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Progetto "Bibliotecari trentini fra Italia e Europa (secoli XVIII-XX)"

Desiderio Chilovi, nato a Taio il 23 maggio 1835, morì a Firenze il 7 giugno 1905. Si formò a Bolzano e successivamente a Trento, trascorrendo un periodo anche a Vienna. La sua vita professionale di bibliotecario trascorse per lo più a Firenze, prima presso la Biblioteca Magliabechiana, poi presso quella Marucelliana ed infine presso la Biblioteca nazionale, della quale fu il primo Prefetto a partire dal 1885. È opinione condivisa che Chilovi rappresenti una figura significativa nel processo di formazione di un sistema "moderno" di biblioteche in Italia, un personaggio sul quale è già stato condotto qualche studio attento.

Fra questi si segnala il volume di Gianna Del Bono, La biblioteca professionale di Desiderio Chilovi, edito nel 2002 dall'editore Vecchiarelli di Viterbo, che è stato presentato il 2 ottobre a Trento per iniziativa del Servizio beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento, presso la Biblioteca comunale di Trento. Al tavolo dei relatori, assieme all'Autrice Gianna Del Bono, che è docente di biblioteconomia all'Università di Pavia, erano presenti Piero Innocenti, a sua volta docente di biblioteconomia presso l'Università della Tuscia di Viterbo, Luigi Blanco, docente di Storia delle dottrine politiche presso l'Università degli studi di Trento, Pasquale Chisté, dirigente del Servizio Beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento e Micaela Bertoldi, assessore comunale alla cultura, che ha sottolineato l'importanza della collaborazione tra Provincia, Comune di Trento e Università avviatasi attorno a questo progetto sulle biblioteche. In sala il rappresentante del Comune di Taio e un folto gruppo di addetti ai lavori, un pubblico attento e preparato.

Infatti quella presso la Biblioteca comunale di Trento non è stata la consueta presentazione di un libro, bensì il momento introduttivo di un più ampio progetto che il Servizio provinciale beni librari e archivistici, l'Associazione italiana biblioteche (sezione Trentino-Alto Adige) e l'Università degli studi di Trento svilupperanno nel corso del 2004 e 2005, quando si potranno degnamente celebrare i cento anni dalla morte del bibliotecario di Taio.

"Bibliotecari trentini fra Italia e Europa (secoli XVIII-XX)", questo il suo titolo del progetto, intende contribuire alla ricostruzione del profilo intellettuale di Desiderio Chilovi con particolare attenzione alla sua professione. Intende però guardare anche al contesto storico-culturale nel quale la sua azione si sviluppò, per quel che concerne la tematica delle biblioteche e la loro funzione nella società del tempo. Particolarmente interessante, proprio per la funzione svolta da Desiderio Chilovi, appare il processo di formazione delle grandi biblioteche nazionali europee e il loro ruolo nella definizione delle identità nazionali. La personalità del Chilovi e il suo studio offrono inoltre l'occasione per ampliare l'orizzonte ad altri "trentini" che nei secoli XVIII-XX acquistarono meritata fama come bibliotecari e fra i quali basti citare Tommaso Gar e Arnaldo Segarizzi.

Ma è stato sulla figura "assai poco conosciuta" del Chilovi che gli interventi dei relatori si sono soffermati, per tratteggiarne i contorni professionali e alcune felici intuizioni, ben spiegate nel volume della Del Bono. Si è parlato infatti di rapporti tra biblioteche e università e tra biblioteche italiane e costruzione dell'Unità d'Italia, temi che hanno riempito l'attività di Desiderio Chilovi a Firenze. Non solo: "l'affermarsi di alcuni personaggi trentini nel mondo della cultura dell'Italia dell'epoca - il Gar, il Canestrini, il Chilovi, il Segarizzi - ha di fatto creato, tra l'Otto e il Novecento, un importante ponte culturale tra Germania e Italia, un embrione di idea culturale europea, di base comune sulla quale lavorare".

Un bibliotecario quanto mai moderno, insomma, questo Desiderio Chilovi, attento ai bisogni del pubblico, dei ricercatori ma anche delle scuole; personaggio eclettico e anche "coraggioso", quando prefigura sistemi di classificazione dei volumi in deposito secondo criteri che siano comprensibili a tutti, e quindi facilmente inseribili in "rete" per ampliare le possibilità della biblioteconomia e della ricerca bibliografica. Non a caso il Chilovi fu l'artefice del Regolamento organico delle Biblioteche, uno strumento messo in mano ai bibliotecari per supportare la loro professione, (la loro "missione", la definiva il bibliotecario di Taio) di essere a sussidio ai dotti e agli scienziati, ma anche a disposizione dei giovani e degli studenti. Perché, è stato detto, la biblioteca non è un grande magazzino del libro, ma deve proporsi come la casa della cultura che cresce, che si espande, che in modo non autarchico sa mettersi in relazione e in contatto con altre agenzie culturali nazionali ed europee. È una concezione dinamica della biblioteca, quella che Desiderio Chilovi ci consegna con la sua testimonianza di vita, patrimonio prezioso che sarà oggetto di nuovi incontri e di nuove riflessioni nei prossimi mesi.


Copyright AIB 2003-10-10, ultimo aggiornamento 2003-11-14 a cura di Mauro di Vieste
URL: https://www.aib.it/aib/sezioni/taa/c031010.htm


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