastiche e pubbliche, danesi, ma mette anche a disposizione dischetti con elenchi bibliografici, abstract e quant'altro possa essere utilizzato dal docente-bibliotecario scolastico per gli aggiornamenti del fondo librario e multimediale [38].

E venendo appunto al personale del Centro di servizio pedagogico, esso "per legge" [39] deve far parte del corpo docente della scuola. L'insegnante che sceglie di svolgere anche il ruolo di bibliotecario spartisce il suo monte-ore tra l'attività in classe e in biblioteca. Il docente-bibliotecario viene appositamente formato attraverso un corso, presso l'Istituto superiore di studi pedagogici (Danmark Loererhøjskole) della durata di 288 ore, che gli consentono di acquisire competenze non solo biblioteconomiche e di gestione della biblioteca, ma anche relative alla letteratura per l'infanzia, ai diversi materiali informativi a uso didattico, alla progettazione e allo svolgimento di attività interdisciplinari e di gruppo.

5.7. Croazia

Dal 2001 la Croazia è dotata della legge istitutiva della biblioteca scolastica e del ruolo del bibliotecario scolastico. Tale legge, che definisce la biblioteca scolastica quale ente non autonomo, prescrive, come ci precisa Jadranka Lasic Lazic [40], docente di biblioteconomia del Dipartimento di Scienze dell'informazione presso la Facoltà di Lettere e filosofia di Zagabria, invitata al nostro master nell'a.a. 2004-2005:

  • la presenza della biblioteca scolastica in ogni scuola elementare e media (art. 31);
  • la presenza di una persona qualificata, il bibliotecario scolastico, in ogni biblioteca scolastica;
  • la funzione del bibliotecario scolastico in quanto assistente/coordinatore didattico.

In Croazia si registra la presenza di 1.500 biblioteche nelle scuole elementari e di 600 biblioteche nelle scuole medie e nei licei.

Dal 1993 in ogni scuola sono stanziati fondi finanziari fissi per la biblioteca scolastica.

Riguardo alle finalità educative e al ruolo della biblioteca scolastica, anche in Croazia si fa riferimento a quanto espresso nelle linee guida internazionali, essendo definita la biblioteca scolastica la raccolta centralizzata di materiale stampato e audiovisivo riunito sotto la supervisione di personale qualificato, che fornisce quante più risorse possibili, nonché l'accesso, informatizzato o con altri mezzi, ad ulteriori materiali e fonti di informazione.

Come sottolinea Jadranka Lasic Lazic, tra gli obiettivi dell'attività della biblioteca scolastica, nella quale è necessario che si sappia creare un'atmosfera favorevole alla scoperta autonoma, alla ricerca e all'auto-orientamento, vi sono quelli di:

  • sviluppare l'abitudine di leggere;
  • insegnare come studiare;
  • insegnare come ricercare;
  • rendere possibile l'accesso alle risorse;
  • introdurre ai nuovi media;
  • sviluppare l'alfabetizzazione all'uso dell'informazione;
  • organizzare attività di tempo libero;
  • favorire attività culturali;
  • rendere possibile il libero accesso all'informazione su tutti i media;
  • promuovere lettura, studio, ricerca, scoperta autonoma, formazione continua;
  • cooperare con gli insegnanti nella progettazione delle strategie dell'insegnamento.

Tra le altre iniziative della biblioteca, è da evidenziare la realizzazione di programmi anche per bambini portatori di handicap, come pure di programmi per il tempo libero, corredati di spettacoli, giochi, gare.

La figura del bibliotecario scolastico rientra nella tipologia dei cosiddetti "assistenti didattici", costituiti dallo psicologo, dal pedagogista, dall'operatore sociale e, appunto, dal bibliotecario scolastico. Ogni scuola deve assumere un bibliotecario scolastico (oltre ad altri assistenti didattici, a seconda delle esigenze), il quale deve elaborare un programma e formulare il "Piano di lavoro" della biblioteca. Per ogni materia scolastica sono riservate obbligatoriamente due ore di lezione all'anno in biblioteca, per far conoscere agli utenti le relative risorse. La figura del bibliotecario scolastico prevede tre diversi gradi di specializzazione: bibliotecario scolastico; bibliotecario scolastico- mentore; bibliotecario scolastico-esperto. La retribuzione, l'orario di lavoro e la promozione di carriera del bibliotecario scolastico sono identici a quelli degli altri insegnanti.

La sua formazione è ottenuta a seguito della laurea universitaria, nel cui curriculum didattico è prevista l'inclusione, tra l'altro, di materie psicopedagogiche, della letteratura per ragazzi, di discipline relative all'acquisizione di competenze comunicative. Il percorso formativo del bibliotecario scolastico è completato dal tirocinio di un anno presso una biblioteca scolastica. Al ruolo di bibliotecario scolastico si accede con un esame di Stato.

L'aggiornamento e la formazione dei bibliotecari scolastici in Croazia sono continui: tra altre modalità è da ricordare quella della Scuola primaverile dei bibliotecari scolastici (in atto dal 1992) <http://public.carnet.hr/pssk/>: un appuntamento annuale di quattro giorni, coincidenti con una parte delle vacanze pasquali, durante i quali si può partecipare a conferenze, workshop, laboratori, gruppi di lavoro [41].

In Croazia i bibliotecari scolastici hanno creato la loro Associazione croata dei bibliotecari scolastici <http://www.husk.hr/index.html>.

5.8. Stati Uniti d'America – California

Della situazione americana si presentano gli esempi di biblioteca scolastica di due scuole superiori pubbliche, visitate nel marzo 2003.

La prima è la School Library della High School "Martin Luther King" di Berkeley (76.000 abitanti), città famosa per la sua università, assai vicina a San Francisco (800.000 abitanti), vale a dire nella zona centro-occidentale della California; la seconda è la School Library della High School "Mount Shasta"a Mount Shasta, al nord, quasi al confine con l'Oregon, in una zona assai nota per il turismo e gli sport invernali.

Le biblioteche delle due scuole si diversificano, oltre che per altre variabili di cui si darà conto di seguito, per la diversità del percorso formativo e del ruolo delle due bibliotecarie preposte al servizio.

School Library della High School "Martin Luther King", Berkeley
La bibliotecaria, Ellie Goldstein Erickson, è school library media teacher, cioè docente-bibliotecaria. La professoressa, che fa parte dell'esecutivo della CSLA-California School Library Association (la cui sede è nella vicina Sacramento), ci informa subito della provvisorietà dello spazio attuale della biblioteca, che ha recentemente subito un incendio.

Scheda

Collocazione/spazi: la biblioteca è disposta al piano terra. L'apertura dà sul cortile della scuola, sul quale si aprono altre aule e laboratori. È costituita da una grande sala, corredata di scaffali aperti in metallo, e di otto grandi tavoli raggruppati in tre aree. Altre due stanze più piccole (nelle quali non siamo entrati) fungono da back-office e come sede per postazioni multimediali in aggiunta a quelle della biblioteca.

Studenti della scuola: 3200, di diverse razze (oltre ad afroamericani, non in gran numero, e ad asiatici, anche messicani, indiani, bianchi...), di eterogenea provenienza socio-culturale, con presenza di livelli anche molto bassi. La bibliotecaria ci spiega che, per la città come per la scuola, è fonte di grande orgoglio (parola che pronuncia con grande enfasi) avere la stessa considerazione per tutti, senza creare mai differenze tra le persone.

Insegnanti:170.

N. volumi: 10.000 (nella sede provvisoria, in attesa del trasferimento dopo l'incendio). La dotazione originaria è costituita da circa 50.000 unità, al momento situate in un magazzino (con una media di quasi 16 unità per studente, a pieno regime, e di 3 unità nella situazione attuale).

Postazioni multimediali: 5 complessivamente: 3 PC (anche per consultazione del catalogo online); 2 per collegarsi a Internet.

Orario della scuola: 8,15-16,30, dal lunedì al venerdì. La biblioteca osserva lo stesso orario di apertura della scuola.

Durata dell'anno scolastico: da fine agosto alla seconda metà di giugno.

Catalogazione: è eseguita da una ditta specializzata esterna. L'attività della bibliotecaria consiste, oltre che nel predisporre gli ordini per le nuove acquisizioni, nelle operazioni dell'iter del libro.

Formazione del bibliotecario scolastico: generalmente in California, precisa la nostra interlocutrice, ai 4 anni di università (in qualsiasi corso di laurea) si aggiunge una specializzazione di un anno almeno. La nostra bibliotecaria, che ha seguito questo percorso, ha anche contemporaneamente conseguito a suo tempo la specializzazione come insegnante (con esami specifici e attività di tirocinio, durante lo stesso corso di laurea) e ha anche praticato l'insegnamento per un certo periodo.

Forme di reclutamento: attraverso pubblici bandi del Distretto scolastico.

Contratto: è stipulato, inizialmente, per tre anni; se dopo i tre anni la valutazione del dirigente è positiva, la sicurezza del lavoro è senza soluzione di continuità. I motivi di discrepanza di solito non sono mai di tipo didattico, ma eventualmente riconducibili a posizioni politiche.

Impegno orario del bibliotecario: 7 ore al giorno.

Attività programmate con gli insegnanti: sono realizzate specialmente nel primo anno, ad esempio con la classe di storia (utilizzo-confronto delle fonti, a seconda dei diversi periodi storici; uso del dizionario; uso delle enciclopedie...).

Attività proposte dalla biblioteca: le abilità di uso della biblioteca-library skills; sono realizzate,in linea con le proposte della Biblioteca nazionale, diverse iniziative, quali la "Settimana della lettura dei teens", la "Settimana del libro"; il "Mese dell'eredità spagnola"; il "Mese della storia afro-americana"; o la "Storia delle donne".

Collaborazioni: da parte di 7/8 studenti, che acquistano crediti formativi con l'attività svolta in biblioteca.

Osservazioni: in quasi tutte le scuole secondarie superiori sono presenti la biblioteca e il bibliotecario scolastico, pur non obbligatori. L'attività della CSLA-California School Library Association consiste appunto anche nella continua sensibilizzazione al ruolo educativo di biblioteca e bibliotecario.

School Library "Mount Shasta"– Mount Shasta

Scheda

Collocazione/spazi: la biblioteca è disposta al piano terra di uno dei tre edifici che costituiscono il complesso scolastico. All'ingresso del più ampio edificio principale si è gradevolmente accolti dai prodotti della creatività degli allievi: disegni, decorazioni floreali di carta crespa, oggetti in legno naturale. Si accede alla biblioteca attraverso un vialetto interno, lungo il quale sono anche disposte le aule di musica, giusto di fronte alla biblioteca stessa. Un'unica grande sala costituisce lo spazio della biblioteca, corredata di scaffali in legno naturale, e di alcuni tavoli.

Studenti della scuola: 420, in maggioranza bianchi, con presenze minime di asiatici e afroamericani.

N. volumi: 7.500 (con una media di circa 18 unità per studente).

Postazioni multimediali: 5 complessivamente, anche con accesso a Internet.

Orario della scuola: 8-15 dal lunedì al venerdì. La biblioteca osserva lo stesso orario di apertura della scuola.

Impegno orario del bibliotecario: 7 ore al giorno.

Formazione del bibliotecario scolastico: è data da un biennio dopo la scuola secondaria superiore. Linde Hornbeck è bibliotecaria della Contea, attualmente impegnata nella biblioteca della scuola.

Attività programmate con gli insegnanti: ve ne sono, seppur non ci siano state precisate.

6.   Conclusioni

La biblioteca scolastica risulta dunque essere oggetto d'attenzione e d'investimento pedagogico diversificato, come si può dedurre dagli esempi del contesto europeo ed extraeuropeo qui proposti.

È tuttavia evidente, da quanto emerge anche dal dibattito internazionale sulla biblioteconomia scolastica, che un discorso sulla qualità della didattica e sulla formazione dello studente in grado di apprendere autonomamente, include necessariamente la biblioteca scolastica, come luogo in cui è possibile attuare modalità metodologiche innovative, nelle quali l'allievo è posto al centro del proprio percorso formativo, diventando egli protagonista del proprio processo d'apprendimento, pur cooperando coi propri pari, con il bibliotecario scolastico e col docente di disciplina alla costruzione dei saperi.

È anche da sottolineare che i principali programmi internazionali promossi dall'Unesco [42] e dalla Commissione europea sottolineano la necessità di un sempre più efficace impegno educativo da prodigarsi verso le giovani generazioni, affinché esse siano messe in grado di saper più correttamente leggere e interpretare i testi, di saper risolvere i problemi della vita reale, di svolgere un ruolo attivo nella società, di prolungare oltre la scuola e per sempre la capacità di imparare.

Autonomia nelle scelte di lettura, indipendenza nell'accesso e nell'uso delle fonti, capacità critica di selezione delle informazioni sono le finalità che la società della conoscenza riconosce necessarie al cittadino di domani, e che tutte rientrano, oggi, nella mission della biblioteca scolastica.

Riferimenti bibliografici

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Ripensare la biblioteca scolastica, a cura di C. Trucco Zagrebelsky. Milano: Einaudi Scuola, 1999.

 


Note

[1]   Alcune parti del presente lavoro sono state presentate nell'ambito della Giornata di studio per bibliotecari e insegnanti "Biblioteche & Scuola in rete: esperienze a confronto", realizzata ad Aviano (Pordenone) il 7 settembre 2006 dalle Sezioni Friuli-Venezia Giulia e Veneto dell'AIB.

[2]   L'attività che si può svolgere nella biblioteca scolastica è, per sua natura epistemologica e didattica, contro un sapere predefinito e dato come assoluto una volta per tutte. L'impostazione del rapporto didattico-educativo viene infatti capovolta, riservando all'insegnante e/o al docente-bibliotecario il ruolo di predisposizione dell'ambiente fisico/materiale-intellettuale-didattico-relazionale per lo svolgimento di azioni educative nelle quali gli allievi diventano i veri protagonisti delle proprie scelte di lettura e del proprio processo di apprendimento. In relazione a quest'ultimo, è da precisare che le strategie che si attuano nella biblioteca scolastica si focalizzano infatti su attività di problem solving, vale a dire su processi volti alla risoluzione di problemi informativi, che comportano la definizione e la scelta degli argomenti da analizzare, le metodologie di lavoro da adottare, la localizzazione, la scelta e l'accesso alle fonti, l'uso delle informazioni, i percorsi di valutazione e di autovalutazione riguardo al lavoro svolto.

[Lambiente]   che si viene a creare è quello della community of learners, in cui gli allievi cooperano nell'affinare strategie di apprendimento e comprensione, nell'attuare processi di co-costruzione della conoscenza (cooperative learning), che favoriscono non solo la conquista di abilità cognitive e metacognitive, ma consentono anche di esercitare la collaborazione in dimensione affettivo-emozionale e relazionale, tra pari e con i docenti di disciplina e col docente bibliotecario. La finalità è di accendere negli allievi la motivazione ad avere una testa "ben fatta" piuttosto che una testa "ben piena", come già ci aveva insegnato Montaigne.

[3]   "La biblioteca scolastica si collega con il più ampio sistema bibliotecario e informativo, secondo i principi del Manifesto Unesco per le biblioteche pubbliche, si legge nel Manifesto IFLA/Unesco sulla biblioteca scolastica: la biblioteca scolastica nelle attività di insegnamento e apprendimento per tutti, <https://www.aib.it/aib/commiss/cnbse/manif.htm>). La prima stesura del Manifesto sulla biblioteca scolastica è del 1999, pubblicato dopo una più che ventennale gestazione (iniziata nel 1976, a detta di Paulette Bernhard, testimone diretta e presidente dell'IFLA-School Library Section proprio nel periodo in cui vide definitivamente la luce il Manifesto). Il documento è stato rivisto nel 2000 come IFLA/Unesco school library manifesto: the school library in teaching and learning for all, <http://www.ifla.org/VII/s11/pubs/manifest.htm>.

[4]   Come si è detto, motivando gli allievi alla pratica della letteratura e della ricerca autonoma.

[5]   Manifesto IFLA/Unesco sulla biblioteca scolastica cit.

[6]   Ibid. Nelle Linee guida per i servizi bibliotecari per ragazzi dell'IFLA, nella Sezione 2, Soddisfare i bisogni dei bambini, si legge invece: «La Convenzione sui diritti dell'infanzia delle Nazioni Unite sottolinea il diritto all'accesso gratuito e libero all'informazione, ai materiali e ai programmi, sulla base di eguali condizioni di accesso per tutti, indipendentemente da: età, razza, sesso, provenienze religiose, nazionali, culturali,lingua, condizioni sociali o capacità e abilità personali, <http://www.ifla.org/VII/s10/pubs/ChildrensGuidelines-it.pdf#search=%22Linee%20guida%20per%20i%20servizi%20bibliotecari%20per%20ragazzi%20dell%E2%80%99IFLA%22>.

[7]   Se non andiamo errati, vale a tutt'oggi il R.D. 5 febbraio 1928, n. 577, T.U.delle leggi e delle norme giuridiche sull'istruzione elementare, post-elementare, e sulle sue opere di integrazione, ove, al Cap. V, si tratta di biblioteche scolastiche (art. 214-217).

[8]   Manifesto IFLA/Unesco sulla biblioteca scolastica cit.

[9]   Ibid..

[10]   Ibid.

[11]   Ibid.

[12]   The IFLA/Unesco School Library Guidelines, by T. Pemmer Sætre with G. Willars, The Hague: IFLA Headquarters, 2002; edizione italiana: Linee guida IFLA/Unesco per le biblioteche scolastiche, a cura della Commissione nazionale Biblioteche scolastiche dell'AIB, coordinamento e revisione di L. Marquardt e P. Odasso, Roma, AIB, 2004.

[13]   Le tappe più significative che nell'ultimo scorcio del secolo scorso, a partire dagli anni Ottanta, hanno lasciato intravedere un possibile approdo alla legge istitutiva del bibliotecario scolastico sono rappresentate dalla cosiddetta "indagine Laeng" del 1981 (si veda: V.M. Di Fino, L'indagine nazionale sulle biblioteche scolastiche, «Bollettino d'informazioni AIB», 1986, n. 3, p. 277); dalla proposta di legge n. 555, L'organizzazione delle biblioteche scolastiche nelle scuole dell'obbligo e negli istituti di istruzione secondaria, presentata alla Camera dei Deputati da Giovanna Bosi Maramotti nel 1983, ripresentata nel 1985 in forma ridotta (da 16 a 8 articoli) da Roberto Franchi (i testi integrali sono in: La Bella Addormentata si risveglia?La biblioteca scolastica fra tradizione e innovazione, a cura di D. Lombello Soffiato, B.M. Varisco, Padova: Cleup, 1996, p. 282-291), purtroppo senza alcun seguito; dal Piano nazionale di educazione alla lettura (c.m. 27 marzo 1995, n. 105) e dalla Fase 2 dello stesso Piano (c.m. 9 novembre 1995, n.347); dal protocollo d'intesa tra il MBBCCAA e il MPI per il progetto A scuola di biblioteca, che si concretizzò in corsi di formazione (1997-1999) organizzati su iniziativa del MPI per docenti bibliotecari di biblioteche scolastiche ritenute modello sul territorio nazionale; dalla ricerca sulle biblioteche scolastiche, affidata dal MPI alla BDP – Biblioteca di documentazione pedagogica di Firenze (ora INDIRE – Istituto nazionale di documentazione per l'innovazione e la ricerca educativa), e coordinata da Marisa Trigari (1997; si veda M. Trigari, Il modello, in: Ripensare la biblioteca scolastica, a cura di C. Trucco Zagrebelsky, Milano: Einaudi Scuola, 1999, p. 108-136); dal Programma per la promozione e lo sviluppo delle biblioteche scolastiche, con la c.m. 5 ottobre 1999, n. 228, e la c.m. 16 ottobre 2000, n. 229 (si veda Programma Biblioteche scolastiche-Atti della formaziale iniziale dei docenti, a cura di A. d'Itollo, MIUR-Dipartimento per lo Sviluppo dell'Istruzione- Direzione Generale per gli Ordinamenti-Area Autonomia, «Quaderni», 2002, n. 5/2, p.10); dalla c.m. 3 agosto 2001, n. 131: Finanziamento per il potenziamento dell'autonomia didattica, organizzativa, di ricerca delle istituzioni scolastiche e per le relative iniziative di formazione e aggiornamento, in applicazione della L. n. 440/1997 e della direttiva attuativa n. 51 del 21 marzo 2001 e della integrazione prot. n. 10676 del 4 maggio 2001, con la quale si attuò un ulteriore programma (in aggiunta a quelli realizzati con cc.mm. 228 e 229) di formazione di cento docenti bibliotecari rispettivamente del nord, del centro, del sud e delle isole affidato, nell'ordine, alle università di Padova, Viterbo, Bari, nell'ottica dell'apertura alle esigenze dei contesti territoriali, propria dell'autonomia scolastica e dunque del decentramento agli uffici scolastici regionali della gestione di tutti i progetti speciali, ivi inclusi quelli per le biblioteche scolastiche; dal progetto "Biblioteche nelle scuole", sviluppato, a partire dal 2005, in continuità col Programma per la promozione e lo sviluppo delle biblioteche scolastiche e che si concluderà nel 2007.

[14]   La legge provinciale è pubblicata integralmente in Linee guida IFLA/Unesco per le biblioteche scolastiche cit., p. 67-74 .

[15]   Come si può notare, siamo vicini agli standard dei 12 volumi indicati da Frances Laverne Carroll nelle Linee guida IFLA del 1990, mentre si rispettano in pieno quelli elaborati nelle Linee guida del 2002!

[16]   È quanto prescrive, all'art.1-c, il decreto del Presidente della Giunta provinciale di Bolzano, del 1 º aprile 1992, n. 15, in esecuzione della l.p. 7 agosto 1990. Nel regolamento si precisa anche che il patrimonio minimo deve essere posseduto dalle biblioteche scolastiche entro cinque anni dall'entrata in vigore del decreto, «ovvero dall'istituzione della scuola stessa» (art. 3).

[17]   D. Lombello, Il ruolo del bibliotecario scolastico: uno sguardo alla situazione internazionale, in: Bibliotecario documentalista nei servizi scolastici ed educativi, Master di I livello, materiali di lavoro II, a cura di D. Lombello, Padova: Cleup, 2003, p. 21.

[18]   Per più analitiche precisazioni si veda: M. Fritz, L'organizzazione delle biblioteche scolastiche in Alto Adige, in: Senzaconfini: formazione e azione educativa del bibliotecario scolastico: atti del Convegno internazionale, Padova, 13-14 dicembre 1996, a cura di M. Bolletti, D. Lombello Soffiato, L. Marquardt, Padova: CLEUP, 2000, p. 374-382.

[19]   L'efficace collaborazione tra il personale impegnato in biblioteca si è potuta verificare in una visita di studio alla Biblioteca interscolastica ITF "M.Curie" – Liceo scientifico "A. Einstein" a Merano, e nella Biblioteca interscolastica fra le scuole elementari "Stolz", "Chini" e "Pestalozzi" e le scuole medie "Egger", "Lienz" e "Schweitzer" a Bolzano, e nella Biblioteca della scuola elementare di Laives, compiuta dalla sottoscritta nella primavera del 1997, nell'ambito dell'indagine della BDP coordinata da M. Trigari.

[20]   Cfr Decreto del Presidente della Giunta provinciale di Bolzano del 1º aprile 1992, art. 2-b.

[21]   Si veda: Ufficio studi e programmazione-MPI, Indagine sulle biblioteche scolastiche, Collana "La documentazione educativa", Istituto dell'Enciclopedia Italiana, n. 5, 1982, oltre a V.M. Di Fino, L'indagine nazionale cit., p. 277-306.

[22]   M. Trigari, Il modello, in: Ripensare la biblioteca scolastica, cit.

[23]   Si vedano: M. Barò Llambias, La formazione dei bibliotecari scolastici in Spagna, in: Senzaconfini cit., p. 35-46; Id., L'apprendimento delle abilità di ricerca dell'informazione nella biblioteca scolastica in Spagna: un cammino che si sta avviando, in: Inciampare nel problema: il processo di ricerca dell'informazione nella biblioteca scolastica multimediale: atti del Convegno internazionale, Padova, 30-31 gennaio/1º febbraio 2003, a cura di D. Lombello Soffiato, A. Lo Brano, Padova: Imprimitur, 2004, p.169-192. Per una recente pubblicazione dell'indagine sulla situazione delle biblioteche scolastiche nelle regioni autonome: <http://www.fundaciongsr.es/pdfs/bibliotecas_escolares.pdf>.

[24]   Realtà bibliotecarie in due scuole di Barcellona si possono leggere in D. Lombello, Uno sguardo all'Europa e Oltreoceano, in: La biblioteca scolastica: orientamenti generali e problemi, a cura di D. Lombello, V. Marzi, Padova: Cleup, 2005, p. 59 ss.

[25]   M. Barò Llambias, L'apprendimento delle abilità di ricerca dell'informazione nella biblioteca scolastica in Spagna :un cammino che si sta avviando, in Inciampare nel problema cit., p. 176.

[26]   Si veda J. Hassenforder, BCD et CDI. La genèse, «InterCDI», n. 140, 1996, p.59-61, e n. 141, 1996, p.54-55.

[27]   Ibid., p.54.

[28]   Nella biblioteca della Scuola elementare "Jean Moulin" di Grand Quevilly-Rouen, visitata dalla sottoscritta nella primavera del 1997, due mamme erano impegnate a riordinare schede, mentre gli alunni di una terza, organizzati in gruppi, stavano liberamente utilizzando i libri della biblioteca per svolgere una ricerca.

[29]   F. Chapron, Missione e formazione degli insegnanti documentalisti in Francia, in: Senza confini: formazione e azione educativa del bibliotecario scolastico, a cura di M. Bolletti, D. Lombello Soffiato, L. Marquardt, Padova: Cleup, 2000, p.61-77; F. Chapron, CDI-Centri di documentazione e d'informazione e professori documentalisti in Francia: un'evoluzione e una dinamica in marcia, in I capelli di Sansone: centri di risorse e biblioteche tra autonomie scolastiche e locali: modelli europei a confronto, a cura di D. Lombello Soffiato, Padova: Cleup, 2000, p. 369-373.

[30]   Decreto 15 giugno 1989, Bulletin officiel n. 30 del 31 agosto 1989, p. 1885.

[31]   L'IUFM è un istituto d'istruzione universitaria e professionale insieme, che prepara tutti i docenti: della scuola materna ed elementare (Cycle préparatoire-CP; Professeur des écoles 1-P.E.1) e della secondaria (Professeur en collège et en lycée-CAPES; Professeur d'education physique et sportive-CAPEPS; Professeur d'éducation technique -CAPET; Professeur en lycée professionnel-CAPLP2; Conseiller principal d'éduction-CPE; Professeur documentaliste-CAPESD). Il corso è biennale, suddiviso in un primo anno d'insegnamento prevalentemente teorico, e in un secondo anno "stagiaire", di tirocinio.

[32]   Per l'organizzazione della pubblica istruzione il territorio francese è suddiviso in 16 circoscrizioni, su base territoriale regionale, chiamate Académie, ognuna facente capo a una università. Ogni IUFM è collegato all'università dell'Académie a cui appartiene.

[33]   A. Tilke, Formazione e ruolo istituzionale del bibliotecario e dello specialista dell'informazione nel Regno Unito, in: Senzaconfini cit., p. 78-89.

[34]   Ad esempio, a Londra, la biblioteca del college (scuola privata) femminile "Elizabeth Garrett Anderson" (12-16 anni), visitata dalla sottoscritta nei primi mesi del 1997, collocata in un quartiere ("Angel") medio-basso, a forte immigrazione (specie da India e Bangladesh), è dislocata su due ampie sale, corredate da ordinati scaffali in legno e da poster a vivaci colori, che accolgono una trentina di posti a sedere. La dotazione è multimediale: oltre ad un congruo patrimonio librario, ad uso scolastico e per la libera lettura, vi sono 6 computer con lettori CD-ROM, letteralmente aggrediti nella pausa del pranzo da ragazzine in divisa grigia e bordeaux, spesso completata dal chador, che usano ipertesti in inglese o francese, per padroneggiare la nuova lingua, o ripassare luoghi e lingua d'origine. La biblioteca è gestita da una bibliotecaria professionale, trasferita da poco dalla biblioteca pubblica. La scuola, dato l'alto tasso di popolazione scolastica immigrata, è stata prescelta, dall'a.s. 1995-96, per l'attuazione del piano di promozione della lettura.
Diversamente, è la Children's Library – un'ala assai confortevole della Barbican Library del Barbican Centre, sempre a Londra – a essere supporto della scuola elementare del quartiere, sia col prestito di libri, che con la predisposizione di attività, quali: visite guidate in biblioteca, presentazione di libri nuovi, ma specialmente incontri con l'Autore.

[35]   A. Tilke, Formazione e ruolo istituzionale del bibliotecario e dello specialista dell'informazione nel Regno Unito, in: Senzaconfini cit., p. 85.

[36]   Alla Folkeskole segue un triennio di istruzione post-obbligatoria e preuniversitaria (Gymnasium, istruzione tecnica e istruzione professionale, dai 16 ai 19 anni).

[37]   J. Krøgh, Il ruolo del bibliotecario scolastico in Danimarca e la sua formazione, in: Senzaconfini cit., p. 124-133.

[38]   J. Krøgh, Un laboratorio multimediale: l'evoluzione della biblioteca scolastica in Danimarca, «Sfoglialibro», 1995, n. 10, fascicolo monografico sulle biblioteche scolastiche, p. 26-27.

[39]   J. Krøgh, Il ruolo del bibliotecario scolastico cit. p.130.

[40]   J. Lasic Lazic, La biblioteca scolastica in Croazia: missione, legislazione, norme, metodi di lavoro, in: Bibliotecario documentalista nei servizi scolastici, educativi e museali, a cura di D. Lombello Soffiato. Master di Iº livello. Padova: Cleup, 2005, parte II, p. 411-422. Il testo della collega croata è stato tradotto da Marijana Mišetic.

[41]   Dal 29 marzo al 1º aprile 2006 si è tenuta a Sibenik (Croazia) la XVIII edizione della "Scuola primaverile dei bibliotecari scolastici" sul tema "Biblioteconomia scolastica e apprendimento lungo tutto l'arco della vita". I partecipanti, nella sessione introduttiva, cui ho partecipato, sono stati circa 150. I vari gruppi di lavoro/laboratori sono stati distinti per gradi scolastici e per tipologia di scuola. Gli argomenti, trattati a livello teorico e/o pratico, hanno riguardato, ad esempio: la formazione di team di lavoro nella biblioteca scolastica; i metodi e le forme del lavoro per il life long learning; l'incontro con l'autore; la creazione grafico-artistica del giornale scolastico; le possibilità della digitalizzazione nella biblioteca scolastica e per ragazzi; lo sviluppo storico del libro e dell'alfabeto; la conservazione dei libri e il restauro; l'applicazione di e-learning nella biblioteca scolastica; subcultura e biblioteca scolastica; l'alfabetizzazione informatica nella vita quotidiana; la pianificazione di lavoro con gli allievi; la biblioteca scolastica come punto d'informazione nell'interdisciplinarità; il ruolo del bibliotecario scolastico nella didattica per progetti; il fascino di dare vita ai pupazzi; l'applicativo per la gestione della dotazione della biblioteca scolastica; standard dell'educazione nazionale croata; la biblioteca scolastica nel tempo libero; la cultura dei giovani; l'intercultura contro l'intolleranza; l'educazione formale e informale; formare i gruppi di interesse... (rivolgo il mio vivo ringraziamento a Nevia Raos, della Biblioteca del Dipartimento di italianistica di Zagabria, che mi ha tradotto, con competenza e velocità, alcuni titoli nel corso dell'incontro inaugurale della Scuola primaverile).

[42]   Si ricordino le iniziative, promosse dall'ONU-Unesco, quali il "Decennio dell'alfabetizzazione" (Literacy decade, 2003-2012), intitolato "L'alfabetizzazione per tutti-L'alfabetizzazione con tutti" (Literacy for all-Literacy with all, <http://portal.unesco.org/education/en/ev.php-URL_ID=16557&URL_DO=DO_TOPIC&URL_SECTION=-473.html>); il "Decennio dell'educazione per lo sviluppo sostenibile" (United Nations Decade of Education for Sustainable Development 2005-2014), in cui la qualità dell'educazione è indicata come fondamentale prerequisito per lo sviluppo sostenibile, mentre le abilità (skills) che l'educazione permette di far conseguire sono individuate nell'imparare per conoscere, per vivere insieme, per fare, per essere: <http://portal.unesco.org/education/en/ev.php-URL_ID=27542&URL_DO=DO_TOPIC&URL_SECTION=201.html>; in ambito europeo si vuol fare riferimento specificamente all'appena celebrato "Anno europeo della cittadinanza attraverso l'educazione" (2005 European Year of Citizenship through Education-EYCE, <http://www.coe.int/T/E/Cultural_Co-operation/education/E.D.C/>, e al programma "eEurope 2005: una società dell'informazione per tutti": l'impegno del Consiglio d'Europa e dei suoi Stati membri si viene a definire nell'individuazione di modalità e strategie, nell'elaborazione di dati e nell'indicazione di pratiche eccellenti che fanno perno sulla qualità dell'educazione per far sì che nella comunità europea si possa «Imparare e vivere la democrazia».


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