[AIB]AIB. Sezione Toscana. Bibelot, n. 2 (2004)

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DI FIORE IN FIORE, UNA PASSEGGIATA NEL MONDO DELLE BIBLIOTECHE "SPECIALI"

Come cambia la professione del bibliotecario e chi sono gli operatori ai quali sono affidate le biblioteche in organizzazioni destinate a offrire altri servizi? Abbiamo avviato un'inchiesta nel mondo ancora poco conosciuto e "imprevedibile" delle biblioteche speciali.

a cura di Silvia Bruni

Che ci fossero biblioteche e centri di documentazione in luoghi impensabili, che magari erogano principalmente altri servizi (ad esempio le aziende sanitarie), lo sapevamo o in altri casi lo supponevamo. Non abbiamo fatto un'inchiesta sistematica ed esaustiva, bensì una sorta di "passeggiata" che ci ha stimolato curiosità, interesse, voglia di approfondire il tema. Intanto abbiamo visto che con il crescere del livello di complessità di un ente, si sviluppa il bisogno di creare una biblioteca che assolve a una molteplicità di funzioni: di memoria, prima di tutto; di servizio, come risposta ai bisogni informativi di chi lavora nell'ente di riferimento; di ricerca e promozione, nel caso di aree tematiche specifiche; di raccolta e organizzazione di patrimoni documentali specifici. Queste funzioni convivono e si intrecciano in tutte le esperienze che ho incontrato in questa inchiesta, facendo saltare la tradizionale divisione fra biblioteca, archivio, centro di documentazione e, talvolta, anche museo. Ma chi lavora in queste biblioteche? Spesso persone arrivate alla professione dai percorsi più diversi e tutti con una dedizione e una passione molto elevata per il proprio lavoro; tutti con la consapevolezza di svolgere un lavoro importante, ma in molti casi con la necessità di affermarlo e difenderlo rispetto ad un contesto in cui prevale la missione "altra" dell'ente di riferimento. Spesso questi bibliotecari operano da soli e in certi casi sono attivate collaborazioni "a progetto". Ciò porta in queste realtà a dover fare un po' di tutto, molto spesso lavorando senza direttive (i dirigenti non sanno niente di biblioteche nella gran parte dei casi), ma porta anche ad avere la percezione di svolgere una professione creativa. Questi operatori hanno un forte bisogno di confronto professionale, poiché all'interno dell'ente di riferimento non c'è nessuno con cui discutere di tecnica professionale, così come hanno la necessità di formazione e di aggiornamento. Per questi bibliotecari l'AIB potrebbe essere un importante punto di riferimento. Attualmente un ruolo importante è quello delle reti territoriali, a cui quasi tutte le realtà intervistate aderiscono (con il prestito interbibliotecario e l'apertura al pubblico, anche se quest'ultima, in molti casi, su appuntamento). È stato possibile così conoscere i loro patrimoni, (altrimenti difficilmente raggiungibili) e queste realtà sono state stimolate a interrogarsi e ad adeguarsi a metodologie e standard di trattamento bibliografico. Ci sono poi questioni specifiche che meriterebbero di essere approfondite: la descrizione di tipologie di materiali speciali, le modalità di circolazione dei documenti (essendo le esigenze dei tecnici e ricercatori difficilmente conciliabili con l'attività di prestito) l'organizzazione degli spazi, spesso creati per esigenze diverse da quelle di una biblioteca, i finanziamenti scarsi rispetto alle esigenze di funzionamento, in quanto le risorse per la biblioteca sono le prime a essere tagliate dagli enti, che hanno funzioni diverse dalla gestione dei documenti.

Per la nostra indagine siamo quindi andati a intervistare Stefania Gitto che si occupa da circa tre anni della Biblioteca della Scuola di musica di Fiesole. Ha il diploma di Conservatorio ed è laureata in Storia della musica. Sottolinea l'importanza di avere una duplice formazione, sia in ambito musicale che biblioteconomico, per lavorare in un ambito così specializzato, viste le peculiarità dei materiali trattati e i bisogni degli utenti che si rivolgono alla biblioteca. La biblioteca in cui lavora è nata da un archivio della scuola e dalle donazioni di docenti e musicisti. La collezione, circa 13.000 documenti, è per lo più costituita da musica a stampa CD, e da poco da testi di musicologia; sono conservate inoltre le registrazioni dei 100 anni di concerti della scuola. Molti dei testi posseduti sono unici o difficilmente reperibili altrove, le acquisizioni sono fatte in funzione della programmazione didattica e, da quest'anno, la biblioteca aderisce allo SDIAF.

Abbiamo poi incontrato Valerio Valoriani, regista e organizzatore teatrale, che dirige la Biblioteca teatrale "Antonio Spadoni", affiancato da quattro collaboratori tra cui Giovanna Chilleri, arrivata in biblioteca dopo aver lavorato come "amministrativa" del Teatro regionale toscano. La Biblioteca è situata nel grande appartamento di Orazio Costa, affacciato sui tetti di Firenze, ed è nota come biblioteca del Teatro della Pergola. Si tratta di un luogo affascinante, dove viene voglia di "esplorare" i due secoli di storia del teatro in essa contenuti. La raccolta nasce dall'accorpamento di fondi di enti, registi, attori, oltre a raccolte di fotografie di scena e manifesti per un totale di circa 45.000 documenti. Ma solo una parte di questo patrimonio è catalogata (l'OPAC è consultabile tramite lo SDIAF). In compenso stanno partendo alcuni progetti, come ad esempio la ripresa degli spettacoli in cartellone alla Pergola. La biblioteca è nell'attuale sede dal 2000 e ha fatto parte di un progetto dell'ETI (Ente teatrale italiano), che avrebbe dovuto creare varie tipologie di servizi: oltre alla biblioteca, una libreria teatrale e un bar.

Esther Diana, architetto, che da sempre si è occupata di storia degli ospedali, coordina il Centro di documentazione per la storia della sanità fiorentina, che nasce allo scopo di conservare e valorizzare il patrimonio scientifico, storico, artistico, documentario e librario nell'ambito delle scienze mediche e delle istituzioni sociali e di promuovere, attraverso ricerche ed iniziative didattiche, la conoscenza della storia della sanità. Per dare vita al Centro di documentazione sono stati accorpati diversi fondi librari provenienti da ospedali o da donazioni di privati, testi di medicina e sanità a partire dal '700. Il Centro di documentazione è un'associazione senza fini di lucro i cui soci sono: l'Università degli studi di Firenze, il Comune di Firenze, la Provincia di Firenze, l'Ordine dei Medici e degli Odontoiatri, l'Azienda USL 10 e le Aziende Ospedaliere Careggi e Meyer. La sede è nel quartiere monumentale dell' ex Ospedale di San Giovanni di Dio ed ha anche percorso museale (quadri, arredi, e argenti del vecchio complesso conventuale). Una parte delle collezioni riguarda la strumentaria medica. La catalogazione e la gestione dei fondi avviene attivando progetti supervisionati dalla Biblioteca nazionale centrale e dall'Archivio di Stato, utilizzando collaborazioni occasionali. Esiste un coordinamento di area vasta (comprendente le aziende sanitarie di Firenze, Prato, Pistoia ed Empoli) che raccorda servizi affini e che ha tentato di organizzare, nel corso del tempo, protocolli e indicazioni di lavoro comuni.

Il Centro di documentazione di Pistoia è una realtà che nasce nel 1969 come associazione culturale, con una forte connotazione che potremmo definire "militante". Sul sito si legge infatti che "[...] base dell'esperienza del centro di documentazione è la continua verifica con la realtà concreta, la sua caratteristica è quello di essere uno strumento di servizio nel campo della controinformazione su settori specifici come la scuola, il carcere, l'emarginazione, la psichiatria, il rapporto nord-sud del mondo, l'ambientalismo, il nucleare, il pacifismo, il femminismo, l'omosessualità, le minoranze, la nuova poesia, la musica, il cinema, la salute alimentare, i sentieri naturalistici e l'escursionismo turistico, e altro ancora". Basato interamente sul lavoro volontario di bibliotecari, studenti, insegnanti e obiettori di coscienza, o su finanziamenti "a progetto", è la biblioteca ed emeroteca più grande d'Italia sui movimenti studenteschi, operai e sulla sinistra extraparlamentare, di cui raccoglie giornali di base e testi pubblicati da piccole case editrici. Produce tre periodici: il "Notiziario del Centro di documentazione", "Fogli di informazione: documenti e ricerche per l'elaborazione di pratiche alternative in campo psichiatrico e istituzionale", "Razzismo e modernità". Il catalogo è nella Rete provinciale di Pistoia, ma i rapporti con le biblioteche sono sempre stati discontinui e saltuari.

Carlo Goretti, dipendente comunale, è responsabile sia del Centro studi "David Lazzeretti" di Arcidosso che della biblioteca locale. Ci parla dell'importanza di valorizzare un'esperienza unica, quella del centro Lazzaretti, significativa non solo per la storia della comunità locale. La collezione riguarda la figura di David Lazzeretti, predicatore e fondatore, intorno agli anni '70 dell'Ottocento, della Comunità Giurisdavidica, una sorta di "comune agricola", basata sul tentativo di adeguare le strutture sociali ai principi evangelici (le donne negli organismi elettivi avevano diritto di voto come gli uomini, primo esempio nella storia d'Italia; vennero inoltre organizzate scuole rurali per i figli dei seguaci). Lazzeretti morì fucilato nel 1878. L'iniziativa rientra nelle attività dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Arcidosso, che prevede due addetti incaricati di fare un po' di tutto. La passione però è tanta e negli ultimi anni sono partite molte iniziative, tra cui la catalogazione (utilizzando personale "a progetto" o tirocinanti), la promozione di mostre, la digitalizzazione di parte della documentazione. Il centro fa parte della rete bibliotecaria territoriale.

Calogero Governali lavora al Centro di documentazione e Archivio storico della CGIL regionale Toscana, dove è arrivato in seguito alla chiusura dell'azienda in cui lavorava e dove aveva funzione di rappresentante sindacale. Al Centro di documentazione ha potuto esprimere la sua passione di bibliofilo e collezionista. Il centro partecipa al progetto Retedocu, rete di centri di documentazione in area sociale e sanitaria, promosso dal Centro servizi per il volontariato della Toscana. Viene raccolta la documentazione del sindacato e del movimento operaio, in modo da supportare le attività di ricerca nel mondo del lavoro. Il centro raccoglie diversi archivi: quello della CGIL regionale, della Federazione unitaria CGIL-CISL-UIL, oltre a quelli di numerose categorie di lavoratori; inoltre periodici sindacali e periodici e monografie sul lavoro e una collezione di manifesti e locandine.

Clara Lanza arriva a essere bibliotecaria da un'esperienza di tecnico chimico con competenze informatiche. Le difficoltà che ha dovuto fronteggiare sono state molteplici: quella della soggettazione, (come conciliare la normalizzazione e l'uso di linguaggi controllati con la gergalità tipica degli ambiti fortemente specializzati?), quello dell'educazione degli utenti, ad esempio a cedere materiali che vorrebbero tenere per sé. È oggi responsabile del Servizio di documentazione dell'Istituto per processi chimico-fisici del CNR, che nasce dall'accorpamento di istituti diversi del CNR e raccoglie letteratura grigia, documentazione, periodici finalizzati alle attività di ricerca in ambito chimico-fisico, oltre a svolgere attività di reference e ricerca bibliografica che in un settore così specilistico sono di fondamentale importanza. Il servizio aderisce a NILDE per il document delivery e alla rete più ampia delle biblioteche e dei centri di documentazione del CNR.

Il Centro di documentazione storico etnografica della Val di Bisenzio nasce dalla cooperazione dei Comuni di Vaiano, Vernio, Cantagallo e dalla Comunità montana Val di Bisenzio (costituitisi in associazione culturale) e dallo stimolo di un gruppo di insegnanti, allo scopo di recuperare la memoria storica della Val di Bisenzio attraverso l'uso di fonti iconografiche, orali e di documenti d'archivio (ad esempio una collezione di archivi di fattoria). Il centro promuove la ricerca sul territorio, gestisce strutture culturali-educative ed ha una produzione editoriale a carattere storico e didattico. Dal 1997 fa parte della rete della Regione Toscana dei Centri per l'innovazione e la documentazione per le risorse educative (CRED); dal 1999 il CDSE gestisce per conto del Comune di Vaiano anche le attività culturali e didattiche del Museo della Badia di Vaiano. Molto conosciuto e radicato nel territorio promuove attività di mostre, conferenze, rassegne, visite guidate e trekking culturali.

 

Quali conclusioni trarre da questa lunga passeggiata, apparentemente poco lineare? Qual è o quale può essere il ruolo dell'AIB nel supportare queste realtà e, soprattutto, i bisogni di chi ci lavora? Questi bibliotecari, come si può vedere dalle esperienze prese in esame, sono spesso soli, si trovano a vivere situazioni di grande precarietà (anche di tipo contrattuale) e, cosa che rende tutto più difficile e che è forse l'aspetto più significativo, operano in contesti dove la biblioteca non è la missione primaria, ma un servizio ausiliario (nonostante spesso si tratti di servizi molto utilizzati e di raccolte preziose, talvolta uniche). Non esistono quindi politiche di sviluppo specifiche e la progettualità, la promozione, talvolta anche il reperimento di fondi, sono delegati a chi in biblioteca lavora animato da una grande passione che lo spinge, tra le altre cose, ad accrescere la propria formazione e ad acquisire competenze, non sempre valorizzate o richieste. La presenza di un'associazione professionale è riconosciuta dagli intervistati come un riferimento importante. Ma quanto, fino ad oggi, l'AIB ha riflettuto su questo arcipelago variegato? Come rispondere al bisogno di creare biblioteche e servizi informativi, che nasce in moltissime organizzazioni? Come cambia la professione bibliotecaria nei diversi contesti in cui si esprime? È con queste domande che ci piace chiudere questa prima inchiesta, sperando che provochi curiosità, voglia di confronto e, soprattutto, l'apertura di nuove possibilità.

 

Indirizzi delle biblioteche e dei centri di documentazione citati nell'inchiesta

 

Biblioteca della Scuola di musica di Fiesole
Via delle Fontanelle, 24 - 50016 S. Domenico di Fiesole (Fi)
Tel. 055 597851 - Fax 055 599686
Sito web: http://www.scuolamusica.fiesole.fi.it/

 

Biblioteca teatrale "Alfonso Spadoni"
Via della Pergola, 18/32 - 50100 Firenze
Tel. 055 2264340; 2264342 - Fax 055 245346
Sito web: http://www.pergola.firenze.it/

 

Associazione centro documentazione per la storia della sanità fiorentina
Borgo Ognissanti, 22 - 50123 Firenze
Tel. 055 2285567 - Fax 055 2285589
Sito web: http://www.comune.firenze.it/comune/partecip/storia_sanita.htm

 

Associazione Centro documentazione di Pistoia
Via degli Orafi 29 - 51100 Pistoia
Tel/Fax: 0573 977353
E-mail: giorlima@tin.it
Sito web: http://www.centrodocpistoia.it/

 

Centro studi "David Lazzeretti"
Piazza Indipendenza, 30 - 58031 Arcidosso
Tel. 0564 966438
E-mail: biblioteca@amiata.net
Sito web: http://www.comune.arcidosso.gr.it/david.htm

 

Cgil regionale toscana, Centro di documentazione e Archivio storico
Via Pier Capponi, 7 - 50132 Firenze - Tel. 055 5036288 - Fax 055 5036200
E-mail: centro.docum@tin.it
Sito Web: http://www.cgiltoscana.it/servizi/docume/docume_home.htm

 

Servizio di documentazione dell'Istituto per processi chimico-fisici del CNR
Istituto per i processi chimico-fisici, Area di ricerca di Pisa

Via G. Moruzzi, 1 - 56124 Pisa
Tel. 050 315.2557 - Fax 050 3152555
E-mail: lanza@ipcf.cnr.it
Sito web: http//library.ipcf.cnr.it

 

Centro di documentazione storico etnografica della Val di Bisenzio
Palazzina della Cultura, Piazza del Comune - 59021 Vaiano (PO)
Tel. 0574 94241.
E-mail: cdse@po-net.prato.it


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