«Bibliotime», anno XVI, numero 1 (marzo 2013)

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Alina Renditiso

Arianna Buson, La biblioteca multiculturale



Arianna Buson, La biblioteca multiculturale, AIB, Roma, 2013, (ET, 30).

Il libro di Arianna Buson sulla biblioteca multiculturale, recentemente apparso nella collana Enciclopedia tascabile dell'AIB, è ben strutturato, chiaro, puntuale e di scorrevole lettura. Si tratta di un ottimo testo per chi voglia farsi rapidamente un'idea d'insieme su tutto lo spettro di problematiche relative ad un tema così attuale ed interessante. Inoltre la ricca bibliografia e i numerosi esempi citati permettono a chi lo desideri di approfondire ogni aspetto affrontato in forma necessariamente sintetica per le caratteristiche editoriali della pubblicazione.

L'approccio al trattamento dei temi normativi, catalografici e gestionali collegabili alla biblioteca multiculturale è ben inserito nel più generale ambito delle problematiche generate dalla società multiculturale nel suo complesso, descrivendone analiticamente le relative interconnessioni. La biblioteca multiculturale è trattata nella duplice possibilità di realizzazione, come struttura concepita con questa connotazione specifica o come insieme di servizi 'dedicati' all'interno di una qualsiasi biblioteca di pubblica lettura.

Come premessa ai ragionamenti successivi Arianna Buson chiarisce bene le differenze di significato tra termini quali "multiculturale", "interculturale", "trasnazionale", che a volte vengono utilizzati in maniera intercambiabile senza tener troppo conto delle distinzioni semantiche e di contesto d'uso.

L'autrice che si propone di "raccogliere quelle che sono, allo stato attuale in Italia, le indicazioni programmatiche e operative per la biblioteca multiculturale". Nella prima parte del suo lavoro analizza i concetti di multiculturalità e multiculturalismo, rapportandoli alle riflessioni più propriamente biblioteconomiche sull'argomento. Successivamente passa in rassegna i principali testi e documenti che in ambito internazionale hanno trattato il tema, come il Manifesto IFLA per la biblioteca multiculturale (2008) e IFLA (2011) An overview: Multicultural Communities: Guidelines for Library Sevices. Documenti tanto più fondamentali nel momento in cui il quadro normativo nazionale, come l'autrice sottolinea, risulta frammentario in quanto riferibile a leggi emanate in periodi differenti.

In seguito l'autrice definisce i principali obiettivi della biblioteca multiculturale, che consistono nel "garantire a tutti l'accesso all'informazione e alla conoscenza e il diritto alla propria cultura d'origine,offrire a tutti la possibilità e lo stimolo a conoscere e a confrontarsi con le altre culture e porsi come luogo di scambio e di relazione tra differenti culture".

Di questi obiettivi gli ultimi due mi sembrano particolarmente importanti e significativi, in quanto fanno riferimento esplicitamente ad una funzione attiva e propositiva della biblioteca, ponendo l'accento sul suo ruolo e sul contributo specifico che dovrebbe apportare nel favorire appunto la conoscenza e il confronto tra le differenti culture con cui ormai coabitiamo.

Un'altra sezione decisamente interessante è quella dedicata all'analisi di comunità, che consiste nella conoscenza e nel monitoraggio del bacino di utenza sia effettiva che potenziale, strumento indispensabile per orientare lo sviluppo delle collezioni e la gestione dei servizi. A questo riguardo, oltre alla descrizione delle attività in cui si articola questo tipo d'indagine, l'autrice si sofferma sulle varie fonti utili per il reperimento dei dati; di seguito fornisce indicazioni su come elaborarli e su come da questi riuscire a ricavare i bisogni e le esigenze della comunità. Il passo successivo consiste nel tradurre i bisogni individuati in servizi. Anche in questo caso l'esposizione dei contenuti trattati è molto chiara e stimolante e contiene diverse considerazioni e consigli utili. Tali considerazioni s'intuisce che l'autrice le ha maturate non solo grazie allo studio teorico del tema, ma anche attraverso l'esperienza diretta con le problematiche incontrate nel proprio vissuto lavorativo. Ed è proprio quest'ultimo aspetto, a mio avviso a rendere particolarmente interessante la trattazione delle tematiche affrontate.

I capitoli successivi riguardano la revisione e lo sviluppo delle raccolte, le problematiche relative al catalogo, sia sul versante dei problemi specifici che la documentazione in lingue non europee comporta nella produzione delle descrizioni bibliografiche, sia dal punto di vista delle difficoltà d'interrogazione dei cataloghi da parte degli utenti. Anche in questo caso l'autrice riporta tanto le raccomandazioni delle linee guida internazionali che le prassi prevalentemente seguite a livello nazionale, illustrandone la ratio e corredando l'esposizione con diversi esempi di buone pratiche. Infine, sempre sul tema dei servizi, l'autrice esamina le specificità della biblioteca multiculturale rispetto al prestito, al reference e alle attività per la formazione e l'apprendimento.

Un'altra azione fortemente raccomandata è la collaborazione con le scuole, ma anche più in generale con le istituzioni e le associazioni che sul territorio trattano a vario titolo le tematiche dell'immigrazione. Infatti delle attività coerentemente impostate in una logica di rete e di sistema coordinato daranno sicuramente maggiore forza ed efficacia alle azioni messe in campo per la realizzazione degli obiettivi della biblioteca multiculturale. Particolare attenzione è dedicata anche al ruolo dei mediatori culturali e alla funzione che possono avere anche nella biblioteca. La collaborazione tra biblioteche e scuole dovrebbe avere la duplice finalità di migliorare, da un lato, l'integrazione sociale e linguistica degli stranieri e, dall'altro, di attuare come agenti propulsori e facilitatori della conoscenza reciproca delle differenti culture che convivono sullo stesso territorio.

Cruciale in questa prospettiva è il ruolo della biblioteca nell'educazione interculturale, sottolineando la biunivocità del processo: l'immigrato dovrebbe potersi integrare nella comunità dove vive e la comunità dovrebbe essere in grado d'accoglierlo, senza mai dimenticare, come giustamente sottolinea l'autrice, che l'accoglienza non può appunto prescindere da una conoscenza non superficiale dell'altro.

Nella parte conclusiva si analizzano le problematiche relative al monitoraggio e alla valutazione dei servizi, anche qui cercando di evidenziare lo specifico di questa tipologia di biblioteca, nonché le particolari competenze che dovrebbe possedere il personale che opera in un simile contesto. Il capitolo conclusivo è quindi dedicato all'opportunità e ai vantaggi della creazione di reti cooperative da attivare con altre biblioteche, con gli altri soggetti, sia pubblici che privati, che agiscono sul territorio, e con gli organismi nazionali e internazionali.

Alina Renditiso, ASDD - Università di Bologna, e-mail: alina.renditiso@unibo.it





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