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"14. Seminario Angela Vinay"
bibliotECONOMIA
la frontiera digitale

PROGETTI E STRATEGIE

Novità nell'Aggiornamento allo Studio di fattibilità sulla Biblioteca Digitale del Min.BAC

Gabriele Lunati, Ifnet srl


Approfitto di questa occasione per dare informarvi che nei prossimi giorni verrà consegnata la versione definitiva dell'Aggiornamento allo Studio di fattibilità sulla Biblioteca Digitale. Questo aggiornamento commissionato un anno e mezzo fa dal Ministero è una logica e necessaria appendice allo studio originario nato con l'intento di fornire un quadro di riferimento d'insieme e con quello di formulare quella proposta generale da cui poi è si è avviato il progetto Biblioteca Digitale Italiana.

L'aggiornamento ha invece l'intento totalmente diverso di approfondire alcuni capitoli che sono stati un po' penalizzati, o che riguardavano argomenti di rapida obsolescenza. Mi riferisco in particolare alle normative sul copyright, che nell'arco di due anni hanno avuto un'evoluzione significativa, agli standard sui metadati e agli sviluppi tecnologici soprattutto nelle telecomunicazioni. A questi si agganciano due capitoli nuovi: uno dedicato alle tecnologie di e-commerce, molto problematico e pieno di interrogativi, anche perché non si limita ad analizzare le tecnologie disponibili, ma esamina la possibilità effettivache la cultura abbia la capacità di produrre benefici economici.

Il secondo capitolo affronta un aspetto tecnologico importante:quello che riguarda la riorganizzazione e gli adeguamenti strutturali che interessano tutte le biblioteche che vogliono condurre in modo razionale, intelligente e produttivo la transizione da biblioteca tradizionale a biblioteca ibrida. Non dico biblioteca digitale tout court, perché in realtà siamo tutti proiettati verso un mondo di biblioteche ibride, in cui molti fattori rimarranno immutati ma in cui si aggiungerà qualche cosa che avrà un impatto pesante sull'organizzazione bibliotecaria. Il capitolo è interessante perché affronta un problema attualmente poco considerato nelle biblioteche: ci si preoccupa magari di individuare oggetti o rarità da digitalizzare e mettere a disposizione, ma non ci si preoccupa degli strumenti con cui questi oggetti, o meglio questi prodotti editoriali, dovranno essere fruiti nelle biblioteche. Quando si riflette a questo fatto ci si accorge dell'estrema complessità di questa operazione di trasformazione; l'adeguamento delle infrastrutture deve tener conto di elementi come la scalabilità, l'affidabilità, la sicurezza, la protezione dell'investimento. Il rischio è quello di installare reti assolutamente avveniristiche, sovradimensionate all'utilizzo che se ne vuole fare, quando invece sarebbe più utile spendere delle risorse per riflettere seriamente sui servizi e sugli oggetti che dovranno essere resi fruibili in biblioteca o fuori, via Internet.

Lo studio poi esamina l'evoluzione dei formati e dei problemi dello storage (l'immagazzinamento del digitale); vi è poi una attenzione particolare alla validità o meno di soluzioni in aoutsourcing ed ai servizi ASP etc.

Tutte le parti di questo aggiornamento sono concepite come una sorta di rassegna di problemi e di istruzioni per l'uso, traducendo l'analisi dei problemi in raccomandazioni o in vere e proprie metodologie di applicazione.

Un altro aspetto affrontato in questo aggiornamento, anche per riequilibrare un po' quello che potrebbe sembrare uno sbilanciamento sul piano delle tecnologie, è la nascita e della disponibilità su Internet di numerosi strumenti che consentono oggi al bibliotecario una vera e propria scansione metodologica delle operazioni da svolgere. Tra queste operazioni mi piace sottolineareil particolare risalto dato al problema della selezione. A tale riguardo vorrei richiamare un convegno che si è svolto non più di dieci giorni fa alla Library of Congress dove la prima giornata è stata per intero dedicata al problema della selezione. L'opening speech si interrogava sul perché dobbiamo avere dei modelli di selezione, e gli interventi successivi approfondivano le politiche di selezione all'interno delle Biblioteca del Congresso, della British Library, delle biblioteche olandesi e di altri istituti. Un problema vecchio come le biblioteche, uno dei più intriganti se vogliamo, sul quale si sono prodotti libri e riflessioni e che torna prepotentemente a galla con l'avvento del digitale restando per molti versi forse il più difficile tra i molti da risolvere. Nulla di nuovo sotto il sole: cambiano i prodotti, le tecnologie e le modalità per ottenerli, ma le tecniche e le competenze professionali, i problemi e i modi di affrontarli mi pare che rimangano sostanzialmente immutati.

Venendo alla situazione italiana, dico subito che nell'aggiornamento dello studio l'esame dei vari progetti che si svolgono in Italia o in cui l'Italia è coinvolta, è trasversale a tutti i capitoli, in quanto se ne parla là dove necessario, evitando rassegne di tipo enumerativo. Se oggi si dovesse riscrivere l'analisi che è stata fatta nella prima versione dello studio circa l'andamento del digitale in Italia, definirei quella che allora era stata rilevata come una semplice frammentarietà (e parlo di due anni fa, non di epoche molto lontane) come una situazione a due velocità. C'è infatti una parte di progetti che si iscrive in uno stile di lavoro estremamente razionale e pianificato, con grande attenzione a tutta quegli aspetti collaterali che vanno dalla scelta del materiale, al suo trattamento digitale fino a tutto il versante comunicativo ... aspetto importantissimo ... di divulgazione dell'oggetto digitale; ci sono poi i progetti che si sviluppano in modo schizofrenico e sgangherato; una serie di progetti, purtroppo enorme, che non ha,a mio vedere, nessun connotato di validità scientifica. Si individuano nelle biblioteche oggetti o raccolte che si presume possano essere interessanti - pensando che rarità o antichità siano elemento determinante, ma non si fa nessuna riflessione sull'impatto, sui servizi, e quindi sull'utenza a cui ci si deve rivolgere.

Colgo l'occasione per segnalare invece un convegno che a questo aspetto dà un'importanza strategica, e che si svolgerà a settembre in Finlandia; i finlandesi sono una delle punte di diamante e questo può forse tranquillizzare Giorgio Busetto che parlava della necessità di affrancarsi dagli americani. In realtà abbiamo in Europa paesi, la Cecoslovacchia per esempio, che pochi conoscono e che fanno cose straordinarie con l'applicazione di standard e di risoluzioni open source; o come la Finlandia, che elabora dei modelli di valutazione del digitale (e anche delle fasi che precedono la digitalizzazione) e modelli organizzativi estremamente interessanti, da prendere in conto come buone pratiche.

Il convegno, a cui facevo riferimento, si intitola Toward a User-Centered Approach to Digital Libraries, cioè Verso una biblioteca digitale orientata all'utente. Dobbiamo cominciare a riflettere su chi sono i destinatari del digitale, come si comporteranno, se l'ambiente digitale contribuirà alla qualità della vita, alla produttività e alla ricerca. In Italia, purtroppo, questi aspetti sono in molti casi ancora totalmente ignorati.

Ho avuto piacere che Antonella Miolo richiamasse la necessità di uno strumento di ricognizione sul digitale esistente in Italia: questa esigenza è stata specificata da me in modo molto chiaro nella prima edizione dello studio. Purtroppo non si è ancora arrivati a creare questa directory, forse perché siamo alla ricerca della soluzione perfetta; io credo che sarebbe invece il caso di trovare le risorse per partorire una soluzione, imperfetta ma utilizzabile, magari interattiva che offra la possibilità di segnalare progetti digitali per avere visibilità su quanto sta accadendo. In una rilevazione del genere possono emergere anche altri elementi utili: per esempio la condivisione di metodologie e di risorse tra chi si occupa di carte geografiche o di fotografie o di spartiti musicali. La proposta che era stata ipotizzata nella prima edizione delloostudio andava anche oltre la directory di progetti;vi si diceva anche, (cito testualmente) che "la directory nazionale della Biblioteca Digitale Italiana dovrà essere affiancata da una sorta di Who's who del digitale in Italia". Questo per sapere chi fa cosa; abbiamo all'interno delle biblioteche persone con esperienze specifiche sul trattamento di determinati materiali, persone che lavorano nelle università e che sono chiamate all'estero a fare sperimentazioni in aziende che si occupano di digitale, ma non sappiamo i loro nomi e cognomi. Se facessimo lo sforzo di farli conoscere faremmo una meritoria opera uscendo dalla ristretta cerchia dei soliti noti. Dietro a tutti noi c'è una miriade di persone che lavorano ignorati dai più.

Un ultimo aspetto su cui vorrei spendere una parola è la necessità per il digitale di essere inserito in un progetto comunicativo. Mi pare degna di nota la tendenza che si manifesta a ridisegnare i siti web, che nella maggior parte dlle biblioteche italiane, delle università e degli archivi, sono di bassissima qualità. Credo anche si debba dare ampio spazio alla circolazione dell'informazione su tutto ciò che avviene nell'ambito dei Ministeri o delle Regioni.

Mi permetto una piccola critica, sottolineando una pecca del progetto Biblioteca Digitale Italiana, che dopo tre anni non ha una propria pagina web. E' stato elaborato un prototipo di portale con la collaborazione e il contributo di almeno una quindicina di persone che vi hanno lavorato per un anno: colleghi dell'ICCU e del Museo di Storia della Scienza di Firenze, esperti esterni, ditte private. Il Ministero non ha trovato quei 2-300 milioni per dare visibilità concreta ad un progetto che vive, o che dovrebbe vivere, su Internet. Spero che questa occasione sia utile per sollecitarlo a dare seguito a questa iniziativa. [1]


[1] Il sito del prototipo è ormai stato oscurato e parte del suo contenuto è confluito sul sito dell'ICCU nella sezione denominata BDItaliana (il logo è quello del prototipo)


Copyright AIB 2004-07-26, ultimo aggiornamento 2004-10-05 a cura di Marcello Busato e Giovanna Frigimelica
URL: https://www.aib.it/aib/sezioni/veneto/vinay14/lunati03.htm


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