[AIB] AIB notizie 21 (2009), n. 1
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SPECIALE

55° Congresso nazionale AIB
Servizio bibliotecario nazionale: gli strumenti.
Controllo bibliografico


Il controllo bibliografico come servizio nazionale

Stralcio della relazione introduttiva del presidente dell’AIB Mauro Guerrini

Premessa
Il controllo bibliografico viene definito come l’insieme delle attività di ricerca, identificazione, acquisizione, catalogazione, gestione e valorizzazione delle risorse documentarie di una biblioteca o di una rete di biblioteche; costituisce il perno attorno a cui ruota una parte essenziale dell’attività delle biblioteche e del servizio verso gli utenti.
Esso assume soprattutto una funzione che trascende le biblioteche per interessare l’intera comunità dei lettori: registra la produzione culturale di un Paese e la diffusione della lingua (o delle lingue) di un Paese nel mondo.
Diffondere la propria lingua nel mondo rientra nella tutela dell’identità nazionale di una Nazione.
Per questo il controllo bibliografico ha una dimensione teorica e tecnica, ma anche, e forse principalmente, politica.
Per essere efficace, il controllo bibliografico si basa sulla collaborazione strutturale di tutti gli attori coinvolti nella filiera del libro: dagli autori agli editori (con la fornitura dei metadati), dai distributori e librai alle biblioteche. Per coordinare e regolare al meglio questa rete sono indispensabili politiche tanto a livello delle singole istituzioni e delle associazioni professionali quanto a livello legislativo, sul piano internazionale e nazionale. Il controllo bibliografico interessa infatti le biblioteche e le agenzie bibliografiche nazionali, ma anche gli editori tramite il deposito legale.
La comunità degli utenti è differenziata per esigenze e interessi, dallo specialista allo studente, dall’utente locale a quello remoto.
Utenti del controllo bibliografico sono il lettore, lo stesso bibliotecario (sia di catalogazione che di reference), nonché l’autore, il quale può inviare le opere da lui prodotte alla Biblioteca nazionale già corredate da metadati, dunque autoindicizzate: il controllo bibliografico nasce così con il documento stesso. La filosofia del controllo bibliografico è unica seppure le differenti risorse bibliografiche possano richiedere livelli diversi di catalogazione, alcune una catalogazione dettagliata, altre sommaria.

Il ruolo delle bibliografie nazionali
Se la biblioteca è essenzialmente servizio, come oggi si afferma, i servizi prevedono un grande lavoro di back office e un linguaggio che metta la raccolta documentaria in comunicazione con i propri lettori.
Diventa pertanto cruciale perseguire una concezione del controllo bibliografico come servizio nazionale di modo che le biblioteche del territorio possano prestare maggiore attenzione proprio al servizio, considerato come cura del rapporto immediato con l’utente, anziché dedicare troppo tempo alla creazione delle informazioni bibliografiche.
Chiave di volta di questa concezione è pertanto un’efficace, ovvero tempestiva e il più possibile esaustiva e standardizzata bibliografia nazionale.

Bibliografia nazionale: quali criteri?
Una bibliografia nazionale è retrospettiva e soprattutto corrente. Retrospettiva, perché la memoria storica di un Paese si basa sulla documentazione della propria produzione editoriale. In questo senso ogni bibliografia nazionale agisce anche, come ricorda Diego Maltese, quale responsabile della ricognizione delle risorse bibliografiche conservate dall’Archivio nazionale del libro, ovvero dall’auspicata Biblioteca nazionale italiana, di cui abbiamo parlato al congresso AIB dello scorso anno.
Una bibliografia nazionale dev’essere innanzitutto corrente e cioè tempestiva. Perché una bibliografia nazionale possa essere tempestiva non è da escludere aprioristicamente la possibilità di pensare a un diverso modello dei tempi della catalogazione, in cui essa non sia compiuta, nei suoi stadi iniziali, con la copia in mano, ma desumendo le informazioni bibliografiche dai cataloghi degli editori e dei fornitori, in modo da fornire un prima notizia della risorsa bibliografica, per poi rivedere la registrazione una volta visionata la risorsa stessa.
Esperienza possibile, seppure priva di garanzia di qualità. Quali sono i confini di una bibliografia nazionale?
Devono coincidere con le risorse pubblicate nel Paese o estendersi a quelle pubblicate all’estero, purché nella lingua madre del proprio Paese (sul modello della Deutsche Nationalbibliographie) o, infine, documentare tutto ciò che viene pubblicato sulla cultura del proprio Paese (sul modello della Bibliographie nationale française)?
La seconda e la terza opzione prefigurano ovviamente la necessità di superare il modello di bibliografia nazionale basato esclusivamente sul deposito legale.
A prescindere da queste riflessioni sul contenuto che dev’essere sottomesso al controllo bibliografico, resta da stabilire se e in quale misura una bibliografia nazionale debba essere un mezzo per fornire l’informazione bibliografica (i surrogati dei documenti) o anche i documenti stessi, sul modello dei servizi bibliografici di tipo commerciale, favorendo così la circolazione della produzione editoriale del proprio Paese.
Per essere messa in condizione di svolgere i suoi compiti, l’agenzia bibliografica nazionale dev’essere dotata di tutti gli strumenti necessari: dall’esistenza di una legge sul deposito legale funzionale e rispettata, alle competenze appropriate, ai fondi economici per poter disporre di un personale qualificato e stabile.

La situazione italiana: verso un nuovo modello di controllo bibliografico?
Qual è la situazione del controllo bibliografico in Italia? Sicuramente non è soddisfacente. Manca ancora la consapevolezza del preminente ruolo culturale e politico svolto dal controllo bibliografico, purtroppo anche nelle stesse biblioteche. In Italia non abbiamo né una struttura adeguata, né una chiara divisione dei compiti fra i differenti uffici.
L’authority file degli autori italiani è ancora parziale, e in particolare non è integrato con il Servizio bibliotecario nazionale (SBN) nel senso di un authority system. Alla base di questa incongruenza organizzativa esiste evidentemente una fondamentale confusione di politica bibliotecaria sulle competenze: chi è il referente nazionale per il controllo bibliografico, chi detiene la responsabilità per le registrazioni bibliografiche definitive, per le scelte di authority control sulle forme dei nomi degli autori italiani? L’ICCU o la BNI? Occorrerà, qualsiasi via s’intraprenda, stabilire con chiarezza le competenze per arrivare a disporre finalmente di strutture adeguate.
Un primo passo sarebbe attribuire la responsabilità scientifica: secondo il mio parere essa non può che spettare alla BNI, Bibliografia nazionale italiana. Il controllo bibliografico richiede «che ciascuna agenzia bibliografica nazionale sia l’organizzazione che detiene la responsabilità della gestione della descrizione bibliografica autorevole per le pubblicazioni del proprio Paese».
La BNI, che lavora ogni giorno al pezzo (sull’item diremo col linguaggio FRBR), ha il compito di occuparsi delle registrazioni bibliografiche e dell’authority file italiano. La redazione dell’authority file è infatti curata dalla biblioteca nazionale, che svolge il servizio di agenzia bibliografica del proprio paese, con l’eccezione della Library of Congress che, pur essendo una biblioteca parlamentare, svolge le medesime funzioni di una biblioteca nazionale.
I compiti dell’ICCU sono di ordine più politico, ovvero creare la cornice politica e tecnica (informatica), affinché la BNI e le altre strutture a essa collegate possano lavorare al meglio. Suoi fini sono infatti promuovere e coordinare l’attività di catalogazione, curando l’unificazione dei metodi e la diffusione del Catalogo unico delle biblioteche italiane, evitando sovrapposizioni e confusioni di ruoli.
Chi farà il primo passo? chi promuoverà l’auspicato chiarimento? In una fase così delicata forse la costituzione nell’ambito dell’AIB di un gruppo di lavoro, sul modello di quello costituito dalla Library of Congress sul futuro del controllo bibliografico, potrebbe risultare la soluzione migliore e certamente la più operativa. Il gruppo di lavoro sul controllo bibliografico dovrebbe essere costituito da tutti i principali attori dell’attività bibliografica nazionale – compresi gli editori – e avere come scopo principale la presentazione di un modello di ripensamento delle competenze all’interno dei servizi bibliografici del nostro Paese.

Per una sola bibliografia nazionale
Un’ulteriore anomalia italiana è rappresentata dalla redazione di due bibliografie: quella ufficiale prodotta dalla BNI (Bibliografia nazionale italiana) e quella de facto prodotta da Casalini libri (I libri).
La duplicazione del lavoro produce da un punto di vista macroeconomico uno spreco di risorse, in un certo senso una sovrapposizione di ruoli che si potrebbero superare pensando a una collaborazione del tipo public private partnership fra BNI e produttori di bibliografie non ufficiali (per esempio Casalini libri, ma non solo) per redigere, nel rispetto della diversità di ruoli e fini, una sola bibliografia italiana che rispetti i parametri essenziali di esaustività, tempestività e qualità della catalogazione descrittiva e semantica, nell’interesse degli utenti.
Il lavoro redazionale della BNI è di alto livello qualitativo, ma i fascicoli escono con grave ritardo.
La collaborazione con uno o più partner del mondo economico privato darebbe luogo a una bibliografia unica, coordinata dalla stessa BNI, a cui spetterebbe la responsabilità scientifica, secondo quanto statuisce il recente regolamento per l’autonomia amministrativa e finanziaria della BNCF.
Una bibliografia così redatta potrebbe essere un prodotto di eccellenza, con un aumento della tempestività e della copertura editoriale, a un costo accettabile anche nella situazione di crisi e di tagli finanziari che segna il nostro tempo. Una bibliografia consultabile online, con aggiornamento settimanale o addirittura giornaliero, maggiormente rispondente alle esigenze di informazione degli utenti finali, dei lettori.
Ciò evidenzia un (relativamente) nuovo concetto di bibliografia nazionale, non più appannaggio esclusivo di attori istituzionali (amministrazione pubblica), ma risultato della collaborazione di tutti coloro che hanno interesse alla promozione dell’editoria italiana.


GUERRINI, Mauro. Il controllo bibliografico come servizio nazionale. «AIB notizie», 21 (2009), n. 1, p. 8-9

Copyright AIB 2009-03, ultimo aggiornamento 2009-03-02 a cura di Zaira Maroccia
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n21/0108.htm3

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