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Nuove prospettive di lavoro e nuovi contratti per i bibliotecari: l'evoluzione nei rapporti di lavoro pubblico e privato

a cura di Nerio Agostini (Assemblea AIB - Trento 20 gennaio 2001)

Premessa
Il dibattito in corso e le linee di tendenza legislative sembrano indicare che il percorso in atto, di trasformazione degli Enti Pubblici, sia finalizzato a modificarne il ruolo, da gestori operativi a "strateghi e registi" dello sviluppo socio-economico territoriale. Se così è, l'Ente Locale, in particolare, dovrà diventare "prevalentemente" un'organizzazione di professionisti, specializzati e di grande livello qualitativo, fortemente innovativo e capace di governare un sistema articolato di relazioni con interlocutori esterni variegati e altrettanti qualificati.

La situazione
Il nuovo contratto collettivo di lavoro del personale degli enti locali ed il relativo nuovo ordinamento professionale, in vigore dal 1.4.99, ben si inseriscono in questo contesto. La gestione del nuovo contratto e la contrattazione decentrata integrativa ha l'onere di favorire questa svolta e promuovere la riqualificazione e lo sviluppo professionale dei dipendenti, dare nuovo slancio, entusiasmo e motivazione a chi opera all'interno degli enti. In estrema sintesi si potrebbe dire che la questione di fondo è quella di ridare status, dignità, interesse alla professione dei dipendenti dell'Ente Locale.
Ma per i bibliotecari pare si stia verificando il contrario delle più normali attese e cioè il non riconoscimento della figura professionale con tutte le problematiche individuali e di professione che ciò comporta. Proprio partendo da questa problematica che nel Congresso AIB tenutosi a Torino - maggio 2000 - è stata dedicata una sessione dal titolo provocatorio "Il bibliotecario: una specie in via di estinzione?" in cui sono stati presentati i dati di una indagine svolta dall'Osservatorio Lavoro (ved. Aib Notizie di giugno2000).
E' in applicazioni anche il contratto (siglato il 9.8.2000) per il personale delle Università, con molte analogie ma con problematiche più limitate rispetto alla valorizzazione e salvaguardia delle figure professionali presenti, e formalmente ben individuate, nelle biblioteche universitarie. E' in corso di applicazione anche il trasferimento delle biblioteche del Ministeri dei Beni Culturali Ambientali con una serie di problematiche riguardanti, mobilità e accorpamenti che riguardano molto in particolare il personale delle biblioteche. Mi riferisco a quanto previsto dal D. Lgs 112 del 98, che facendo seguito alla Legge Bassanini 59 del 97, prevede un ampio decentramento della struttura del ministero. In particolare nel differenziare le funzioni di tutela da quelle di gestione, prevede un ampio decentramento delle biblioteche. Afferma che la maggior parte delle Biblioteche pubbliche statali dovranno transitare verso gli enti locali, senza definirne il livello (le regioni, le provincie, i comuni?) e che le biblioteche universitarie, potranno essere affidate agli atenei che ne faranno richiesta. Resteranno di competenza ministeriale le biblioteche nazionali (quali? Le due nazionali centrali o anche le altre quattro nazionali?) e eventuali altre biblioteche anche qui da individuare attraverso una commissione nazionale.
I problemi, quindi , non mancano. In alcuni ambiti, esempio Istituzioni culturali e bibliotecarie, si profila la possibilità di applicazione del contratto di Federculture che introduce una serie di novità molto più vicine ad una gestione flessibile dei servizi rispetto agli enti locali. Federculture infatti raggruppa le aziende private, pubbliche o a partecipazione pubblica che operano nell'ambito della cultura, sport, turismo, tempo libero e che hanno come problema centrale la diversificazione di servizi e di orari e quindi la gestione delle diverse flessibilità.
Esiste, ed oggi sta emergendo con forza, tutta la problematica dei bibliotecari che operano nelle Cooperative o Agenzie private, a cui spesso vengono affidati o servizi delle biblioteca o l'intera gestione della medesima, spesso sottoinquadrati e comunque quasi sempre collocati nel contratto del Commercio che non riguarda la gestione di biblioteche ma che più si addice alle librerie e ai negozi in genere. In molte realtà, per effetto positivo della cooperazione e per l'organizzazione dell'informazione on-line, si stanno concretamente profilando situazioni di esubero di catalogatori, ragion per cui si stanno attivando operazioni di riutilizzo delle professionalità esistenti per creare della "task force", con adeguata formazione ad hoc, da utilizzare in progetti di "revisione e scarto" del patrimonio.
Questo è un interessante sbocco occupazionale che può essere gestito a livello cooperativo, di sistema, di consorzio. Nel mentre si cerca di dare soluzione alle contraddizioni esistenti si affacciano ulteriori novità legislative che ci proiettano già nel futuro con probabili forti riflessi sulla figura professionale del bibliotecario. Il riferimento è al Ddl. AC 7042 (già AS 4014) sull'affidamento della gestione dei servizi in discussione alla Camera che prevede la limitazione per quanto possibile della gestione in economia e introduce nuove forme di gestione (es. Istituzioni con personalità giuridica e Fondazioni). Ad oggi si può affermare che in quasi tutti gli enti sono emerse serie difficoltà applicative, molte sono le trattative in corso, tante sono le situazioni in cui si sta ancora elaborando le piattaforme contrattuali.
Vi sono forti ritardi e i problemi irrisolti crescono. Gli Amministratori e la Dirigenza hanno serie difficoltà di ruolo e scarsa preparazione ad affrontare il nuovo, preoccupati più di contenere la spesa del personale piuttosto che del recupero di efficienza e di miglioramento dei servizi al cittadino. Il Sindacato non ha ancora acquisito la cultura della trattativa che è altra cosa dalla cogestione esistita sino a tutti gli anni novanta. Inoltre, da analisi recenti dell'ARAN, dell'ANCI e della Corte dei Conti risulta che molti contratti decentrati siano nulli. Si parla oramai di catalogo degli errori.

Un'annotazione particolare merita il Contratto collettivo della Provincia Autonoma di Bolzano del 17.7.2000:
- Preoccupante è la messa ad esaurimento la figura professionale dell'assistente di biblioteca ex VI^ qualifica perché impedisce sbocchi occupazionali ai diplomati o laureati che non abbiano un titolo specifico;
- Interessante risulta essere la norma di accesso che prevede l'obbligo di titoli specifici per bibliotecari, peccato però che non si tenga conto che non ci sono corsi universitari a ciò indirizzati; comunque è assurdo che questa norma venga adottata anche per la progressione verticale alla ex VII^ qualifica perché così si impedisce di fatto la percorrenza di carriera alla gran parte dei bibliotecari anche se laureati (tra l'altro in tempi in cui per la percorrenza interna all'ente vige, per contratto nazionale, la deroga al titolo.

IL RUOLO DELL'AIB PER LA VALORIZZAZIONE E SALVAGUARDIA DELLA PROFESSIONE DI BIBLIOTECARIO

L'Osservatorio Lavoro
Si fa sempre più forte la convinzione che è giunto il momento i cui tutti i soggetti in campo devono far propria la consapevolezza della serietà che sta assumendo il problema della salvaguardia e valorizzazione della professionalità del personale delle Biblioteche. L'AIB si sta facendo carico della problematica attraverso l'attività dell'Osservatorio del lavoro e con le varie iniziative seminariali, o interventi come quello odierno, tenutesi nel 99 e a ritmo inteso nel 2000. All'argomento è stata dedicata una sessione (il 12 maggio 2000) dei lavori del 46°Congresso Nazionale, tenutosi al Lingotto di Torino in concomitanza con la Fiera del Libro, ed una sessione nell'ambito dell'evento Culturalia tenutosi a Roma il 29 settembre 2000. L'Osservatorio, è stato costituito dal Comitato esecutivo nazionale a settembre 1998. L'Osservatorio è impegnato a dare piena visibilità, sia interna per i soci, che esterna per i diversi referenti istituzionali e sociali, alle problematiche e alle questioni riferite al personale bibliotecario nei diversi comparti, pubblici e privati, in cui si trova a operare. L'attività dell'Osservatorio, non ha logiche e caratterizzazioni di natura sindacale; è di intervento e marcatura lì dove i servizi bibliotecari sono costituiti e fatti funzionare.

La partecipazione dei soci
L'Osservatorio è attento a fatti e comportamenti che non riconoscono la professionalità degli operatori. A tal fine è necessario che i bibliotecari, nei diversi profili professionali in cui si trovano a operare, siano pronti a segnalare l'adozione di atti e interventi che possano indicare atteggiamenti lesivi della salvaguardia e valorizzazione della professione. I soci Aib sono quindi invitati a portare a conoscenza dell'Osservatorio fatti, notizie, analisi e valutazioni riferiti alle problematiche connesse alle condizioni e all'organizzazione del lavoro nelle biblioteche e nei centri di documentazione, nonché al riconoscimento e al rispetto della professionalità bibliotecaria. L'impegno dell'Osservatorio, sostanzialmente attivato dalle segnalazioni e dalle sollecitazioni dei colleghi soci, sarà improntato da azioni e iniziative che saranno in perfetta coerenza con le finalità generali dell'Associazione, che sono quelle della tutela della professione e, conseguentemente, della qualità dei servizi bibliotecari ai cittadini.
Costituiscono attualmente il nucleo di riferimento dell'Osservatorio i seguenti soci:
- Loredana Vaccani, referente per il CEN;
- Nerio Agostini, comparto Enti locali;
- Rossella Aprea, comparto Sanità;
- Beatrice Bargagna, comparto Università;
- Candida Cossu, comparto Statali;
- Piera Colarusso, comparto Privati;
- Fausto Rosa, comparto Aziende pubbliche, Istituzioni e Consorzi
Questo nucleo ha ricevuto l'investitura in occasione di Bibliocom 2000 (ottobre) a Roma ed ha tenuto una prima riunione per la messa a fuoco delle problematiche il 16 dicembre a Bologna.
Recapiti: AIB - Osservatorio lavoro. Casella postale 2461 - 00100 Roma A-D. Telefono 06- 446.3532; Fax 06-444.1139. URL: https://www.aib.it/aib/cen/osslav.htm

L' Albo professionale italiano dei bibliotecari
La presenza di questa struttura di attenzione e di marcamento si è resa ancor più necessaria nel momento in cui l'AIB ha deciso la costituzione dell'Albo professionale italiano dei bibliotecari dando il segno di una maggior caratterizzazione sul fronte della rappresentanza professionale. L' Albo professionale italiano dei bibliotecari è stato approvato dall'Assemblea generale dei soci dell'AIB il 29 aprile 1998, a Genova.
L'iscrizione all'Albo certifica da una parte la competenza professionale di chi ne fa parte e dall'altra offre agli utenti una certificazione della sua effettiva capacità: è la comunità professionale costituita dall'Associazione italiana biblioteche ad assumersi la responsabilità di questa certificazione. Le domande di iscrizione all'Albo vengono esaminate da una Commissione permanente, costituita da: Vilma Alberani, Luigi Crocetti (Presidente), Enzo Frustaci, Carlo Revelli e Antonio Scolari. La Commissione ha sede presso la Segreteria nazionale dell'AIB, viale Castro Pretorio 105, 00185 Roma. Per informazioni i soci sono pregati di rivolgersi a Palmira Barbini (lunedì e venerdì, ore 10-13; tel. 06/4463532; fax: 06/4441139, e-mail: albo@aib.it.
Sono consultabili nella pagina Web relativa:
- Regolamento per l'istituzione e l'ordinamento dell'Albo professionale italiano dei bibliotecari
- Domanda di ammissione
- Elenco dei soci ammessi
- Domande e risposte (FAQ, Frequently asked questions)

AIB-CUR LAVORO, a cura del gruppo LAVORO della redazione AIB-WEB
E' una rubrica che intende principalmente raccogliere i riferimenti ai concorsi per bibliotecari (e affini) pubblicati sulla "Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana. 4. Serie speciale" (indicata brevemente con 'GU' nelle singole notizie). E' quindi disponibile sul sito Aib un elenco cronologico di concorsi ed altre opportunità di lavoro per bibliotecari. L'ordine è basato sulle date di scadenza (indicate a 30 giorni anche quando non esplicitamente fissate, o per segnalazioni accessorie). Si veda, in AIB-WEB a URL: https://www.aib.it/aib/lav/lav.htm, il quadro in cui questa rubrica AIB-CUR LAVORO s'inserisce.
Vedere in AIB-CUR AGENDA un diverso calendario, con segnalazioni di convegni, seminari, corsi ed altri simili eventi di interesse professionale.

Indicazioni per la stesura dei "bandi di concorso", a cura dell'AIB Lombardia
Documento, disponibile sul sito Aib, realizzato con l'intento di contribuire a garantire nelle biblioteche di ente locale una presenza sempre più qualificata del personale che vi opera, consapevoli delle crescenti e diversificate richieste dell'utenza in materia di informazione, aggiornamento, documentazione e di formazione permanente cui deve rispondere una maggior preparazione e professionalità da parte dei bibliotecari. Bibliotecari che, qualora dovessero fare i responsabili di servizio, devono avere anche conoscenza e dimestichezza nell'uso delle forme e degli strumenti della gestione amministrativa della biblioteca come servizio pubblico locale. Quindi una proposta di bando di concorso attento soprattutto al contenuto delle prove e ai curriculum professionali: "bando tipo" per assunzione di bibliotecari con inquadramento in Categorie C e D.

BIBLIOTECHE DI ENTE LOCALE
In questa sede si da per scontata la conoscenza, anche se a livello diversificato tra i soci, del contesto normativo e delle evoluzioni, se non rivoluzioni, che sono avvenute nell'ambito della gestione dei servizi pubblici in questi ultimi anni, dove il cittadino utente-cliente è stato messo al centro di tutto e dove qualità, efficienza, efficacia ed economicità dovrebbero non essere più degli slogan. Si da, ovviamente, per scontata anche la conoscenza dei contenuti, sia pure generali, del nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro e del Nuovo Ordinamento Professionale, entrambi in vigore dal 1.4.99 e con validità a tutto il 2001. Diverse sono le "novità contrattuali" da monitorare per gli effetti che hanno prodotto e produrranno per la figura professionale del Bibliotecario di Ente Locale. Si riportano qui di seguito, in forma sintetica, quelle più significative per incidenza sulla professione.
- Profili Professionali
L'Ente è chiamato ad accorpare le "vecchie" denominazioni dei profili professionali, rendendole più ampie e generiche, per garantirsi il massimo della flessibilità possibile, mirando sempre a far emerge il meglio delle professionalità. Proprio per questo non può venire meno il riconoscimento della oggettiva esistenza di servizi (es. Biblioteca) che richiedono particolare e specifica professionalità (es. il Bibliotecario) che per sua intrinseca natura non può essere equivalente con quella di altre figure professionali presenti nell'ente.
- Contratto individuale
A seguito della ridefinizione dei profili professionali, il Dirigente/Responsabile di Settore o altro Dirigente individuato dal Regolamento, è chiamato, nell'ambito delle sue funzioni gestionali, a stipulare il contratto individuale di ciascun collaboratore. In quest'atto viene indicata la categoria ed il profilo professionale e stabilito che le mansioni saranno esigibili, in relazione alle esigenze organizzative, come da un qualsiasi privato datore di lavoro. Importante risulta essere, a questo punto, l'esame dei contenuti e della struttura di un contratto individuale "tipo" considerate le forte implicazioni professionali e di carriera presenti (vedasi allegato).
- Formazione
La formazione risulta essere un aspetto fondamentale sia per la crescita professionale sia per il riconoscimento retributivo. Il fatto nuovo, dal punto di vista contrattuale, è che l'Ente ha l'obbligo di prevedere e destinare un fondo pari all'1% del monte salari lordo nel proprio bilancio annuale. La previsione di spesa deve essere accompagnata da un piano di formazione. In tale contesto deve risultare ben esplicitato il programma di formazione specialistica del personale addetto alla biblioteche basata sulla rilevazione dei bisogni formativi. Ciò è previsto e fattibile con la contrattazione decentrata integrativa.
- Progressione retributiva
L'istituto più innovativo introdotto dal nuovo contratto collettivo è certamente quello della progressione orizzontale, cioè la progressione economica all'interno della stessa categoria di inquadramento. La progressione orizzontale è fondata sostanzialmente su criteri meritocratici che da un lato superano gli automatismi del vecchio "led" e dall'altro permettono più passaggi successivi di aumento retributivo all'interno della categoria di appartenenza, predeterminando quindi il superamento della vecchia logica egualitaristica, dimostratasi fortemente disincentivante e demotivante. Il beneficio economico deve costituire un riconoscimento tangibile dei meriti professionali individuali.
- La valutazione
Con questo contratto si introduce il concetto della valutazione permanente delle prestazioni. Va tenuto conto che, anche ai fini della progressione orizzontale, la valutazione è di competenza del Dirigente/Responsabile, deve essere fatta a cadenza periodica, almeno annuale, e deve essere comunicata al dipendente (art. 6 dell'Ordinamento). Le schede di valutazione non devono essere generiche bensì "personalizzate" per categoria e profili professionali.
- Le posizioni organizzative
Nel nuovo contesto l'unico elemento gerarchico è di tipo organizzativo. E' quello legato alla nomina di Responsabili di Servizio o al riconoscimento delle cosiddette Posizioni Organizzative con l'adeguata remunerazione di posizione e di risultato. Non necessariamente questo tipo di riconoscimento è destinato alle figure inquadrate in D3 (ex VIII q.f.), inoltre non è oggetto di trattativa, ma di informazione e quindi al massimo di eventuale concertazione.
- La progressione di carriera
La progressione verticale rappresenta il meccanismo di progressione di carriera con passaggio da una categoria all'altra. Non è uno strumento retributivo, ma uno dei possibili modi, magari prioritario, per ricoprire posizioni professionali, previste nei piani occupazionali, con selezione interna. In base all'art.4 dell'Ordinamento, l'Ente deve disciplinare le procedure selettive indicando, sia pure con ampia discrezionalità, quali posti ricoprire con selezione interne e quali devono essere destinati all'accesso dall'esterno. L'esigenza deve essere di tipo organizzativo e non legata a delle situazioni individuali meritorie .Il beneficio economico è la conseguenza e non lo scopo della progressione verticale.
- Nuove forme di lavoro
Sono state introdotte e regolamentate dalle code contrattuali,entrate in vigore il 15 settembre 2000, anche per gli enti locali quelle forme di lavoro flessibile già sperimentate nel privato:
- Telelavoro
- Contratti di Formazione Lavoro
- Lavoro Interinale
- Lavoro a tempo parziale
Altri aspetti, altrettanto importanti, riguardano le 35 ore, i turni, lo straordinario, l'ambiente e la sicurezza.
Certamente anomala e contradditoria risulta essere l'applicazione del contratto collettivo nazionale ni Provincia di Trento. Si proviene da una situazione contrattuale preesistente che prevedeva l'inquadramento del personale in 9 qualifiche anziché 8. Ne consegue che non vi è un automatismo nel passaggio dalla ex VII^ alla Categoria D1 ma si ricorre a delle retribuzioni accessorie e di salvaguardia ai fini del riconoscimento economico e di funzioni con inquadramento nel parametro più elevato della categoriaC. Il problema che rimane aperto è che per passare in D1 è obbligatoria la selezione o concorso interno: questo è un blocco alla carriera da un lato e alla possibile progressione orizzontale interna dall'altro. Ci si augura che a livello di contratto collettivo integrativo le parti trovino delle soluzioni eque. Meglio sarebbe, fermorestando delle salvaguardie per le posizioni economiche acquisite, se cogliessero l'occasione per far decollare una applicazione delle nuove categorie come previsto dal contratto nazionale.

Agostini Nerio, Tel. 02.9380950, cell. 349.3795994, e-mail: nerioago@libero.it


Copyright AIB 2001-01-23, ultimo aggiornamento 2003-11-14 a cura di Mauro di Vieste
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