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Associazione italiana biblioteche - Sezione Sicilia

con il patrocinio di:
Provincia regionale di Messina
Comune di Barcellona Pozzo di Gotto (ME)

Voglio tante storie, voglio molte storie

Giornate di studio sul programma Nati per leggere
Barcellona Pozzo di Gotto, 9 e 10 novembre 2001


Il posto delle storie: come dare alla lettura e al racconto
una valenza affettiva relazionale consapevole

Silvana Alberti e Flavia Manente

[Lettura iniziale da: Roberto Piumini, La ballata di Hansel e Gretel, E.L.]

Per rendere migliore la qualità della vita dei piccoli, la Città di Torino è impegnata, da anni nella promozione di attività e iniziative che rendano la città amica delle bambine e dei bambini.

In particolare la Divisione Servizi Educativi offre a scuole e famiglie una vasta gamma di proposte di formazione, ricerca, sperimentazione, sostegno, che aumentano e arricchiscono la programmazione educativa/didattica delle scuole e le opportunità per le famiglie, nel tempo extrascolastico.

I servizi sono articolari e vari: 86 scuole dell'infanzia comunali, 47 nidi, 4 centri educativi, ludoteche, sportelli e punti famiglia, gruppi gioco in ospedale, 14 laboratori territoriali di musica, teatro, pittura, acquaticità, motricità, scultura, immagine e lettura.

I Laboratori di Lettura sono luoghi in cui bambini, genitori e insegnanti possono trascorrere piacevolmente il tempo a scoprire il fascino delle parole scritte, delle immagini e delle storie. L'obiettivo è trasmettere, per "contagio", l'amore e il piacere per la lettura e le storie e gettare le basi perché i bambini possano, via via, soddisfare autonomamente la loro "fame di storie", scoprendo nel libro un oggetto amico.

Il bambino ha fame di cibo e di storie. Il cibo aiuta la crescita fisica, le storie alimentano l'immaginario, le emozioni, i pensieri. E come si offre cibo vario e saporito altrettanto varie e saporite devono essere le storie che si propongono ai bambini.

Il metodo proposto dai laboratori, è la lettura ad alta voce di testi scelti ed analizzati con le insegnanti. Le storie vengono discusse con i bambini, che le hanno ascoltate, partendo da un approccio di tipo emotivo. Non si tratta di ricostruire o far riassumere la storia, ma di proiettarsi ed identificarsi nei personaggi, provare le loro emozioni, parlare delle proprie, cercare soluzioni a problemi comuni, confrontare strategie e soluzioni e sviluppare il proprio senso critico ed estetico.

Gli itinerari proposti, nel tentativo di far "assaggiare" e scoprire ad ognuno i generi più congeniali nei quali "navigare", sono la fiaba, il mito, la filastrocca e la poesia, la narrativa comica, i racconti illustrati, i libri di paura, l'intercultura.

Capitano, io parto ad un patto

Capitano, io salpo con te
e ti seguo per mari e per monti.
Capitano, m'imbarco con te
verso il farsi dei rossi tramonti.

Capitano, io parto ma ad un patto:
che ogni giorno sul far della sera
tu ti sieda accanto al mio letto
non importa se in bonaccia o in bufera.
Tu ti sieda e mi tenga la mano
e poi canti con la tua voce
la tua voce da Capitano
[……]
Capitano, io parto ad un patto:
che ogni sera accanto al mio letto
dopo un giorno di sconfitte o vittorie
tu mi sommerga nel mare delle storie


(da: Chiara Carminati, Il mare in una rima, I Sassolini, Mondadori)

LA RICERCA

In questi ultimi anni i laboratori di lettura PINOCCHIO e VILLINO CAPRIFOGLIO hanno promosso una ricerca sull'approccio dei piccolissimi alla lettura. La ricerca è nata dalla constatazione che vi è una vasta produzione editoriale per la prima infanzia e che i libri sono presenti nelle case e nei nidi. Di conseguenza educatori e genitori si interrogano su come utilizzarli. L'osservazione condotta nei nidi, ci ha permesso di scoprire situazioni diverse: accanto a realtà vivaci e interessanti, abbiamo evidenziato una serie di difficoltà e bisogni:

- la mancanza di spazi e tempi adeguati per dare all'attività con il libro il giusto rilievo
- la difficoltà nella formazione dei gruppi e nella scelta delle storie
- l'utilizzo di un modo di leggere e raccontare che non sempre è curato ed avvincente
- il limitato coinvolgimento dei genitori nel ruolo di "narratori domestici".

Abbiamo quindi organizzato il seminario "IL POSTO DELLE STORIE" per dare risposte a questi problemi e le nostre proposte metodologiche e operative sono state accote e sperimentate dalle educatrici.

LA RELAZIONE

Proponiamo come metodo l'approccio relazionale perché la psicologia contemporanea considera la RELAZIONE "fenomeno originario" che permette la costituzione dell'individuo.

Per noi anche il LIBRO deve stare dentro una relazione, quella adulto-bambino. Il bambino non diventerà lettore solo perché ha potuto disporre di tanti libri fin dalla nascita, ma perché INSIEME ad un adulto narratore ha potuto scoprire il piacere di entrare in un libro, di ascoltarne la storia, di emozionarsi, divertirsi, stupirsi, spaventarsi in un rapporto diretto con "l'altro".

Lo strumento che consente di creare contatto, empatia, emozione, scambio tra adulto e bambino è la VOCE di un adulto che racconta o legge e che può regalare al bambino la gioia di "perdersi" in una storia, facendogli intuire che le PAROLE possono costruire un'altra realtà .

Questo è l'occhio bello
questo è il su' fratello,
questa è la montagna,
questa è la castagna,
questa è la chiesina
questa è la campanina
che fa din don dan


(Baronchelli-Carpi Germani, Coccole e filastrocche, Giunti, p. 35)

Aru baru catiru cataru
Sette figli aveva un baru
fece la guerra col re di Batù
aru baru catiru catù.


(Giordano, Il grande libro delle filastrocche, Piemme, p. 163)

Contro i brutti sogni

Brutto sognaccio pauroso e tremendo
Te ne approfitti che stavo dormendo.
Ma ora son sveglio e ho aperto gli occhi
Vediamo se adesso mi tocchi.


(Tognolini, Mal di pancia calabrone, Salani, p. 24)

Leggere ad alta voce e raccontare sono due forme comunicative che contribuiscono a creare un buon rapporto con le storie e con i libri. Noi proponiamo agli educatori e ai genitori dei piccoli 0-3 di utilizzarle entrambe, facendole anche interagire.

IL RACCONTO

Per comunicare tra adulti e con i bambini, per rispondere a domande verbali e non, per spiegare e indicare, usiamo istintivamente la forma narrativa. Nonostante l'uso quotidiano e spontaneo del linguaggio narrativo, quando ci apprestiamo a raccontare una storia ai bambini, le parole ci sfuggono e la memoria ci tradisce.

Per migliorare il nostro modo di narrare pensiamo siano importanti: - la scelta della storia (deve piacere al narratore perché il suo piacere si trasmetterà al bambino) - l'esercizio (con registratore, di fronte ad amici, allo specchio...) Entrambi permettono di ARRIVARE alla spontaneità , di rafforzare la memoria, di consolidare l'intreccio che si vuole proporre.

Nel racconto vi è un insieme percepibile di incertezza e provvisorietà, legato ai segnali che l'ascoltatore rimanda al narratore. Questi segnali possono modificare i tempi del racconto: si possono ripetere o sottolineare parole, si può amplificare un episodio o la descrizione di un personaggio, si può rispondere ad un dubbio o a una domanda di un bambino, si possono accompagnare le parole con un abbraccio o una carezza.

LA LETTURA

Il racconto scritto ha invece solidità e certezza, si sa in anticipo la successione degli eventi e pagina dopo pagina si procede verso il lieto fine. C'è un magico oggetto, il LIBRO, tra chi narra e chi ascolta, quindi il messaggio implicito che giunge al bambino è che il libro è un contenitore di tesori che si possono condividere. Leggere ad alta voce e raccontare sono due forme comunicative che contribuiscono a creare un buon rapporto con le storie e con i libri. Noi proponiamo agli educatori e ai genitori dei piccoli 0-3 di utilizzarle intrambe, facendole anche interagire.

A vedere il mondo

Un giorno un asino decise di andare a vedere il mondo e si mise in viaggio. Strada facendo incontrò una capretta.
- Dove vai?
- Vado a vedere il mondo - rispose l'asino.
- Posso venire anch'io?
- Sì, con piacere, mettiti dietro.
Strada facendo incontrarono un cane.
- Dove andate?
- Andiamo a vedere il mondo - risposero l'asino e la capretta.
- Posso venire anch'io?
- Sì, con piacere, mettiti dietro - risposero l'asino e la capretta.
Strada facendo incontrarono un gatto.
- Dove andate?
- Andiamo a vedere il mondo - risposero l'asino, la capretta e il cane.
- Posso venire anch'io?
- Sì, con piacere, mettiti dietro - risposero l'asino, la capretta e il cane.
Strada facendo incontrarono il lupo.
- Dove andate?
- Andiamo a vedere il mondo - risposero l'asino, la capretta, il cane e il gatto.
- Posso venire anch'io?
- No, noi non ti vogliamo! - risposero l'asino, la capretta, il cane e il gatto.
- Allora io piango ! - disse il lupo - Però io non so piangere, come posso imparare a piangere?
- Te lo insegniamo noi a piangere! Risposero l'asino, la capretta, il cane e il gatto.
E così dicendo riempirono il lupo di calci, di cornate, di morsi e di graffi
- Basta, basta! Ora ho imparato a piangere!
Il lupo aveva imparato davvero a piangere e dagli occhi gli scendevano molti lacrimoni. Ormai il lupo era diventato buono perché aveva imparato a piangere, e così l'asino, la capretta, il cane e il gatto accettarono il lupo e insieme andarono a vedere il mondo, il lupo chiudeva la fila. Camminavano e cantavano un'allegra canzone di cinque parole: io-io, be-be, bau-bau, miao-miao, uuu-uuu. Strada facendo si accodarono una civetta, un'oca e un grillo, e così la canzone diventò di otto parole: io-io, be-be, bau-bau, miao-miao, uuu-uuu, cucumeo-cucumeo, qua-qua, cri-cri. Per cambiare la canzone qualche volta si cominciava a cantare con le parole dell'ultimo, il grillo: cri-cri, qua-qua, cucumeo-cucumeo, uuu-uuu, miao-miao, bau-bau, be-be, io-io.


(Grossi, La vecchina piccina piccina piccò, Einaudi, p. 41)

IL BAMBINO 0-3

In questa fascia di età prevale nel bambino lo stadio percettivo-motorio, quindi egli apprende e cresce attraverso il fare, l'agire; azione e movimento sono suoi bisogni primari. Quindi le parole per il bambino piccolo devono essere una esperienza fisica, motoria, sonora, ritmica; un insieme di parola-gesto-intonazione-gioco-canto. Ecco perché suggeriamo a educatori e genitori di attingere con autenticità e allegria al vasto repertorio popolare di filastrocche, ninne nanne, canti, giochi cantati e mimati. Questo repertorio costituisce la "letteratura" per la prima infanzia.

LE STORIE

La scelta di ciò che si racconta o si legge ai bambini deve essere attenta e consapevole. L'adulto deve valutare quali sentimenti, emozioni e pensieri la storia può suscitare. La lettura e il racconto devono avere un colore caldo, essere espressivi ed emozionanti. Vanno preparati come momento speciale e importante nella giornata dei piccoli, devono essere attesi e accompagnati da un rituale di ingresso e di uscita che accrescono il senso della "magia".

IL POSTO DELLE STORIE

Per realizzare questi obiettivi, nei nidi torinesi abbiamo proposto l'allestimento del "Posto delle storie", cioè di uno spazio per il racconto e la lettura allestito, curato, accogliente; arredato con tappeti, cuscini, divanetti, tende, librerie basse con i libri ad altezza di bambino, raccolto e lontano da fonti rumorose. Deve essere luogo disponibile per piccoli gruppi e anche per il singolo bambino che desidera star bene con il libro.

In questo spazio "speciale" può essere creato il CESTO DELLE STORIE, cioè un contenitore dove accogliere un oggetto (ciambellina, scarpetta, cappuccetto rosso, una bacchetta magica...), un personaggio (lupo, mostro Gruffalò, la rabbia, Spotty...) che siano simbolo della storia. Questi materiali evocativi devono essere lasciati all'uso spontaneo, creativo del bambino, il quale attraverso il gioco rivive le emozioni della storia e comunica le sue. Il cesto delle storie (cesto, baule, scatola, teatrino, ecc) può diventare la memoria di un vissuto fantastico personale, un "catalogo" dell'immaginario infantile.

I LIBRI ILLUSTRATI

Abbiamo dato molta importanza all'analisi e alla sperimentazione con i bambini dei libri con figure e degli albi illustrati, considerato che le figure rappresentano un accesso privilegiato al libro. Abbiamo individuato una tipologia di rapporto testo- illustrazioni e per i diversi tipi si sono differenziati i modi della proposta ai bambini. Si rimanda alla Bibliografia allegata, la quale non risponde tanto a "oggettivi" criteri di classificazione quanto a criteri "d'uso". Anche nel campo delle figure sono importanti, come già detto per le storie, proposte "varie e saporite".

GENITORI

Se consideriamo che "leggere", in senso lato, è cercare di dare significato a ciò che ci circonda, si può dire che il bambino inizia a desiderare di leggere sin dalla nascita. Il ruolo dei genitori è quindi fondamentale perché il loro viso e la loro voce sono la prima "pagina" che i piccoli cercheranno di decifrare. Ai genitori suggeriamo di dedicare tempo per raccontare e leggere parole e figure ai bambini, coccolandoli, tenendoli in braccio, usando la voce e lo sguardo per avvolgerli, il contatto per rassicurarli. I genitori, leggendo ai propri figli, possono condividere emozioni, vibrazioni, sentimenti e pensieri; possono vivere una grande intimità lasciando lontani da sé la fretta e i problemi quotidiani. "Perdendo tempo" si può ricavare un momento di relazione profonda, da godere e da ricordare.

CITTÀ DI TORINO. Divisione Servizi Educativi. Centri di Cultura per l'Espressività e la Comunicazione 0-6 anni.

Silvana Alberti - Laboratorio lettura Villino Caprifoglio - Viale Medaglie d'Oro, 88 - 011/6688166
Flavia Manente - Laboratorio lettura Pinocchio - Via Parenzo, 42 - 011/7397210
Responsabile Progetto Laboratori Infanzia: Dott.ssa Valeria Anfossi - Via Manin, 20 - 011/4432001.


Copyright AIB 2002-03-07, ultimo aggiornamento 2004-02-28 a cura di Domenico Ciccarello
URL: https://www.aib.it/aib/sezioni/sic/albert01.htm


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