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"10. Seminario Angela Vinay"
L'AUTOMAZIONE DELLE BIBLIOTECHE NEL VENETO:
tra gli anni '90 e il nuovo millennio

La biblioteca come infrastruttura:
il contesto istituzionale

di Nicoletta Comar
assessore ai Beni Culturali della Provincia di Belluno

Per ragioni di tempo non posso illustrare il funzionamento del Servizio Provinciale Biblioteche della Provincia di Belluno. Peraltro ho avuto già modo in un precedente Seminario Vinay di parlarne a fondo, per cui per eventuali chiarimenti ed approfondimenti mi permetto di rimandare agli atti del 1995 in cui è stato pubblicato il mio intervento.

Dato il tema odierno - "La biblioteca come infrastruttura: il contesto istituzionale" - e poiché negli ultimi anni vi è stato un notevole incremento e sviluppo del Servizio, vorrei in questa sede soffermarmi su alcuni dei punti che a mio avviso lo hanno connotato in maniera positiva e favorito tale successo.

Il ruolo di coordinamento di alcuni servizi sul territorio è stato affidato alle Province dalla legge 142/91, legge che per quanto riguarda la cultura è stata sempre ignorata dalla Regione Veneto, che non ha mai legiferato di conseguenza. Nonostante ciò, sono molte le Province venete che hanno creato dei servizi bibliotecari in grado di valorizzare il patrimonio librario diffuso e ottimizzare le scarse risorse finanziarie e di personale.

La funzione infrastrutturale del Servizio Provinciale Biblioteche della Provincia di Belluno si fonda sulle caratteristiche stesse del territorio su cui insiste, caratteristiche che ne hanno anche determinato le modalità operative. Ci troviamo, infatti, di fronte ad una realtà connotata da biblioteche piccole e sparse sul territorio, veri e propri avamposti culturali di un sistema tanto capillare quanto per molti versi disagiato. Ciò ha determinato fin dall'inizio una impostazione "democratica" del Servizio: ogni biblioteca porta in dote ciò che ha e prende ciò che le serve; ogni utente, anche di una biblioteca piccola, ha a disposizione non solo il catalogo locale ma anche quello provinciale. Tramite il Servizio, inoltre, si è favorita l'apertura verso l'esterno (SBN, altri cataloghi, Università, etc.); inoltre presto UOL5 (il software di gestione da noi utilizzato) gestirà su Internet alcune funzioni, favorendo e stimolando il contatto degli utenti anche con questa importante rete di informazioni.

Va infine sottolineato che il servizio è nato non tanto per esigenze di ordine catalografico (per questo c'è SBN) quanto per rispondere alle aspettative e risolvere i problemi dell'utente, intendendo con questo termine sia il "cliente" della biblioteca e dei suoi servizi che il bibliotecario.

Chiara Rabitti accennava nel suo precedente intervento al timore nutrito per il passato che l'automazione delle biblioteche portasse ad uno scompenso tra lo sviluppo tecnologico e quello culturale. Consci che l'automazione non è il fine ma il mezzo, da sempre abbiamo puntato sulla formazione professionale del bibliotecario, spesso una figura poco compresa nella sua valenza e importanza dagli amministratori degli enti proprietari di biblioteche, che tendono a sottovalutarne il ruolo attivo di operatore culturale. Per ovviare almeno in parte a ciò, la Provincia di Belluno ha inserito fin dall'inizio nel programma di attività e sviluppo del Servizio due corsi di formazione, il I riguardante la catalogazione e l'uso di UOL5 (per le biblioteche di nuova adesione), il II dedicato al servizio all'utente (reference service) (per i bibliotecari che hanno già frequentato il I livello). I corsi si svolgono regolarmente con cadenza annuale, sono gratuiti e sono indirizzati al personale delle biblioteche aderenti al Servizio.

Ciò ha dato fondamentalmente tre esiti: sensibilizzare le amministrazioni sulla professionalità del bibliotecario; permettere di utilizzare vantaggiosamente il volontariato in affiancamento e non come personale in servizio in biblioteca (anche se ancora troppi sono i casi contrari); creare una base culturale e professionale comune a tutti gli aderenti al Servizio facilitando la cooperazione tra biblioteche.

Insieme alla formazione del personale, l'automazione dei servizi bibliotecari ha favorito anche l'apertura verso una nuova prospettiva gestionale, impensabile anni fa non solo per i (tuttora) esistenti problemi di campanilismo. Il Servizio, infatti, facilita il consorzio di più biblioteche, dando la possibilità di ovviare in parte al problema finanziario, sentito da più amministrazioni, di sostenere da soli l'assunzione di un bibliotecario a tempo pieno.

E' una strada che nessuno ha ancora perseguito, ma che è stata ipotizzata nel caso delle 3 biblioteche di differente tipologia di uno stesso circolo didattico e per le 4 biblioteche comunali afferenti alla Comunità Montana dell'Alpago.

Riguardo all'automazione mi permetto di dare un avvertimento. Dal nostro ormai non più piccolo osservatorio abbiamo potuto notare che per favorirla le biblioteche tendono ad acquistare sempre meno libri: viene così a mancare il contenuto stesso della istituzione ed il suo motivo fondante. Non dimentichiamoci dunque lo scopo primario delle biblioteche, senza il quale non ci saremmo nenche posti l'obiettivo dell'automazione.

Un altro fattore che potrebbe sembrare penalizzante e che invece è risultato essere di grande stimolo per lo sviluppo del Servizio è l'aver ricercato l'adesione di tutte le biblioteche esistenti sul territorio, a prescindere dalla loro tipologia. Il Servizio Provinciale Biblioteche è un sistema eterogeneo: ciò ha permesso di mettere a fuoco una serie di problemi particolari e anche di possibili sviluppi.

Importante, ad esempio, è il lavoro che si sta facendo con le biblioteche scolastiche: di fatto non ci sono strumenti per favorirle, sia nella nascita, sia nell'incremento del patrimonio librario, sia nella gestione (si tenga presente che in altri stati le biblioteche scolastiche sono alla base stessa del sistema bibliotecario delle città). Il servizio sta svolgendo un'opera di ricucitura anche su tale problematica, come nel caso della gestione (ora possibile grazie al catalogo unificato) di biblioteche dello stesso circolo didattico giacenti in edifici diversi, o di fondi differenti che possono più agevolmente essere accorpati e quindi gestiti e utilizzati.

Aderiscono inoltre al Servizio una serie di biblioteche speciali (Associazione Internazionale Dino Buzzati, ISBREC, Istituto Minerario di Agordo, etc.). Queste realtà hanno stimolato lo sviluppo di progetti sperimentali che prendono in considerazione alcuni aspetti peculiari della catalogazione che a livello nazionale sono o poco seguiti o per il momento messi da parte. E' il caso dello "spoglio" completo degli articoli dell' Archivio Storico di Belluno Feltre e Cadore, la rivista di storia locale più accreditata, che ha portato alla costituzione degli indici automatici. O ancora del progetto, in fase di avvio, dello spoglio di oltre 3000 articoli di e su Dino Buzzati conservati presso il Centro Studi di Feltre dedicato allo scrittore.

Tali progetti sono veri e propri laboratori di ricerca di nuovi o diversi criteri catalografici: il Servizio non si pone dunque solo come passivo utente della catalogazione ma come soggetto attivo di sperimentazione ed elaborazione di nuove metodiche.

Ho accennato all'inizio al bilancio positivo del lavoro fatto in questi anni. Abbiamo potuto apprezzare un notevole incremento delle adesioni con il conseguente ampliamento del catalogo provinciale. A tutt'oggi su 50 biblioteche aderenti: 40 lavorano o hanno cominciato a lavorare a pieno regime con il software di gestione installato; 10 biblioteche sono in fase di adeguamento, di acquisizione della dotazione informatica, e i rispettivi bibliotecari seguiranno entro l'estate il corso di I livello; l'interprestito funziona tramite fax e posta elettronica. Su tutto il territorio è attivo il servizio di trasporto libri da biblioteca a biblioteca. Il tutto per la gestione di circa 65.000 titoli in catalogo, che di giorno in giorno vengono incrementati dal lavoro di recupero del catalogo pregresso svolto dai bibliotecari e dalla catalogazione dei nuovi acquisti che viene effettuata direttamente dal Centro Servizi attivato presso la sede dell'Amministrazione Provinciale.

Va inoltre segnalata con soddisfazione la nascita di nuove biblioteche in centri piccoli quali Tambre, Pieve d'Alpago, e Sappada, che all'atto stesso della fondazione hanno richiesto l'adesione al Servizio, ritenuta evidentemente imprescindibile per il buon funzionamento dell'istituzione.

Forte di un Servizio così ricco di numeri e ben strutturato sul territorio la Provincia ha avviato nuovi e speriamo sempre più proficui rapporti con la Regione Veneto.

Da tre anni la Regione ha ripreso a finanziare il Servizio Provinciale Biblioteche favorendone in parte lo sviluppo fin qui segnalato.

L'Amministrazione Provinciale di Belluno propone però un ulteriore salto di qualità: credo vi siano ampi margini per far sì che la Regione individui nel Servizio il referente gestionale sul territorio dei fondi destinati alle biblioteche. Lo schema proposto è quello di attivare tra Regione e Provincia una contrattazione anche pluriennale degli indirizzi e dei programmi riguardanti la valorizzazione del patrimonio librario, e di demandare alla Provincia, attraverso il Servizio Provinciale Biblioteche, la gestione dei progetti e dei fondi.

Credo che siano state ormai ampiamente dimostrate sul campo le capacità (e le potenzialità in parte ancora inespresse) che l'Ente ha quale referente regionale e nazionale, in grado di garantire standards di qualità ed al tempo stesso di ottimizzare le risorse umane e finanziarie, data la possibilità di mantenere contatti in tempo reale con comuni, scuole, associazioni e tutti i soggetti attivi sul territorio.

Le risposte che attendiamo dalla Regione Veneto non sono solo politiche, ma ormai strutturali e fondanti la valorizzazione stessa del nostro patrimonio librario.

 


Copyright AIB,1999-06-28, ultimo aggiornamento 2000-02-06 a cura di Antonella De Robbio e Marcello Busato
URL: https://www.aib.it/aib/sezioni/veneto/vinay10/comar99.htm


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