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"10. Seminario Angela Vinay"
L'AUTOMAZIONE DELLE BIBLIOTECHE NEL VENETO:
tra gli anni '90 e il nuovo millennio

La biblioteca come infrastruttura:
il contesto istituzionale

Biblioteche italiane: il libro e la lettura, presente e futuro on-line
per essere in Europa e nel mondo

di Giovanni Castellani
presidente della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della  Camera dei Deputati

Le biblioteche e gli archivi sono strutture portanti del nostro sapere e casseforti della nostra storia, e la definizione non paia retorica. E lo resteranno anche col prevalere della comunicazione multimediale e di Internet, come base e fondo da cui questa preleverà i propri contenuti e strumenti. Sono luoghi per eccellenza di ricerca, non fanno spettacolo e clamore, anzi amano il silenzio, non attendono file di turisti alle porte, non fanno incassi. Proprio per questo, mentre la politica per lo spettacolo e per i musei  finisce sulle prime pagine dei giornali e riesce a trasformarsi in avvenimento, quella che riguarda questi luoghi sembra suscitare poco interesse, cose da studiosi legate, nel senso comune, a un'idea polverosa di ricerche e carte.

E' anche questa idea che bisogna riuscire a cambiare, perché cambi con essa l'idea di libro e perda quell'aura che incute timore nel non studioso, finendo per tenerlo lontano. Le librerie si sono trasformate in efficienti self-service negli anni ottanta, proprio per promuovere un rapporto diverso dell'utente col libro, perché questi possa guardare e eventualmente scegliere senza dover avanzare richieste che sembra imbarazzassero il lettore non abituale, intimorito da commessi e librai "colti". Siamo del resto un paese dove ancora oggi solo il 43,8 % della popolazione legge un libro una volta l'anno e il 65,2 % non acquista mai libri. Solo il 5.5 % degli italiani sono lettori abituali e circa il 30 % è definito lettore e acquirente saltuario. Un problema che, fatta salva la priorità e la necessità di essere luoghi di studio e di ricerca, non può non riguardare anche vitalità e uso delle biblioteche, specie della grande rete di quelle legate agli enti locali.

Ultimamente così biblioteche e archivi e loro problemi sono riapparsi sulle pagine dei giornali, hanno attirato un poco d'attenzione, perché attenzione  maggiore gli è stata dedicata anche dalle autorità competenti e dal nuovo Ministero dei beni e delle attività culturali, che anche se in extremis, nell'ultima stesura del decreto costitutivo ha visto definire tra le sue funzioni quella dello "sviluppo dei servizi bibliografici e bibliotecari nazionali" in sostituzione di una generica opera di promozione del libro e della lettura, che anche resta e di primaria importanza. Si vuole così  ridare dignità e un futuro legato ai tempi, anche ovviamente a Internet, a queste antiche ma sempre vive banche del sapere, luoghi in cui il libro da sempre vive.

Avvenimento importante è quindi che dal '98 nella Finanziaria vi sia una voce riguardante i Beni librari e, per venire a una notizia recente, che nel nuovo Testo unico di legge sui beni Culturali, ora all'esame delle Camere,  sulla scia della legge n. 88 dell'anno scorso per la prima volta vengono finalmente tutelati anche gli archivi sia pubblici, sia privati. D'ora in avanti, per esportarne e smembrarne uno, come è accaduto in tempi anche non lontani con quelli di alcuni nostri grandi scrittori  tra polemiche e recriminazioni, bisognerà presentare domanda all'ufficio esportazioni del Ministero che deciderà di volta in volta se rilasciare il certificato di libera circolazione, o meno, sottoponendo in questo caso il bene a notifica e vincolandolo. Non poteva del resto esservi differente trattamento tra questi e le biblioteche, anche a logica di chiunque abbia praticato studi e ricerche, magari solo da studente. Il Testo unico cerca di uniformare le varie leggi esistenti e di semplificare procedure e disparità di trattamenti, oltre a introdurre innovazioni pratiche, dall'apertura anche la domenica, alla possibilità di aprire punti di ristoro interni alle biblioteche. L'importante ora è che i vari regolamenti e processi di attuazione non subiscano ritardi e tantomeno rinvii.

Siamo in un momento particolare per la storia del nostro patrimonio e della nostra cultura, come testimonia la nascita del nuovo ministero per i Beni e le Attività culturali, che vuol unire la conservazione e tutela con l'utilizzazione e la fruizione. Nel giro degli ultimi tre  anni si è messo in moto con l'impegno e la spinta necessari il settore cultura e spettacolo, dotandolo innanzitutto di nuovi fondi. Su questa base si è mosso il governo, rivedendo regolamenti, meccanismi, ambiguità affinché ognuno fosse più responsabile e potesse agire uscendo dalle pastoie burocratiche e dal pantano di carte e rimandi, di obiezioni e pareri, di commissioni pletoriche incapaci di operare con prontezza. Per i finanziamenti, da attivare o recuperare, si è operato da una parte coll'Unione Europea, dall'altra con i proventi della nuova estrazione del Lotto, che nel triennio 1998-2000 frutteranno oltre 900 miliardi, dei quali 90 sono destinati ai beni archivistici e 120 a quelli librari, con particolare attenzione alle istituzioni meridionali e alle loro necessità.

Mentre entriamo in Europa a pieno diritto stiamo anche cercando, quindi, di adeguare le nostre strutture culturali a quelle dei paesi più avanzati e di interagire attraverso una serie di progetti, alcuni avviati e alcuni in via di progettazione. L'idea base è rendere sempre più alla portata di tutti  strumenti e fonti attraverso una informatizzazione di libri e cataloghi, che apre pure nuove possibilità di esplorazione di testi e percorsi bibliografici, allargamento delle conoscenze e scambi interattivi.
Un esempio può essere quello di Oluit  (Object-oriented library user interface toolkit), il progetto italo-francese che ha creato un prototipo di software che consente ricerche bibliografiche avanzate anche a utenti non particolarmente esperti. Come per altri prototipi di questo tipo, è venuto il momento che, se la sperimentazione si è rivelata positiva ed è stata davvero condotta a termine, si passi alla fase operativa diffusa.

In questa direzione esistono già da tempo realizzazioni concrete anche in Italia grazie al Servizio Bibliotecario Nazionale – Sbn, con le sue circa 800 biblioteche dello Stato, delle Regioni, delle Università, collegate e raggruppate in 34 poli, i cui dati conferiscono nell'indice centrale, Opac (On-line public access catalogue). La manutenzione di questo catalogo in linea ha richiesto la realizzazione di un nuovo software. Questo ha anche portato a progettare la  costituzione di una Autority file del Sbn, di cui sono già state finanziate alcune fasi di avvio, che sovrintenda alla gestione dell'archivio e alla sua ottimizzazione.

Il punto di partenza è stato il riammodernamento dell'Iccu, l'Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche. L'Iccu ha partecipato, tra l'altro, al progetto Casa (Cooperative archive of serials and articles) che si è appena concluso e dedica il 1999, come previsto, alla verifica e al collaudo di un software per l'aggiornamento di un archivio cooperativo europeo di periodici in linea. Per il futuro c'è soprattutto la costituzione di un sistema informativo statistico pubblico sulla cultura, denominato Sisc.

Il Sisc, promosso dall'Istat, si lega e fa parte del progetto analogo dell'Unione Europea e vi collaborano, con L'Istat, il Ministero beni e attività culturali,  quello dell'Università, il centro interregionale per il sistema informativo e scolastico. L'obiettivo è  perfezionare i rilevamenti statistici di settore nel nostro paese. Il lavoro appena avviato è ora quello di aggiornamento e ampliamento del modulo di rilevamento statistico, tenendo conto degli standard esistenti relativamente alle biblioteche.

Proprio perché l'Italia si possa sempre integrare ai progetti che vengono avviati in varie parti del mondo, in Europa e fuori, e' stato anche creato un Osservatorio dei programmi internazionali per le biblioteche – Opib, che ha rapporti in particolare con l'Unesco e con il Consiglio d'Europa e la Commissione Europea, che se ne dovrebbe servire come punto di riferimento (Pfn - Punto focale nazionale) per la diffusione dei propri programmi di settore.

Ho ricordato tutte queste iniziative, molte ancora alla fase di progetto o in esecuzione solo sperimentale, perché in questo momento di cambiamenti profondi, per cui il passaggio di millennio acquista un esemplare valore emblematico, e di informazioni in tempo reale che saranno  e in gran parte già sono il vero strumento di potere economico e culturale dei nostri giorni, bisogna avere coscienza che le iniziative attuali richiedono impegno costante da parte di tutti per tradursi in realtà collaudate e operanti, in servizi utilizzabili non più sperimentali, unica via per non rischiare di restare subito indietro e perdere quei contatti necessari a fare di noi parte integrante del sistema europeo, e non solo di quello bibliotecario. La divisione per i Beni Librari del nuovo Ministero sta lavorando in questa direzione, approntando strumenti e progettando interventi in sostegno del libro e della lettura, sia a livello di studio che a livello di svago, e anche il mondo dell'editoria e delle librerie si muove in quest'ottica, convinto che solo una presenza attiva oggi possa dare frutti in futuro a un settore altrimenti in crisi. E' nata cosi' l' "Associazione per i libri", promossa da cinque grandi gruppi editoriali e della distribuzione (Mondadori, Feltrinelli, De Agostini, Rizzoli e Longanesi) col sostegno delle associazioni di categoria, dagli editori ai librai, per promuovere una serie di manifestazioni sul piano nazionale di avvicinamento al libro, con una politica basata anche sui prezzi. Non a caso l'unico settore che regge sul mercato negli ultimi anni è quello dei tascabili e supereconomici, oltre al libro per ragazzi che è in espansione ed è un segno che ci lascia ben sperare. A un approccio al libro non possono rimanere estranee le biblioteche, che devono attrezzarsi e trovare il modo per accogliere eventuali piccoli lettori e studenti, senza respingerli sin dai primi approcci.

A ottobre del 1998 il Parlamento europeo ha del resto chiesto ai governi nazionali di varare una politica il più attiva possibile in favore di tutte le biblioteche pubbliche, proponendo di finanziarne il collegamento on line, mentre si è parlato anche di creare un Centro europeo per le biblioteche, ribadendo il ruolo fondamentale del libro e della biblioteca anche ai nostri giorni. Contemporaneamente l'Italia si è candidata a ospitare nel 2005 la Conferenza mondiale delle biblioteche cui dovrebbero partecipare delegati dei 140 paesi aderenti all'Ifla-International federation of library associations.

L'altro problema, che bisogna sempre tenere presente guardando al futuro, a generazioni di utenti sempre più legate all'uso di strumenti multimediali, è che il computer e Internet stanno creando una nuova distanza tra Nord e Sud del mondo e tra settentrione e meridione qui da noi. Ben venga quindi un'iniziativa come quella governativa di Mediateca 2000, che dovrebbe partire da due grossi centri, Cosenza e Potenza. Questo dovrebbe servire a dare nuova vita alle biblioteche tradizionali di base e farne centri di aggregazione e cultura anche giovanile, in cui aiutare la diffusione di un'alfabetizzazione informatica.

E' qualcosa di cui c'è necessità e desiderio se, guardando gli ultimi dati sull'uso di Internet nelle biblioteche, si è constatato che i topi di biblioteca sono diventati topi on line. I dati si riferiscono agli Usa e risalgono ancora al '97, ma sono chiari: in un anno è stato registrato un aumento dell'86% di coloro che accedono alla rete dalle biblioteche, che divengono punti di accesso privilegiati, dopo casa, ufficio e scuola. Pensiamo che negli Usa il 73% delle quasi 9.000 biblioteche pubbliche è attrezzata all'uopo e  il 60,5 fornisce il servizio non solo ai dipendenti, ma anche ai frequentatori.

E' evidente che il tipo di servizio di biblioteca del quale si parla e c'è necessità va ben oltre la classica funzione di conservazione dei documenti e luogo di ricerca per studiosi. La biblioteca sul territorio deve diventare un punto nevralgico per la diffusione e la soddisfazione di bisogni non materiali, aiutare l'approccio alla cultura e al suo strumento principale, il libro. E' attraverso un sistema diffuso di biblioteche di base (mentre quelle Nazionali dovrebbero avere altra funzione e destinazione ) che anche si sviluppa l'amore per la lettura e si avvicinano i giovani al libro e al mondo multimediale che ormai gli è collegato.

Non ci sono dubbi quindi su quale sia la via da percorrere oggi e nel futuro. Iniziative e progetti non mancano, si tratta di accogliere la sfida e fare uno sforzo ognuno per la sua parte, in particolare rendendo consapevoli  e impegnando attivamente in questa direzione Regioni ed Enti locali, che sinora in pochi e  essenzialmente al Nord hanno operato fattivamente. E' necessaria una volontà di partecipare e non restare indietro, in nome di una sfida che riguarda tutto il paese e che, persa oggi, ci costerebbe carissima domani sul piano dell'occupazione, della cultura, dell'economia.

Mi piace e mi sembra giusto quindi chiudere ricordando che sarà il centro Unesco di Firenze, un centro italiano, il polo coordinatore di un programma mondiale varato alla fine dell'anno appena terminato, volto a un coinvolgimento dei giovani e delle biblioteche associate all'Unesco in una campagna di promozione della lettura e del loro uso.



Copyright AIB, 1998-05-06, ultimo aggiornamento 2000-02-06 a cura di Antonella De Robbio e Marcello Busato
URL: https://www.aib.it/aib/sezioni/veneto/vinay10/castellani99.htm

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